(Una nuova escursione allinterno del Parco Naturale valdostano del Mont Avic, nella zona dei laghi)
di Enea Fiorentini
(Il Parco Naturale del Mont Avic - Collana Verdi Sentieri - Kosmos Edizioni, Torino - 1995) |
Lescursione "effettuata"
|
Qui inizia il sentiero n.5 che, con direzione Nord, conduce al Col du Lac Blanc situato sui confini meridionali del parco.
|
|
Il sentiero col fondo roccioso inizia subito a salire rapidamente ai bordi di un piccolo ruscello che scende dai piani superiori.
I cartelli del parco e i segnali rossi dipinti sulle rocce non consentono di sbagliare percorso.
|
Cammino su questo avendo il piccolo corso dacqua alla mia destra ed infine raggiungo il lago Muffé (m 2080), che lo alimenta.
Questo è il primo lago che incontro nella giornata.
|
|
Vedo, infatti, i primi gruppi di turisti aggirarsi attorno al lago e alcune famigliole che si preparano a fare il pic-nic lungo i suoi bordi: per loro lescursione finisce qui, i bambini giocano rincorrendosi attorno al lago in mezzo alle mucche al pascolo.
|
Percorro qualche tornante e finalmente raggiungo il Col du Lac Blanc (m 2309).
Sul colle corrono i confini del Parco che sono ben segnalati con ometti e cartelli vari.
|
|
Oltrepassato il colle, entro nel Parco Naturale del Mont Avic e il sentiero scende rapidamente verso i boschi e i laghi, traversando suggestivi
affioramenti rocciosi di ofioliti (serpentiniti di colore verdastro) e di altre rocce metamorfiche con lenti di talco e di pietra ollare, tutti ricoperti da licheni multicolori.
|
Molti indossano costumi e stanno prendendo il sole distesi sui prati o allungati sulle sedie a sdraio.
|
|
Ho fame: mangio un panino e bevo un bicchiere di vino sulla veranda del rifugio, godendomi un po di sole. Poi, indosso nuovamente lo zaino, prendo i bastoncini e, salutati i gestori del rifugio, proseguo la mia escursione avvicinandomi al Lac Blanc. |
Sullo sfondo, il M.Avic e il M.Revi |
Questo bel lago si trova in unampia conca rocciosa ed è collegato da un breve immissario al Lac Noir,
situato ad una quota leggermente superiore.
|
Non mi ero reso conto di quanto fossero numerosi i licheni qui attorno e di quante forme e colori fossero dotati: crostosi bruno-rossastri, oppure giallo-crema chiaro, a macchie irregolari di colore giallo uovo, o con forme a foglia di colore verde-grigiastro, fino a forme terricole di colore bianco ed altre infine di colore rosso o giallo paglierino. |
|
Ovunque qua attorno, guardando sulle rocce e sul terreno con maggiore attenzione, scorgo queste macchie variopinte dei licheni che danno un tocco di colore in più, aggiungendosi al verde smeraldino delle acque del lago e al verde intenso e a tratti scuro delle conifere. Proseguo sul sentiero che da qui in poi assume la numerazione 5C e mi lascio alle spalle il Lac Noir prendendo lentamente quota. |
Transito più in alto rispetto al bordo del lago successivo, il Lac Cornu (m 2170) e lo ammiro dallalto camminando sul sentiero che transita sul suo versante settentrionale, sulla sinistra orografica degli immissari/emissari. |
|
Sono di nuovo in mezzo al bosco fitto e il sentiero lo supera con diversi tornanti.
|
Qui inizia uno dei tratti più impegnativi del sentiero.
|
Questa spettacolare cascata supera, con un grande effetto scenico, il verticale gradino roccioso alto circa 200 metri che divide in due parti la valle dei laghi. Il fragore dellacqua che cade mi guida verso la giusta direzione. Risalgo numerosi tornanti e il sentiero, divenuto completamente roccioso, è sostenuto a valle da muretti di rocce accatastate. |
|
|
Esso ha il fondo formato da gradini regolari costruiti alla perfezione con lunghe pietre locali.
|
|
Il sentiero ritorna in piano ed entra in unampia valle quasi interamente occupata dal Gran Lac (m 2492).
|
Verdi pendii e praterie colme di fiori convergono verso questenorme bacino, che è il lago naturale più vasto della regione valdostana. Tutte le acque dei vari ruscelli e torrenti della zona e quelle che escono dai tanti laghetti che sono situati in conche più elevate, si gettano nel lago e lo alimentano. |
|
Allinizio della grande area sul versante settentrionale del lago, conosciuta come Gran Betassa, incontro alcune persone che prendono il sole nei pressi del rifugio della Forestale.
|
Sulla stessa piattaforma su cui è situato il Gran Lac, si trovano numerosi laghi minori e molte zone umide (le torbiere) che hanno occupato le conche desarazione glaciale.
|
Mi fermo un attimo per scattare alcune foto al lago e ai monti circostanti. Dopo poco più di 10 minuti di sosta, riprendo il cammino, supero ledificio in pietra della Forestale e piego verso sinistra (ovest) seguendo tracce di sentiero. Supero vari ripiani rocciosi che raccolgono le acque di piccoli laghi e raggiungo, in una mezzora di cammino, il bordo del Lac de la Leità (m 2538) dalle dimensioni più grandi tra i laghetti di questa zona. |
|
La colorazione delle acque di questi laghi varia dal verde chiaro, allazzurro, al grigio fino al verde scuro e dipende dalla colorazione delle rocce del fondo e di quelle che li racchiudono oltre che dalla luminosità del cielo. |
Continuo ancora a salire e supero una serie di laghi.
|
|
Sono le ore 14 circa e arrivo alla meta prefissata dopo circa cinque ore, di cui quattro di cammino effettivo e una per soste varie. |
Sono completamente solo e mi siedo sullerba del colle per consumare una veloce colazione al sacco.
|
|
Daltronde sono già salito in cima al Mont Glacier seguendo litinerario normale che parte da Dondena, la frazione dellalta valle di Champorcher,
famosa come importante punto di partenza per escursioni ed arrampicate sui monti della testata della valle: Rosa dei Banchi, Mont Glacier, La Tersiva, ecc.
|
|
Anche lui fa sosta qui per uno spuntino.
|
Non mi va, inoltre, di camminare di nuovo sugli stessi sentieri.
|
|
Decidiamo di raggiungere il Colle Gran Rossa (m 2766) che divide la Gran Rossa (m 2866, ad est) dal Mont Glacier (m 3186, ad ovest), sulla gran bastionata che fa da confine meridionale del parco.
|
Alle ore 15 in punto, lasciamo il Col Medzove e i sentieri sicuri del parco.
|
|
A volte ci separiamo e cerchiamo percorsi personali,
poi ci ritroviamo al di sopra di grandi ammassi mentre convergiamo verso un canalino verticale che ci sembra il miglior percorso per raggiungere il colle.
|
Hanno un colore azzurro chiaro, dovuto al ghiaccio semisommerso e al gran riflesso del cielo. |
|
Saltando da un sasso allaltro, raggiungiamo la base del canalino verticale.
|
Per noi sono isole importanti da raggiungere, mentre affrontiamo questo scivolo di sfasciumi in cui affondiamo con gli scarponi fino alle caviglie. |
|
Con grande fatica e sfruttando ogni appiglio stabile, raggiungiamo finalmente la piccola sella del Colle della Rossa e ci riposiamo un po. Abbiamo impiegato quasi unora per salire questo canalino con un dislivello di poco più di 150 metri dal Col Medzove, ma è stato veramente duro. Siamo a 2766 metri di quota e finalmente la vista può spaziare anche nel versante della valle di Champorcher, mentre il panorama si fa più ampio alle nostre spalle, su buona parte del parco naturale. |
Oltre la sella, lo sguardo scorre sui monti più importanti dellalta valle di Champorcher che formano il confine tra la Valle dAosta
con il Piemonte e il Canavese in particolare: Monte Nero (m 2737), Becco Mollère (m 2638), Bec Larissaz (m 2763), Becco Pragelas (m 2908), Cima Beccher (2945) fino alla cima più alta della Rosa dei Banchi (m 3164).
|
|
Guardiamo al di là del valico per capire dove possiamo scendere e notiamo,
su un ripiano erboso sottostante, un bel gruppo di stambecchi placidamente accovacciati in pieno sole, ad un centinaio di metri da noi.
|
Inoltre siamo in piena luce e siamo osservati attentamente da molti occhi e ascoltati da molte orecchie. Riesco a malapena a scattare una foto al gruppo e poi ci accorgiamo che in cielo stanno volteggiando un paio di aquile. |
|
Gli stambecchi si muovono lentamente dal loro ripiano,
tagliano tutto il versante est della montagna poco sotto di noi, sparendo rapidamente alla nostra vista.
|
Con un passo più spedito e sempre al di fuori di qualunque sentiero o traccia, scendiamo nel vallone puntando al ripiano erboso sottostante che forma un piccolo altopiano e che contiene un laghetto. |
|
Dopo unora di cammino dal colle, lo raggiungiamo e ci fermiamo ai bordi dello specchio dacqua.
|
Il Colle Gran Rossa, da dove siamo scesi, ci appare ormai molto lontano. |
Di fronte a noi il panorama sulle cime della valle di Champorcher si fa sempre più imponente.
Verso est, alla nostra sinistra, cè una cresta con unelevazione importante: il Bec Raty che sbarra la visuale e il cammino.
Ora ci sono due possibilità.
Possiamo scendere direttamente a valle, seguendo il percorso dellemissario del lago raggiungendo la frazione di Dondena.
Oppure si può risalire la cresta del Bec Raty seguendo tracce di sentiero che la superano con direzione est.
Guardiamo ancora la cartina e decidiamo di fare ancora uno sforzo in salita.
|
|
Siamo a circa 2400 m di quota.
|
|
Scendiamo rapidamente su un buon sentiero che è presente su questo lato del valico e in una ventina di minuti raggiungiamo il bordo meridionale del Lago Raty a 2283 m di quota.
|
E anche lultimo che incontreremo in questa entusiasmante giornata.
|
|
Alle ore 18 circa, lasciamo questa bella balconata sormontata a sinistra dal Bec Barmasse (m 2296) e seguiamo il sentiero che scende,
con molti tornanti, nel vallone scavato dal torrente del Lago Raty.
|
Seguiamo ancora alcuni tornanti e finalmente, dopo alcuni minuti, siamo sulla strada sterrata di Dondena alla quota di 1940 metri. Sono le ore 18,40. Il piccolo corso dacqua che ci ha accompagnato nella discesa, sottopassa la sterrata e prosegue la sua corsa fino a confluire nel torrente Ayasse nel fondo della valle principale. |
Svoltiamo a sinistra e camminiamo sulla larga sterrata in leggera discesa.
|
|
Scopriamo il comune amore per le camminate in solitaria
e per la fotografia di ambienti naturali.
|
Enea Fiorentini
< Ricordi di una lunga escursione ad anello nella zona dei laghi allinterno del Parco Naturale Mont Avic (Valle dAosta),
effettuata il 21/8/2001 >.
(Note scritte a Roma il 20/12/2003)