Poesie di varia natura e meditazione

(Un piccolo elenco di poesie di varia natura e meditazione,
scritte dal sottoscritto e da altri amici e raccolte qui come ricordo



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"Poesie di varia natura e meditazione"
scritte dal sottoscritto e da altri amici, a ricordo di vari eventi particolari
e raccolte qui, come ricordo...


(Pagina creata nel luglio 2020)

POESIE DI VARIA NATURA E MEDITAZIONE

In un’altra pagina di questo mio sito, ho pubblicato altre rime più leggere e allegre, scambiate tra amici, in particolare durante le festività di Ferragosto e di Natale.   In questa pagina, invece, ho voluto raccogliere altri scritti per lasciare una traccia delle sensazioni provate, in varie occasioni particolari, in alcuni anni, e fare partecipi gli amici.   Ora ho deciso di pubblicarle in una scheda specifica in questa sezione  "I miei racconti" del mio sito anche se non tutti gli scritti sono miei.   Continuerò a pubblicare in questa pagina anche i successivi scritti, qualora arriveranno in futuro.   Buona Lettura !

Enea Fiorentini
Socio CAI (sezione di Roma) e Socio Associazione GM ("Giovane Montagna" - sezione di Roma)
Membro Accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), residente in Aosta




UN PENSIERO DEL DALAI LAMA
When you talk, you are only repeating what you know.
But when you listen, you learn something new.
Quando parli, stai ripetendo solo ciņ che conosci.
Ma quando ascolti, stai imparando qualcosa di nuovo.



DATA AUTORE  (e note) POESIA
21/01/1832 Giuseppe Gioacchino Belli

( Una piccola serie di Sonetti
Romaneschi [tra le migliaia] di questo
poeta romano del XIX sec.
Le sue rime ci sono state spesso
compagne e ispiratrici delle nostre
" Cronache " di viandanti.
Questo sonetto è stato ripreso da
Alberto Sordi nel film; Il Marchese del Grillo
[uscito il 22/12/1981, Regia: Mario Monicelli] )
Gennaio 1832
( LI SOPRANI DER MONNO VECCHIO )


C’era una vorta un Re cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st’editto:
" Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbugiaroni, e zzitto.

Io fo ddritto lo storto e storto er ddritto:
pòzzo vénneve a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
quello nun pò avé mmai vosce in capitolo! ".

Co st’editto annò er Boja per ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e arisposeno tutti: " È vvero, è; vvero! ".

( G.G.B. - XXI-I-MDCCCXXXII )
 
16/12/1832 Giuseppe Gioacchino Belli

( Una piccola serie di Sonetti
Romaneschi [tra le migliaia] di questo
poeta romano del XIX sec.
Le sue rime ci sono state spesso
compagne e ispiratrici delle nostre
" Cronache " di viandanti.
Questo sonetto, in particolare, ci ricorda
il cammino sulla " Variante Amerina "
effettuato nel 2000 con molti amici
venuti nel Lazio, da molte regioni,
nell’ " Agro Falisco ".
Per dare uno sguardo, consiglio la visione
della " Ballata della Scrofa Falisca ". )
Dicembre 1832
( LE LINGUE DER MONNO )


Sempre ho ssentito a ddì cche li paesi
hanno oggnuno una lingua indifferente,
che dda sciuchi l’impareno a l’ammente,
e la parleno poi per èsse intesi.

Sta lingua che ddich’io l’hanno uguarmente
Turchi, Spaggnoli, Moscoviti, Ingresi,
Burrini, Ricciaroli, Marinesi,
e Ffrascatani, e ttutte l’antre ggente.

Ma nnun c’è llingua come la romana
pe ddì una cosa co ttanto divario,
che ppare un magazzino de dogana.

Per essempio noi dimo ar cacatore,
commido, stanziolino, nescessario,
logo, ggesso, ladrina e mmonziggnore.

( G.G.B. - XVI-XII-MDCCCXXXII )
 
15/01/1833 Giuseppe Gioacchino Belli

( Una piccola serie di Sonetti
Romaneschi [tra le migliaia] di questo
poeta romano del XIX sec.
Le sue rime ci sono state spesso
compagne e ispiratrici delle nostre
" Cronache " di viandanti.
Questo sonetto, in particolare, ci ricorda
il cammino sul basolato della
" Via Appia Antica ",
effettuato nel 2006 con molti amici
venuti nel Lazio, da molte regioni e
dall’estero, per l’inaugurazione
del primo tracciato della
" Via Francigena del Sud ",
con l’arrivo alla chiesa:
" Domine, Quo vadis ",
in fondo a questa via e quasi all’arrivo
a Porta San Sebastiano a Roma.
Questo sonetto parla dell’impronta di piedi
presente su una lastra di marmo,
nella corsia centrale di questa chiesa.
Contrariamente a quanto dice qui il Belli,
la tradizione ricorda che san Pietro,
fuggendo Roma e il martirio, ivi incontrasse
il Maestro, e gli dicesse:
" Domine, quo vadis ? ",
e che rispostogli da Cristo:
" Eo Romam iterum crucifigi ", egli,
vergognoso della sua pusillanimità,
ritornasse indietro e v’incontrasse la morte. )
Per uno sguardo, consiglio la visione della
[ Cronaca della camminata sulla
"Via Francigena del Sud",
effettuata dal 19 al 29 giugno 2006 ]
 
Gennaio 1833
( DDOMMINE-COVÀTI )


A Ddommine-covàti sc’è un ber zasso
più bbianco d’una lapida de latte,
cor un paro d’impronte de sciavatte,
che ppareno dipinte cor compasso.

Llì, un giorno, Ggesucristo annanno a spasso,
trovò ssan Pietro, che, ppe nnun commatte
cor Re Nnerone e st’antre teste matte,
lassava a Rroma er zu’ Papato grasso.

" Dove vai, Pietro ? ", disse Ggesucristo.
" Dove me pare ", er Papa j’arispose,
come averìa risposto l’Anticristo.

Io mò nun m’aricordo l’antre cose;
ma sso cch’er zasso ch’io co st’occhi ho vvisto
Cristo lo siggillò cco le carcose.

( G.G.B. - XV-I-MDCCCXXXIII )
 
22/01/1833 Giuseppe Gioacchino Belli

( Una piccola serie di Sonetti
Romaneschi [tra le migliaia] di questo
poeta romano del XIX sec.
Le sue rime ci sono state spesso
compagne e ispiratrici delle nostre
" Cronache " di viandanti.
Questo sonetto presenta una bella
metafora sulla vita e sulla fine
degli uomini, senza che questi ultimi
possano modificare la loro sorte. )
Gennaio 1833
( ER CAFFETTIERE FILOSOFO )


L’ommini de sto monno so ll’istesso
Che vvaghi de caffè nner mascinino:
C’uno prima, uno doppo, e un antro appresso,
Tutti cuanti, però vvanno a un distino.

Spesso muteno sito, e ccaccia spesso
Er vago grosso er vago piccinino.
E ss’incarzeno tutti in zu l’ingresso
Der ferro che li sfraggne in porverino.

E ll’ommini accusì vviveno ar monno
Misticati pe mmano de la sorte
che sse li ggira tutti in tonno in tonno:

E mmovennose oggnuno, o ppiano, o fforte
Senza capillo mai caleno a ffonno
Pe ccascà nne la gola de la morte.

( G.G.B. - XXII-I-MDCCCXXXIII )
 
3/04/1835 Giuseppe Gioacchino Belli

( Una piccola serie di Sonetti
Romaneschi [tra le migliaia] di questo
poeta romano del XIX sec.
Le sue rime ci sono state spesso
compagne e ispiratrici delle nostre
" Cronache " di viandanti.
Questo sonetto racconta un grande
problema dei preti, spesso nascosto,
che emerge solo dopo grandi libagioni. )
Aprile 1835
( IN VINO VERIBUS )


Senti questa ch’è nnova. Oggi er curato
ch’è vvenuto ar rifresco der battesimo,
doppo unisci bbicchieri, ar dodiscesimo
ch’er cervello je s’era ariscallato,

ha ddetto: " Oh ccazzo ! A un prete, perch’è nnato
in latino, è ppermesso er puttanesimo,
e ll’ammojjasse nò ! Cquello medesimo
che ppe un Grego è vvertù, ppe mmè è ppeccato ! ".

E sseguitava a ddì: " Cchi mme lo spiega
st’indovinello cqua ? cchi lo pò ssciojje ?
nemmanco san Giuseppe co la sega.

Cosa sc’entra er parlà cquanno se frega ?
Che ddiferenza sc’è rriguardo a mmojje
da la freggna latina a cquella grega ? ".

( G.G.B. - III-IV-MDCCCXXXV )
 
26/03/1836 Giuseppe Gioacchino Belli

( Una piccola serie di Sonetti
Romaneschi [tra le migliaia] di questo
poeta romano del XIX sec.
Le sue rime ci sono state spesso
compagne e ispiratrici delle nostre
" Cronache " di viandanti.
Questo sonetto racconta la situazione
disastrosa e pericolosa del contado
romano, del suo tempo, quando nella
solitudine ti può capitare di tutto. )
Marzo 1836
( ER DESERTO )


Dio me ne guardi, Cristo e la Madonna
d’annà ppiù ppe ggiuncata a sto precojjo.
Prima... che pposso dì ?... pprima me vojjo
fà ccastrà dda un norcino a la ritonna.

Fà ddiesci mijja e nun vedé una fronna !
Imbatte ammalappena in quarche scojjo !
Dapertutto un zilenzio com’un ojjo,
che ssi strilli nun c’è cchi tt’arisponna !

Dove te vorti una campaggna rasa
come sce sii passata la pianozza,
senza manco l’impronta d’una casa !

L’unica cosa sola c’ho ttrovato
in tutt’er viaggio, è stata una bbarrozza
cor barrozzaro ggiù mmorto ammazzato.

( G.G.B. - XXVI-III-MDCCCXXXVI )
 
9/04/1846 Giuseppe Gioacchino Belli

( Una piccola serie di Sonetti
Romaneschi [tra le migliaia] di questo
poeta romano del XIX sec.
Le sue rime ci sono state spesso
compagne e ispiratrici delle nostre
" Cronache " di viandanti.
Questo sonetto racconta l’accoglienza
riservata ai pellegrini in arrivo a
Roma che doveva essere elargita anche
dai signori locali, per ordine del Papa.
Spesso però questo obbligo era mal
sopportato da molti di questi. )
Aprile 1846
( LA TIRNITÀ DE PELLEGRINI )


Che ssò li pellegrini ? Sò vvassalli,
Pezzi-d’ira-de-ddio, girannoloni,
Che vviaggeno cqua e llà ssenza cavalli
E cce viengheno a rroppe li cojjoni.

E appena entreno a Rroma calli-calli
Co le lòro mozzette e li sbordoni,
’Gna alloggialli, sfamalli, ssciacquettalli,
Come fússino lòro li padroni.

Ma sti bboni cristiani de siggnori
Che li serveno a ccena, ammascherati
Da sguatteri, da cochi e sservitori,

Je dicheno in ner core: " Strozza, strozza;
Ma gguai, domani, si li tu’ peccati
Me te porteno avanti a la carrozza ".

( G.G.B. - IX-IV-MDCCCXLVI )
 
24/06/2006 Franca Venditti

( Un saluto in rima al Viandante
della VIA FRANCIGENA del Sud
scritto in rima da Franca Venditti
su proposta dell’Associazione Culturale
" La Perla Nera " di Bassiano (LT),
in occasione dell’inaugurazione del
percorso sulla Via Francigena del Sud
[ da Formia a Roma ], avvenuta nel 2006.
La poesia è stata presentata in occasione
della sosta dei pellegrini a Bassiano
il 23 e 24 giugno 2006. )

Il Presidente della Associazione
" La Perla Nera ":
Antonio Paolanngeli ha scritto:
[" Continua, pellegrino, nel tuo cammino
perchè la strada non è solo distanza,
ma corpo, anima e spirito.
In queste parole l’augurio della Perla Nera
affinché il tempo, lo spazio e
il cuore degli uomini riscoprano i sentieri
di una lontana identità.
"]

[ Cronaca della camminata sulla
"Via Francigena del Sud",
effettuata dal 19 al 29 giugno 2006 ]
Giugno 2006
( VIA FRANCIGENA DEL SUD )
( da Formia a Roma )


IL VIANDANTE

Non sono ancora assolto
dal ramingo vagar in queste lande
e, tra un infinito e l’altro,
sono un camminatore
che raccoglie sassi e medica ferite
come nomade in cerca di interiore dimora,
l’intravedo solo nelle ombre della sera
quando rannicchiato e avvolto
nel calore dei miei pensieri
scorgo sin dove giunge
il disegno della mia ombra.

Non sono ancora assolto
dalla durezza della mia ascesa
verso mete che affondano radici
in dimensioni insondabili,
dove si muore se non si cammina
e quanto si scrive nell’intimo libro
si fa chiave assoluta
per riposare
per essere finalmente assolto.

( Franca Venditti )

( F.V. - XXIV-VI-MMVI )
 
28/07/2009 Giuliano B.S. / Enea F.

( Con le attività di promozione e di sostegno
per il progetto " Salva Foro Cassio "
di Vetralla [VT], Giuliano B.S., forte
rappresentante dei " francigeni " in seno alla
Assoc. Giovane Montagna - sez. di Roma,
ha seguito da vicino, insieme con gli amici
locali, le vicende relative al restauro
dell’antica chiesa che fu luogo di sosta
dell’Arcivescovo Sigerico durante
il suo ritorno a Canterbury in Inghilterra,
dopo il viaggio fino a Roma del 990.
Giuliano ha accompagnato vari pellegrini
ed escursionisti in questi luoghi e ha
scritto molti resoconti su questi eventi.
Io ho raccolto e pubblicato sul mio sito una
parte di queste Cronache nel luglio 2007
[con aggiornamenti del 2008 e 2009].
Per dare loro uno sguardo:
Attività per la salvaguardia di Foro Cassio
Giuliano ha voluto ringraziarmi in rima,
con questa e-mail:
" Il tuo alacre elaborato
  un commento m’ha ispirato
or lo trovi in allegato. 
"
e con una piccola poesia in allegato,
che ho pubblicato qui a lato, insieme
con la mia risposta, sempre in rima. )
Luglio 2009
(OH BALDO ENEA... CHE A DIGITAR DATI...)


Oh baldo ENEA che in alto te ne stai
Che tutto osservi, mediti e trascrivi.
Se non ci fossi Tu sarebber guai!
chi potrebbe tener sotto controllo
tutta l’Europa e senza sostar mai?

Tu che a vagar per i montani rivi
e valli amene, al di lieto te n’ vai.
Tu che a digitar dati e resoconti vivi
passi la notte. Sei il solo e tu lo sai!

( Giuliano B.S. )

( G.B.S. - XXVIII-VII-MMIX )



(... E LA MIA RISPOSTA ...)


Caro Giuliano, non m’aspettavo mai
una dedica a me... dai bassi clivi...
Ma queste rime tue, gradite assai
all’alto scranno ti fan salir tra i divi !

( E.F. - XXVIII-VII-MMIX )
 
19/08/2009 Gianfranco Stivaletti

( L’Editore Davide Ghaleb di Vetralla (VT)
[ info@ghaleb.com ], ha sponsorizzato
la presentazione del nuovo libro del
poeta Gianfranco Stivaletti, dal titolo:
" VOREI ’NA STANZA
CO’ LA VORTA A BBOTTE ".
L’evento si è svolto presso il MUSEO
DELLA CITTÀ E DEL TERRITORIO
a Vetralla (VT),
domenica 23 agosto 2009 - ore 18. )
[ Per approfondimenti:
http://www.ghaleb.it/eventi_2009_08_23A.htm ]
Agosto 2009
(VOREI ’NA STANZA CO’ LA VORTA A BBOTTE)


Vorei ’na stanza co’ la vòrta a bbotte:
tutta blu scuro la pitturerei...
(banale é er bianco) e l’immagginerei
come er celo d’agosto quanno é notte.

Tanti puntini poi ce metterei:
la Luna... Sirio ar centro... e infine er monno.
E a cosa fatta, poi, sai che farei ?
Manzo e penzoso m’acquatterei sur fonno.

Me svejo... sbatto l’occhi... vedo er muro
coi fili tutti fori dalle tracce.
Me so’ inzognato! Poco ma sicuro.

Domani é ’n antro giorno: so’ cartacce:
tasse, bollette, rate già scadute...
’Na stanza nòva ? Mejo nun penzacce !

( Gianfranco Stivaletti )

( G.S. - XXIII-VIII-MMIX )
 
29/08/2009 Giuliano B.S.

( Giuliano ha subìto uno stop prolungato
nel mese di luglio 2009, a causa di
problemi cardiaci.  Si è sottoposto
ad esami e ha seguito le cure consigliate
dai medici cardiologici.  In occasione
dell’ultima visita presso la sua cardiologa
di Roma, ha scritto questa breve poesia
che presento qui a lato.  Ora Giuliano
sta bene e ha ripreso il cammino sulla
Via Francigena. )
Agosto 2009
(LETTERA AD UNA CARDIOLOGA)


Test dell’Holter eseguito,
il referto ritirato.
Il mio cuore, un po’ stupito,
è perfino migliorato.
Ora spero, rinfrancato,
di mostrarle quanto prima,
del mio test, l’elaborato.
Un evento assai gradito
il mio cor le sarà grato.

( G.B.S. - XXIX-VIII-MMIX )
 
17/10/2014 Enea F.

( Parte finale della poesia dedicata ai
dottori e agli infermieri del reparto UTIC
[Unità di Terapia Intensiva Coronarica]
di Cardiologia dell’Ospedale Umberto
Parini di Aosta, scritta nella notte insonne
tra il 16 e il 17 ottobre 2014, a ricordo
del ricovero dal 12 al 20 ottobre 2014 )
Ottobre 2014
(DURANTE IL RICOVERO E L’INTERVENTO
ALL’OSPEDALE UMBERTO PARINI DI AOSTA)


... Non so come ringraziare
per l’aiuto ricevuto
non potrò mai più scordare
l’intervento che ho avuto

  La perizia e l’empatia
  dei dottori ed infermieri
  del settor cardiologia
  sconosciuti fino a ieri.

Proverò a ricordare
con le rime ch’ho lasciato
qualche nome di coloro
che ’l mio cor hanno curato:

  Ivo, Franco, Nicole ancora
  con Mirella coppia fanno
  pei controlli ad ogni ora
  con la calma e senza affanno

Poi c’è Vanda con Cristina,
con Concetta altre ancora
che di notte e di mattina
ci controllano con cura.

  Vi ringrazio tutti insieme
  per il cuore mio che và...
  Il messaggio che mi preme
  è lasciarlo proprio quà...

Lascio attendere ancora
ben distante e ben in là
della falce la signora
anche se le dispiacerà...

  Qui dall’UTIC, Blocco Due
  nella notte ottobrina
  Vi saluta più di prima
  il mio battito sette-due !

( E.F. - XVII-X-MMXIV )
 


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Aggiornamento: 11/07/2020
Ultimi Aggiornamenti: 19/07/2020