Vedute dei campi di riso nella Tenuta Castello di Desana (VC) 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
La guida Florence spiega al Gruppo UNI3 la storia della Tenuta Castello di Desana (VC) 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Florence spiega al Gruppo UNI3 la storia della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Florence spiega al Gruppo UNI3 la storia della Riseria nella Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Cartello esplicativo nella Riseria della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Cartello del riso Carnaroli nella Riseria della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Florence nella Riseria della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Florence davanti ai selezionatori hamburger di riso nella Riseria della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Nella Riseria della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Macchinario per la pulitura del riso nella Riseria della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo UNI3 a pranzo nel Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di A.M.Minuzzo)
Gruppo UNI3 a pranzo nel Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di A.M.Minuzzo)
Affreschi simbolici nella Travà della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
da sx: Federica Vercellone e Florence Ravenel nella Travà della Tenuta Castello di Desana 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo UNI3 a pranzo nella Travà della Tenuta Castello di Desana; da sx: guida Florence Ravenel, autista Albano, Anna Maria, Paolo e Aldo 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo UNI3 a pranzo nella Travà della Tenuta Castello di Desana; da sx: Paolo, Aldo e altre artecipanti UNI3 19-04-2024 (Foto di E.Fiorentini)
| Una premessa Nella seconda metà del mese di aprile 2024, siamo di nuovo impegnati nell’esecuzione del nostro programma. In questa data, l’attività prevista è una interessante visita ad una tenuta agricola speciale. Si tratta della Tenuta Castello di Desana [1] , a pochi chilometri da Vercelli, che si dedica alla produzione di riso di alta qualità e all’allevamento di bovini di razza Fassona Piemontese. Il pranzo sarà servito nei saloni del Castello dove poi effettueremo una visita guidati dalla proprietaria. Nel pomeriggio siamo attesi dagli amministratori di Coniolo Bricco [2] sulle colline del Basso Monferrato, per una visita particolare al loro paese. Questa escursione era prevista nel programma proposto agli amici della Università della Terza Età di Aosta (UNI3) e presentato sul Calendario del 2024, illustrato nella Biblioteca Regionale "Bruno Salvadori" di Aosta il 15 gennaio 2024. In questa quarta uscita del 2024, hanno aderito molte persone della UNI3 VDA, che hanno già partecipato alle uscite degli anni scorsi. Tra queste, ricordo: Alberto 1, Alberto 2, Alessandra, Alfonso, Annelisa, Antonietta, Carla, Carlo, Claudia, Cinzia, Daniela, Dario, Emanuela, Emma, Elisabetta, Enzo, Federico, Fernando, Fiorenzo, Floriana, Fulvio, Giuseppe, Gloria, Laura 1, Laura 2, Liliana, Loretta, Lucia 1, Lucia 2, Luciana 1, Luciana 2, Luciano, Maria 1, Maria 2, Maria 3, Maria Rosa, Marinella, Mario, Marisa, Mavi, Michele, Paola, Piera, Riccardo, Rita, Sandra, Silvia 1, Silvia 2, Valeriano. Per un totale di 49 partecipanti, che salgono a 53 considerando: Anna Maria Minuzzo, Paolo Jorrioz come organizzatori per conto di UNI3 VDA, e Aldo Marconato, Enea Fiorentini come accompagnatori. Abbiamo già effettuato diversi sopralluoghi in questi luoghi, per visitare diverse tenute storiche importanti. Per questa uscita abbiamo quindi deciso di utilizzare un pullman, visto anche il grande numero di partecipanti. Ci raduniamo ad Aosta alle ore 7,45 su Piazza Mazzini (a sud dello Stadio M.Puchoz). Il pullman è già in nostra attesa e il gentile autista Albano, che ci ha accompagnato varie volte, ci aiuta per la sistemazione delle persone. Partiamo in perfetto orario attorno alle ore 8,00 fissando un primo stop a San Giorgio Canavese per un ristoro per tutti. Seguiamo l’autostrada A 5 fino a San Giorgio Canavese e usciamo sulla SP 53 in direzione del centro del paese. Percorriamo poco più di 1 km su questa strada che diventa anche la Via Circonvallazione di questo paese e ci fermiamo sul grande piazzale davanti al Bar Pasticceria "Cinque Sensi" per permettere la sosta prevista ai partecipanti di UNI3. Dopo la sosta, riprendiamo il viaggio, in pullman, invertendo il senso di marcia dirigendoci, sempre sulla SP 53, verso il paese di Caluso, che raggiungiamo in poco più di 6 km. Alla periferia ovest di Caluso raggiungiamo la SS 26 e girando a destra sulla stessa, contorniamo a sud il paese. Proseguiamo sul lungo rettilineo della SS 26, per circa 7 km fino a raggiungere il bivio per la frazione Boschetto. Superiamo questa frazione, raggiungiamo la Circonvallazione est di Chivasso che ci permette di non entrare in questa città; sottopassiamo l’autostrada A 4 e raggiungiamo la SP 31 bis del Monferrato appena sotto il paese di Verolengo. Su questa, proseguiamo verso est, superiamo la frazione di Borgo Revel, poi oltrepassiamo la Dora Baltea sul Ponte Sant’Anna, poco prima della sua confluenza nel Po. Contorniamo a sud il paese di Crescentino, superiamo Fontanetto Po, Palazzolo Vercellese fino a raggiungere Trino. Proseguiamo ancora un po’ a est, fino all’incrocio con la SP 455 che si dirige a nord. Giriamo a sinistra su quest’ultima strada provinciale, superiamo Tricerro e raggiungiamo il paese di Desana [1] , nostra meta odierna. Terminiamo il viaggio in Piazza Castello, proprio di fronte al Castello di Desana. Parcheggiamo il pullman e in breve siamo raggiunti dalla nostra guida per la prima visita: Florence Ravenel, originaria della Svizzera ma che vive nel paese di Livorno Ferraris, poco distante da qui. Florence sale sul nostro pullman e ci guida verso la Tenuta del Castello [1] dove c’è la produzione di riso che visiteremo.
Visita alla Tenuta Castello di Desana (VC)

Torniamo verso sud-ovest per qualche chilometro e poi, giriamo a destra ed entriamo nella Tenuta Castello [1] dove parcheggiamo il pullman sul largo piazzale, vicino a grandi strutture e magazzini. Salutiamo Florence di nuovo e, mentre la dotiamo del nostro amplificatore vocale, la presentiamo al Gruppo UNI3. Lei ci accompagna sui sentieri tra le risaie e ci spiega le peculiarità e i numeri della Tenuta Castello [1] di Desana. È un’azienda dall’alto valore storico e familiare, in attività fin dal 1833. È composta dall’azienda agricola, che possiede 400 ettari di terreno di cui 120 coltivati. Essa effettua, al proprio interno, le operazioni complete della filiera, dalla coltivazione del terreno, alla produzione di riso fino alla sua vendita. Vengono prodotti circa 50 o 60 quintali di risone ogni anno, che diventano dai 35 ai 40 quintali di riso lavorato. Le varietà di riso prodotte nella tenuta sono: Carnaroli classico, Carnaroli classico biologico, Carnaroli biologico integrale e Vialone nano. Nei terreni della tenuta viene utilizzato il letame dei bovini di razza Fassona Piemontese allevati con mangime biologico prodotto qui. Alcuni appezzamenti vengono seminati con erbai in ottobre e trattati con sovescio in aprile. Viene effettuata la cosiddetta "falsa semina", nei terreni coltivati in agricoltura biologica, cioè che consiste sostanzialmente nel preparare il letto di semina, e nell’irrigarlo, come se si effettuasse una normale semina, ma in realtà senza seminare. Viene effettuata anche la "pacciamatura" che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe. Qui si usa la tecnica chiamata "pacciamatura viva o verde", che si usa quando la pianta da coltivare è più potente con le sue radici delle erbe che la circondano e quindi, così facendo, le stesse erbe infestanti fanno da pacciamatura. La vendita dei prodotti viene eseguita direttamente all’interno del Castello a Desana [1] . Insieme con Florence entriamo negli edifici adibiti alla lavorazione del riso raccolto, e lei ci spiega le varie sequenze della pulitura, dello sbiancamento e della relativa selezione delle varietà. Terminiamo l’interessante visita e rientriamo velocemente in pullman al Castello di Desana [1] per il pranzo e, successivamente, per una visita a questo maniero.
Pranzo al Castello di Desana e visita guidata al maniero
Rientriamo al Castello e ci sistemiamo nel grande salone ("La Travà"), utilizzato spesso per cerimonie, matrimoni, ecc.., adiacente al grande giardino interno. Ci riceve la figlia della proprietaria del Castello, la signora Federica Vercellone che gestisce gli eventi organizzati al Castello, inclusa la nostra visita. Ci accomodiamo nel salone, divisi a gruppetti, seduti attorno a grandi tavoli rotondi. Al nostro tavolo, oltre ad alcune partecipanti di UNI3 ci sono gli organizzatori della visita: Anna Maria e Paolo, gli accompagnatori Aldo e Enea, la nostra guida Florence e l’autista Albano. Ci troviamo seduti sotto la grande parete di fondo del salone, quella che presenta due grandi affreschi. Sono due scudi che hanno due motti: in quello di sinistra "circumdo bepres astra imitata rosa", cioè: la stella del castoro imitava la rosa; mentre in quello di destra "respice finem", cioè: guarda la fine. Tutto il cibo del menu proposto è a base di riso carnaroli prodotto nella tenuta, con salumi, formaggi, verdure, e frutta del luogo. Terminato il pranzo, andiamo a visitare alcune sale storiche del castello, guidati dalla padrona, la signora Rosazza (madre di Federica). Lei ci racconta la storia della famiglia, che inizia nell’alto biellese e si diffonde poi in tutto il Piemonte e in Liguria. Ci ricorda i principali personaggi di famiglia che sono diventati famosi per le grandi opere pubbliche che hanno costruito (case, strade e fattorie) e per gli incarichi pubblici nei vari organi statali. Visitiamo le sale ricche di antichi cimeli e di molti documenti contenuti, questi ultimi, in una biblioteca che è distribuita e perfettamente organizzata in scaffali all’interno di una sala. Una parte del gruppo UNI3 segue la padrona nella visita di altre sale, altri partecipanti visitano il giardino e altri ancora salgono sulla torre del castello per godere di un bel panorama e per scattare fotografie. Al termine, molte persone affollano la sala "La Bottega" per l’acquisto delle confezioni di riso prodotte dalla Tenuta Castello [1] . Poi salutiamo tutte le persone che ci hanno ospitato: la signora Rosazza, la figlia Federica e la guida Florence. Col gruppo UNI3 ragruppato, saliamo sul pullman e lasciamo il paese di Desana dirigendoci verso la nostra seconda meta.
Visita al paese di Coniolo Bricco (AL)

Seguiamo a ritroso la strada già percorsa all’andata. Torniamo sulla SP 455 e ci dirigiamo verso sud-ovest; superiamo Tricerro, poi aggiriamo Trino ad est; incrociamo la SP 31bis fino a raggiungere il cosiddetto Po bridge che ci permette di superare il grande corso d’acqua. Al successivo grande incrocio seguiamo, a sinistra, la SP 7. Su questa, in salita, attraversiamo il paese di Vialarda e dopo alcuni tornanti raggiungiamo il paese di Coniolo Bricco [2] , posto in alto sulle colline del Basso Monferrato, in provincia di Alessandria. Appena prima di raggiungere Coniolo [2] , su un prato vicino alla SP 7, è stato posto su un tratto di rotaia istallata appositamente, il trenino delle miniere con alcuni vagoni. È un monumento a ricordo dell’attività svolta per decine di anni da molte persone locali nelle miniere scavate nel corpo di queste colline, ricche di marna cementizia. Ed è per conoscere meglio la storia di questo paese e della sua particolare attività, che ci ha spinto ad effettuare questa seconda visita. Al centro del paese, fermiamo il pullman sul piazzale vicino al bivio con la strada per Coniolo Basso. Preavvertiti da nostre telefonate, sul piazzale sono in attesa il sindaco di Coniolo [2] : Arles Garelli, un assessore e diversi volontari del paese. Dopo le presentazioni, il sindaco illustra la storia del paese di Coniolo [2] . Quindi ci dividiamo in due gruppi: il primo segue il sig. Domenico, un esperto della vita del paese, alla scoperta dei luoghi storici di Coniolo, il secondo gruppo inizia la visita del Museo etnografico. Successivamente, i due gruppi si alterneranno nelle visite. Tutta la zona collinare di questa parte del Monferrato, in particolare la località di Coniolo [2] e dei paesi vicini, era formata da un territorio ricco di marna, idonea per varie lavorazioni, tra cui la trasformazione in cemento. A partire dalla metà del XIX secolo, per circa cento anni, furono scavate innumeroli gallerie a varia profondità per l’estrazione del materiale. Esse, purtroppo, furono sfruttate così intensamente che una parte di Coniolo Basso [2] sprofondò provocando delle lesioni a diverse abitazioni, già dal 1905. L’attività di estrazione continuò così come la comparsa di nuove lesioni. Nel 1922 crollarono ottantaquattro case, la chiesa ed il castello, edifici che furono persi per sempre. Gli abitanti non si demoralizzarono, smontarono le vecchie abitazioni e le ricostruirono nel sito dell’attuale centro abitato di Coniolo Bricco. Per questo il Museo è intitolato "Coniolo, il paese che visse due volte". Tra i resti di questa lunga attività, si possono vedere gli scheletri dei tralicci della teleferica che trasportava il materiale a Morano Vercellese (poco più a nord, oltre il Po) per la sua lavorazione e la trasformazione in cemento, nei vari cementifici presenti in quella località. Sotto la collina, sulle due sponde del Po, ci sono ancora le tracce dei porti fluviali, utilizzati per l’attracco di imbarcazioni adatte al trasporto di questi materiali. Su un prato, alle porte del paese, è visibile il trenino di ridotte dimensioni che veniva utlizzato nelle gallerie della miniera per il trasporto del materiale estratto su piccoli vagoni. In un’ala del palazzo del Municipio, è stato creato un Museo Etnografico in cui sono rappresentati tutti gli strumenti utilizzati in queste miniere, ambientati dentro ad alcune sale, attrezzate come grotte semi-buie, ricostruite ad-hoc, di grande effetto visivo e sonoro. Entrando in queste sale, ci si inoltra in una atmosfera surreale che vuole far capire al visitatore il mondo del minatore; sono stati utilizzati anche i suoni consueti dell’attività lavorativa nelle grotte. La visita al Museo Etnografico è stata una sorpresa per molte persone del gruppo UNI3 ed è risultata di grande interesse. Dopo la visita al Museo e al paese, seguiamo Domenico che ci accompagna nella zona pi’ alta del paese: al Belvedere di Coniolo [2] , un promontorio che si affaccia sul Po e sulla pianura del basso vercellese ai confini col territorio alessandrino e con una ampia visuale fino alle montagne biellesi e canavesane. Siamo nei pressi della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta e del cimitero comunale. Restiamo al Belvedere con piacere per diversi minuti, ammirando questo vasto panorama e scattiamo molte foto. Poi lentamente ridiscendiamo verso il centro del paese. Ci raduniamo nei pressi del pullman parcheggiato. Ringraziamo il sindaco e i presenti per l’ospitalità e per l’ottima guida alla conoscenza della storia di Coniolo. Poi saliamo sul pullman e riprendiamo il viaggio verso casa. Riprendiamo, in discesa, la SP 7 e poi la SP 455 fino a superare il Po. Raggiungiamo in breve la SP 31bis e, con direzione ovest verso Chivasso, seguiamo a ritroso tutta la strada dell’andata. Alle porte di Chivasso, abbandoniamo la SP 31bis e seguiamo la Circonvallazione Est di Chivasso verso nord-ovest. Sottopassiamo l’autostrada A 4 e, superata la frazione Boschetto, ci inseriamo sulla SS 26. Su questa procediamo verso nord, raggiungiamo la Circonvallazione di Caluso e, su questa, raggiungiamo l’ingresso di San Giorgio Canavese dell’autostrada A 5. Da questo accesso autostradale fino all’arrivo ad Aosta, l’attività odierna con i partecipanti UNI3 si conclude con tranquillità e serenità.
Enea Fiorentini Socio CAI (sezione di Roma) Socio della Associazione "Giovane Montagna" (sezione di Roma) Membro accademico del "GISM" (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), residente ad Aosta ( Sito web: http://www.eneafiorentini.it ) ( E-mail: webmaster@eneafiorentini.it ) ( Note scritte ad Aosta il 22/09/2024 ) |