Trama:
Dopo il successo editoriale di "In punta di Vibram" (IPDV) del 2005,
(vedi recensione in questa sezione) ,
è nata la Collana di libri: "In Punta di Vibram", gestita dal Comitato Editoriale che ha adottato
come nome quello stesso della "Collana" e del primo libro di successo.
Il libro qui presentato: Franco Magnani, un soldato tra due epoche, è il quarto della serie, dopo appunto:
- In Punta di Vibram - racconti e immagini, di autori vari;
- La Cinque - perché così tanti alpini piangono al momento del congedo, di Filippo Rissotto;
- Don Carlo Gnocchi - Alpino Cappellano, di Gaetano Agnini.
Tutti i volumi sono stati stampati dalla Casa Editrice EsseZeta-Arterigere di Varese e lincasso
di questo volume, come di quello degli altri, è stato destinato alla Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus.
Questo quarto volume è dedicato alla figura leggendaria ed eroica del generale degli Alpini Franco Magnani.
Il prof. Giuseppe Barba, già ordinario di Filosofia e Storia presso il Liceo Scientifico "A.Omodeo" di Mortara,
ha lavorato per molti anni nella ricerca e nella ricostruzione storica di questa figura militare e umana così controversa
e il cui valore risultava misconosciuto proprio tra i cittadini della sua terra.
La costanza di lavoro del prof. G. Barba e laiuto prezioso del Gruppo Alpini di Mede ha permesso di rivalutare
in pieno i meriti di questa gloriosa figura a cui la propria città di Mede, nel 1993, gli ha dedicato una piazza, anche
se solo dopo 28 anni dalla sua morte.
Sono qui narrate le sue vicende umane e di guerra sui vari fronti: da quello greco-albanese a quello russo.
Fatto prigioniero in Russia, Magnani venne internato in vari lager e vide morire molti amici e commilitoni di stenti,
di malattie e di fame, in particolare durante estenuanti trasferimenti a piedi, nel freddo, da un campo di prigionia
ad un altro.
Grazie alla sua fermezza di soldato e alla fedeltà verso la patria lontana, Franco Magnani riuscì
a tenere duro e a superare le dure prove dellinternamento.
La sua prigionia durò ben 11 anni e fu liberato nel 1954, solo dopo la morte di Stalin.
Ma il suo ritorno a casa, nellarea lombarda della Lomellina, non fu felice e non gli venne dato il merito
che gli spettava; erano ancora vivi i rancori della guerra e le contrapposizioni politiche.
Solo nel 1956, grazie anche al supporto del Gruppo Alpini di Mede, gli venne assegnata la Medaglia dOro
al Valor Militare.
Commento:
Questo libro racconta le vicissitudini di un uomo allenato alla disciplina militare e alla parola data.
Queste pagine raccontano il suo ritorno in patria, dopo una lunga e terribile prigionia, in una Italia che
non riconosceva più, ben diversa da quella in cui si era formato come uomo e come Alpino, in unItalia
in cui gli ideali patriottici, considerati ormai antistorici e superati, avevano lasciato il posto ad uno
generale e sfrenato desiderio di far soldi in fretta.
In questa situazione, Franco Magnani tirò fuori quella nobiltà danimo, quel coraggio
e quella grinta che la guerra e la prigionia gli avevano temprato, riuscendo così a riscostruirsi una vita
accettabile e serena, superando maldicenze e rancori.
Toccante è la sua conversazione del marzo 1965 con Giulio Bedeschi, il famoso autore di "Centomila gavette di ghiaccio"
(e di molti altri libri che raccontano lepopea drammatica degli Alpini in Russia), a pochi giorni dalla sua morte,
quasi un testamento.
La statura morale di Franco Magnani ne esce in tutta la sua grandezza.
Non perdetevi questo racconto di una vita avventurosa ed eroica.
Buona lettura!!
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