Le radici del cielo

di Andrea Gobetti


Le radici del cielo

Titolo:  Le radici del cielo
Sottotitolo:  ---
Autore:  Andrea Gobetti
Casa editrice:  CDA - Centro Documentazione Alpina di Torino
Anno prima pubblicazione:  1986
1° edizione CDA:  Collana di letteratura - giugno 1986
Prefazione:  Beppe Dematteis

Prezzo indicativo:  Lire 18.000
Pagine:  pp. 200
Formato:  cm. 13,5 x 21


Commento del 21/4/2002 di Enea Fiorentini

Trama:
Andrea Gobetti, nato a Torino nel 1952, è divenuto uno speleologo di fama internazionale, dopo anni di frequentazione di grotte e montagne in moltissime parti del mondo.
Dopo la felice esperienza della pubblicazione del suo primo libro nel 1976: "Una frontiera da immaginare" (vedi recensione su questa raccolta), si cimenta nel 1986 in una nuova opera: "Le radici del cielo" dove continua l’esposizione delle sue avventure in una maniera surreale.
In effetti, sotto la parvenza di un romanzo d’avventura, di un racconto fantastico frammentario e spezzato, questo libro offre soprattutto uno spaccato su un’esistenza nella speleologia, cioè anche un’educazione minuziosa maturata lentamente e stravolta nelle esperienze dell’autore, diretta a un centro, alla ricerca di un limite e di una liberazione che diano all'uomo la possibilità di attuare le proprie possibilità.
Con la leggerezza tipica del nomade, facendo largo uso di simboli, canzoni, poesia e deducendo assiomi da verità incongrue ma inoppugnabili, narrando di "Coraggio", di "Disperazione" e di "Paura", Andrea Gobetti trasporta il lettore nel regno del sotto-terra, nelle sue favole e nelle sue storie di miti e follie, là dove niente è vero ma sempre assoluto, mai raggiunto ma sempre raggiungibile.
Si gusta appieno questa lettura, se prima si è letto il suo primo libro: "Una frontiera da immaginare" che meglio introduce nella conoscenza dell’autore.

Commento:
Per commentare questo libro, non trovo migliori parole di quelle dello stesso Andrea, presenti nella Introduzione:

"... Quando tutte le grotte del mondo saranno chiuse, il Cielo perderà le sue radici e fuggirà via, lontano, tanto lontano da diventare tutto nero.
Allora lo ritaglieranno e ne faranno degli abissi nuovi...
".

Un ulteriore sollecito alla sua lettura, lo trovo in alcune parole di Beppe Dematteis (figura storica della letteratura e dell’alpinismo occidentale) che ha curato la Prefazione di "Le radici del cielo":

"... La Speleologia si presentò un giorno al Palazzo della Cultura.
Voleva esservi ammessa.
Non che la cultura le interessasse molto: le bastava un piccolo posto per sopravvivere, in un mondo crudele con i balordi.
Perciò, su consiglio di un suo adepto, certo E.A. Martel, s’era vestita con un "tailleur" fatto di due parole greche, di cui la seconda: -logos- copriva prestigiosamente le sue vergogne.
Lo stratagemma riuscì: venne accettata, sebbene con molte astensioni e col voto contrario dell’Articolo-di-Fondo (roba da cronaca) e dell’Estetica (guarda che unghie sporche, le aveva sussurrato Albert Camus).
Particolare curioso: il verbale della seduta è firmato da certo René Daumal, che però risulta essere nato solo vari anni dopo.
Scherzi del vino...
".

Ombra di Cielo è il luogo dove l’esploratore trova forse una risposta per sè e per tutti, in quel buio impalpabile che si apre sotto i nostri piedi e sotto la materia spessa e pesante delle nostre cose, e da cui si dipartono le radici di tutto, anche, appunto, del cielo.
E’ un altro libro che, come il primo, si legge tutto d’un fiato.
Auguro una buona lettura a tutti gli amici che vogliano seguire questo mio consiglio..."


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