Visita alla Abbazia di Staffarda
e al Castello della Manta in provincia di Cuneo

(insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta)



VISITA ALLA ABBAZIA DI STAFFARDA (FRAZ. DEL COMUNE DI REVELLO - CN)
E AL CASTELLO DELLA MANTA (COMUNE DI MANTA - CN)

insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta
Giovedì 23 marzo 2023
 
           NOTE VARIE:

  1. Note sui personaggi della Sala Baronale nel Castello della Manta:    ->>> Back

    [ Nel Castello della Manta, posto su una collina sopra il paese di Manta nel saluzzese, la grande Sala Baronale racchiude un ciclo di affreschi quattrocenteschi nello stile tardogotico piemontese.   Voluta da Valerano, signore di Saluzzo-Manta, per onorare il padre Tommaso III, vengono raffigurate le immagini di una parata di nobiluomini e di dame riccamente abbigliati secondo la moda dell’epoca, che si svolge in un giardino di delizie, in mezzo ad alberi fronzuti dai cui rami pendono i blasoni nobiliari.   Vengono raffigurati i nove Prodi (les neuf preux) - tre pagani, tre ebrei, tre cristiani - cari alla cultura tardomedievale d’oltralpe, ai quali fanno da contrappunto nove eroine (les neuf preuses) attinte dalla tradizione letteraria antica.   In realtà è un modo giocoso per raffigurare i regnanti del Marchesato di Saluzzo con le loro rispettive consorti, quasi partecipassero ad una parata (come effettivamente avveniva nelle feste del tempo), in guisa appunto di prodi e di eroine.   In effetti, partendo dalla parte destra del grande camino della sala e proseguendo lungo la parete nord, sono raffigurati i nove £quot;Prodi£quot; e le nove "Eroine", nella seguente sequenza:
    Gli uomini ("I nove Prodi"):
    Ettore  =  Valerano (Saluzzo, 1374 circa – Manta, 1443, figlio illegittimo di Tommaso III, reggente del Marchesato dal 1416 fino alla maggiore età del fratello Lodovico I, capostipite del ramo dei signori Saluzzo di Verzuolo e della Manta, e committente del rinnovo del Castello e degli affreschi quattrocenteschi qui contenuti.)
    Alessandro Magno  =  Tommaso III (Saluzzo, 1356 – Saluzzo, 1416, figlio di Federico II e padre di Valerano e di Ludovico I (Saluzzo, 1405 – Saluzzo, 15 aprile 1475))
    Giulio Cesare  =  Federico II (1332 – 1396, figlio di Tommaso II e padre di Tommaso III)
    Giosuè  =  Tommaso II (1304 – Saluzzo, 18 agosto 1357, figlio di Federico I)
    Re Davide  =  Federico I (1287 – 29 giugno 1336, figlio di Manfredo IV)
    Giuda Maccabeo  =  Manfredo IV (1262 – Cortemilia, 16 settembre 1340, figlio di Tommaso I)
    Re Artù  =  Tommaso I (Saluzzo, 1239 – Saluzzo, 1296, figlio di Manfredi III)
    Carlo Magno  =  Manfredo III (Manfredo III del Vasto (1204 – 1244) figlio di Bonifacio del Vasto)
    Goffredo di Buglione  =  Manfredo I (Manfredo I del Vasto (ante 1123 – Saluzzo, 1175) fu marchese di Saluzzo)
    Era il figlio primogenito del marchese Bonifacio del Vasto (1184 – 1212) e d’Agnese di Saluzzo, appartenente a un’antica e nobile famiglia ligure-piemontese di origine aleramica, padrona della regione intorno a Savona.
    Egli ottenne il feudo di Saluzzo dal padre, che lo aveva ricevuto direttamente dal Marchese di Torino Olderico Manfredi II.
    Le donne ("Le nove eroine" (spose degli uomini sopra citati):
    che rappresentano cinque amazzoni: Sinope, Ippolita, Etiope, Lampeto e Pentesilea, l’eroina Deipile, e le tre regine: Semiramide degli assiri, Tomiri degli sciti, Teuca degli illiri.)
    Deipile (principessa di Argo - moglie di Tideo)  =  Eleonora della Torre Arborea, consorte di Manfredo I
    Sinope (una regina Amazzone)  =  Alasia del Monferrato, consorte di Manfredo II e madre di Manfredo III
    Ippolita (una regina Amazzone)  =  Beatrice di Savoia, consorte di Manfredo III
    Semiramide (regina assiro-babilonese)  =  Aloisia di Ceva, consorte di Tommaso I
    Etiope (una regina Amazzone)  =  Beatrice di Sicilia, consorte di Manfredo IV
    Lampeto (o Lampedo, una regina Amazzone)  =  Riccarda Visconti, consorte di Tommaso II
    Tamiri (o Tomiri, regina degli Sciti)  =  Beatrice di Ginevra, consorte di Federico II
    Teuca (o Teuta, regina degli Illiri)  =  Margherita di Roucy (o Roussy), consorte di Tommaso III
    Pentesilea (una regina Amazzone)  =  Clemenza Provana, consorte di Valerano (dipinto rovinato)
    Note liberamente tratte dai siti:
    https://fondoambiente.it/luoghi/castello-della-manta
    https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_della_Manta
    https://it.wikipedia.org/wiki/Valerano_di_Saluzzo
    https://www.comunemanta.it/cgi-bin/archivio/10032017124542_COMUNE_DI_MANTA.pdf
    https://www.jaquerio.afom.it/manta-cn-castello-dei-marchesi-di-saluzzo-salone-baronale-affreschi-scheda-4/ ]



  2. Note sul "Maestro del Castello della Manta":    ->>> Back

    [ Maestro del Castello della Manta (... – ...; XV secolo) è il nome attribuito all’anonimo pittore italiano del XV secolo, autore degli affreschi della Sala Baronale nel Castello della Manta, presso Saluzzo.   Gli affreschi, a partire dai primi decenni del Novecento fino agli inizi del XXI secolo, hanno ricevuto varie e contrastanti attribuzioni.   Abbandonata l’originaria attribuzione a Jaquerio, alcuni giudizi fanno riferimento ad Aimone Duce, altri successivi a un maestro influenzato dalla miniatura francese per i Prodi e le Eroine, mentre la Fontana della Giovinezza testimonierebbe l’opera di collaboratori più vicini a Jaquerio; altri critici, e questa è la valutazione più recente, attribuiscono il ciclo di affreschi ad un autore ancora innominato, il "Maestro della Manta", il cui linguaggio richiama alla mente Aimone Duce e aspetti dell’opera di Jaquerio.
    Note liberamente tratte dal sito:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Maestro_del_Castello_della_Manta ]



  3. Note sulla Sala delle Grottesche del Castello della Manta:    ->>> Back

    [ Il Salone delle Grottesche, è caratterizzato da uno splendido soffitto decorato con dipinti e stucchi di chiara impronta manierista, ispirati a quelli delle Logge di Raffaello in Vaticano.   Nella sua eleganza, si presenta come una biblioteca ad immagini, una camera delle meraviglie, dove gli invitati potevano "leggere" un libro sulla natura, l’arte, la cultura del passato, e apprezzare così il gusto e la sapienza del signore che aveva voluto e progettato tutto ciò.   La parte più artisticamente interessante di questo salone è senza dubbio il soffitto, fittamente decorato con pitture a grottesche.   Lungo il cornicione di gesso che corre sulle pareti è possibile vedere il monogramma del padrone di casa, costituito dalle sue iniziali intrecciate.   Subito sopra, sono raffigurate delle lunette con dentro rovine romane che si alternano ad edifici rinascimentali; fra queste lunette si trovano dei grossi medaglioni ovali in cui sono rappresentate le virtù e i vizi degli uomini.   Nella parte centrale del soffitto fra farfalle, uccelli , altri animali e decori floreali, si trovano due grossi ovali con al centro un grande rettangolo nel quale è rappresentato un carro infuocato che trasporta in cielo il profeta Elia ancora vivo; al di sotto un cartiglio mostra il nome del padrone di casa inserito con un gioco di parole al posto di quello del profeta.   In un altro ovale sono raffigurati i tre poteri su cui si basava la società dell’epoca: la Chiesa con la mitra e il pastorale, l’esercito con la spada e gli speroni, la scienza con i libri e la corona d’alloro.   In un successivo ovale è rappresentato un mappamondo, rimaneggiato intorno nell’800, come testimonia la presenza dell’America, appena scoperta nel 1500.   A commissionare il ritocco dell’affresco furono i Radicati, famiglia che aveva acquistato il castello nel 1860 dopo che gli ultimi esponenti della famiglia Saluzzo della Manta lo avevano abbandonato non riuscendo più a sostenere le spese per il suo mantenimento.   Di particolare interesse il pavimento, realizzato con una tecnica particolare volta a riprodurre l’effetto del marmo e chiamata finto marmo: originariamente era decorato e colorato in modo da imitare le tarsie marmoree.   Questo è uno dei pochi esemplari di pavimento realizzati con questa tecnica giunti fino a noi, infatti erano molto delicati, essendo fatti con stucco e polvere di marmo.   Dalle finestre si intravede il giardino esotico, voluto nei primi decenni del 1400 da Valerano.   Allora vi erano a dimora limoni, aranci, ulivi e costituiva un luogo di svago e di riposo per i signori e per i loro ospiti, una vera raffinatezza e una rarità per quei tempi.
    Note liberamente tratte dal sito:
    https://myturnaround.it/castello-della-manta-in-provincia-di-cuneo/ ]



  4. Comparazione tra due affreschi della "Fonte della Giovinezza":    ->>> Back

    [ La critica è propensa a credere che anche la rappresentazione del tema della "Fonte della giovinezza" presente sulla parete sud della Sala Baronale nel Castello della Manta, sia dovuta allo stesso ignoto maestro (conosciuto come il "Maestro del Castello della Manta"), sia pure con l’intervento non piccolo di aiuti.   La fonte è raffigurata come una fontana in stile gotico, che viene presa d’assalto da un gruppo di donne e di uomini, alcuni ancora anziani, altri già tornati giovani, che si baciano e si abbracciano.   La scena raffigurata è piena di vis comica e di movimento, e precorre di oltre un secolo l’atmosfera del celebre quadro, con lo stesso soggetto, eseguito da Lucas Cranach il Vecchio (Kronach, 1472 – Weimar, 16 ottobre 1553) dal titolo: "Der Jungbrunnen" (La Fonte della giovinezza), ora alla Gemäldegalerie der Staatlichen Museen di Berlino.
    Note liberamente tratte dai siti:
    https://it.wikipedia.org/wiki/Maestro_del_Castello_della_Manta
    https://it.wikipedia.org/wiki/Lucas_Cranach_il_Vecchio ]

 
 

Fonte della Giovinezza al
Castello della Manta
23-03-2023 (Foto da WEB>
 
Fonte della Giovinezza di Lucas Cranach
alla Gemäldegalerie di Berlino
23-03-2023 (Foto da WEB>
 
 


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