Trama:
Jon Krakauer, giornalista e arrampicatore americano (nato nel 1954)
e cresciuto nellOregon dove suo padre e i suoi amici, tutti famosi
alpinisti, fecero crescere in lui la passione per la montagna,
fu inviato dalla rivista americana "Outside" (per la quale lavorava)
in Nepal nel marzo 1996 per partecipare ad una delle spedizioni
"commerciali", guidata da famosi alpinisti e guide, per scalare il
Monte Everest.
Lo scopo era quello di scrivere un articolo sulla proliferazione
delle scalate a pagamento (dalle poche agenzie specializzate
nellaccompagnare alpinisti su montagne estreme veniva richiesta una
cifra tra i 60 e i 100 milioni di lire di allora a testa).
Krakauer si trovò così inserito in un gruppo di 8 alpinisti
(clienti) condotto da Rob Hall, una nota guida neozelandese.
Al campo base dellEverest, sulla seraccata del Khumbu,
incontrarono molte altre spedizioni, molte delle quali di tipo
"commerciale".
Il 10 maggio, dopo molti giorni di acclimatamento e di avvicinamento
sui vari campi in quota, raggiunse la vetta dellEverest ma una tempesta
colse di sorpresa le quattro spedizioni che si trovavano sulla cima o nei
pressi della stessa.
Alla fine della giornata 9 alpinisti erano morti, incluse due delle
migliori guide e capi di altrettanti gruppi (tra cui lo stesso Rob
Hall, capo spedizione di cui Karakauer faceva parte).
Krakauer è tra i fortunati che riuscirono a ridiscendere
dallEverest (la montagna chiamata "Dea del cielo = Sagamartha").
Il suo libro: "Into thin Air (Aria Sottile)" del 1997 che completa
ed integra gli articoli usciti sulla rivista "Outside" a seguito
dellimpresa, vuole non solo essere una denuncia su un certo modo di
affrontare le grandi montagne e i loro rischi, nè una sola
testimonianza del perchè quella tragedia si poteva evitare, ma vuole
offrire anche un esame sulle motivazioni che spingono gli alpinisti
ad affrontare queste prove: lascetismo masochistico degli alpinisti
unito ad una buona dose di follia, come viene definito da Jon.
Lintensità dello sforzo, lalta quota e il numero e
modalità degli eventi che si sono così drammaticamente succeduti
hanno contribuito a dare allesposizione di Krakauer un taglio particolare,
avvincente e suggestivo.
Alcuni dettagli del suo racconto sono stati definiti non veri o
distorti da altri sopravissuti.
La critica di Krakauer nei confronti della guida russa Anatolij
Bukreev che conduceva un altro gruppo in vetta e che fu artefice di molti
salvataggi di persone sul Colle Sud, produsse numerose proteste e critiche
verso Krakauer.
In contrapposizione ad Aria Sottile fu pubblicato nel 1997 il libro
"The Climb" (Everest 1996 - Cronaca di un salvataggio impossibile
nelledizione italiana CDA del 1998 -vedere recensione), scritto a
due mani da Bukreev e dal giornalista americano G.Weston DeWalt.
Anche la lettura di questo secondo libro è utile per completare il
quadro degli avvenimenti, visti da due angolazioni diverse da due
alpinisti presenti alle tragiche vicende.
Commento:
Jon Krakauer aveva già affrontato molte arrampicate
importanti in Nord America ed in Patagonia quando si dedicò alla
scrittura a tempo pieno collaborando con Riviste e giornali.
Scrive molti articoli sul mondo della montagna e nel 1990 pubblica
"Eiger Dreams" (Il Silenzio del Vento) tradotto in tutto il mondo
(vedi altra recensione).
Nel 1996 coglie loccasione della vita,
offertagli dalla rivista "Outside" per coronare il suo sogno di
alpinista (non solo suo credo) di salire lEverest ad unetà
già critica (nel 1996, Krakauer aveva 42 anni).
Pur non essendo un grande alpinista, stile Messner od altri grandi
arrampicatori himalayani, Jon Krakauer è riuscito a raggiungere
la vetta, a ritornare vivo e a scrivere questo libro che,
contrariamente al parere di altri lettori, ho trovato avvincente,
veloce nella descrizione delle situazioni, asciutto nella descrizione
e coinvolgente.
Questo libro si fa leggere tutto di un fiato.
Consiglio questa lettura agli amici di ISM e suggerisco di leggere
prima "Aria Sottile" e solo successivamente "Everest 1996 - Cronaca
di un salvataggio impossibile" di Bukreev..."
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