Trama:
Jon Krakauer, il famoso autore di "Aria Sottile" nel 1997 (vedi
relativa recensione) si era già cimentato nel 1990 nella produzione
di un libro: "Eiger Dreams" (titolo tradotto in "Il Silenzio del
vento" nella versione italiana edita da Corbaccio nel 1999) che è
la raccolta di racconti che erano già apparsi precedentemente su
alcune riviste americane.
In effetti, il racconto "Eiger Dreams" che dà il titolo al
libro era già apparso sulla rivista "Outside" nel marzo del 1985
ed altri racconti sulla stessa rivista e su "New Age Journal" e
"Smithsonian" con apparizioni negli anni successivi fino al 1989.
Poi nel 1990, Jon Krakauer scrive lultimo racconto (il 12°):
"Il Devils Thumb", forse per compensare con una strepitosa riuscita
di una arrampicata estrema su una cima "incredibile" in Alaska (il Devils
Thumb appunto), il disastroso tentativo dellarrampicata sulla parete
Nord dellEiger, descritto nel 1° racconto che apre il libro.
In questa raccolta di articoli, Krakauer descrive esperienze
mozzafiato proprie ed altrui sulle pareti delle più ambite e
difficili montagne del mondo.
I capitoli del libro che raccolgono i vari racconti hanno il seguente
titolo:
- Sogni sullEiger
- Gill
- Il ghiaccio di Valdez
- Prigionieri in tenda
- I ragazzi volanti di talkeetna
- Club Denali
- Chamonix
- Nei canyon
- Una montagna più alta dellEverest?
- I gemelli Burgess
- Una brutta estate sul K2
- Il Devils Thumb
E una lettura interessante e coinvolgente che è la premessa
a quelle delle sue ultime opere: "Nelle terre estreme" e "Aria sottile".
"Il Silenzio del vento" è attualmente in testa alle classifiche di
vendita di molti paesi europei.
Commento:
Già da questa opera, Jon Krakauer dimostra una grande capacità
descrittiva degli ambienti e delle situazioni dellarrampicata estrema
e fa intuire, oltre alla bravura dello scrittore/giornalista, anche
quella dellalpinista che conosce a fondo le emozioni che descrive.
La sua attenzione è spesso rivolta più allanalisi della
passione per il rischio che non ai risultati.
Scopo del libro è sfrondare la mistica che circonda
lalpinismo e dimostrare che:
"...di fatto gli scalatori non sono, per
la maggior parte, degli squilibrati (sic!!), ma solo persone soggette ad una
forma particolarmente acuta della -Condizione Umana-...".
Alla fine di questo libro, il lettore capirà meglio non solo perchè
gli alpinisti scalino, ma perchè tendano ad essere così ossessionati
dalle scalate.
Lo stesso Jon Krakauer, dopo aver apportato unaggiunta alla
-Nota dellAutore- sulla nuova edizione del libro, dice:
"Oggi, a quarantacinque anni (siamo nel 1999), confesso di aver
continuato ad arrampicare, ancora di più di quando ne avevo venti.
Anche questa mattina appena alzato, prima di sedermi al computer ad
affrontare la mia dose quotidiana di parole, sono salito per tre ore
sulla meravigliosa arenaria rossa dellEldorado Canyon in Colorado.
Linesorabile verità è che lalpinismo è parte
fondamentale di ciò che sono.
E ho il sospetto che, nel bene e nel male, lo sarà finchè vivrò.
Forse questo libro potrà aiutarvi a capire perchè...".
Jon Krakauer
Boulder, Colorado
Giugno 1999
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