Trama:
Nel 1968 Reinhold Messner scrisse un articolo intitolato
"Direttissima oder Mord am unmöglichen", nel quale lanciava un grido
dallarme in favore del rispetto delletica in montagna e del rispetto
per il "Drago mitico":
"... Il Drago è avvelenato, Siegfried è
disoccupato... la mia preoccupazione è per il Drago morto...
Deve succedere qualcosa prima che lImpossibile sia sepolto...
Perciò salvate il Drago!...".
Chiari sono i riferimenti alla epopea dei nibelunghi!
Queste frasi sembravano scritte per Claudio Barbier, celebre alpinista
belga (molto conosciuto in Italia, specie nelle Dolomiti), chi più di
lui poteva goderne il significato profondo, simbolico, mitico?
Il 26 settembre 1969 Claudio, in risposta agli articoli di Messner,
aprì la "Via del Drago" sul Lagazuoi Nord con i suoi amici
Almo Giambisi e Carlo Platter.
Gino Buscaini citò la "Via del Drago" nel suo libro
"Le cento più belle Vie delle Dolomiti" e così questa
"Via" divenne una bella classica.
Claudio Barbier nacque nel 1938 in una famiglia borghese belga che,
oltre alla scuola in lingua francese, gli fece frequentare le scuole
fiamminghe per fargli conoscere anche questa cultura e la sua lingua.
Ma Claudio, crescendo, aveva anche imparato il tedesco, linglese e
litaliano che parlava correttamente avendo frequentato per anni le
Dolomiti.
Claudio Barbier divenne un fortissimo alpinista dolomitico, conosciuto
molto bene in Italia e in Francia e poco in Belgio, sua patria.
Aprì molte vie in Dolomiti e fece moltissime prime ripetizioni anche
in solitaria su fantastiche pareti con difficoltà molto sostenute.
Fece una prima famosa concatenazione di Vie sulle Tre Cime ed anticipò
di un ventennio lattuale moda.
Morì a 39 anni in una palestra belga nel 1977 (a Freyr, famosa zona
per larrampicata sportiva nel sud del Belgio) come Comici suo idolo
sportivo, mentre stava aprendo una nuova via per laddestramento dei
soci del CAB (Club Alpino Belga).
Lautrice di questo libro Anna Lauwaert, sua compagna di vita per
un breve periodo fino alla morte di Claudio, scrive questo
appassionato ricordo dellalpinista dopo molti anni dalla morte del
compagno, in lingua italiana (come sarebbe piaciuto a Claudio),
dopo averlo scritto in lingua francese ma senza aver ottenuto una
possibilità di pubblicazione presso gli editori francesi.
Nel 1994 riesce a trovare la collaborazione con il CDA di Torino e
così colma questa lacuna e offre ai lettori queste intense ed
appassionate pagine di ricordi di un "forte e puro" alpinista.
Del suo libro, Anna dice:
"... evidentemente avevo scritto un libro da donna.
Non tutte hanno avuta la fortuna di incontrare uomini dei quali
avrebbero voluto immortalare il ricordo e non potevo sopportare
lidea che Claudio sarebbe stato presto dimenticato, persino nel
mondo degli alpinisti...
Perchè per tutta la sua vita Claudio visse tra gli eroi, le chimere,
i sogni e i Draghi...
Spesso si poteva dubitare che non fosse lui stesso uno di loro...".
Commento:
E difficile rappresentare la vita e lattività
alpinistica di un alpinista evitando di redigere una semplice e grigia
lista di vie aperte, prime ripetizioni, ecc..
E ancora più difficile raccontare la storia di un
alpinista così schivo, timido ed impulsivo insieme, poco amato
e conosciuto in Belgio e sempre ben accolto in Dolomiti, dove era
presente per lunghi mesi nei vari rifugi o ospite in casa dei molti
amici.
Conosceva e aveva arrampicato con famosi alpinisti come Lacedelli
e Messner.
Ma molti tra i più forti arrampicatori degli anni
60 - 70, hanno legato la propria corda con la sua.
Restano famose alcune sue battute nei confronti dei "granchi"
(alpinisti principianti o considerati tali da lui) che incontrava
in montagna e in falesia.
Una tra queste, è la seguente:
"... Visitiamo la palestra di roccia ai Gaillands.
Un ragazzo arrampica usando i cloggs, Claudio scherza: - Questo è
barare! -.
Il ragazzo replica: - Perchè? Sei della polizia? -.
Poi rifà la via senza i cloggs.
- Allora? E barare questo? - replica il ragazzo.
- No! - sfotte Claudio, - questo è conoscere a memoria...".
Anna racconta alcuni comportamenti di Claudio che ci fanno conoscere
meglio alcuni aspetti del suo carattere e della sua tempra.
"... Claudio conosce in dettaglio tutto il suo materiale, si
ricorda dove e quando lo ha comperato, trovato, ricevuto o fregato;
si ricorda i prezzi di allora e sa i prezzi di adesso, e paragona
persino i listini dei diversi negozi e le diverse qualità.
Ogni volta che accarezza con amore la sua collezione di chiodi
ripete: - Questa è la mia banca! -.
Poi ricomincia a fare i calcoli... - un chiodo comperato tanti anni fa
costa oggi tanto di più... -.
Sua madre mi raccontò la storia della sua ultima corda nuova.
Come al solito, Claudio le aveva chiesto un sussidio straordinario per
comperare una corda nuova...
- Ancora una corda nuova! - protestò la madre.
- Una corda costa meno di un funerale - era stata la battuta di Claudio.
- Si, ma un funerale si paga una volta sola - fu la replica della mamma
di Claudio, che fu però il più grande sponsor (economico) delle sue
imprese sportive..."
Se volete conoscere un vero e puro alpinista di altri tempi,
leggete questo libro!
Vi commuoverà!...
Un messaggio di Anna Lauwaert:
Da: <anna@lauwaert.ch>
A: <e.fiorentini@flashnet.it>
Oggetto: claudio barbier
Data: giovedì 30 dicembre 2004 - 17.52
Ogni tanto faccio un giretto su internet ed era un po che non avevo guardato le nuove a proposito
di Claudio quando nel 1996 abbiamo fatto sul Pordoi una piccola festa per ricordarlo ed ufficializzare
il libro... su internet non cera nemmeno un sito che parlava di lui!
Grazie di aiutarmi a farlo conoscere !
Anna
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