È quindi con tanta serenità nellanimo che
ci ritroviamo alle ore 7,30 di venerdì 15 ottobre 1999 a La Storta, ormai alle porte di Roma (il traffico
veicolare della via Cassia ce lo ricorda costantemente), nei pressi della Cappella della Visione,
sullomonima piazza, dove S. Ignazio di Lojola ebbe, nella metà del 1500, la visione del Signore
con la croce sulle spalle, che lo incitava a perseverare nella sua opera di grande organizzatore e difensore della fede...
Da varie parti della città, stanno convergendo qui circa 60 persone, alcune -le più felici- provengono
dal pernottamento presso lIstituto della Nostra Signora del Sacro Cuore de La Storta, dopo aver
percorso molte tappe e sanno che oggi è il giorno del loro "gran finale".
Dopo un momento di meditazione e di preghiera presso la Cappella della Visione e lesauriente
spiegazione della vicenda miracolosa, avvenuta in questo luogo, da parte del vice parroco della chiesa de La Storta,
eseguiamo, per lultima volta, il cerimoniale del passaggio del bastone tra i vecchi e i nuovi
Direttori di Tappa.
E così, durante la lettura del documento dell<Accipe hunc baculum>,
Mario Bernardi (responsabile della tappa precedente: Settevene-La Storta) consegna i due bastoni,
provenienti da Novalesa e da Aquileia, a me e a Enrico Neroni (direttori per questa ultima tappa
del Sentiero G.M.).
Enrico, che vive e lavora poco distante da queste zone, è il vero scopritore di questo
itinerario, che abbiamo completato insieme e percorso più volte (anche in senso inverso) per verificare la
fattibilità e i tempi.
Dopo questo cerimoniale, finalmente si parte alle ore 8,30 circa.
Una lunga fila indiana sinoltra e si snoda su Via della Storta, allontanandosi dalla trafficata
Via Cassia e penetrando, poco a poco, nella campagna romana.
Costeggiando la nuova linea ferroviaria: Roma-La Storta-Viterbo, in breve entriamo nella tenuta
della Castelluccia, bellissimo spazio verde a nord di Roma, ancora intensamente coltivato e ricco di casali
ristrutturati e di belle ville.
Per chi non è di Roma, questa tappa può apparire priva di interesse paesaggistico, senza rilievi
particolari e abbastanza monotona, ma chi conosce le strade e il traffico della capitale può apprezzare quanto
sia stato accurato il rilievo del percorso, studiato per cercare litinerario più logico verso il centro,
senza camminare per troppi chilometri su pericoloso asfalto.
Si attraversa una prima parte della tenuta, contornando lantico Castello (costruzione padronale
principale) e successivamente si superano suggestivi boschetti e radure mentre ci avviciniamo alla borgata de
La Giustiniana, punto di innesto della Via Trionfale sulla Via Cassia e la nostra direzione
che puntava finora ad Est, ora piega verso Sud.
Si raggiunge e si segue un sentiero campestre che fiancheggia la ferrovia e, al di là di questa, la
Via Trionfale, con ampie vedute di campagna romana e dei casali della tenuta che, poco a poco, lasciamo alle
spalle.
È divertente vedere la faccia stupìta dei marciatori mentre si avvicinano alla città camminando
su questo sentiero, nelle vicinanze dellantica via percorsa dai Pellegrini (cioè proprio della Via
Trionfale, divenuta ormai pericolosissima, in questa zona, se percorsa a piedi), senza udire rumori nè
vedere il caos del traffico cittadino.
Ci si avvicina così ad uno dei pochi sottopassi del GRA (Grande Raccordo Anulare) di Roma, una
muraglia di cemento che impedisce il varco, quasi ovunque, a chi lo voglia superare a piedi.
Una ripida discesa ci porta nei pressi del sottopassaggio, ricco di pozzanghere fangose, e siamo, in
breve, dentro la cintura più esterna della città, in mezzo a orti abusivi, situati in una valletta ai
piedi delle abitazioni della borgata di Ottavia.
Un altro sentiero campestre ci riporta sullasfalto delle strade di questa borgata e attendiamo la
ricomposizione del gruppo, dissetandoci ad una fontanella di fresca acqua.
Si seguono piccole strade secondarie della borgata, si transita vicino alla vecchia stazione ferroviaria di
Ottavia e facciamo sosta sotto un portico, nei pressi di un bar e di uno spaccio di alimentari, dove molti
approfittano per fare rifornimenti... solidi e liquidi...
Dopo un pò, attraversiamo con prudenza alcune strade con traffico intenso e, deviando allinterno
di stradine secondarie, ci ritroviamo, in breve, in aperta campagna avendo di fronte a noi lalta cisterna ACEA
dellacquedotto.
Raggiungiamo e contorniamo il recinto della stazione di pompaggio di Ottavia dellACEA
(lAzienda Comunale per lEnergia e lAcqua di Roma), che qui miscela le acque del fiume Peschiera
con quelle del lago di Bracciano e le smista verso la capitale.
Seguendo ancora sentieri campestri, alcuni fiancheggiati da ulivi, ci avviciniamo al grande ospedale S. Filippo
Neri e ne percorriamo tutto il perimetro, costeggiando lampio parcheggio.
Raggiunta di nuovo una strada asfaltata, ci dirigiamo prima verso la Via Trionfiale e poi, lungo
la via E. Di Mattei, raggiungiamo il grande complesso ospedaliero di S. Maria della Pietà
(ex manicomio e oggi contenente uffici e padiglioni USL).
Radunato il folto gruppo di marciatori, con tanto di zaini e bastoni, entriamo tranquillamente dal portone
principale nel terreno dellospedale e notiamo, divertiti, la faccia sbigottita del guardiano che fà gesti
eloquenti, al di là dei vetri della guardiola... ma che non osa uscire dalla sua stanza...
Chissà cosa avrà pensato vedendo una siffatta comitiva entrare in un "ex-manicomio" ?
Non ci sforziamo a fornire una risposta logica, e ci dirigiamo verso una zona dedicata al gioco dei bambini
dove, sotto lombra di grandi pini, sono disponibili lunghi tavoli con panche: proprio il posto ideale per
consumare il nostro pranzo al sacco...
Lorario (ormai mezzogiorno in punto) è quello giusto...
«...ma come hai fatto a trovare un posto così bello per la sosta pranzo proprio qui dentro?...»
 è stata la domanda che mi hanno rivolto in molti;
«...Beh! ...dopo otto sopralluoghi in questa zona, si conoscono anche i sassi del selciato,
figurati se non ho notato questo angolo tranquillo e... forse sarà anche che sono un pò matto anchio!...»
è stata la mia risposta.
Così, comodamente seduti attorno ai tavoli o placidamente sdraiati sullerba del prato, consumiamo il
nostro pranzo al sacco e ci riposiamo sotto un bel sole tiepido.
Alle ore 13,15 circa, riprendiamo il cammino e, dopo aver salutato la stessa guardia con la faccia ancora
attonita mentre passiamo nuovamente davanti alla sua guardiola, usciamo dal complesso ospedaliero e percorriamo un km.
circa sulla Via Trionfale.
È il tratto di cammino più complicato (e pericoloso), ma è un percorso obbligato che ci
porta nella direzione di Monte Mario.
Superato questo tratto stradale, ed evitato il rischio di perdere persone attratte da bar o negozi vari,
percorriamo ancora stradine asfaltate ma abbastanza tranquille che contornano la zona militare del Forte Trionfale,
fino a raggiungere Via Pieve di Cadore, Piazza Passo del Pordoi e quindi Via Fani.
Allangolo di questultima con Via Stresa, ci fermiamo per un attimo di meditazione
vicino alla targa che ricorda la strage degli uomini della scorta dellon. Aldo Moro, avvenuta qui nel
marzo 1978, al momento del suo rapimento.
Poi risaliamo la corta Via Stresa che si immette su Via della Camilluccia.
Girando a destra, percorriamo questa via in salita per circa 300 metri, superiamo Piazza Rossi e in breve
raggiungiamo il largo piazzale antistante lIstituto Religioso Don Orione, alle ore 14,30 circa.
Qui mettiamo gli zaini a terra e ci concediamo un altro momento di relax, poichè siamo in attesa
dellarrivo di un altro folto gruppo di pellegrini provenienti dalle sezioni di Vicenza e Verona, che hanno
chiesto di poter partecipare allultima ora di camminata allinterno del Parco Urbano di Monte Mario.
Essi sanno che è la parte più affascinante di questa tappa e non si vogliono perdere il gran
finale.
Il loro arrivo in pullman è previsto qui, davanti allIstituto Don Orione, per le ore 15.
Nellattesa, alcuni marciatori approfittano del passaggio del pulmino di servizio, per recuperare le
proprie auto lasciate a La Storta, altri si dedicano alla sistemazione del bagaglio e degli indumenti personali
e altri ancora si concedono una bibita presso il bar dellIstituto.
Alla spicciolata, arrivano anche altri soci della G.M. di Roma e si aggiungono al gruppo.
In particolare: Luigi Ticci, il nostro Presidente sezionale, e Don Giovanni Cereti (uno dei
soci fondatori del nostro sodalizio romano e uno dei due religiosi della sezione), il quale ha aderito ben volentieri
alla richiesta di officiare una messa "al campo", nella zona più bella del Parco.
Alle ore 15,10, puntualmente, si ferma sul piazzale dellIstituto il pullman dei pellegrini vicentini e
veronesi; da questo scende un gruppo di circa cinquanta persone, che si aggiunge a quello in attesa.
Dopo un po di confusione, finalmente il grande gruppo, composto ora da circa 110 persone (è
ormai impossibile fare la conta dei partecipanti), inizia a muoversi e ad attraversare larea
dellIstituto.
Dal piazzale retrostante dello stesso, ci inseriamo su una stradina che, in discesa, sinoltra nel
fitto di un bosco e, in breve, raggiungiamo uno dei varchi ufficiali del Parco Urbano di Monte Mario.
Nei pressi di un cartello indicatore del Parco, svoltiamo a destra e seguiamo un bel sentiero che
transita in alto sulla collina, tra verdi pini e una rigogliosa macchia mediterranea.
Dopo pochi passi ecco apparire la scena cara anche agli "antichi pellegrini": la vista
a 360° (o quasi) su Roma più in basso di noi di circa 120 metri e, anche se lo scenario è oggi diverso,
la soddisfazione dei "nuovi pellegrini", per questa vista, è uguale a quella dei lontani
predecessori.
Si moltiplicano le fotografie mentre continuiamo a transitare in mezzo al verde, con una visuale superba
su Roma; attraversiamo piccoli tratti di strade asfaltate e rientriamo subito nel Parco per altri varchi.
Camminiamo prevalentemente su soffici sentieri, pur essendo ben allinterno della città e
raggiungiamo, dopo alcune leggere risalite, nuovi spiazzi elevati con scenari mozzafiato.
La visuale diventa meno affascinante quando raggiungiamo e superiamo la zona delle antenne radio-televisive.
Dopo il Parco della Vittoria si transita per un centinaio di metri su Via Trionfale e si
entra nel Parco Mellini dove, superato un ultimo varco del Parco di Monte Mario, ammiriamo il panorama
più bello e più atteso di Roma: la zona centrale con il Cupolone di San Pietro.
Qui il sentiero, che passa sotto lOsservatorio e il "belvedere" dello
Zodiaco (ben conosciuto dai romani e dai turisti), transita proprio sul bordo (ripido) della collina e la
visibilità sulla città è ampia.
In uno spiazzo poco distante, attendiamo la ricomposizione del gruppo, mentre Don Giovanni si
appresta ad officiare la messa al campo.
Ormai siamo vicinissimi alla nostra meta: Villa Mazzanti, dove molte altre persone sono già
radunate, dopo aver risalito una breve strada a tornanti, partendo dal piazzale sottostante, utilizzato come posteggio
dei pullman.
Alcune di queste risalgono a piedi, da Villa Mazzanti, fino alla zona dove ci troviamo, per
assistere alla funzione religiosa in nostra compagnia.
Al termine della messa, attorno alle ore 17, formiamo ancora il gruppo e scendiamo i pochi tornanti che ci separano da Villa Mazzanti.
Entriamo nel bel Parco della Villa e ci raggruppiamo in un zona un po appartata
dallemiciclo dove ci attendono le autorità e i molti amici qui convenuti.
Quando la formazione è quasi al completo, iniziamo la sfilata chiamando alla testa del gruppo il
nostro Presidente Centrale Piero Lanza che, anche se ancora claudicante (per un affaticamento alle
articolazioni dopo tante tappe), procede con noi con evidente commozione e contentezza.
Tra applausi e scatti di fotografie, entriamo nellemiciclo principale, dove si conclude la nostra marcia.
Ci scambiamo strette di mano e ci abbracciamo.
Ce labbiamo fatta!!
Abbiamo portato i "bastoni -Bacula- del Pellegrino" dalle Alpi a Roma e limpegno
dellAssociazione è stato onorato.
Vada un ringraziamento agli organizzatori di questo nostro Sentiero del Pellegrino che hanno
impegnato la loro volontà, capacità e tempo in questa iniziativa e un complimento a tutti i marciatori,
sia a coloro che hanno percorso una sola tappa, sia a quelli che hanno camminato per 28 o addirittura per 50 tappe.
Questo nostro percorso resterà vivo a lungo nel cuore di tutti noi... proprio per la condivisione
di questo impegno insieme con tante persone motivate e simpatiche...
-- ooOOOoo --
Riesco appena a bere un bicchiere di vino ed ecco che veniamo chiamati a raccolta
per la cerimonia finale.
Luigi Ticci, Presidente della sez. G.M. di Roma, tiene il primo discorso di benvenuto ringraziando tutti
i partecipanti alla marcia e anche i responsabili della gestione dei Parchi Urbani (tra cui quello di Monte Mario),
per averci permesso luso di Villa Mazzanti, sede di <Roma Natura> che è lEnte di
gestione dei Parchi Urbani comunali.
Piero Lanza, Presidente Centrale della Giovane Montagna saluta tutti i convenuti e le autorità
che ci ospitano, riepilogando il significato di questa iniziativa dellAssociazione, auspicando un futuro di
successo per il nostro Sentiero del Pellegrino e anticipando qualche attività ufficiale del sodalizio per
non lasciare sfumare la grande potenzialità che un itinerario come il nostro offre alle comunità italiane
interessate ad offrire un turismo non solo arricchito da un percorso inedito ma anche da tracce evidenti di storia,
di cultura e con segni tangibili di spiritualità.
Ilio Grassilli, Vice-Presidente Centrale e Segretario della sez. G.M. di Roma, pronuncia altri brevi
cenni di saluto e fornisce, ai presenti, alcune indicazioni logistiche per le attività connesse allAssemblea
dei Delegati che si dovrà tenere, nei due successivi giorni, presso il Centro di Spiritualità
<Mondo Migliore>, sui Castelli Romani, poco distante dalle località di Marino e di
Rocca di Papa.
Pier Giorgio Pellacani, Presidente della sez. G.M. di Modena e ideatore delliniziativa
del Sentiero del Pellegrino, ricorda le motivazioni originali che lo spinsero a proporre questa iniziativa
allAssociazione nel lontano novembre 1996.
Oggi, dopo il completamento del percorso sul "Sentiero", ribadisce con orgoglio il valore
che ha avuto questa iniziativa non solo per il sodalizio, ma anche per altre organizzazioni pubbliche e private che
hanno finalità simili alle nostre.
Amedeo Fadda, Vice-Presidente dellEnte <Roma Natura> (che gestisce 14.000 ettari dei
Parchi Urbani di Roma, su un totale di 28.000), prende quindi la parola per congratularsi con noi per questa
iniziativa e per felicitarsi per la nostra scelta di concludere la marcia proprio allinterno del Parco di
Monte Mario: il Mons Gaudii degli antichi Pellegrini.
Si dichiara onorato di aprire Villa Mazzanti per iniziative come la nostra e, naturalmente,
ciò ci rende felici.
Ignazio Ingrao, giornalista di Rai Uno, e conduttore della trasmissione "A sua immagine",
ci racconta di aver letto la nostra Guida per caso, ma dopo poche pagine si è reso conto della sua
originalità e del suo valore e ci assicura che parlerà di noi, della Guida e del nostro Sentiero,
nella sua trasmissione televisiva.
Anche un rappresentante della sezione romana dellassociazione F.I.E. (Federazione Italiana
Escursionismo) prende la parola per sottolineare lapprezzamento della sua organizzazione per lapertura di
questo nuovo percorso, così ricco di storia e di cultura.
Si dice amareggiato però nel constatare la mancanza di unaltimetria generale e della cartografia
che renderebbero la nostra Guida veramente completa.
S.E. Salvatore Boccaccio, Vescovo di Frosinone, Sora e Veroli,
e responsabile della C.E.I. per la pastorale del Turismo, prende infine la parola per esprimere, ai Pellegrini e ai
loro familiari, parole di benvenuto a Roma e di ringraziamento per questa iniziativa così particolare che ha
arricchito lattività escursionistica con sentimenti di umanità e di religiosità.
Con un momento di meditazione, di preghiera e con la benedizione dei bastoni -Bacula- del Pellegrino,
tenuti in mano dai due Direttori di tappa, si conclude anche la lunga cerimonia finale e quindi ufficialmente, la
grande marcia.
Le persone finalmente possono dissetarsi e mangiare il boccone del Pellegrino a base di pane, olio
extra-vergine, olive e vino locali.
Mentre si formano tanti gruppetti di persone e si scambiano saluti ed abbracci, già i pensieri vanno alla
prossima Assemblea dei Delegati dellindomani e alla partecipazione allAngelus del Papa a Piazza San Pietro,
domenica mattina 17/10/99, quando il Santo Padre pronuncerà alcune parole per ricordare la nostra impresa...
-- ooOOOoo --
Non posso chiudere questa Cronaca senza ricordare le
persone che hanno giocato un ruolo particolarmente importante nellorganizzazione delle 15 tappe gestite dalla
G.M. di Roma e che hanno curato le attività di promozione verso tutte le Istituzioni (Enti, televisione, radio,
giornali) e le autorità civili e religiose, oltre quelle relative alla cerimonia conclusiva.
Il mio pensiero, insieme con un ringraziamento, va a:
Alberto Alberti, coordinatore di tutto il gruppo dei 40 rilevatori (e poi direttori di tappa) della G.M.
di Roma e del Comitato ristretto di Coordinamento; è sempre stato pieno di iniziative per rendere
originale ogni tappa proposta e si è dimostrato un vero pungolatore per il corretto procedere
dellattività di tutte le persone coinvolte in questa avventura.
Pietro Paolo Bindi, grande conoscitore del territorio senese dove si sono svolte 7 delle 15 tappe gestite
dalla G.M. di Roma.
In quasi tutte queste 7 tappe (di cui tre rilevate e condotte personalmente) ha saputo dare preziosi
consigli agli altri rilevatori, sia sul percorso migliore da scegliere, sia sulle emergenze storiche e culturali che
non andavano trascurate in ogni tappa.
I 40 rilevatori e direttori di tappa della G.M. di Roma, che hanno voluto e saputo onorare un grande
impegno a favore di tutto il sodalizio.
Giancarlo Verità, che ha creato e pazientemente mantenuto i legami con Enti e Autorità
Religiose, consentendo unadeguata conclusione alla nostra "marcia".
La sua opera di promozione, importante anche se non appariscente, ha consentito di farci conoscere
in Comune e in Vaticano e ha permesso la lettura del messaggio che il Santo Padre ci indirizzerà in
Piazza San Pietro, domenica 17/10/1999.
Bice, Ezio, Giancarlo, Gianna, Maria Luigia, Luciano, Marcello, ecc..., e tutte le altre persone che
hanno curato la preparazione delle attrezzature e dei cibi per la cerimonia finale a Villa Mazzanti.
Luigi (Gino) Celeghini, socio della G.M. di Roma, spesso scambiato per autista e facchino,
che si è sacrificato per condurre, durante le nostre 15 tappe, il pulmino di servizio, noleggiato apposta per
essere il punto di appoggio durante la marcia.
Il suo ruolo si è dimostrato di vitale importanza, e lattività di Gino
veramente preziosa.
Vorrei citare tante altre persone, anche di altre sezioni G.M., che hanno lasciato un loro "segno",
camminando insieme con noi per tanti giorni, ma ci vorrebbero tante pagine, e sicuramente dimenticherei qualche nome...
...quindi, non mi resta che accomiatarmi da Voi con un Arrivederci alla prossima escursione sul
<Sentiero del Pellegrino>, sperando di non doverla fare in occasione del Giubileo dellanno 3.000...
CIAO A TUTTI!
Enea
-- ooOOOoo --
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