Trama:
Anatolij Bukreev, il grande alpinista russo scomparso nel 1997,
è noto al pubblico italiano per il libro "Everest 1996 -
Cronaca di un salvataggio impossibile" (vedi recensione in questa
sezione).
La sua compagna Linda Wylie, ha lavorato a lungo alla raccolta dei
suoi diari, traducendoli e ordinandoli per trarne i racconti più
significativi, sia dal punto di vista alpinistico sia della filosofia
personalissima di questo grande personaggio misconosciuto.
Il saggio introduttivo di Linda Wylie fa luce
sullambiente da cui Bukreev proveniva, quello della Scuola di
Alpinismo sovietica improntata ad una selettività durissima, e
permette di capire la situazione in cui tutti gli alpinisti sovietici
vennero a trovarsi con il crollo del comunismo e lazzeramento
delle risorse che avevano permesso loro di praticare il "grande"
alpinismo fino a quel momento.
La presentazione di Galen Rowell riprende con competenza
e autorevolezza la polemica scatenata dalle ingiuste accuse
dellalpinista americano Jon Krakauer nel suo libro ("Aria
Sottile" - vedi recensione) nei confronti di un alpinista, che
aveva salvato sì delle vite umane a grandissimo rischio della
propria, ma che aveva limperdonabile torto di essere più
bravo di lui e per giunta russo.
Laureato in fisica e campione della squadra di alpinismo
sportivo dellUnione Sovietica aveva preso residenza ad Alma Ata,
nel Kazakistan.
Bukreev era riuscito a realizzare, in buona parte, il suo sogno:
aveva compiuto infatti oltre 30 ascensioni di montagne di 7000 metri
nel Tian Shan, Pamir e Caucaso e 21 ascensioni di Ottomila
nellHimalaya, molte delle quali in solitaria e in velocità
e quasi tutte senza lausilio di ossigeno.
SullEverest era salito 4 volte.
Dopo la disgregazione dellUnione Sovietica viveva
prevalentemente negli Stati Uniti e lavorava come guida in Himalaya.
Per lazione di salvataggio compiuta sullEverest nel
1996, gli è stato conferito dallAmerican Alpine Club il
"David Sowles Award".
E morto il giorno di Natale del 1997, travolto da una
valanga mentre stava compiendo la prima traversata dallAnnapurna
Fang alla vetta dellAnnapurna.
Bukreev era nato a Korkino, in una regione mineraria negli
Urali, il 16 gennaio 1958.
Linda Wylie è stata la sua compagna ed è attualmente la
sua esecutrice testamentaria.
Commento:
".. Le montagne non sono stadi dove soddisfo la mia ambizione di arrivare.
Sono cattedrali, grandiose e pure, i templi della mia religione.
Mi accosto a loro come qualsiasi essere umano si accosta ad un
luogo di venerazione.
Sui loro altari mi sforzo di perfezionarmi fisicamente e
spiritualmente.
In loro presenza tento di comprendere la mia vita, di esorcizzare
la vanità, lavidità e la paura.
Dallalto delle loro vette elevate guardo il mio passato,
sogno il futuro, e sento con una particolare intensità il momento presente.
Quella lotta rinnova la mia forza e rende chiara la visione.
In montagna celebro la creazione, perchè a ogni ascensione
rinasco.."
Ecco espresse in un piccolo paragrafo le grandi visioni di questo grande
alpinista russo che amava autodefinirsi "figlio del popolo".
Dopo il precedente libro: "Everest 1996 - Cronaca di un salvataggio
impossibile", questo libro permette di completare la conoscenza con Bukreev,
proprio perchè è tratto dai suoi diari privati.
E così scopriamo che era un atleta, un campione di alpinismo dellURSS
e che, per 6 anni, aveva lavorato duro in un gruppo selezionato di alpinisti per
meritarsi il premio di salire le vette himalayane più alte.
Una passione che lo portò, dopo la dissoluzione dellURSS, ad
emigrare negli USA e a mettersi al servizio di Agenzie Commerciali che
accompagnavano ricchi alpinisti in vetta alle montagne più famose e richieste.
Bukreev però riuscì a mantenere intatto il suo amore per le grandi
montagne e tutto il suo guadagno lo investiva per organizzare le sue salite personali.
Su questo libro-diario, egli chiarisce proprio il suo essere guida e
la necessità di ritagliare un proprio spazio da dedicare completamente alla
sua passione.
Si sente un diverso e lo spiega bene con questa frase:
".. Qualcosa dovrebbe cambiare nella vita di chi aspira a scalare le vette
di roccia e neve.
Lo sforzo richiesto per respirare laria lassù, oltre le
nuvole, può trasformare un essere umano..".
Grandezza e umanità emergono da queste pagine e ci fanno apparire Anatolij
Bukreev, teso al compimento del suo dovere di alpinista, di uomo e del suo destino,
un autentico eroe inconsapevole di esserlo.
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