Trama:
Quasi come in una intervista ad un personaggio che ha molta storia
alle spalle, il racconto di Adele Mander si sviluppa poco a poco e riporta alla
luce una attività lavorativa complessa e variegata che ha consentito alla
autrice di conoscere direttamente terre e popoli diversi, durante i suoi 29
anni di servizio sugli aerei Alitalia come assistente di volo.
E di modelli aerei ne ha conosciuti molti direttamente, avendoci lavorato
personalmente e avendo vissuto la loro evoluzione nelle dimensioni e nelle
prestazioni.
Nel suo racconto, si scoprono così le sigle di questi aerei, dai più
vecchi ai più recenti.
Dopo il primo volo a Baghdad, se ne sono aggiunti molti altri di medio e
lungo raggio e, proprio al termine di questi voli di molte ore, lautrice
ha potuto sfruttare i giorni di sosta per conoscere il territorio, la cultura,
le persone e anche il cibo locale.
Il libro contiene infatti una bella serie di proposte di piatti, con la ricetta
completa per la loro preparazione, simpatici suggerimenti per preparare alcuni piatti
tipici dei singoli paesi frequentati.
Durante i suoi viaggi non sono mancati i momenti di intervento per soccorrere
persone in difficoltà o in fuga da guerre e persecuzioni.
I suoi cenni allaiuto ai rifugiati in fuga dalle guerre nei Balcani o al
trasporto dei cani e dei loro accompagnatori al rientro dallaiuto ai terremotati
del Messico, forniscono uno spaccato di questa sua attività molteplice
nei cieli del mondo per portare soccorso a molte persone e non solo per accompagnarne
altre in vacanza.
Ovviamente sono descritti anche i voli più piacevoli, verso terre di vacanza
oppure per accompagnare personaggi famosi in aree di missione, come il Papa Giovanni
Paolo II, oppure personaggi dello spettacolo, della musica e della cultura.
Si tratta quindi di un mix di flash della sua vita lavorativa in giro per il mondo,
un insieme di emozioni, di incontri, di ricette che si addice bene ad una donna che
anche a terra ha conosciuto molti luoghi italiani dove si è trasferita per vivere
con la famiglia, da località del Piemonte, della Lombardia, della Liguria,
della Toscana e del Lazio, per rifugiarsi ora in Valle dAosta in un villaggio della
Valtournenche, nella valle del Cervino, al termine del suo periodo lavorativo.
Commento:
ho letto con interesse, e tutto di "volata", il libro di Adele Mander, che
mi è piaciuto molto per la simpatia e la semplicità dei suoi ricordi: lorgoglio
e la professionalità di aver lavorato per una prestigiosa compagnia aerea italiana (oggi
tristemente decaduta); la simpatia verso i passeggeri e verso i compagni di lavoro che lha
favorita molto in tutti gli anni dellimpegno lavorativo ma che ancora oggi traspare dal suo
sorriso; la bontà verso i bambini poveri indiani e il suo impegno nel sostenere le ragazzine
della missione dei religiosi italiani in Thailandia.
Ho conosciuto Adele diversi anni fa, quando lei era ormai residente in Valle dAosta al
termine della sua attività lavorativa.
Erano i tempi in cui frequentavamo i corsi di patois del BREL (Bureau Régional
pour lEthnologie et la Linguistique), i famosi "Ben de Lenva"
(Bains de Langue) in week-end allargati, in varie località della Valle dAosta.
Fin da allora mi aveva colpito per la sua simpatia e allegria e la sua volontà di
conoscere meglio la nostra "lingua del cuore" valdostana.
La nostra amicizia dura tuttora.
Consiglio la lettura di questo libro a tutti coloro che vogliono conoscere un po meglio
una vita come questa, vissuta proprio tra "cielo e terra", come viene
ricordato dal titolo stesso.
Meritoria, infine, è la volontà dell'autrice e della casa editrice di devolvere il
ricavato dalla vendita del libro alla Associazione "I nostri amici lebbrosi" - Onlus
di Chiangrai, in Thailandia.
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