Targa dell’Ostello Giovanni Paolo II di Santa Cristina & Bissone (PV) 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Simbolo dell’Ostello Giovanni Paolo II di Santa Cristina & Bissone (PV) 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Passaggio del Baculum da Sonia C. a Maria Teresa C. a Santa Cristina; da sx: Maria Teresa C., Anna Agostina M., Anna M., Anna T., Stella S., Marisa S., Sonia C. 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello con indicazione della tappa odierna a Santa Cristina 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Stazione FFSS di Santa Cristina & Bissone 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Zoom sulla Chiesa di Santa Cristina & Bissone, lasciando il paese 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Maria Teresa C. e Anna T. in cammino mentre lasciano Santa Cristina 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Rose banksiae in un giardino verso Miradolo Terme 19/04/2023 - (Foto di S.Serra)
Cartello di Miradolo Terme (PV) 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello di Miradolo Terme (PV) arrivando al paese 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello della Via Francigena dopo Miradolo Terme (PV) 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Arrivo a Camporinaldo (PV) 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Chiesa di Camporinaldo (PV), dedicata a Maria Santissima Annunziata 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Affresco del portale della Chiesa di Camporinaldo (PV), dedicata a Maria Santissima Annunziata 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Segnaletica della Via Francigena al bivio di Camporinaldo per Chignolo Po 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Panorama dalla campagna sulla torre del Castello di Chignolo Po 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Zoom sulla torre del Castello di Chignolo Po 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Arrivo al Castello di Chignolo Po (Castello Procaccini) 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello del Castello Procaccini di Chignolo Po 19/04/2023 - (Foto di E.Fiorentini) | 
La mattina di mercoledì 19 aprile si presenta già soleggiata alla sveglia delle ore 6,30 presso l’Ostello "Giovanni Paolo II" della parrocchia di Santa Cristina [1] che ci ha ospitato. Come al solito, prepariamo lo zaino per l’escursione e il trolley con i bagagli extra. Usciamo un attimo dell’Ostello e ci rechiamo al bar al di là della strada e di fronte alla chiesa per consumare una prima colazione, non prevista in parrocchia. Torniamo poi all’interno del recinto vicino all’ingresso dell’Ostello per effettuare la nostra cerimonia del passaggio del "baculum". Oggi, alle ore 8,00 precise, tocca a Sonia C. (socia della sezione G.M. di Genova) di leggere le storiche parole del passaggio del bastone del pellegrino ("Accipe hunc baculum...") consegnando simbolicamente il bastone della guida odierna del nostro gruppo all’amica Maria Teresa (socia della sezione G.M. di Cuneo), che però effettuerà questa tappa a piedi solo parzialmente per il persistente problema ad una gamba. Maria Teresa utilizzerà qualche mezzo pubblico per superare i tratti del percorso più difficoltosi e lunghi. Sistemiamo i nostri bagagli extra in una sala dell’Ostello. Il parroco don Antonio Luigi Pedrazzini si è offerto, gentilmente, di trasportarli a Corte Sant’Andrea, nostro prossimo luogo di sosta. Lo ringraziamo e salutiamo, quindi iniziamo il nuovo cammino, attorno alle ore 8,12. Lasciamo l’Ostello e ritorniamo su Via Vittorio Veneto, la strada principale del paese, percorrendola per qualche decina di metri verso est. Ci fermiamo un attimo al negozio alimentari dove qualche amica acquista un po’ di cibo e qualche bevanda. Svoltiamo a sinistra (nord) su Viale Rimembranze che ci conduce verso la ferrovia e la piccola stazione FFSS locale. Attraversiamo i binari e proseguiamo lungo una larga sterrata che ci permette di entrare in aperta campagna con il sole già alto. Ci allontaniamo sempre più da Santa Cristina mentre notiamo che l’alto campanile della sua chiesa diventa sempre più piccolo fino a scomparire. Compiamo un lungo arco nella campagna da sinistra verso destra e ci avviciniamo al vicino paese di Miradolo Terme [2] .
Entriamo in questo paese, attorno alle ore 9,40, dopo aver superato i primi 4,3 km. Transitiamo su Via del Nerone, raggiungiamo gli Uffici del Comune, che troviamo aperti, su Piazza del Comune. Ne approfittiamo per farci timbrare le credenziali e poi raggiungiamo il grande slargo di Via Dante, dove c’è il bar La Piazzetta che si apre sulla Piazza Unità d’Italia. Facciamo una breve sosta qui, bevendo qualche bibita al bar. Chiediamo a Maria Teresa se vuole continuare il percorso a piedi, e lei conferma la vollontà di seguirci, magari proseguendo a bassa velocità ridotta, almeno fino a Chignolo Po dove ci sono le stazioni dei pullman e del treno. Lasciamo quindi Miradolo Terme [2] e torniamo presto in aperta campagna. Alle ore 10,40 arriviamo a Camporinaldo, frazione di Miradolo Terme [2] , dopo circa altri 2,3 km. Entriamo in paese seguendo Via San Marco, poi Strada dei Baratti e ci fermiamo un attimo in Piazza Fratelli Cairoli, davanti alla facciata della grande chiesa dedicata a Maria Santissima Annunziata che appartiene alla Diocesi Lodigiana, anche se ci troviamo ancora nel territorio pavese. Sul lato destro della chiesa è stata costruita una grande grotta al cui interno c’è un altare e una statua della Madonna. Proseguiamo e passiamo davanti al Municipio in Via C. Vignale sulla quale raggiungiamo la strada provinciale SP 234 in uscita dal paese. Attraversiamo la SP 234 e la seguiamo verso est per c. 35 metri, fino ad ncontrare sulla destra (sud) una piccola strada in parte asfaltata con la segnaletica di Via Francigena. Giriamo a destra e seguiamo la stradina per c. 100 metri fino a superare i binari della ferrovia (della linea FFSS Pavia - Cremona). Proseguiamo oltre i binari per c. altri 30 metri fino ad incontrare un bivio di sentieri. Verso sud intravediamo il grande complesso del Max Land Raceway Park studiato e creato per le gare di moto cross. Per una svista nella segnaletica (un po’ nascosta tra i cespugli), ci stavamo recando proprio lì, sbagliando percorso. Questa deviazione, non necessaria, ci ha fatto perdere del tempo e percorrere c. 500 metri all’andata e altrettando al ritorno, fino a tornare al bivio iniziale. Scoperta la segnaletica francigena al bivio, prendiamo il sentiero giusto e continuiamo il cammino nella campagna in direzione est, lungo la traccia che attraversa una pianura fiancheggiata da boschetti. Mentre ci avviciniamo al prossimo paese, siamo guidati dalla grande mole della torre di un imponente castello. In breve, attorno alle ore 11,50, raggiungiamo, il paese di Chignolo Po [3] dopo altri 2,6 km.
Lasciamo il sentiero ed entriamo nel paese seguendo Via Cusani fino a raggiungere Via Stazione che si apre a sinistra in leggera salita, arrivando alla stazione FFSS (della linea Pavia - Cremona). Qui facciamo una leggera sosta. Maria Teresa decide di prendere il treno che la condurrà alla stazione FFSS del paese di Orio Litta [4] , da cui scenderà a piedi in direzione del fiume Po fino a raggiungere il nostro posto tappa, dove si riposerà e ci attenderà. Alla stazione FFSS di Chignolo Po [3] , assisterà ad una scenetta divertente che lei stessa ci racconterà in serata e che io ho raccolto nei commenti finali. È possibile però leggere anche qui il suo divertente report, dal titolo: "Il cane che ama i treni". Attraversiamo, per un breve tratto, questa parte nord-ovest del paese su Via Cusani, poi su Via Aglieri fino a quando quest’ultima confluisce su Via Lambrinia. Seguiamo questa strada in direzione sud-est e ci fermiamo davanti ai grandi cancelli che chiudono la tenuta del Castello di Chignolo [3] e che ci permettono di avere una grandiosa veduta sulla facciata di questo grande e antico maniero. Nella sua lunga storia, ha avuto molte famiglie nobili come proprietari che hanno dato il proprio nome all’edificio e al suo territorio. L’ultimo nome del proprietario è indicato sulla targhetta a fianco dell’ingresso principale: Castello Procaccini. Continuiamo il nostro cammino lungo Via Lambrinia e, in pochi passi, abbandoniamo Chignolo Po [3] . Percorriamo questa strada asfaltata fino all’incrocio con la più importante e trafficata strada provinciale SP 193. Attraversiamo la provinciale e continuiamo il cammino sul proseguimento di Via Lambrinia che però cambia nome in Via Don Sbarsi, mantendendo la direzione est. Dopo aver percorso circa 3,9 km da Chignolo Po [3] , arriviamo al paese di Lambrinia (m 65 slm) (frazione di Chignolo Po [3] ) e raggiungiamo il suo centro, lungo la strada principale Via Goffredo Mameli. Transitiamo davanti alla chiesa di Sant’Antonio da Padova e ci fermiamo poco oltre, davanti al cancello del Parco Giochi per bambini del paese. Il parco è ombreggiato da grandi alberi e ci sono alcune panchine. Sono le ore 12,50, fa caldo e allora decidiamo di fermarci nel parco (a quest’ora silenzioso e vuoto) per consumare il nostro pasto al sacco. Un venditore ambulante di passaggio, col furgone carico di frutta e verdura, si ferma poco distante per la consegna di qualche suo prodotto e ne approfittiamo per acquistare qualche frutto e un po’ di bevande. La fontanella dei Pellegrini, che troviamo qui vicino al parco, non è funzionante, al contrario delle altre che abbiamo incontrato molte volte lungo il nostro percorso e che ci hanno dissetato e permesso di riempire la borraccia di acqua fresca. Ci viene in soccorso una gentile persona che ci invita ad entrare nel vicino Centro Anziani per bere un caffé e fare rifornimento d’acqua. Entriamo e incontriamo un variegato numero di anziani, alcuni intenti a giocare a carte o al biliardo, altri a discutere. Facciamo due chiacchiere con qualcuno di loro e ci avviciniamo al bar per ordinare il caffè e per riempire le nostre borracce. Dopo aver salutato i presenti, usciamo dal Centro.Dopo più di un’ora di sosta e rifocillati, riprendiamo il cammino. Torniamo su Via Goffredo Mameli e, in pochi passi a sinistra (est), raggiungiamo un nuovo bivio. Qui, ancora a sinistra, in direzione nord, inizia la lunga Via Mariotto che conduce e termina direttamente sulla strada provinciale SP 234, mentre la continuazione di Via Mameli prosegue diritta, e cambia nome in Via Bellaria dirigendosi verso la sponda destra idrografica del Fiume Lambro, dove c’è la Ciclostrada VENTO: Venezia - Torino. Scegliendo la ciclovia in direzione nord (cioè in senso contrario al corso dell’acqua del fiume) si raggiungerebbe comunque la strada provinciale SP 234, ma con un percorso più lungo. Al bivio, decidiamo di percorrere la via più breve, anche se meno suggestiva, e seguiamo Via Mariotto in direzione nord. Completiamo la risalita arrivando sulla strada provinciale SP 234 molto trafficata. Giriamo a destra e, fortunatamente, troviamo un piccolo marciapiede che ci permette di oltrepassare questo tratto che supera il Fiume Lambro su un alto ponte, mentre il corso d’acqua, che dal nostro punto di visuale sembra di notevole quantità, si dirige a sud verso il Po. Raggiungiamo l’altro lato del ponte e del fiume e ci allontaniamo dalla strada provinciale. In questo breve percorso siamo usciti dalla provincia di Pavia e siamo entrati in una piccola porzione della provincia di Milano e ne siamo subito usciti entrando nella provincia di Lodi. Da qui scendiamo lungo una stradina e poco più avanti su un sentiero lungo il bordo sinistro del fiume, cioè sul suo argine sinistro, seguendo il flusso delle sue acque verso il vicino Po. Troviamo tanti cartelli che indicano le località di Orio Litta [4] (anch’essa luogo di sosta della Via Francigena, ma che oggi non raggiungeremo), di Corte Sant’Andrea, Senna Lodigiana, Piacenza e della Ciclovia del Po. Fotografiamo anche il primo cippo in muratura che segnala la direzione per il Transitum Padi, cioè uno dei vari punti di attraversamento del Fiume Po con gli attracchi per le barche: punti di passaggio di pellegrini antichi e moderni. I cartelli segnaletici della Via Francigena in questa zona, mostrano l’effigie del pellegrino che cammina sull’acqua ondeggiante di un fiume. Continuiamo a seguire la larga sterrata sull’alto argine sinistro del Lambro, godendo di un ampio panorama, mentre a sinistra cominciano ad apparire le costruzioni più alte (campanili, chiese, castelli e case nobiliari) di Orio Litta [4] . Il suffisso Litta è stato aggiunto al nome originario del paese dal cognome della famiglia che ha costruito un grande palazzo in zona (Villa Litta Carini [5] ) e ha visto crescere la propria notorietà (sia pur breve) e quella della popolazione di questo contado. Continuiamo a scendere lungo l’argine e a perdere quota mentre ci stiamo avvicinando alla foce del Fiume Lambro nel Po, anch’esso sempre più vicino. Lungo il cammino e a distanze regolari, appaiono dei piccoli cippi sul bordo della sterrata contenenti piastrelle con l’effigie del pellegrino francigeno. Anche sulla stessa sterrata appaiono le bianche piastrelle ancorate sulla pavimentazione. Sul bordo interno dell’alveo del Fiume Lambro si fa notare un alto pilastro che indica le quote raggiunte dall’acqua del fiume negli ultimi centocinquant’anni, segnando i livelli più alti, anche oltre i 7 metri, con vicino le date relative agli eventi più significativi. Ovviamente essendo la foce del Lambro vicinissima al Po, fa impressione pensare che se il Lambro saliva vicino o oltre i 7 metri, anche il Po, lì vicino, doveva raggiungere la stessa quota. Tutto il contrario rispetto al livello dell’acqua che vediamo oggi in entrambi i fiumi. Nella discesa incontriamo alle stradine che, da sinistra, raggiungono l’argine provenendo da Orio Litta [4] o da cascine dislocate nella campagna. Man mano che ci avviciniamo alla foce del Lambro e al Po, ci rendiamo conto che il livello dell’acqua del Po rimane basso nonostante l’apporto del Lambro. Tale situazione ci sta preoccupando per il nostro traghettamento sul Po previsto per domani.
Dopo aver percorso c. 8 km da Lambrinia, arriviamo finalmente a Corte Sant’Andrea [6] (m 56 slm), frazione di Senna Lodigiana che si trova a ridosso dell’alto argine che la separa dal Po. Entriamo nel piccolo borgo attraverso l’Arco [7] e ci avviciniamo subito all’Osteria della Corona per avvisare il proprietario Renato che siamo arrivati e che, come previsto e prenotato, verremo a cena qui più tardi. Poi proseguiamo, giriamo attorno alla piccola chiesa (dedicata a Sant’Andrea) e raggiungiamo l’ingresso dell’Ospizio "Ad Padum" di Corte Sant’Andrea [6] . Sul muro a fianco della porta è ancorato un cartello che chiarisce inequivocabilmente l’utilizzo della costruzione: Hospitium Peregrinorum "Ad Padum" St. Andrea. Siamo emozionati, perché qui ha soggiornato nel 990 l’Arcivescovo Sigerico durante il suo viaggio di ritorno a Canterbury da Roma, dopo aver ricevuto il Pallio (la stola di agnello che indicava il suo nuovo stato e ruolo) dalle mani di Papa Giovanni XV). Sigerico indicò sul suo diario di viaggio il nome di questa sosta, cioè dell’allora submansio XXXIX Sce Andrea, cioè della sosta qui a Corte Sant’Andrea [6] , durante la sua 39° tappa da Roma. Sono circa le ore 16,30, abbiamo percorso c. 21 km, in 8,30 ore (pause incluse). Entriamo nell’ostello e ci accoglie il gestore Giovanni Favari, uno dei primi camminatori e conoscitori della Via Francigena in Italia che, nel 2005, ha accompagnato i giornalisti RAI su alcune tappe in Lombardia, come feci io nelle tappe in Toscana e nel Lazio. È presente anche la moglie Caterina che ci guida verso le nostre stanze al primo piano. All’ostello sono presenti altri pellegrini, anche stranieri, che provengono da luoghi diversi e che hanno previsto mete differenti. Nel giardino interno troviamo Maria Teresa che è arrivata da tempo, ha già fatto la doccia e ora si riposa chiacchierando con gli altri ospiti e con i gestori. Noi recuperiamo i nostri bagagli extra e ci dedichiamo alla doccia e al cambio di vestiti e di scarpe. Poi, prima di raggiungere gli altri amici in giardino, io e Anna telefoniamo al traghettatore emiliano Danilo Parisi, col quale avevamo concordato il passaggio del Po in barca, per conoscere la situazione sul livello dell’acqua del Po e quindi sapere sulla possibilità del nostro passaggio. Ci mettiamo in contatto e Danilo ci annuncia che domani non potrà venire a prenderci poiché il livello del Po è troppo basso e, tra insabbiamenti e sassi, rischierebbe di rompere il motore e la stessa barca. Ci conferma che l’ultimo traghettamento l’ha effettuato la settimana prima e poi non è stato più possibile. Con rammarico, lo salutiamo e iniziamo a valutare le alternative possibili, mentre scendiamo a comunicare la "brutta" notizia alle altre amiche. Ci raduniamo e, prima di andare a cena, decidiamo di fare una breve passeggiata fino all’imbarcadero sulla sponda del Po per verificare le sue condizioni e il livello dell’acqua. Ci avviciniamo alla sponda e, anche se il fiume sembra pieno d’acqua, in effetti il livello è estremamente basso, tanto che la pedana galleggiante, posta sotto la gradinata che scende dall’argine, è inclinata e non è praticabile. Continuiamo a passeggiare tra i filari dei pioppi piantati lungo la sponda e ci facciamo una foto al grande cippo del "Transitum Padi" presente nelle vicinanze della zona dell’imbarco. Attorno alle ore 19,30 ci rechiamo all’Osteria della Corona, dove Renato, la moglie e la figlia (che aiuta i genitori), ci stanno aspettando per la cena. La cena è ricca e i piatti sono gustosi. Siamo soddisfatti per il pasto e contenti per la bella serata; chiacchieriamo volentieri con Renato che si è seduto al nostro tavolo e ci racconta le storie di questi luoghi. Ci lascia alcuni commenti ricchi di saggezza che Anna Agostina registra sul suo diario e che ricorderà nella "relazione" che si è offerta di scrivere a fine avventura. Siamo messi al corrente che domani il tempo meteo si guasterà e ci sarà pioggia. Abbiamo deciso che cammineremo fino a Piacenza sul lato lombardo lungo l’argine del Po, sfruttando la Ciclovia del Po che lo segue per un lungo tratto. Salutiamo Renato e la moglie e poi ritorniamo in fretta all’ostello. È tardi e dobbiamo preparare i bagagli e l’attrezzatura per domani e poi cercare di riposare con una buona dormita. Comunque si presenterà il meteo all’alba, la sveglia è sempre fissata per le ore 6,30. Mentre la cronaca di questa escursione sulla tappa odierna è terminata, io continuo a pubblicare altre foto di oggi.
Enea Fiorentini Socio CAI (sezione di Roma) Socio della Associazione "Giovane Montagna" (sezione di Roma) Membro accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), residente ad Aosta ( Sito web: http://www.eneafiorentini.it ) ( E-mail: webmaster@eneafiorentini.it ) ( Note scritte ad Aosta il 15/01/2024 ) |