Visita al Castello di Desana, alla sua Tenuta (VC)
e al paese di Coniolo Bricco (AL)

(insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta)



VISITA AL CASTELLO DI DESANA,
alla sua Tenuta per la produzione di riso
e l’allevamento di bovini di razza Fassona Piemontese,
accompagnati dalle proprietarie e da guide locali;
nel pomeriggio visita al paese di Coniolo Bricco (AL);
insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta
Venerdì 19 aprile 2024
 
           NOTE VARIE:

  1. Note sulla Tenuta Castello di Desana (VC):    ->>> Back

    [ Il paese di Desana, situato nel basso vercellese, fu sede, dal 1510 al 1693, di una contea, feudo imperiale e sede di zecca, governata dalla famiglia Tizzoni.   Il Castello, costruito dai Vescovi di Vercelli per difendere i loro territori, risale al X secolo, fu poi conquistato da Arduino Marchese d’Ivrea.   Il castello ebbe vita travagliata e complessa come tutta la zona, con molti passaggi di proprietà.   Venne infine ricostruito ex novo nel 1840, per volere del biellese Vitale Rosazza, notaio ed imprenditore, padre del Senatore Federico Rosazza, nella forma attuale.
    La Tenuta Castello, con sede nel Castello di Desana, è un’azienda dall’alto valore storico e familiare, in attività fin dal 1833.   È composta dall’azienda agricola, che possiede 400 ettari di terreno di cui 120 coltivati.   Essa effettua, al proprio interno, le operazioni complete della filiera, dalla coltivazione del terreno, alla produzione di riso fino alla sua vendita.   Vengono prodotti circa 50 o 60 quintali di risone ogni anno, che diventano dai 35 ai 40 quintali di riso lavorato.   Le varietà di riso prodotte nella tenuta sono: Carnaroli classico, Carnaroli classico biologico, Carnaroli biologico integrale e Vialone nano.   Nei terreni della tenuta viene utilizzato il letame dei bovini di razza Fassona Piemontese allevati con mangime biologico prodotto sul posto.   Alcuni appezzamenti vengono seminati con erbai in ottobre e trattati con sovescio in aprile.   Viene effettuata la cosiddetta "falsa semina", nei terreni coltivati in agricoltura biologica, cioè che consiste sostanzialmente nel preparare il letto di semina, e nell’irrigarlo, come se si effettuasse una normale semina, ma in realtà senza seminare.   Viene effettuata anche la "pacciamatura" che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe.   Qui si usa la tecnica chiamata "pacciamatura viva o verde", che si usa quando la pianta da coltivare è più potente con le sue radici delle erbe che la circondano e quindi, così facendo, le stesse erbe infestanti fanno da pacciamatura.   La vendita dei prodotti viene eseguita direttamente all’interno del Castello a Desana.
    Notizie tratte dai siti:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Desana
    https://www.tenutacastello.com/ ]



  2. Note sul Paese di Coniolo Bricco (AL):    ->>> Back

    [ Coniolo è un piccolo comune della provincia di Alessandria, in Piemonte, situato ad una distanza di circa 7 chilometri ad ovest di Casale Monferrato.   La collina di Coniolo (del Basso Monferrato) è citata espressamente nelle riflessioni contenute nel libro "Il mestiere di vivere" di Cesare Pavese alla data del 3 agosto 1946.   Negli ultimi cento anni a partire dal 1921, quando iniziò il forte crollo di abitazioni, la popolazione residente è dimezzata.   Il Museo Etnografico delle Miniere "Coniolo Il paese che visse due volte", situato nel palazzo Municipale di Coniolo, racconta l’epopea delle miniere di marna da cemento, iniziata nella seconda metà del XIX secolo e proseguita per circa cento anni, lasciando sul territorio segni forti e ancora leggibili che raccontano una storia che appartiene alle generazioni attuali e future.   La storia del paese fu segnata da una scriteriata coltivazione delle marne a grande profondità sotto l’antico abitato di Coniolo Basso.   Le prime lesioni agli edifici comparvero nel 1905 e il fenomeno continuò fino al 1922: ottantaquattro case, la chiesa ed il castello, furono persi per sempre.   Gli abitanti non si demoralizzarono, smontarono le vecchie abitazioni e le ricostruirono nel sito dell’attuale centro abitato di Coniolo Bricco.   Per questo il Museo è intitolato "Coniolo, il paese che visse due volte".   Il Museo riproduce al suo interno un tratto di miniera di marna da cemento fedelmente ricostruito anche nei rumori e il lavoro svolto da uomini, donne e bambini che, da nove a tredici anni, potevano già diventare minatori.   Sono musealizzati i plastici dell’antico abitato di Coniolo, il dettaglio delle miniere, gli attrezzi impiegati e i mezzi di trasporto in galleria, su terra, per aria e sul fiume Po.   La raccolta è suddivisa in sezioni tematiche, in cui sono collocati oggetti autentici e fotografie d’epoca:
    - l’attività estrattiva a cielo aperto dall’epoca romana fino al 1884;
    - i primi attrezzi utilizzati, che derivavano da altri mestieri localmente diffusi;
    - l’avvio delle coltivazioni minerarie in profondità, in seguito al ripristino del trasporto fluviale sul fiume Po (1884) e
       all’insediamento delle cementerie presso la stazione ferroviaria di Morano sul Po (1887);
    - lo sviluppo dell’area mineraria "Palazzina Molino Zerbi", con circa 40 Km di gallerie scavate nella collina;
    - l’evoluzione dell’attività estrattiva;
    - le attività collegate all’indotto minerario industriale;
    - il lavoro femminile e minorile: secondo la legge dell’epoca i bambini da 9 a 13 anni potevano lavorare in miniera,
       purché in buona salute.
    Notizie tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Coniolo ]


 


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