Una bella escursione in un solitario e selvaggio vallone laterale
della Valle di Champorcher in Valle dAosta
di Enea Fiorentini
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Qualche considerazione preliminare
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E vero che salgo anche le Vie Ferrate
della Valle dAosta, così come sono salito su quelle di altre regioni, ma non
sono un grande entusiasta e non sono favorevole alla loro proliferazione...
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La premessa
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Avevamo, infatti, già camminato
allinterno di alcuni di questi ripidi e sinuosi valloni che si inoltrano verso sud
in direzione delle cime di confine con il Canavese, e ho lasciato il ricordo di queste
avventure in alcune pagine tra i miei racconti, presentati nella sezione relativa del
mio sito web.
Conoscevo già da molto tempo il solco principale di questa valle e il suo
versante orografico sinistro, per aver compiuto le escursioni sulle Alte Vie e nel Parco
del Mont Avic penetrando in esso dal suo lato sud confinante con la Valle di Champorcher.
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partenza del sentiero per la Valle della Legna |
Lescursione nella parte centrale della Valle della Legna
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Per raggiungere limbocco della Valle
della Legna, occorre risalire la Valle di Champorcher (la prima a sinistra entrando in
Valle dAosta) che si distacca dalla valle centrale valdostana a partire dal paese
di Hône, dopo il superamento del fiume Dora Baltea.
Si risale la Valle di Champorcher fino alla frazione Mellier (c. m 1300 slm)
poco prima del capoluogo Château e, seguendo la segnaletica locale, si prende una piccola
strada asfaltata che attraversa lAyasse e raggiunge in breve la località di
Outre lEve (c. m 1229 slm).
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situata proprio di fronte alla partenza dei sentieri per il Vallone della Legna |
Così, Mario ed io cinoltriamo di nuovo in questo mondo solitario con gran piacere, per abbandonare per qualche ora il ritmo e il rumore della vita di città, da dove veniamo. Vogliamo camminare e salire in alto, ma ci piace farlo senza usare mezzi di risalita e in zone ancora non contaminate o affollate da un turismo di massa. La Valle della Legna è ancora una di queste. |
allinizio della Valle della Legna |
Come ricorda Marina nel suo racconto,
anche noi sappiamo dellesistenza di un progetto per la costruzione di una strada
interpoderale che dovrebbe essere costruita allinterno di questa lunga valle, ma
speriamo che questo costoso e inutile progetto non venga mai portato avanti, in modo
che la magìa di questa valle rimanga intatta, cosě come la troviamo oggi, per chi
verrà a conoscerla dopo di noi.
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Una cura importante per due servizi
vitali per la vita pastorale e agricola di un tempo: il sentiero e lacqua.
Il sentiero serve ancora (non solo per esigenze turistiche) e lacqua
è oggi raccolta in bacini e distribuita dove serve con tubazioni moderne sotterranee
tramite irrigatori a pioggia che sinnestano alle relative bocche poste
allinterno di pozzetti di cemento.
La tecnologia moderna ha definitivamente ucciso unarte antica, anche se
faticosa: quella della costruzione e della manutenzione dei canali, a pendenza costante,
per il trasporto dellacqua verso le praterie e le zone più aride.
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Lescursione nel vallone del lago Vercoche
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alla piana di Vercoche |
omonimo e il Bec Laris (a destra) |
Cervino e M.Rosa) dallalpe Vercoche |
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Sulla nostra sinistra la Cresta di Vorèa, molto frastagliata, si innalza verso la Punta di Vorèa (m 2554) e termina alla Punta Santanel (m 2721) che si collega, con una breve cresta, alla vetta del Monte Nero (m 2737). Al centro della bastionata, rocce nere contengono il grande lago Vercoche e sulla loro sinistra si nota un manufatto per convogliare le acque dellemissario verso il basso, in maniera controllata. Sulla destra della costiera rocciosa più alta che contiene il lago Vercoche appare, sempre più verticale, la guglia del Becco Mollère (m 2638), mentre allestrema destra sinnalza, poco sopra di noi, il Bec Laris (m 2426). Sotto questa cima, in corrispondenza di un evidente tetto scuro, possiamo intravedere la traccia del sentiero (- n.5 -) che raggiunge il lago Vercoche e questa zona, partendo dagli alpeggi alti della località Chardonney di Champorcher. In breve raggiungiamo le pietraie, dove il sentiero diventa più verticale e si inerpica, con molte brevi e ripide svolte, verso un evidente intaglio della bastionata rocciosa, sulla nostra destra. Progressivamente, spariscono prima gli alberi e poi lacqua che si inabissa sotto la pietraia: questultima non è più visibile ma si sentono ancora bene i suoi gorgoglii, sotto i nostri piedi. La parte alta di questa testata della valle è ancora ricolma di neve. Cerchiamo di evitare di attraversare le zone innevate per ragioni diverse: per la poca tenuta del manto nevoso (vista la stagione ormai quasi estiva e il caldo elevato), per le nostre scarpe poco adatte ad affondare nella neve e per evitare di creare ampi buchi nella neve dove sprofondiamo facilmente. Scrutiamo i possibili passaggi sopra di noi e sfruttiamo le poche zolle di terra già libere dalla neve e scegliamo un percorso più faticoso sopra alti sassi della pietraia. |
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la bastionata del lago Vercoche |
dellemissario del lago Vercoche |
che sorregge il lago Vercoche |
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Arrivo al lago Vercoche
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Da questo poggio roccioso, il panorama sul lago Vercoche è grandioso e quello su tutte le cime alle nostre spalle, verso nord, è molto esteso: dal Cervino fino a tutte le vette del gruppo del Monte Rosa, incluse quelle più vicine della parte bassa della Valle dAyas. Essendo allinterno di una enorme conca, non riusciamo ad ammirare il panorama sul versante canavesano, verso sud oltre il lago, poiché ancora nascosto dalle cime sovrastanti. Scendiamo dal dosso roccioso e raggiungiamo il cartello segnaletico e turistico, posto poco più in basso sul bordo del lago. Con un breve percorso in saliscendi, tra vallette colme di neve e alti roccioni, raggiungiamo il bordo opposto del lago, quello sinistro (est). Qui sorge la capanna della CVA (Compagnia Valdostana delle Acque), e una parte della costruzione ha funzione di rifugio, con letti a castello, stufetta a legna e tavolo con panche. Nelle vicinanze cè un basso sbarramento in cemento del lago, costruito più che altro per il controllo delle acque, poiché questo bacino è un lago naturale ma con un livello variabile del volume dacqua che esso può contenere. Il cartello che abbiamo appena superato, indica che questo bacino ha una capacità di 1,1 milioni di metri cubi dacqua e che la profondità del lago, nel suo centro, raggiunge i 28 metri. |
oltre i contrafforti del vallone di Vercoche |
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La sosta alla capanna CVA e il ritorno a valle
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Mangiamo qualcosa "al volo" e ci rivestiamo.
Ho fretta di ridiscendere di corsa, oltrepassando la parte innevata
e raggiungendo zone più a bassa quota, meno battute dal vento.
Puliamo il tavolo dalle briciole di pane che lasciamo allaperto,
alla portata degli uccelli locali e chiudiamo la porta della Capanna con il catenaccio.
Poi riprendiamo il sentiero di discesa, seguendo le nostre tracce, facendo
molta attenzione a non sprofondare nellattraversamento dei nevai.
Ritroviamo i sassi della lunga pietraia che ci consentono una discesa più
sicura anche se non proprio agevole e veloce.
Man mano che perdiamo quota, la forza del vento cala così come il
relativo rumore e laria fredda; aumenta di conseguenza e velocemente il calore.
Appena sotto la fascia nevosa ci fermiamo e facciamo un nuovo cambio di
vestiario, per ridurre la copiosa sudorazione.
La discesa è rapida e in meno di unora di cammino torniamo
allalpeggio Vercoche, dove facciamo sosta, per un breve riposo e per far scorta
dacqua al vicino fontanile.
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che sorregge il lago Vercoche |
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Enea Fiorentini
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