Trama:
Giampaolo Pansa, uno dei giornalisti "illustri" che furono inviati
da giornali prestigiosi (lui da La Stampa) il 10 ottobre 1963,
allindomani del disastro sulla piana deserta di Longarone,
non conosceva la verità.
Non conosceva la vera storia del Vajont e della diga, forse neppure
intuiva i retroscena politici e gli stretti legami con la burocrazia
statale e con la grande industria.
Non conosceva Tina Merlin, semplice giornalista di provincia,
spesso emarginata con laggravante di essere stata nella
resistenza partigiana bellunese e di lavorare per un giornale di
sinistra: "LUnità".
Una rarità e una "vergogna" per lepoca e per
quella zona da sempre in mano alla DC bellunese.
Ma nella prefazione delledizione del 1993 del libro di Tina
Merlin, Pansa si ravvede e ne scrive la prefazione.
Riporto qui le sue prime parole che ricordano gli scritti di Tina:
" ..Oggi, chi si ricorda del Vajont?
Chi conosce la vera storia dallinizio alla fine?
I giovani non possono sapere, perchè sono nati dopo.
Gli anziani hanno vissuto, in questi ventanni tante
altre tragedie.
I superstiti hanno rimosso quel fatto dalle loro
coscienze, come unica possibilità di sopravvivenza.
Ma si può dimenticare il Vajont?.. "
Questa domanda ce la scagliava addosso, dieci anni fa, il
16 ottobre 1983, da un articolo sul mensile "Patria", una donna che
il Vajont non laveva certo dimenticato.
Quella donna si chiamava Tina Merlin, una ragazza di
Trichiana (Belluno), una ragazza diventata giornalista, una
giornalista comunista, una giornalista e una comunista di tipo
speciale, una donna anche lei da non dimenticare.
Tina aveva descritto così quel giorno, quella sera,
quellistante che avrebbe segnato per sempre la sua vita:
" ..Inizia lultimo giorno.
Il 9 ottobre 1963 è una stupenda giornata di sole.
Di questa stagione la montagna è splendida, rifulge
di caldi colori autunnali.
La gente di Casso va e viene ancora dal Toc, portando via
dalle case e dagli stavoli più cose possibili.
Ma altra gente non vuole abbandonare le case e i beni
malgrado lavviso fatto affiggere dal Comune, pressato dalle
richieste provenienti dal cantiere...
Viene la sera, e la gente, adesso, è tutta nei bar
a vedere la televisione.
Sono ancora pochissimi i televisori privati, e in
eurovisione cè la partita di calcio Real Madrid-Rangers
di Glasgow.
Due squadre molto forti, una partita da non perdere.
E infatti molta gente è scesa dalle frazioni a
Longarone, e anche da altri paesi della valle, per godersi lo
spettacolo nei bar.
La gente si diverte, discute, scommette sulla squadra
vincente.
Sono le 22,39.
Un lampo accecante, un pauroso boato.
Il Toc frana nel lago sollevando una paurosa ondata dacqua.
Questa si alza terribile centinaia di metri sopra la diga,
tracima, piomba di schianto sullabitato di Longarone, spazzandolo
via dalla faccia della terra.
A monte della diga unaltra ondata impazzisce violenta da
un lato allaltro della valle, risucchiando dentro il lago i
villaggi di San Martino e Spesse.
La storia del "grande Vajont", durata ventanni, si
conclude in tre minuti di apocalisse, con lolocausto di duemila
vittime.. "
Ecco, ricordata dalla viva voce di Tina Merlin, la storia
raccontata su questo libro.
Ma lei, invece di molti illustri giornalisti e
scrittori, va oltre e descrive i fatti fin dallinizio,
dai primi anni 50, quando interessi pubblici e privati si
allearono a politici corrotti per realizzare enormi benefici in
denaro e in potere alle spalle di povera gente, infischiandosene di
leggi, regolamenti, di sollecitazioni alla prudenza da parte di
alcuni Comuni (quelli con amministratori non corrotti o conniventi)
e di alcune persone oneste (pochi giornalisti tra cui la stessa
Tina ed alcuni tecnici che effettuarono rilevazioni "indipendenti"
di queste zone) sempre inascoltate.
Tina dovette sopportare anche un processo per calunnia a mezzo
stampa nel 1960 a Milano che fortunatamente, anche grazie alle
testimonianze personali di molta gente di Erto e Casso, ebbe esito
positivo.
Cioè venne dimostrato che le accuse e le denunce
della giornalista erano vere.
Ma nessuno venne indagato in quegli anni.
Dopo il disastro solo ling. Alberico Biadene fu
indagato e condannato a 5 anni, di cui 3 condonati.
Lingegnere stette in carcere 1 anno solo.
Ma certamente i colpevoli sono stati molti di più:
politici e politicanti, intrallazzatori, ditte private e pubbliche,
organi di controllo dello stato, ministeri, giornali e giornalisti
e addirittura buona parte della popolazione e molti sindaci
che per ignoranza e per convenienza hanno tappato le
orecchie e gli occhi.
Commento:
Ho scoperto, discutendo di persona o su Internet con alcuni
giovani, che la vicenda del Vajont è semisconosciuta.
E tornata di moda ora con i film e con lo
sceneggiato di Marco Paolini.
Ma molti non si sono documentati a fondo, pensando
forse che quello fosse un caso lontano, sporadico, provocato da
cause naturali e dalla montagna "assassina".
Leggere questo libro è quindi un dovere morale.
" .."Sulla pelle viva" è un libro sul potere come
arbitrio e sui mostri che può generare.
Larroganza di troppi poteri forti.
Lassenza di controlli.
La ricerca del profitto a tutti i costi.
La complicità di tanti organi dello Stato.
I silenzi della stampa.
Lumiliazione dei semplici.
La ricerca vana di una giustizia.
Il crollo della fiducia in una repubblica dei giusti.
Cè tutto questo nel racconto di Tina Merlin.
E sta in questo la modernità bruciante del suo libro.. "
(dalla Prefazione di Giampaolo Pansa)
Fu un massacro deliberato, ancora più grave poichè
le denunce premonitrici ci furono.
Oltre a quelle di Tina, apparse su "LUnità" e su
"Patria" unici fogli che accettarono i suoi articoli, furono
inascoltate anche decine e decine di denunce di molti comuni (i cui
Sindaci non erano corrotti e conniventi) allarmati dalle
frane e dai terremoti che colpivano i loro paesi fin
dallinizio dei lavori.
Le persone oneste non dovrebbero mai dimenticare queste vicende!
Perdere la memoria o non voler conoscere fatti come questi è
come non volere la democrazia e preferire una dittatura dei poteri
forti e corrotti.
Chiudere gli occhi su quelle vicende, significa anche permettere
che altre malefatte continuino a capitare (e infatti molti disastri
simili sono avvenuti di nuovo negli anni successivi fino ai giorni
nostri...).
Buona lettura!!
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