Visite varie in Piemonte
in sostituzione della programmata escursione sulla Via Francigena
da Ivrea a Bollengo (To)

(insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta)



VISITE VARIE IN PIEMONTE
al Castello di Masino, alla Chiesa di San Pietro e Paolo a Pessano (Bollengo),
al Ciucarun di Bollengo e al Lago San Michele a Ivrea
insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta
Giovedì 28 marzo 2024
 
           NOTE VARIE:

  1. Note sul Castello di Masino (TO):    ->>> Back

    [ Il castello di Masino, fu per dieci secoli la residenza principale dei conti Valperga di Masino.   Fino al Rinascimento venne difeso da alte mura e imponenti torri di guardia, poi abbattute per far posto a monumentali e splendidi giardini di fattezze romantiche e tipiche dell’Italia aristocratica.   L’intero edificio è letteralmente ricoperto da affreschi, mobili di raffinatissima fattura e sede di un museo di carrozze settecentesche davvero straordinario.   Attualmente il castello è di proprietà del Fondo Ambiente Italiano ed è inserito nel circuito dei castelli del Canavese.   Il castello fu costruito nel secolo XI per volere della famiglia Valperga, casato che si dichiarava discendente dal re Arduino d’Ivrea.   A causa della sua posizione strategica la fortezza fu subito teatro di numerose battaglie tra le varie famiglie nobili dell’epoca (Savoia, gli Acaia, i Visconti e gli stessi conti di Masino) che si contendevano la zona del Canavese.
    Nel XVI secolo il Castello venne demolito e ricostruito completamente dai francesi, assumendo la funzione di dimora signorile.   Nel XVIII secolo venne arricchita da decorazioni in gusto neoclassico.   Alla morte dell’ultima abitatrice della residenza, nel 1988, Vittoria Leumann, moglie del conte Cesare Valperga, il figlio, Luigi Valperga di Masino, cedette l’edificio al FAI, che lo ha comprato grazie al contributo di FIAT, Cassa di Risparmio di Torino e Maglificio Calzificio Torinese.   Il Castello di Masino si trova su una collina morenica al centro della piana di Ivrea, in Canavese, vicino alla Serra d’Ivrea ed è circondato da un immenso parco in cui è collocato un labirinto di siepi.
    Nelle scuderie settecentesche è stato allestito il Museo delle carrozze, mentre all’interno sono state riportati alla bellezza di un tempo le sale monumentali riccamente arredate, tra cui spicca lo splendido Salone da ballo.   Dopo tre anni di restauri conclusi in aprile 2022 è stato riportato in luce, in quella che era una quadreria ottocentesca, un salone di rappresentanza decorato da un ciclo di affreschi di fine Seicento, perfettamente conservato e finora nascosto da strati di pittura.   Gli affreschi mostrano architetture a trompe l’œil che inquadrano vedute paesaggistiche di 22 città del Piemonte e della Savoia, un fregio con 147 stemmi nobiliari e, sul camino, un albero genealogico alto tre metri.   All’abate Tommaso Valperga di Caluso si deve la costituzione della ricca biblioteca e la galleria dei poeti, completata nel 1814, uno spazio nel quale Tommaso ha fatto decorare a tempera sulle pareti una sorta di pantheon personale di poeti e scrittori ritratti cronologicamente da Dante ad Alfieri.   Nelle due pareti di ingresso sono presenti due letterate, Vittoria Colonna e Maria Maddalena Morelli, e due scienziati che sono stati anche letterati, Bernardino Baldi e Francesco Redi.   Sotto ogni ritratto è dipinta una scritta con alcuni versi di Tommaso Valperga elogiativi del poeta.   L’appartamento di Madama Reale, così chiamato per la lunga permanenza di Giovanna Battista di Savoia Nemours, fu fatto costruire attorno al 1670 dal Conte Carlo Francesco I di Masino appunto per la reggente di casa Savoia, seguendo il modello del Castello Ducale di Agliè e del Castello Reale di Racconigi.   La stanza da letto è ricca di preziose quanto fragili sete e di un raffinatissimo letto a baldacchino.
    Al lato del grande cortile interno terrazzato che costituisce lo spazio interno della dimora, isolata in un angolo a nord ovest, si trova la Torre dei Venti, di forma esagonale.   Il suo tetto è di coppi rossi, gialli e verdi con in cima una piccola bandiera di metallo segnaventi.   All’interno, sul soffitto è dipinta una dettagliatissima rosa dei venti, creata dal soffio di moltissime faccine di bambini; sulle pareti vi sono alcuni quadri molto mediocri raffiguranti le maschere della commedia dell’arte.   Notizie tratte liberamente dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Masino ]



  2. Note sulla Chiesa dei SS Pietro e Paolo a Pessano:    ->>> Back

    [ La chiesa dei Santi Pietro e Paolo è un’antica chiesa romanica situata nella campagna del comune di Bollengo presso Ivrea in Piemonte.   La chiesa, costruita intorno all’anno 1000, sorgeva nel villaggio di Pessano che, insieme a Paerno, formava nel 1250 il borgo di Bollengo.   Tuttavia, Pessano andò presto incontro allo spopolamento venendo infine del tutto abbandonato; solo la sua chiesa, tutelata dal Capitolo della Cattedrale di Ivrea, si è conservata fino ai nostri giorni.   La facciata della chiesa presenta un campanile in posizione centrale, secondo la cosiddetta tipologia "clocher porche" (campanile androne).   L’interno presenta invece un’unica navata absidata, divisa in due campate da un ampio arco.   Sulle pareti interne vi sono resti di affreschi risalenti al XV secolo; in particolare, nella parte sinistra dell’abside è possibile ammirare una figura mutila di San Giorgio di cui si vede una gamba ricoperta da armatura con la coda del drago, mentre a destra, entro un riquadro, sono visibili due santi di cui probabilmente a sinistra San Giovanni Battista coperto di pelli e a destra un santo con mantello e cappuccio.   Il campanile, alto sei piani, presenta cinque campiture delimitate da lesene e da archetti pensili; alla feritoia del terzo piano succedono nell’alzato una monofora e due ordini di bifore.   Notizie tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dei_Santi_Pietro_e_Paolo_(Bollengo) ]



  3. Note sul Ciucarun di Paerno:    ->>> Back

    [ Il campanile romanico di San Martino, detto "Ciucarun" (in dialetto "grande campanile"), risale alla seconda metà dell’XI sec. ed è ciò che rimane a testimonianza della chiesa e del borgo di Paerno.   Infatti nel 1250, Ivrea fonda il borgo franco di Bollengo, inducendo gli abitanti di Paerno e di Pessano a scendere a valle per occupare il nuovo insediamento.   L’abitato di Paerno, abbandonato, va progressivamente in rovina e per secoli rimangono solo la chiesa e il campanile.   Bisogna attendere fino al XV sec. per avere notizie certe su San Martino quando, un documento del 1477, afferma che la chiesa da parrocchia autonoma viene declassata a semplice oratorio.
    Nel 1731 un decreto vescovile ordina la demolizione della chiesa, ormai "diventata spelonca per briganti", ad eccezione del campanile ancora oggi soltario superstite dell’edificio.   La struttura del campanile di San Martino è a sei piani, cinque dei quali delimitati da cornici di cinque archetti pensili in cotto, motivo decorativo tipico dei campanili risalenti alla seconda metà dell’XI sec.   Partendo dal basso si nota la caratteristica successione di aperture feritoie-monofore-bifore, oggi tutte murate eccetto quella della cella campanaria.   Il lato ovest presenta alla base un accesso al campanile, anch’esso chiuso, e tracce di muratura che testimoniano la presenza di un fabbricato.
    All’interno c’è traccia di una piccola cappella absidiata, aspetto comune ad altri campanili coevi, come quello della abbazia di Fruttuaria.   Poichè i lati del campanile sono tutti uguali è difficile dire quale fosse adiacente alla chiesa, ma data la consuetudine di orientare l’abside a est ed i resti di muratura con un accenno di arco sul lato sud, è probabile che la pieve si trovasse su questo lato.   Viste le dimensioni del "Ciucarun" e la vicina collocazione geografica, è possibile che la chiesa avesse tre navate come la chiesa di San Secondo di Magnano e che presentasse con quest’ultima altre analogie strutturali.
    Notizie tratte dal cartello illustrativo ai piedi del campanile ]



  4. Note sul Lago San Michele di Ivrea:    ->>> Back

    [ Il lago San Michele appartiene ai "Cinque Laghi di Ivrea" (gli altri sono i laghi: Sirio, Nero, Pistono e Campagna).
    Ha una superficie dello specchio d’acqua di km² 0,07, di bacino di km² 0,7 e si trova ad una quota di m 238 slm.
    Costituisce un’area interessante dal punto di vista zoologico, geologico e botanico.   Parte dell’area attorno al lago è compresa nel Parco della Polveriera del comune di Ivrea.   Come gli altri, anche questo è un lago glaciale formatosi con il ritiro del Ghiacciaio Balteo.   È di proprietà ancora privata ed è difficile percorrere interamente i sentieri lungo il suo bordo.
    Notizie tratte da cartellonista vicino al lago ]


 


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