La 71° e ultima tappa della Via Francigena della G.M.

(Breve descrizione dell’ultima tappa e della cerimonia ufficiale conclusiva della Via)


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Sono passati due mesi di cammino e, mentre scrivo queste note, mi sembrano due minuti...!
La nostra avventura è finita e ci ha lasciato un groppo in gola, perchè abbiamo dovuto separarci da molti amici, con i quali abbiamo condiviso il "Sentiero", il sole, la pioggia, il cibo, le preghiere e grazie ai quali abbiamo tramutato in buonumore e serenità i nostri momenti di crisi e di malumore.
Ma in me, così come penso in molti dei partecipanti, rimarrà un duraturo ricordo di momenti forti vissuti con tante persone "diverse", provenienti da differenti parti d’Italia e ricche di sentimenti d’amicizia.
Mi sono sentito, ben presto, a mio agio perchè ho verificato una condivisione di idee e di obiettivi e una comune "mescolanza" di sentimenti e di motivazioni.   Con molti, ho condiviso la consapevolezza di vivere una grande impresa per l’Associazione e per noi stessi!!
È stata un’importante iniziativa, a detta di alcuni, addirittura al di sopra delle nostre forze, ma siamo riusciti a portarla a termine ed ora, sarebbe un peccato lasciarla morire nella densa e grigia "nebbia" del tempo.

La lettura dell’-Accipe Hunc Baculum- a La Storta
(4942 bytes) Il bastone del Pellegrino: Da Novalesa a Roma
(4551 bytes) Un saluto del Presidente Centrale Piero Lanza a La Storta
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Il segno di croce sulla basilica di San Flaviano a Montefiascone
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È quindi con tanta serenità nell’animo che ci ritroviamo alle ore 7,30 di venerdì 15 ottobre 1999 a La Storta, ormai alle porte di Roma (il traffico veicolare della via Cassia ce lo ricorda costantemente), nei pressi della Cappella della Visione, sull’omonima piazza, dove S. Ignazio di Lojola ebbe, nella metà del 1500, la visione del Signore con la croce sulle spalle, che lo incitava a perseverare nella sua opera di grande organizzatore e difensore della fede...
Da varie parti della città, stanno convergendo qui circa 60 persone, alcune -le più felici- provengono dal pernottamento presso l’Istituto della Nostra Signora del Sacro Cuore de La Storta, dopo aver percorso molte tappe e sanno che oggi è il giorno del loro "gran finale".
Dopo un momento di meditazione e di preghiera presso la Cappella della Visione e l’esauriente spiegazione della vicenda miracolosa, avvenuta in questo luogo, da parte del vice parroco della chiesa de La Storta, eseguiamo, per l’ultima volta, il cerimoniale del passaggio del bastone tra i vecchi e i nuovi Direttori di Tappa.   E così, durante la lettura del documento dell’<Accipe hunc baculum>, Mario Bernardi (responsabile della tappa precedente: Settevene-La Storta) consegna i due bastoni, provenienti da Novalesa e da Aquileia, a me e a Enrico Neroni (direttori per questa ultima tappa del Sentiero G.M.).
Enrico, che vive e lavora poco distante da queste zone, è il vero scopritore di questo itinerario, che abbiamo completato insieme e percorso più volte (anche in senso inverso) per verificare la fattibilità e i tempi.   Dopo questo cerimoniale, finalmente si parte alle ore 8,30 circa.
Una lunga fila indiana s’inoltra e si snoda su Via della Storta, allontanandosi dalla trafficata Via Cassia e penetrando, poco a poco, nella campagna romana.   Costeggiando la nuova linea ferroviaria: Roma-La Storta-Viterbo, in breve entriamo nella tenuta della Castelluccia, bellissimo spazio verde a nord di Roma, ancora intensamente coltivato e ricco di casali ristrutturati e di belle ville.   Per chi non è di Roma, questa tappa può apparire priva di interesse paesaggistico, senza rilievi particolari e abbastanza monotona, ma chi conosce le strade e il traffico della capitale può apprezzare quanto sia stato accurato il rilievo del percorso, studiato per cercare l’itinerario più logico verso il centro, senza camminare per troppi chilometri su pericoloso asfalto.
Si attraversa una prima parte della tenuta, contornando l’antico Castello (costruzione padronale principale) e successivamente si superano suggestivi boschetti e radure mentre ci avviciniamo alla borgata de La Giustiniana, punto di innesto della Via Trionfale sulla Via Cassia e la nostra direzione che puntava finora ad Est, ora piega verso Sud.   Si raggiunge e si segue un sentiero campestre che fiancheggia la ferrovia e, al di là di questa, la Via Trionfale, con ampie vedute di campagna romana e dei casali della tenuta che, poco a poco, lasciamo alle spalle.
È divertente vedere la faccia stupìta dei marciatori mentre si avvicinano alla città camminando su questo sentiero, nelle vicinanze dell’antica via percorsa dai Pellegrini (cioè proprio della Via Trionfale, divenuta ormai pericolosissima, in questa zona, se percorsa a piedi), senza udire rumori nè vedere il caos del traffico cittadino.
Ci si avvicina così ad uno dei pochi sottopassi del GRA (Grande Raccordo Anulare) di Roma, una muraglia di cemento che impedisce il varco, quasi ovunque, a chi lo voglia superare a piedi.   Una ripida discesa ci porta nei pressi del sottopassaggio, ricco di pozzanghere fangose, e siamo, in breve, dentro la cintura più esterna della città, in mezzo a orti abusivi, situati in una valletta ai piedi delle abitazioni della borgata di Ottavia.   Un altro sentiero campestre ci riporta sull’asfalto delle strade di questa borgata e attendiamo la ricomposizione del gruppo, dissetandoci ad una fontanella di fresca acqua.   Si seguono piccole strade secondarie della borgata, si transita vicino alla vecchia stazione ferroviaria di Ottavia e facciamo sosta sotto un portico, nei pressi di un bar e di uno spaccio di alimentari, dove molti approfittano per fare rifornimenti... solidi e liquidi...   Dopo un pò, attraversiamo con prudenza alcune strade con traffico intenso e, deviando all’interno di stradine secondarie, ci ritroviamo, in breve, in aperta campagna avendo di fronte a noi l’alta cisterna ACEA dell’acquedotto.   Raggiungiamo e contorniamo il recinto della stazione di pompaggio di Ottavia dell’ACEA (l’Azienda Comunale per l’Energia e l’Acqua di Roma), che qui miscela le acque del fiume Peschiera con quelle del lago di Bracciano e le smista verso la capitale.
Seguendo ancora sentieri campestri, alcuni fiancheggiati da ulivi, ci avviciniamo al grande ospedale S. Filippo Neri e ne percorriamo tutto il perimetro, costeggiando l’ampio parcheggio.   Raggiunta di nuovo una strada asfaltata, ci dirigiamo prima verso la Via Trionfiale e poi, lungo la via E. Di Mattei, raggiungiamo il grande complesso ospedaliero di S. Maria della Pietà (ex manicomio e oggi contenente uffici e padiglioni USL).   Radunato il folto gruppo di marciatori, con tanto di zaini e bastoni, entriamo tranquillamente dal portone principale nel terreno dell’ospedale e notiamo, divertiti, la faccia sbigottita del guardiano che fà gesti eloquenti, al di là dei vetri della guardiola... ma che non osa uscire dalla sua stanza...   Chissà cosa avrà pensato vedendo una siffatta comitiva entrare in un "ex-manicomio" ?   Non ci sforziamo a fornire una risposta logica, e ci dirigiamo verso una zona dedicata al gioco dei bambini dove, sotto l’ombra di grandi pini, sono disponibili lunghi tavoli con panche: proprio il posto ideale per consumare il nostro pranzo al sacco...   L’orario (ormai mezzogiorno in punto) è quello giusto...
«...ma come hai fatto a trovare un posto così bello per la sosta pranzo proprio qui dentro?...»   è stata la domanda che mi hanno rivolto in molti;
«...Beh!  ...dopo otto sopralluoghi in questa zona, si conoscono anche i sassi del selciato, figurati se non ho notato questo angolo tranquillo e... forse sarà anche che sono un pò matto anch’io!...»   è stata la mia risposta.
Così, comodamente seduti attorno ai tavoli o placidamente sdraiati sull’erba del prato, consumiamo il nostro pranzo al sacco e ci riposiamo sotto un bel sole tiepido.   Alle ore 13,15 circa, riprendiamo il cammino e, dopo aver salutato la stessa guardia con la faccia ancora attonita mentre passiamo nuovamente davanti alla sua guardiola, usciamo dal complesso ospedaliero e percorriamo un km. circa sulla Via Trionfale.   È il tratto di cammino più complicato (e pericoloso), ma è un percorso obbligato che ci porta nella direzione di Monte Mario.   Superato questo tratto stradale, ed evitato il rischio di perdere persone attratte da bar o negozi vari, percorriamo ancora stradine asfaltate ma abbastanza tranquille che contornano la zona militare del Forte Trionfale, fino a raggiungere Via Pieve di Cadore, Piazza Passo del Pordoi e quindi Via Fani.   All’angolo di quest’ultima con Via Stresa, ci fermiamo per un attimo di meditazione vicino alla targa che ricorda la strage degli uomini della scorta dell’on. Aldo Moro, avvenuta qui nel marzo 1978, al momento del suo rapimento.
Poi risaliamo la corta Via Stresa che si immette su Via della Camilluccia.
Girando a destra, percorriamo questa via in salita per circa 300 metri, superiamo Piazza Rossi e in breve raggiungiamo il largo piazzale antistante l’Istituto Religioso Don Orione, alle ore 14,30 circa.   Qui mettiamo gli zaini a terra e ci concediamo un altro momento di relax, poichè siamo in attesa dell’arrivo di un altro folto gruppo di pellegrini provenienti dalle sezioni di Vicenza e Verona, che hanno chiesto di poter partecipare all’ultima ora di camminata all’interno del Parco Urbano di Monte Mario.   Essi sanno che è la parte più affascinante di questa tappa e non si vogliono perdere il gran finale.   Il loro arrivo in pullman è previsto qui, davanti all’Istituto Don Orione, per le ore 15.   Nell’attesa, alcuni marciatori approfittano del passaggio del pulmino di servizio, per recuperare le proprie auto lasciate a La Storta, altri si dedicano alla sistemazione del bagaglio e degli indumenti personali e altri ancora si concedono una bibita presso il bar dell’Istituto.
Alla spicciolata, arrivano anche altri soci della G.M. di Roma e si aggiungono al gruppo.   In particolare: Luigi Ticci, il nostro Presidente sezionale, e Don Giovanni Cereti (uno dei soci fondatori del nostro sodalizio romano e uno dei due religiosi della sezione), il quale ha aderito ben volentieri alla richiesta di officiare una messa "al campo", nella zona più bella del Parco.
Alle ore 15,10, puntualmente, si ferma sul piazzale dell’Istituto il pullman dei pellegrini vicentini e veronesi; da questo scende un gruppo di circa cinquanta persone, che si aggiunge a quello in attesa.   Dopo un po’ di confusione, finalmente il grande gruppo, composto ora da circa 110 persone (è ormai impossibile fare la conta dei partecipanti), inizia a muoversi e ad attraversare l’area dell’Istituto.   Dal piazzale retrostante dello stesso, ci inseriamo su una stradina che, in discesa, s’inoltra nel fitto di un bosco e, in breve, raggiungiamo uno dei varchi ufficiali del Parco Urbano di Monte Mario.   Nei pressi di un cartello indicatore del Parco, svoltiamo a destra e seguiamo un bel sentiero che transita in alto sulla collina, tra verdi pini e una rigogliosa macchia mediterranea.   Dopo pochi passi ecco apparire la scena cara anche agli "antichi pellegrini": la vista a 360° (o quasi) su Roma più in basso di noi di circa 120 metri e, anche se lo scenario è oggi diverso, la soddisfazione dei "nuovi pellegrini", per questa vista, è uguale a quella dei lontani predecessori.   Si moltiplicano le fotografie mentre continuiamo a transitare in mezzo al verde, con una visuale superba su Roma; attraversiamo piccoli tratti di strade asfaltate e rientriamo subito nel Parco per altri varchi.   Camminiamo prevalentemente su soffici sentieri, pur essendo ben all’interno della città e raggiungiamo, dopo alcune leggere risalite, nuovi spiazzi elevati con scenari mozzafiato.   La visuale diventa meno affascinante quando raggiungiamo e superiamo la zona delle antenne radio-televisive.   Dopo il Parco della Vittoria si transita per un centinaio di metri su Via Trionfale e si entra nel Parco Mellini dove, superato un ultimo varco del Parco di Monte Mario, ammiriamo il panorama più bello e più atteso di Roma: la zona centrale con il Cupolone di San Pietro.   Qui il sentiero, che passa sotto l’Osservatorio e il "belvedere" dello Zodiaco (ben conosciuto dai romani e dai turisti), transita proprio sul bordo (ripido) della collina e la visibilità sulla città è ampia.   In uno spiazzo poco distante, attendiamo la ricomposizione del gruppo, mentre Don Giovanni si appresta ad officiare la messa al campo.   Ormai siamo vicinissimi alla nostra meta: Villa Mazzanti, dove molte altre persone sono già radunate, dopo aver risalito una breve strada a tornanti, partendo dal piazzale sottostante, utilizzato come posteggio dei pullman.   Alcune di queste risalgono a piedi, da Villa Mazzanti, fino alla zona dove ci troviamo, per assistere alla funzione religiosa in nostra compagnia.   Al termine della messa, attorno alle ore 17, formiamo ancora il gruppo e scendiamo i pochi tornanti che ci separano da Villa Mazzanti.   Entriamo nel bel Parco della Villa e ci raggruppiamo in un zona un po’ appartata dall’emiciclo dove ci attendono le autorità e i molti amici qui convenuti.   Quando la formazione è quasi al completo, iniziamo la sfilata chiamando alla testa del gruppo il nostro Presidente Centrale Piero Lanza che, anche se ancora claudicante (per un affaticamento alle articolazioni dopo tante tappe), procede con noi con evidente commozione e contentezza.
Tra applausi e scatti di fotografie, entriamo nell’emiciclo principale, dove si conclude la nostra marcia.   Ci scambiamo strette di mano e ci abbracciamo.

Ce l’abbiamo fatta!!
Abbiamo portato i "bastoni -Bacula- del Pellegrino" dalle Alpi a Roma e l’impegno dell’Associazione è stato onorato.
Vada un ringraziamento agli organizzatori di questo nostro Sentiero del Pellegrino che hanno impegnato la loro volontà, capacità e tempo in questa iniziativa e un complimento a tutti i marciatori, sia a coloro che hanno percorso una sola tappa, sia a quelli che hanno camminato per 28 o addirittura per 50 tappe.
Questo nostro percorso resterà vivo a lungo nel cuore di tutti noi... proprio per la condivisione di questo impegno insieme con tante persone motivate e simpatiche...


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Riesco appena a bere un bicchiere di vino ed ecco che veniamo chiamati a raccolta per la cerimonia finale.
Luigi Ticci, Presidente della sez. G.M. di Roma, tiene il primo discorso di benvenuto ringraziando tutti i partecipanti alla marcia e anche i responsabili della gestione dei Parchi Urbani (tra cui quello di Monte Mario), per averci permesso l’uso di Villa Mazzanti, sede di <Roma Natura> che è l’Ente di gestione dei Parchi Urbani comunali.
Piero Lanza, Presidente Centrale della Giovane Montagna saluta tutti i convenuti e le autorità che ci ospitano, riepilogando il significato di questa iniziativa dell’Associazione, auspicando un futuro di successo per il nostro Sentiero del Pellegrino e anticipando qualche attività ufficiale del sodalizio per non lasciare sfumare la grande potenzialità che un itinerario come il nostro offre alle comunità italiane interessate ad offrire un turismo non solo arricchito da un percorso inedito ma anche da tracce evidenti di storia, di cultura e con segni tangibili di spiritualità.
Ilio Grassilli, Vice-Presidente Centrale e Segretario della sez. G.M. di Roma, pronuncia altri brevi cenni di saluto e fornisce, ai presenti, alcune indicazioni logistiche per le attività connesse all’Assemblea dei Delegati che si dovrà tenere, nei due successivi giorni, presso il Centro di Spiritualità <Mondo Migliore>, sui Castelli Romani, poco distante dalle località di Marino e di Rocca di Papa.
Pier Giorgio Pellacani, Presidente della sez. G.M. di Modena e ideatore dell’iniziativa del Sentiero del Pellegrino, ricorda le motivazioni originali che lo spinsero a proporre questa iniziativa all’Associazione nel lontano novembre 1996.   Oggi, dopo il completamento del percorso sul "Sentiero", ribadisce con orgoglio il valore che ha avuto questa iniziativa non solo per il sodalizio, ma anche per altre organizzazioni pubbliche e private che hanno finalità simili alle nostre.
Amedeo Fadda, Vice-Presidente dell’Ente <Roma Natura> (che gestisce 14.000 ettari dei Parchi Urbani di Roma, su un totale di 28.000), prende quindi la parola per congratularsi con noi per questa iniziativa e per felicitarsi per la nostra scelta di concludere la marcia proprio all’interno del Parco di Monte Mario: il Mons Gaudii degli antichi Pellegrini.   Si dichiara onorato di aprire Villa Mazzanti per iniziative come la nostra e, naturalmente, ciò ci rende felici.
Ignazio Ingrao, giornalista di Rai Uno, e conduttore della trasmissione "A sua immagine", ci racconta di aver letto la nostra Guida per caso, ma dopo poche pagine si è reso conto della sua originalità e del suo valore e ci assicura che parlerà di noi, della Guida e del nostro Sentiero, nella sua trasmissione televisiva.
Anche un rappresentante della sezione romana dell’associazione F.I.E. (Federazione Italiana Escursionismo) prende la parola per sottolineare l’apprezzamento della sua organizzazione per l’apertura di questo nuovo percorso, così ricco di storia e di cultura.   Si dice amareggiato però nel constatare la mancanza di un’altimetria generale e della cartografia che renderebbero la nostra Guida veramente completa.

S.E. Salvatore Boccaccio, Vescovo di Frosinone, Sora e Veroli, e responsabile della C.E.I. per la pastorale del Turismo, prende infine la parola per esprimere, ai Pellegrini e ai loro familiari, parole di benvenuto a Roma e di ringraziamento per questa iniziativa così particolare che ha arricchito l’attività escursionistica con sentimenti di umanità e di religiosità.   Con un momento di meditazione, di preghiera e con la benedizione dei bastoni -Bacula- del Pellegrino, tenuti in mano dai due Direttori di tappa, si conclude anche la lunga cerimonia finale e quindi ufficialmente, la grande marcia.

Le persone finalmente possono dissetarsi e mangiare il boccone del Pellegrino a base di pane, olio extra-vergine, olive e vino locali.
Mentre si formano tanti gruppetti di persone e si scambiano saluti ed abbracci, già i pensieri vanno alla prossima Assemblea dei Delegati dell’indomani e alla partecipazione all’Angelus del Papa a Piazza San Pietro, domenica mattina 17/10/99, quando il Santo Padre pronuncerà alcune parole per ricordare la nostra impresa...

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Alberto Alberti, il Coordinatore della Francigena della GM di Roma
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Non posso chiudere questa Cronaca senza ricordare le persone che hanno giocato un ruolo particolarmente importante nell’organizzazione delle 15 tappe gestite dalla G.M. di Roma e che hanno curato le attività di promozione verso tutte le Istituzioni (Enti, televisione, radio, giornali) e le autorità civili e religiose, oltre quelle relative alla cerimonia conclusiva.
Il mio pensiero, insieme con un ringraziamento, va a:
Alberto Alberti, coordinatore di tutto il gruppo dei 40 rilevatori (e poi direttori di tappa) della G.M. di Roma e del Comitato ristretto di Coordinamento; è sempre stato pieno di iniziative per rendere originale ogni tappa proposta e si è dimostrato un vero pungolatore per il corretto procedere dell’attività di tutte le persone coinvolte in questa avventura.
Pietro Paolo Bindi, grande conoscitore del territorio senese dove si sono svolte 7 delle 15 tappe gestite dalla G.M. di Roma.   In quasi tutte queste 7 tappe (di cui tre rilevate e condotte personalmente) ha saputo dare preziosi consigli agli altri rilevatori, sia sul percorso migliore da scegliere, sia sulle emergenze storiche e culturali che non andavano trascurate in ogni tappa.
I 40 rilevatori e direttori di tappa della G.M. di Roma, che hanno voluto e saputo onorare un grande impegno a favore di tutto il sodalizio.
Giancarlo Verità, che ha creato e pazientemente mantenuto i legami con Enti e Autorità Religiose, consentendo un’adeguata conclusione alla nostra "marcia".   La sua opera di promozione, importante anche se non appariscente, ha consentito di farci conoscere in Comune e in Vaticano e ha permesso la lettura del messaggio che il Santo Padre ci indirizzerà in Piazza San Pietro, domenica 17/10/1999.
Bice, Ezio, Giancarlo, Gianna, Maria Luigia, Luciano, Marcello, ecc..., e tutte le altre persone che hanno curato la preparazione delle attrezzature e dei cibi per la cerimonia finale a Villa Mazzanti.
Luigi (Gino) Celeghini, socio della G.M. di Roma, spesso scambiato per autista e facchino, che si è sacrificato per condurre, durante le nostre 15 tappe, il pulmino di servizio, noleggiato apposta per essere il punto di appoggio durante la marcia.   Il suo ruolo si è dimostrato di vitale importanza, e l’attività di Gino veramente preziosa.

Vorrei citare tante altre persone, anche di altre sezioni G.M., che hanno lasciato un loro "segno", camminando insieme con noi per tanti giorni, ma ci vorrebbero tante pagine, e sicuramente dimenticherei qualche nome...

...quindi, non mi resta che accomiatarmi da Voi con un Arrivederci alla prossima escursione sul <Sentiero del Pellegrino>, sperando di non doverla fare in occasione del Giubileo dell’anno 3.000...
CIAO A TUTTI!
Enea

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A inizio testoA inizio testo
A descrizione della cerimonia finaleA descrizione della cerimonia finale
A pagina iniziale della -Via Francigena-A pagina iniziale della -Via Francigena-

Aggiornamento - 30/11/2014