Scorcio di primo mattino su Campagnano di Roma 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Porta Romana -Arco- da Piazza Regina Elena di Campagnano di Roma 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Cappella di San Rocco e San Sebastiano sulla Piazza Regina Elena di Campagnano di Roma 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Innesto di Via dei Cappuccini su SP14a e SP10a uscendo da Campagnano di Roma 11-10-2019 - (Foto da sito WEB)
Gruppo in arrivo a Strada di Macchiano dalla SP10a 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Edicola su Strada di Macchiano al bivio con la Formellese (SP10a) 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Panorama sul Santuario della Madonna del Sorbo da Strada di Macchiano 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Targa -Attenti al cane- all’ingresso della villa vicino al sentiero che scende verso il Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Segnale di ingresso nel Parco Naturale Regionale di Veio all’inizio del sentiero che scende verso il Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Panorama sul Santuario della Madonna del Sorbo scendendo nella forra dei fossi verso il Santuario 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Zoom sul Santuario della Madonna del Sorbo scendendo nella forra dei fossi verso il Santuario 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Scendendo nella forra verso il Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Confluenza del Fosso Follettino nel Fosso Sant’Anna e guado sul Fosso Follettino nella forra sotto il Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Fosso Sant’Anna sotto il Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Avvicinamento al Santuario della Madonna del Sorbo dal guado 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello all’ingresso del Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo al Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Abside della Chiesa del Santuario della Madonna del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Targa all’ingresso del Santuario della Madonna del Sorbo che ricorda il miracolo dell’apparizione della Madonna al pastorello e che favorì la costruzione del Santuario 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Simbolo del pellegrino sul sentiero nella Valle del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Cavalli allo stato brado nella valle del Sorbo 11-10-2019 - (Foto di E.Fiorentini) | 
Alla sveglia, ormai abituale, delle ore 6,00 diamo un’occhiata all’esterno e verifichiamo che, anche oggi, sarà una bella giornata. Come nei giorni precedenti, iniziamo le pulizie personali e i preparativi per il prossimo cammino. Consegniamo i bagagli extra alle persone che si danno da fare per la loro sistemazione sul pulmino di Viviana. Facciamo la prima colazione nel salone dell’Hotel Benigni di Campagnano di Roma [1] che ci ha ospitato per la cena e il pernottamento. Poi, al termine della prima colazione e della sistemazione dei bagagli, i componenti del gruppo iniziano ad uscire sulla grande Piazza Regina Elena (m 285 slm). Ci raduniamo e iniziamo il cammino piegando a destra (verso sud-est) su Via della Vittoria che, in un centinaio di metri, confluisce su Via San Sebastiano, conosciuta anche come SP10a. Qui, ci fermiamo un attimo, mentre molte persone entrano nell’adiacente supermercato (Carrefour Express) per l’acquisto di cibo e bevande da consumarsi durante l’escursione odierna. Nell’attesa, io mi sposto di poche decine di metri per fare una foto alla vicina Chiesetta di San Rocco che, oltre ad essere un edificio storico, rappresenta anche il punto di raduno e di inizio per tutte le camminate sulla Via Francigena che ho effettuato, come oggi, partendo da questa località. Riprendiamo il cammino su Via San Sebastiano (verso sud) che procede in leggera salita fino a raggiungere, in altri 150 metri, una rotonda stradale in cui confluiscono dalla sinistra anche Via Unità d’Italia e la Circonvallazione Rocca. Lasciamo la rotonda e pieghiamo a sinistra per scendere decisamente lungo la piccola Via dei Cappuccini (verso sud-est) fino ad un primo tornante a sinistra dove, dopo aver superato il Fosso dei Cappuccini su un piccolo ponte, la stradina riprende a salire. Con un ultimo tornante a destra, arriviamo all’ingresso del Cimitero Comunale dei Cappuccini (m 310 slm), dove alcuni partecipanti fanno il pieno delle borracce con l’acqua fresca di una fontanella posta proprio qui. Dall’albergo abbiamo percorso c. 900 metri. Proseguiamo su questa piccola strada asfaltata seguendo il muro di cinta del complesso cimiteriale e abbandoniamo questa zona inoltrandoci, sempre in salita, in zone coltivate e recintate. Dopo altri 900 metri di strada, arriviamo ad un incrocio importante: sbuchiamo infatti di nuovo sulla SP10a che diventa Strada Formellese (per Formello-Sacrofano) (m 347 slm), proprio dove essa si diparte dalla Strada Campagnanese (SP14a). Mentre quest’ultima si dirige verso est, la SP10a piega decisamente a sud. (fin qui tot. c. 1,8 km). Facendo attenzione, nell’attraversamento di questi incroci, alle auto in transito, raggiungiamo e camminiamo sulla SP10a che inizia a scendere leggermente. Trascuriamo alcuni innesti di strade (a destra e a sinistra) e proseguiamo sempre sulla SP10a (con direzione sud-est) per circa 1,2 km, fino a raggiungere il bivio con Strada di Macchiano (tot. c. 3 km). Sul bivio c’è una piccola edicola dedicata alla Madonna (m 286 slm), che permette di individuare bene questa deviazione. Attraversiamo la SP10a e la abbandoniamo iniziando il cammino sulla più piccola Strada di Macchiano, anch’essa asfaltata e che procede in leggera discesa, con direzione sud. Camminiamo su questa nuova strada asfaltata che taglia campi coltivati transitando in mezzo a casali e nuove villette. Percorriamo integralmente Strada di Macchiano lungo un costolone roccioso, che separa due valloni, fino al suo termine accanto all’ingresso di un casale ristrutturato sulla sinistra e, di fronte, al cancello d’ingresso di una villa nascosta alla vista da una fitta vegetazione (m 198 slm). Dal bivio tra SP10a e Strada di Macchiano fino a qui, abbiamo percorso altri 1,8 km (tot. c. 4,8 km). In questo luogo, si nota già il Santuario della Madonna del Sorbo [3] in alto sulla destra, dall’altra parte della valle ed in mezzo ad un folto gruppo di alberi. Sulla destra della fine della strada, si stacca un piccolo sentiero; sul suo bordo destro un cartello segnaletico del Parco di Veio indica il limite del Parco e la direzione da seguire. Seguiamo questo sentiero con il fondo sconnesso e, in ripida discesa, entriamo in un folto bosco di lecci e raggiungiamo il fondo della valle dove scorrono vari corsi d’acqua. Saltiamo il primo stretto corso d’acqua, il Fosso Follettino (m 150 slm), appena pochi metri prima della sua confluenza nel più ampio Fosso di Sant’Anna, che contorna a sinistra tutto il poggio che sostiene il Santuario. A valle del Santuario [3] , dopo aver raccolto le acque di nuovi affluenti, il Fosso di Sant’Anna cambia nome diventando Fosso della Mola di Formello e, successivamente, Fosso Cremera nella Valle del Sorbo. Attraversiamo a guado il Fosso Follettino e raggiungiamo l’altra parte della valle. Proseguiamo verso destra, in direzione di una radura ricca di vegetazione e di felci. Raggiungiamo alcuni prati con alta vegetazione seguendo brevi svolte lungo una traccia di sentiero poco visibile. Risaliamo il pendìo della valle, tra felci e cespugli e raggiungiamo così la Strada del Sorbo [2] che proviene da Campagnano di Roma [1] . La Strada del Sorbo (o Strada delle Pàstine) [2] può essere percorsa come una variante, soprattutto in caso di forti piogge che potrebbero fare alzare il livello delle acque nei Fossi sottostanti il Santuario [3] . Seguendo questa variante si transita più vicino alle alture di Monte Razzano (importante zona dei primi insediamenti) che dividono l’area di Campagnano di Roma [1] da quella sottostante della Valle del Baccano [4] e dalle stazioni di posta lungo la Via Cassia Consolare, tra cui la Mansio III - Bacane di Sigerico [5] . Oggi, dato che il tempo sereno ci assiste, abbiamo preferito seguire il percorso attraverso la forra e i Fossi, in un ambiente altrettanto suggestivo. Risaliti dalla forra, ci troviamo proprio a pochi metri dall’incrocio con la Via del Sorbo che scende verso destra nell’omonima Valle, in direzione di Formello [6] . Sul lato sinistro dell’incrocio si nota una croce in legno e un cartello segnaletico del Santuario [3] e della Valle del Sorbo. Piegando a sinistra sulla strada asfaltata, percorriamo in salita poche decine di metri fino a raggiungere il cancello d’ingresso del Santuario della Madonna del Sorbo (m 222 slm). Dall’inizio del sentiero sulla Strada di Macchiano fino al Santuario [3] abbiamo percorso in questa forra c. 500 metri. (in tot. c. 5,3 km). Non possiamo visitare le stanze interne delle varie strutture religiose (come feci nel 2005, dopo i restauri più importanti) ma diamo un’occhiata alla parte esterna del Santuario [3] che, completamente restaurato e tornato alla sua sobria bellezza grazie ai lavori iniziati nel 2002, dopo anni di abbandono, appare come un maestoso complesso a più livelli che s’innalza sopra il poggio. E oggi, il Santuario [3] ha ripreso vita e attività ed ora è gestito da sacerdoti spagnoli e messicani. Siamo riusciti ad entrare in chiesa, grazie al permesso di un sacerdote, per un momento di meditazione e per raccontare succintamente la storia di questo Santuario [3] e del suo recupero. In un angolo del piazzale antistante la chiesa, si trova una copia della statua della Madonnina che avrebbe lacrimato a fine giugno 1998 (la statuina originale è custodita nell’abitazione del Vescovo). Oltre ad un po’ di riposo, la sosta consente a qualcuno di fare un veloce spuntino. Ripartiamo da questo luogo tranquillo ed ameno ridiscendendo per un centinaio di metri fino a raggiungere nuovamente la Strada del Sorbo, poi pieghiamo subito a sinistra per imboccare la Via del Sorbo, inizialmente asfaltata e in discesa che, in un paesaggio di rara bellezza tra boschi e prati incontaminati, ci conduce nella Valle del Sorbo per attraversarla per un lungo tratto. Dopo la discesa fino a quota 165 m slm, entriamo nella Valle del Sorbo, bagnata dal Fosso Cremera, attraversando ampie praterie e boschetti dove pascolano liberamente mucche e cavalli allo stato semi-brado. Lungo il percorso, sul selciato del sentiero, notiamo alcuni simboli della Via Francigena e alcuni manufatti verticali, che sono una novità poiché sono stati aggiunti in queste zone da poco tempo: alcuni li vedo solo ora dopo tanti passaggi degli anni scorsi. Al termine del cammino su questa pianura, lungo la sterrata che presenta qualche tratto asfaltato, la strada ridiventa Via del Sorbo asfaltata e riprende a salire. Essa supera il Fosso Cremera e, seguendola, risaliamo gradualmente fino alla quota di circa m 268 slm, uscendo dalla Valle e arrivando alla periferia di Formello [6] .

Sbuchiamo su Via della Porcineta sul versante occidentale della periferia di Formello [6] , dopo aver attraversato la Valle e il Parco del Sorbo e aver percorso c. 2,5 km dal Santuario [3] (tot. c. 7,8 km). Percorriamo per 100 metri questa strada e raggiungiamo il bivio con Via Monte Madonna (m 280 slm) che, proprio qui, cambia nome in Via Antonio Angelozzi. Camminiamo su questa ultima strada con direzione sud-ovest per altri 100 metri fino a raggiungere un ulteriore bivio, tra Via Emilio Bassanelli che procede diritta verso sud e Via di Grottefranca che invece piega a destra (sud-ovest). Giriamo a destra e prendiamo Via di Grottefranca e su questa, con direzione ovest, percorriamo c. 700 metri in leggera discesa, trascurando alcune deviazioni e arrivando al bivio con Via delle Spinareta (m 260 slm) (tot. c. 8,7 km). Al bivio giriamo a sinistra e iniziamo il cammino su Via delle Spinareta, un’altra lunga strada che costeggia campi coltivati a vigneto e uliveto, orti e molte villette della periferia sud di Formello [6] . Poco a poco, stiamo abbandonando questa cittadina e continuiamo a camminare, verso sud, su questa strada in discesa, lungo la dorsale di uno sperone roccioso che divide alcuni valloni. Ignoriamo qualche deviazione, come il bivio con Via del Praticello Alto che si incontra, a sinistra, dopo 200 metri, oppure i vari bivi di Via Monte Massaruccio, fino a raggiungere un importante incrocio con due strade: Via Formalicchi che si dirige a sud-ovest, e Via Baccanello che, provenendo da sinistra (nord-est), in questo bivio piega decisamente a sinistra (sud). Dall’inizio di Via delle Spinareta fino a questo bivio (a quota di m 167 slm), abbiamo percorso c. 2,4 km (in tot. c. 11,1 km). In questo bivio, prendiamo Via Baccanello (piccolo cartello indicatore sul bordo stradale) e iniziamo il cammino su questa in direzione sud, sempre in leggera discesa. Dopo 400 metri raggiungiamo il bivio con un’altra lunga strada: Via Ficoraccia (m 161 slm) (tot. c. 11,5 km). Abbandoniamo Via Baccanello e camminiamo su Via Ficoraccia in parte sterrata. Da notare questi strani nomi delle vie (Spinareta = cespugli spinosi; Ficoraccia = fichi selvatici) che conservano traccia di come appariva questo territorio in passato. Seguiamo quest’ultima strada, sempre in discesa, prima con direzione sud e poi con direzione sud-est man mano che ci avviciniamo alla trafficata strada regionale Cassia-Veientana (Cassia Bis - SR2 bis), che teniamo alla nostra destra, lungo la parte finale di questo itinerario quasi parallelo ad essa. Camminiamo su questa sterrata sempre in vicinanza di casali agricoli e raggiungiamo i piloni della strada regionale SR2 bis, in questo punto sopraelevata. La Via Ficoraccia termina sulla Via Formellese (SP12/A), proveniente da Formello [6] , proprio vicino allo svincolo denominato: "Formello" della strada regionale SR2 bis (fin qui c. 2,0 km). Facendo attenzione al traffico veicolare, saliamo sulla Via Formellese e, a destra (ovest), superiamo la SR2 bis su un viadotto, fino a raggiungere, in altri 300 metri, l’Hostaria da Primo, nostro famoso luogo di sosta nel cammino verso Roma (m 101 slm) (tot. c. 13,8 km). Fa caldo e abbiamo sete. Raggiungiamo il dehor coperto ma arieggiato dell’Hostaria e ci riposiamo scaricando zaini e attrezzature a terra. In questo ristoro è possibile ordinare piatti gustosi ma, oggi, ci limitiamo a consumare i panini del nostro veloce pranzo al sacco, seduti attorno ai tavoli della veranda del locale, e ad acquistare al bar un po’ di bevande fresche e i caffé. La sosta dura abbastanza ma dobbiamo riprendere il cammino, per superare un percorso ancora complesso prima di concludere questa escursione. Decido di fare conoscere agli amici del CAI di Aosta una recente "variante", scoperta dagli amici romani qualche anno fa, che ci permetterà di raggiungere Isola Farnese e quindi La Storta seguendo un tracciato più rapido e piacevole, salvo il tratto iniziale sulla provinciale SP12/A un po’ pericoloso per via del traffico. Infatti, non scelgo il vecchio percorso, conosciuto da anni, che inizia a sinistra dell’Hostaria sulla Via del Monte dell’Ara e che effettua un ampio periplo intorno all’area archeologica di Veio, all’interno di una campagna costellata di tombe etrusche e di ville, che ricordano le ville patrizie già esistenti qui all’epoca dell’antica Roma repubblicana. Oggi, invece, riprendiamo il cammino sul bordo sinistro della stessa Via Formellese - SP12/A, in direzione sud, seguendola mentre si dirige verso la sua confluenza finale sulla Via Cassia - SR2, praticamente all’altezza del quartiere dell’Olgiata. Seguiamo questa strada provinciale che forma alcune svolte e superiamo ancora una volta il Fosso Cremera che scorre anch’esso verso Roma. Strettamente in fila indiana e con molta prudenza, percorriamo poco più di 2 km su questa strada, fino a raggiungere due bivi: sulla destra c’è la Via Formellese con molti cartelli indicanti la vicina Azienza Agricola "Colline di Veio", mentre a sinistra parte una piccola strada asfaltata Vicolo Formellese che si dirige nella campagna in direzione di un’altra zona dell’Area Archeologica di Veio - Santuario (fin qui c. tot. 15,8 km). Pieghiamo a sinistra (sud-est) ed entriamo sul Vicolo Formellese abbandonando la trafficata SP12/A. Camminiamo su questa piccola strada per circa 500 metri fino a raggiungere un bivio, a destra, con una sterrata. In questo bivio, ci sono cartelli che ci ricordano di essere sempre all’interno del Parco di Veio [7] e altri che indicano la direzione per la Cascata della Mola, per Isola Farnese e La Storta. Al bivio, pieghiamo a destra (sud), seguendo l’indicazione dei cartelli e camminiamo su una sterrata che, in breve, diventa un sentiero che penetra all’interno di una zona boscata con recinzioni che limitano e guidano il percorso. Scendiamo lungo una scalinata ed entriamo nella zona del cosiddetto Santuario dell’Area Archeologica di Veio. A sinistra si raggiunge il centro dell’area archeologica, ma noi pieghiamo a destra e arriviamo all’ampio spiazzo della Cascata della Mola che presenta un bel fronte a semicerchio dove l’acqua del Fosso Fiordo cade da un’altezza di circa tre metri prima di raggiungere lo spiazzo che attraversa completamente, prima di tuffarsi in un fosso sottostante con un salto più alto. Fin qui abbiamo percorso, sul sentiero, altri 500 metri (in tot. c. 16,8 km). Questa zona sa di antico e la presenza di acqua e di fossi e il nome stesso della zona fanno pensare all’intenso sfruttamento, nel passato, di queste risorse attraverso i mulini. Non per niente in questa zona esiste un ristorante dal nome significativo: "Antico Mulino del Farnese". Attraversiamo lo spiazzo della cascata su un ponte di recente costruzione che ha sostituito una più semplice passerella. Fatti pochi passi, ci troviamo su un ampio piazzale di fronte ad un’antica costruzione di colore rosso scuro, con due vecchie mole davanti all’ingresso dell’edificio (m 73 slm). Siamo nell’area dove è stata girata una scena del film televisivo "Le Avventure di Pinocchio [8] di Luigi Comencini, mandato in onda sulla Rete 1 della RAI dall’ 8 aprile al 6 maggio 1972, in 5 puntate. Ci troviamo, infatti, nel famoso Campo dei Miracoli e, nella scena del film, il piccolo edificio di colore rosso rappresentava l’Osteria del Gambero Rosso, dove i due furfanti: il Gatto (interpretato dall’attore Franco Franchi) e la Volpe (interpretato dall’attore Ciccio Ingrassìa) convinsero Pinocchio (interpretato dal piccolo Andrea Balestri di Pisa) a seppellire i 5 zecchini d’oro che Pinocchio aveva ricevuto dal terribile burattinaio Mangiafoco (interpretato da Lionel Stander). L’area è molto suggestiva e mi fa tornare in mente le scene del film che ho visto tanti anni fa. Facciamo un’altra sosta in questo luogo scattando diverse fotografie, mentre alcune persone ne approfittano per bagnarsi i piedi nel bacino ai piedi della cascata.

Ma il tempo passa, e allora riprendiamo il cammino seguendo la larga sterrata, dal nome: Via Riserva Campetti. Su questa, divenuta in breve asfaltata, attraversiamo una zona boschiva verso sud-ovest per poi piegare verso est, uscendo da questa zona del Parco di Veio [7] , dopo essere transitati di fianco all’ingresso del cimitero di Isola Farnese. Via Riserva Campetti termina su Via dell’Isola Farnese proprio a pochi passi dall’innesto di Via del Prato della Corte che rappresenta l’arrivo in questa località del nostro percorso antico, partendo dalla Hostaria da Primo. Raggiunta Via dell’Isola Farnese, la seguiamo verso sinistra, in direzione del centro di Isola Farnese [9] solo per pochi passi, per raggiungere una fontanella d’acqua fresca e gustosa, molto conosciuta in zona dove facciamo il pieno nelle borracce. Dalla Cascata della Mola fin qui abbiamo camminato per 600 metri (tot. 17,4 km). Siamo vicinissimi al centro di Isola Farnese [9] che meriterebbe una visita al suo borgo storico, al Castello Farnese e alla Chiesa di San Pancrazio. La maggioranza dei partecipanti decide però di proseguire verso la nostra meta e allora camminiamo verso sud su Via dell’Isola Farnese, in leggera salita, in direzione di Roma. Circa 2 km ci separano dalla Via Cassia - SR2 e sono quelli più stancanti essendo gli ultimi di questa lunga tappa. Raggiungiamo il bivio di Via Sem Benelli, dove c’è uno degli accessi al grande Istituto delle Suore della Congregazione Figlie della Nostra Signora del Sacro Cuore che mi ha ospitato tante volte negli anni passati. Proseguiamo ancora sulla Via dell’Isola Farnese che compie un’ampia curva sulla sinistra per contornare il terreno di questo Istituto. Prima di raggiungere la Via Cassia diamo un aiuto ad una anziana signora, una pellegrina straniera che camminava da sola in questa zona verso il centro di Roma. Forse per il caldo oppure per la stanchezza, la signora si è sentita male proprio mentre eravamo in transito vicino a lei. Abbiamo cercato di capire da dove era partita e come potevamo aiutarla. Ci ha detto che era partita da Isola Farnese e che aveva lasciato dei bagagli presso l’Hotel Tempio di Apollo di questa località, dove aveva soggiornato. Mentre alcuni amici cercavano di capire cosa volesse fare la signora, io mi sono recato alla vicina farmacia posta all’angolo con la Via Cassia per chiedere aiuto al medico farmacista. Con lui sono ritornato verso l’inizio di Via dell’Isola Farnese per capire come dare aiuto alla signora, ma abbiamo saputo che la signora aveva preferito tornare all’Hotel di Isola Farnese per riposarsi ed aveva trovato un passaggio in auto verso quella zona. Dopo aver ringraziato il medico per la gentilezza, il gruppo riprende il cammino raggiungendo in un centinaio di metri la Via Cassia - SR2 (m 153 slm) (in tot c. 19,5 km). Giriamo a sinistra e proseguiamo in leggera salita sulla Via Cassia - SR2 con direzione sud-est, camminando sul marciapiede in mezzo alla folla e al traffico veicolare che avevamo evitato (e scordato) fino a questo momento. Finalmente raggiungiamo l’innesto della piccola Via Baccarica, siamo vicini alla zona più importante dell’abitato di La Storta [10] , e non molto distanti dal luogo di partenza dell’ultima tappa di domani. Pieghiamo a sinistra e iniziamo a salire sulla piccola e ripida Via Baccarica fino a raggiungere l’ingresso dell’Istituto religioso Suore delle Poverelle che ci ospiterà per la notte (c. 1,5 km). Il cammino odierno termina qui, dopo 8 ore (soste incluse) e circa 21 km di percorso. Andiamo a sistemare i bagagli sopra la branda che ci è stata assegnata nel grande camerone che è stato riservato al nostro gruppo e poi aspettiamo il turno per una doccia ristoratrice. Poi, indossati gli abiti da turista, usciamo dall’Istituto in piccoli gruppetti per fare due passi nel centro di La Storta [10] . La cena, a base di pizza e similari, è stata organizzata presso una Caffetteria Pizzeria situata sulla Via Cassia, poco distante dall’Istituto. Anche questa giornata è stata impegnativa e siamo contenti di andarci a riposare sulla nostra branda. Domani si arriverà al centro della capitale, camminando sui sentieri dell’ultima tappa, insieme con alcuni amici romani che verranno ad incontrarci al punto di partenza di La Storta [10] . |