Testimonianze del cammino sulla Via Francigena
del Centro di Pastorale Giovanile (CPG)
di Modena

(Motivazioni, esperienze e meditazioni di un folto numero di ragazzi, nel lungo cammino
sulla Via Francigena, da Buonconvento (Siena) a Roma dal 5 al 20 agosto 2006)


Logo Francigena


QUO VADIS DOMINE ?

(L’esperienza fisica e spirituale di cammino sulla Via Francigena, effettuata con entusiasmo da 49 ragazzi e da 5 sacerdoti e raccontata a più voci, per lasciare una traccia... )

Panorama sulla Val d’Orcia
da Vignoni Alta, nei pressi
della Chiesa di San Biagio
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Panorama sulla Val d’Orcia e sulla collina di Radicofani,
da Vignoni Alta nei pressi della Chiesa di San Biagio
(Foto del CPG di Modena)

Le premesse al cammino del CPG di Modena


Normalmente, non aggiungo mai mie premesse o considerazioni in queste pagine riservate esclusivamente alle esperienze dei pellegrini e alle loro meditazioni.  In questo caso però desidero dire due parole anch’io, anche se non ho potuto camminare sui sentieri francigeni con questo gruppo di ragazzi del Centro di Pastorale Giovanile (CPG) di Modena.  Lo voglio fare, solamente per aggiungere il mio plauso alla loro impresa, che oltre ad essere stata una bella ed impegnativa avventura è stata per loro una profonda esperienza spirituale e di fede.  Dalle parole di alcuni partecipanti, pubblicate su questa pagina, emergono emozioni, riflessioni e sentimenti forti che mi hanno fatto capire quanto sia stato importante proporre questo cammino e offrire la possibilità ad ognuno di noi di misurarsi con se stesso e con gli altri in una prova così coinvolgente e nel condividere esperienze e sentimenti che ci restino come bagaglio personale per proseguire con maggiore sicurezza e consapevolezza nel più duro cammino della vita.  Il mio piacere è grande anche perché io, attraverso il computer, ma, soprattutto, i miei amici "romani" del "Gruppo Via Francigena"  della nostra Associazione: "Giovane Montagna (G.M.)" - sez. di Roma  sui sentieri francigeni, abbiamo potuto esser loro di aiuto e accompagnarli per un tratto di strada.  Prima di cedere a loro la parola scritta, desidero inserire in questo primo spazio le comunicazioni preliminari ricevute da don Ivo Seghedoni, promotore dell’iniziativa e "animatore" del gruppo CPG di Modena.

<... From: Centro di Pastorale Giovanile - Modena
     To:      Enea Fiorentini
     Sent:  Tuesday, July 11, 2006 11:51 AM
     Subject: richesta di precisazioni

Gentilissimo sig. Enea,
mi chiamo don Ivo Seghedoni e sto preparando un pellegrinaggio a piedi per 50 giovani da Siena a Roma.  Mi sono servito del testo: "I Sentieri lungo la Via Francigena da Siena a Roma"  e del vostro sito .  Ho già concordato con tutti i luoghi di accoglienza per il nostro passaggio, che sarà dal 5 al 20 agosto 2006.  Faremo il percorso da Buonconvento a Viterbo, poi la variante della "Via Amerina" (Fabbrica di Roma, Nepi, Campagnano).
Il percorso ha per noi un interesse non solo turistico, ma anche di fede e prevede una meditazione sul martirio cristiano.  Ho già esperienza di pellegrinaggi con gruppi perché sono stato nel 2001 a Santiago e nel 2003 da Rieti ad Assisi.
Sono stato in febbraio per visitare i luoghi di accoglienza e durante il cammino penso di seguire precisamente le indicazioni contenute nel testo.  Le chiedo se a suo avviso queste indicazioni sono ancora precisamente affidabili e soprattutto vorrei sapere se la variante della via Amerina è chiara.  Quando sono stato in loco, infatti, non ho trovato molte indicazioni né persone esperte a riconoscere questo percorso, ma solo vaghe indicazioni.
In queste settimane, infatti, sono incerto se prendermi alcuni giorni per ritornare in loco e verificare il percorso di alcune parti del cammino, o se fidarmi completamente del testo e partire senza verifica.
Mentre mi complimento per il testo (putroppo esaurito) e per il sito, le chiedo la cortesia di una risposta, via mail o anche per telefono.
Grazie,  don Ivo ...>

Naturalmente ho provveduto a fornire tutte le informazioni che ritenevo utili e, essendo io distante dai luoghi di transito del gruppo nel periodo di agosto 2006, ho messo in contatto don Ivo con i miei "amici francigeni" romani: Alberto, Giuliano e Rino, affinché potessero fornire un contributo sul territorio, in particolare per il cammino sui percorsi della variante Amerina, di difficile individuazione e con passaggi limitati di pellegrini diretti a Roma, anche se essa presenta tratti di sentiero di grande bellezza e di elevata importanza storica.  Alberto si trovava all’estero in quel periodo, ma Giuliano, Gianna e Rino non si fecero pregare e accompagnarono il gruppo nella tappa più bella della "variante Amerina": da Falerii Novi a Nepi.  Più avanti nel testo presenterò le considerazioni di Giuliano su questo incontro e su questo piccolo tratto di cammino comune...


Le riflessioni, le emozioni, le considerazioni e le foto di alcuni partecipanti


 QUO VADIS? IL PELLEGRINAGGIO DEI GIOVANI, CHIESA IN CAMMINO

Spesso si sente dire che la vita è un pellegrinaggio o che siamo un popolo in cammino, ma è solo quando queste parole vengono sperimentate in prima persona che diventano reali, che le sentiamo vive.  Così 49 giovani della Diocesi, con vissuti personali diversi, provenienti da esperienze parrocchiali e vocazionali differenti, con abitudini e modi di vita difformi, hanno deciso di mettersi in cammino, ciascuno con le sue motivazioni intime e personalissime, ma con lo spirito di chi ha qualcosa da cercare, con la voglia di camminare per cambiare.  Il pellegrinaggio è iniziato con un momento molto intenso di preghiera sulla tomba del nostro Santo Patrono e si è concluso ufficialmente nella Basilica di San Pietro, a Roma.  Siamo stati tra i pochi visitatori in città a poter godere della splendida visita agli scavi della basilica, al cuore della nostra fede, alla tomba di San Pietro.  E’ stata una esperienza indimenticabile, un’opportunità unica di scendere alle radici del nostro credo, di toccare il perché di una basilica così maestosa sorta sulle tombe dei nostri fratelli maggiori nella fede; e vedere quel muro rosso incastrato fra le rocce e i pilastri delle fondamenta della chiesa è stato come sbirciare nel passato, in un passato che vive nel Vangelo e non è chiuso in un museo.
Fra questi due momenti così emozionanti, ci sono stati giorni davvero importanti, anche se faticosi.  Il cammino prevedeva nove tappe di avvicinamento alla città di Roma, partendo da Buonconvento in provincia di Siena, e quattro pellegrinaggi nella Capitale, alle quattro basiliche di San Paolo, San Giovanni, San Pietro e Santa Maria Maggiore.  Ogni giorno eravamo accompagnati dalla figura di un martire, a testimonianza di come sia piena la vita di chi sa buttarsi e amare fino all’estremo, fino a dare la sua vita.  Nei primi nove giorni abbiamo sperimentato la fatica, fisica e anche psicologica, del camminare, del vedere le nostre mete intermedie così lontane e la nostra meta finale quasi irraggiungibile; abbiamo camminato, e viene un po’ da chiedersi: solo?  Sì, principalmente abbiamo fatto questo, ma il momento del cammino, del pellegrinaggio in senso letterale, ha in sé qualcosa di così profondo, forse un po’ difficile da rendere a parole.  Io l’ho capito solo guardando chi mi stava vicino, chi ha condiviso con me la fatica, l’affanno, le risate, le lacrime, la pioggia (molta pioggia), la riflessione, la preghiera, l’arrivo, la bellezza della natura, la particolarità delle città e dei paesi, il momento del pasto, il riposo.  E tutto questo, che è una sintesi preziosa della nostra quotidianità, succedeva durante il cammino, infatti anche una volta arrivati alle nostre mete, eravamo sempre in marcia, perché sentivamo forte l’esigenza del camminare nel nostro cuore, del cercare, del chiedersi; sentivamo questa dimensione dell’inquietudine che ti spinge a non fermarti, a seguire il cuore ed ascoltarne il desiderio più profondo.
Questi giorni di profonda comunione, di grande gioia, pazienza, servizio, fede, o forse in una parola sola di grande amore, sono il frutto dell’importanza di ciascuno: dei sacerdoti e di quanti ci hanno accompagnati nell’itinerario spirituale, con riflessioni profondamente stimolanti, toccanti e vive; dei cuochi/tecnici Mirca, Massimo e Frenk, che hanno reso ogni arrivo più leggero, preparando il luogo di accoglienza in modo che fosse davvero tale, che ci hanno nutriti, coccolati e anche un po’ viziati, come nelle migliori famiglie; di chi ha sperimentato la difficoltà fisica, l’impossibilità del camminare e il dolore, la rabbia forse, per non poter essere con tutto il gruppo, perché di fronte al limite ha dimostrato l’umiltà e la capacità dell’accettarlo.  Un altro grazie speciale va a quanti hanno camminato tirando il gruppo, agli ultimi, a chi ha saputo aspettare, capire, sorridere, a chi è stato autentico e trasparente nelle sue emozioni, a chi ha creato legami nuovi (o rinnovato quelli esistenti) di profonda amicizia, a chi ha cantato, suonato, a chi è arrivato dopo.  In altre parole è un grazie che va a tutti, perché il pellegrinaggio dei giovani a Roma è stato davvero una testimonianza di vita cristiana, di una vita da prendere sul serio, da accettare con la fatica dei suoi limiti, ma con la bellezza di poterla condividere con una comunità viva, piena di doni.
Il pellegrinaggio è davvero una metafora della nostra esistenza, è cammino e riposo, è gustare la bellezza di paesaggi meravigliosi, è avere saldo nel cuore il valore del tempo, è vivere la profondità delle relazioni, l’importanza dei sentimenti, dei desideri, è saper comunicare, non tanto a parole, quanto con il proprio modo di essere, è provare a stare soli, è sperimentare il limite e avere coraggio di guardarlo e chiamarlo con il suo nome, è trovare uno spazio e un tempo privilegiato per creare e coltivare il nostro rapporto con Dio, per alimentare una relazione unica, intima con Lui.
E visti tutti questi aspetti è proprio giusto dire, come ha detto don Ivo nella messa conclusiva del Pellegrinaggio alle Catacombe di San Callisto, che il nostro cammino inizia con il ritorno.
Per concludere vorrei scrivere un’immagine che porto nel cuore e che è uno dei pensieri che sono emersi nella nostra condivisione finale, la sera del 19 agosto, quando tutti in cerchio ci siamo raccontati il nostro pellegrinaggio, con l’immagine più significativa del cammino.  Una ragazza ha detto che ciò che porta a casa da questa esperienza è un’immagine della Chiesa un po’ diversa da quella delle grandi Basiliche, da quelle opere d’arte maestose e certamente molto belle, la Chiesa che ha visto è quella che cammina, quella con le vesciche ai piedi, ed è questa la Chiesa che siamo chiamati ad essere.
Francesca Mussati


sosta per le Lodi
a Badia Ardenga
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sosta per le Lodi a Badia Ardenga
(Foto del CPG di Modena)
  i cuochi pronti a
servire il pranzo
a Montalcino
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i cuochi pronti a servire il pranzo a Montalcino
(Foto del CPG di Modena)

sosta per le Lodi
durante il cammino
verso Radicofani
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sosta per le Lodi durante il cammino verso Radicofani
(Foto del CPG di Modena)
  sosta pranzo
durante il cammino
verso Radicofani
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sosta pranzo durante il cammino verso Radicofani
(Foto del CPG di Modena)

 I NUMERI DEL PELLEGRINAGGIO

Dal Diario di Viaggio dei 49 "Romei" (appellativo dato ai pellegrini in marcia verso Roma) ecco alcuni dati: 16 i giorni di cammino, per un totale di 285 km percorsi in 93 ore di marcia.  11 le tappe di avvicinamento tra Buonconvento (Siena) e Roma, 5 le tappe nella Città Eterna, oltre 5 interventi di assistenza medica al giorno (vesciche, contratture, acciacchi vari...) fatti dalla nostra infermieria mobile (Lara, Chiara, Silvana).  11 le Parrocchie della Diocesi rappresentate, 5 i sacerdoti che ci hanno accompagnato nel cammino, 9 i momenti di incontro e riflessione sulla Parola di Dio.  14 i giorni di sole e 2 di pioggia (a Radicofani e a Acquapendente), un’infinità di risate, panorami mozzafiato, conversazioni amichevoli, desideri e speranze.


pernottamento in
palestra a Radicofani
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pernottamento in palestra a Radicofani
(Foto del CPG di Modena)
  foto di gruppo
tra i merli del
castello di Radicofani
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foto di gruppo tra i merli del castello di Radicofani
(Foto del CPG di Modena)

panorama sul
lago di Bolsena
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camminando con un vasto panorama sul lago di Bolsena
(Foto del CPG di Modena)
  in cammino tra i
campi tra Bolsena
e Montefiascone
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in cammino tra i campi tra Bolsena e Montefiascone
(Foto del CPG di Modena)

 QUO VADIS DOMINE, UN PELLEGRINAGGIO DELLA FEDE

"Si può girare il mondo senza muoversi da se stessi...".
Con queste parole il Vescovo, nel corso della Messa di apertura del nostro pellegrinaggio, ci ha spronati ad intraprendere, parallelamente al cammino fisico, un cammino interiore più nascosto ma non meno faticoso.  Ognuno di noi è partito con i pensieri, le preoccupazioni ed i desideri che comunemente ci abitano, ma tutti abbiamo avuto modo di "fare spazio" e "cambiare punto di vista".  Attraverso le testimonianze di vita di 10 martiri cristiani e negli incontri guidati da Don Maurizio, Don Raffaele, Pier, Mario, Massimo, Don Ivo, Don Domenico e Don Matteo, abbiamo "camminato" per scoprire cosa vuol dire essere giovani cristiani oggi.  Vuol dire essere disposti a farsi guarire dal Signore come il cieco nato (Gv. 9, 1 - 41).  Vuol dire saper ascoltare i propri pensieri come Gesù ha fatto quando è stato tentato dal Demonio (Lc. 4, 1 - 13) e acquisire un "gusto" per le cose di Dio, indispensabile per un buon discernimento.  E a scegliere non siamo soli!!  Gesù con i discepoli di Emmaus e con i due ladroni sulla croce ci ha dimostrato come lui sappia essere davvero un buon compagno di viaggio, in grado di farsi vicino e generare vita negli altri.  Dopo l’incontro personale con Cristo si è diversi.  Talvolta però questo Signore "vicino" è difficile da percepire.  Gli apostoli, quando Gesù si avvicina a loro camminando sulle acque, vedono un fantasma.  Un giovane cristiano deve saper sfidare il Signore come Pietro: "Se tu sei il Signore di che anch’io cammini sulle acque" e poi, con fede, abbandonarsi alle sue parole e seguirlo.
Nel frattempo, il nostro pellegrinaggio fisico è giunto a Roma e qui, mentre i km a piedi diminuivano, il viaggio interiore ha vissuto le sue tappe più belle ed impegnative.  S.Paolo (Gal. 1, 6 - 9) ci mette in guardia dai "ladri del Vangelo", da coloro che vogliono chiuderci fuori dalla comunione con Dio.  Innamorarsi del Signore per mezzo del Vangelo, che è Gesù vivo, annunciante e annunciato: questo rende diversa una vita solo religiosa da una vita pienamente cristiana.  La fede di S.Paolo, S.Pietro, S.Giovanni, e Maria è l’esperienza del sentirsi scelti e privilegiati.  La Fede non è una buona educazione o uno sforzo di volontà ma è l’incontro con Gesù Cristo, senza il quale si può correre il rischio di fare buone scelte senza essere cristiani.  Fedeli alla tradizione e proiettati con originalità nel futuro, avendo sempre la capacità di rientrare i propri affetti sulla parola di Dio: ecco il nostro compito, per essere sulla terra con l’atteggiamento di chi coltiva un giardino fiorente.  E’ riduttivo e forse presuntuoso aver voluto riassumere tutto in poche righe.  Siamo spinti dal desiderio di condivisione proprio di chi ha goduto di una bellezza e dalla voglia di ricordare che, per 49 giovani della diocesi, il vero pellegrinaggio è iniziato il 20 Agosto 2006.
Molti si riportano a casa le stesse preoccupazioni e gli stessi desideri ma l’impressione è davvero di avere un carico dolce ed un giogo più leggero.
Francesco Gelmuzzi


camminando sul
basolato della Via
Cassia romana tra
Bolsena e Montefiascone
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camminando sul basolato della Via Cassia romana
tra Bolsena e Montefiascone
(Foto del CPG di Modena)
  si canta in gruppo
a Fabrica di Roma
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per rilassarsi dalle fatiche del cammino,
si suona e si canta in gruppo a Fabrica di Roma
(Foto del CPG di Modena)

Omaggi a don Ivo
a Falerii Novi
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Omaggi a don Ivo a Falerii Novi
da parte degli amministratori di Fabrica di Roma
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)
  una parte del gruppo
in sosta a Falerii Novi
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una parte del gruppo in sosta a Falerii Novi
davanti alla basilica di Santa Maria in Falleri
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)

Foto di gruppo
all’interno della Basilica
di Santa Maria in Falleri a
Falerii Novi
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Foto di gruppo all’interno della
Basilica di Santa Maria in Falleri a Falerii Novi
(Foto del CPG di Modena)
  lasciando Falerii Novi
verso la Via Amerina
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lasciando Falerii Novi,
e dirigendosi verso la Via Amerina
(Foto del CPG di Modena)

L’area del
Cavo degli Zucchi
con la Via Amerina
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La Via Amerina all’interno dell’area
"Cavo degli Zucchi"
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)
  la zona della necropoli
falisco-romana sulla
Via Amerina
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il gruppo in visita nella zona della necropoli
falisco-romana sulla Via Amerina
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)

Il guado sotto la
Torre di Stroppa
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Rino e Gianna nel passaggio del guado
sotto la Torre di Stroppa
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)
  sotto i resti della
Torre di Stroppa
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sotto i resti della
Torre di Stroppa
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)

 RICORDO DI UNA EX-TORRE
    (Riflessioni di E.Fiorentini e G.Borgianelli Spina)


Camminare con i piedi, con il cuore e con la mente!
Camminare e osservare le orme e le opere di coloro che ci hanno preceduto!
Mantenere vivo il ricordo del passaggio dei nostri avi in questi luoghi e delle loro motivazioni, può essere importante per noi e per coloro che verranno!
Quante volte ci siamo detti queste "parole", camminando sotto i monumenti ben conservati delle Vie Storiche e sotto quelli in cattive condizioni e, per quest’ultimi, quante volte abbiamo scritto petizioni, fatto azioni in loro favore, per la loro salvaguardia dall’oblio, dall’abbandono degli uomini e dai crolli dovuti al tempo e all’incuria?
Ecco invece la sequenza di foto che mostrano il crollo della Torre di Stroppa, che vide passare sotto di sè migliaia di pellegrini, di soldati e di mercanti, ma anche di re, di imperatori, di papi e di letterati.
Chi vede queste foto dovrebbe scrivere al sindaco di Nepi (per competenza) per chiedere un intervento in favore della Torre, prima che avvenga il crollo finale.
Ed ecco la comunicazione di Giuliano, che mi avvertiva dei crolli progressivi, inviandomi le varie foto comprovanti le aperture sempre più ampie delle fessure nelle pareti.

<... From: Giuliano Borgianelli Spina
     To:      Enea Fiorentini
     Sent:  martedì 29 agosto 2006 22.22
     Subject: Ricordo di una ex-torre

Caro Enea,
Ho trovato la foto, la 2° allegata, ripresa durante la scorsa primavera, nella quale si vede chiaramente che la crepa centrale verticale si era allargata facendo temere un ulteriore crollo.  Questo è avvenuto durante la prima metà del mese di agosto, come si vede dalla 3° foto allegata.
Saluti  Giuliano ...>


i resti della
Torre di Stroppa
nel maggio 2002
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i resti della Torre di Stroppa,
così come erano nel maggio 2002
Foto di E.Fiorentini
(GM sez. Roma)
  i resti della
Torre di Stroppa
nel maggio 2006
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i resti della Torre di Stroppa,
così come erano nel maggio 2006
(fessura allargata sulla parete nord)
Foto di G.Borgianelli Spina
(GM sez. Roma)
  i resti della
Torre di Stroppa
nell’agosto 2006
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i resti della Torre di Stroppa,
così come erano a metà agosto 2006
(crollo parziale pareti nord e ovest)
Foto di R.Villani
(GM sez. Roma)

foto con don
Ivo, a Nepi
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foto di gruppo a Nepi con don Ivo (al centro),
con Rino (alla sua sinistra) e Giuliano (alla sua destra)
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)
  foto nel refettorio di Nepi,
con Gianna tra i ragazzi
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foto nel refettorio di Nepi,
con Gianna tra i ragazzi
(Foto di R.Villani - GM sez. Roma)

 QUALE ESPERIENZA, RIFLESSIONE, MOMENTO,
    RIASSUME IN QUALCHE MODO IL SENSO DI QUESTE DUE SETTIMANE DI CAMMINO?


Non è banale riassumere un’esperienza di questo tipo, in cui dopo un rodaggio iniziale arrivi a gustare davvero anche le piccole cose.  Due momenti mi restano particolarmente impressi:
 1) - Nella prima riflessione - tenuta da don Maurizio - dopo pochissimi giorni di cammino nei quali erano comunque già emersi i primi problemi, abbiamo dovuto interrompere la parte di condivisione libera perchè avevamo sforato il tempo massimo previsto per l’incontro: è stato impressionante vedere quanto fosse grande la voglia di aprirsi all’altro non solo con i classici discorsi "leggeri";
 2) - Dopo il tappone di 37,5 km sono arrivato con un gruppetto a Montefiascone: qui c’era qualcuno arrivato prima di me e qualcuno di quelli che purtroppo aveva dovuto rinunciare al cammino: quando è arrivato anche il gruppone, spontaneamente ci siamo fatti un applauso!
E’ stato un momento da brivido, davvero nella vita molte volte la cooperazione è molto più ricca della competizione.


camminando sotto
le mura di Roma
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camminando sotto le mura di Roma
per la visita alle varie Basiliche della capitale
(Foto del CPG di Modena)
  all’interno del porticato
della Basilica di San Paolo
fuori le Mura a Roma
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all’interno del porticato della
Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma
(Foto del CPG di Modena)

camminando sotto
gli archi, verso le Tre Fontane
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camminando sotto gli archi,
verso le Tre Fontane
(Foto del CPG di Modena)
  in cammino su Via
della Conciliazione a
Roma - San Pietro
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in cammino su Via della Conciliazione
a Roma - San Pietro
(Foto del CPG di Modena)

 IL CAMMINO E’ STATO UN MIX TRA FATICA E GIOIA, BELLEZZA E IMPEGNO:
    PERCHE’ SI SCEGLIE UNA VACANZA DI QUESTO TIPO?


Il motivo principale credo stia nel desiderio di incontrare più veramente l’altro, non solo perchè il camminare molte ore accanto offre infinite occasioni di dialogo, ma anche perchè la fatica fa cadere alcune delle nostre piccole e grandi maschere abituali.  Ma per incontrare l’altro occorre prima di tutto incontrare se stessi, e anche qui la sobrietà e la fatica mettono a nudo il proprio cuore.  Infine penso anche che sia un’esperienza che insegna che dopo la fatica e l’impegno c’è davvero il gusto dell’arrivo, e che solo una vita vissuta in una logica di azione e conversione può essere davvero piena.


una sosta piacevole nel
cammino, con foto di gruppo
alla Fontana di Trevi a Roma
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una sosta piacevole nel cammino,
foto di gruppo alla Fontana di Trevi a Roma
(Foto del CPG di Modena)
  messa nelle catacombe di
San Callisto a Roma, come
ringraziamento per il buon
esito del pellegrinaggio
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Messa celebrata nelle catacombe di San Callisto a Roma,
come ringraziamento per il buon esito del pellegrinaggio
(Foto del CPG di Modena)

 UN MESSAGGIO SCRIVE: " ...DOPO LA MESSA NELLE CATACOMBE RIPARTIAMO
    NON PER TORNARE, MA PER COMINCIARE IL PELLEGRINAGGIO VERO, LA NOSTRA
    VITA NUOVA..."
    E COME COMINCERA’ QUESTO PELLEGRINAGGIO "VERO" ?


Occorre guardare dov’è il confine del prossimo passo: come nel cammino fisico quando la torre di Radicofani appariva lontanissima, anche in quello della vita è spesso più utile concentrarsi su dove appoggiare il piede il passo successivo, per coltivare i germogli di rinnovamento lasciati da questa vacanza senza però farsi angosciare dal grande divario che c’è tra ciò che abbiamo scoperto di essere e cị che ci sentiamo chiamati a diventare.
Mario


Le conclusioni


 GLI ULTIMI MESSAGGI DI GIULIANO E DI DON IVO

Come concludere questi commenti sull’avventura francigena dei ragazzi del CPG di Modena?
Penso che, oltre ai complimenti miei e dei miei amici francigeni per la costanza e l’impegno dimostrati nel superare tutte le difficoltà del loro cammino, valgano la speranza e l’augurio che questo tipo di esperienze non si fermi, ma che questi ragazzi continuino a scoprire le "tracce del passato" e l’Italia "nascosta" sui Sentieri Storici, favorendo così la maggiore "conoscenza di sè stessi".
Chiudo questa pagina con gli ultimi messaggi, ricevuti da Giuliano e da don Ivo.
Che questa vostra esperienza sia di stimolo per altri futuri "pellegrini" !
Un caro saluto a tutti Voi!
Enea


 Il messaggio di Giuliano Borgianelli Spina:


<... From: Giuliano Borgianelli Spina
     To:      Enea Fiorentini
     Cc:      Rino Villani, Alberto Alberti
     Sent:  martedì 14 agosto 2006 21.59
     Subject: Accompagnamento ragazzi CPG di Modena

Carissimo Enea,
Con l’aiuto del Signore abbiamo condotto sani e salvi: 49 giovani e 5 assistenti spirituali (preti), da S.Maria di Falleri a Nepi.  E’ stata una bellissima esperienza, non si sono mai lamentati, sono organizzatissimi, credo abbiano realizzato il modo più economico di viaggiare da pellegrini.  Si portano un’intera cucina appresso; dormono in terra negli atri dei conventi, nelle palestre e ovunque ci sia una superficie piana sufficientemente coperta.  Molto in gamba il responsabile don Ivo, che ha un’autorità assoluta, ma gestita con tatto e dolcezza.
Rino ti manderà alcune foto, sfortunatamente la mia macchina si è rotta, che potrai mettere sul sito.  Doriano Pedica schizzava felicità da tutti i pori ed anche Tito è stato molto gentile e collaborativo ed infine anche i nostri accompagnati mi sono sembrati molto contenti, anche per la bellezza dei posti attraversati.
Unica nota tristissima, peraltro, è stato l’aver constatato che tra i primi di agosto e ieri, la Torre della Stroppa è crollata per metà, insieme ad un tratto di rupe e nel crollo ha coinvolto una decina di alberi che sono franati vicino al guado.
La cosa più triste è che temo che nessun amministratore pubblico ne sappia niente, poiché la zona decisamente pericolosa non è stata neanche recintata.  Appena Rino mi manderà le foto cercherò di avvisare qualcuno.  Magari uno di quelli, che nella primavera scorsa avevo avvisato, del probabile imminente crollo, avendo notato che la fenditura centrale dell’unica facciata rimasta della Torre si era allargata.  Ora è rimasta in piedi mezza facciata e sembra un obelisco, non più una torre.
Anche questo evento dovrai registrarlo sul sito.
Per ora non voglio fare altri commenti e ti saluto.
Giuliano ...>




 Il messaggio di don Ivo Seghedoni:


<... From: don Ivo Seghedoni
     To:      Enea Fiorentini
     Cc:      Giuliano Borgianelli Spina, Rino Villani
     Sent:  lunedì 28 agosto 2006 17.27
     Subject: Ritornati... Grazie!

Carissimo Enea,
le scrivo ad una settimana dalla conclusione del nostro pellegrinaggio Buonconvento-Roma (terminato domenica 20 agosto) condotto grazie alle precise indicazioni del vostro testo "I sentieri lungo la via Francigena, da Siena a Roma" .
E’ stata una esperienza molto bella, ma anche molto severa.  Il gruppo di 48 persone ha risposto benissimo, ma ha anche faticato, soprattutto nelle tappe da S. Quirico a Radicofani (prima tanto caldo, poi un’ora e mezza di pioggia torrenziale), poi nella lunghissima tappa da Acquapendente a Montefiascone (noi abbiamo dovuto unire due tappe per mancanza di tempo).  Nonostante la fatica (o forse grazie ad essa) il gruppo ha reagito molto bene e ha vissuto una esperienza di spogliazione (docce fredde, dormire a terra) che ha contribuito molto al cammino spirituale (sul tema della fede) che per noi era il centro dell’esperienza.
Nella tappa da Fabrica di Roma a Nepi siamo stati accompagnati da Rino, Giuliano e Gianna: è stato molto bello non solo vedere la via Amerina e attraversare le forre (da soli ci saremmo certamente perduti), ma anche conoscere persone così straordinarie, affabili, ricche di cultura e molto simpatiche!
Abbiamo rinunciato a seguire le indicazioni solo nella tappa successiva (da Nepi a Campagnano di Roma) dove abbiamo scelto l’asfalto (so che per voi è quasi una bestemmia!) fino all’incrocio con la Cassia, per poi riprendere i sentieri della guida.  Qui eravamo un po’ scoraggiati: troppo difficile e molto stanchi per permetterci di perderci nelle forre (anche se a me è spiaciuto molto non godere di questi ambienti).  Il nostro obiettivo era anche vivere bene Roma (dove abbiamo fatto 4 pellegrinaggi) e non potevo sfiancare il gruppo.
Ci sono stati tre/quattro momenti in cui ci siamo "persi":
 1. Tra Montalcino e S. Quirico, ma qui avevamo deviato perché eravamo stati a S. Antimo il giorno prima con il pullman...
 2. nella lunga tappa da S. Quirico a Radicofani.  Dopo il ponte sul torrente Roffanello (o Ruffinello), a p. 68.  Qui si dice che "si scende e si arriva a soli 300 metri dalla Cassia nuova": forse eravamo stanchi (erano le 12) e non abbiamo capito che c’era tanta strada (forse due chilometri da fare?) e così ci siamo molto confusi e abbiamo perso tempo.  Il cartello che indica "strada dismessa dall’amministrazione provinciale" indica la strada che si lascia alle spalle e questo non si capisce bene dalla lettura del testo.
 3. sui monti Cimini, prima di Canepina (p. 241): qui dopo 2 km dall’ingresso nella zona forestale sul sentiero (felci e pigne e rami rotti) si giunge ad un luogo dove c’è un’area pic nic, che non è quella citata a metà pagina: a questo punto abbiamo camminato per un km e mezzo e ci siamo trovati (eravamo confusi perché capivamo di esser fuori strada) sulla provinciale che va da S. Martino fino ad un incrocio in cui era scritto "Canepina 11").
Panico.  Abbiamo avuto l’idea di essere lontanissimi.  Comunque non abbiamo capito le indicazioni del testo.  Poi un ciclista ci ha indicato un sentiero che scendeva a destra e giungeva ad una segheria e abbiamo recuperato Canepina in circa un’ora e mezza per un ampio sentiero in mezzo a noccioli e castagni.  Proprio non so dire dove eravamo sbucati dal bosco e cosa avessimo sbagliato;
 4. infine presso la chiesa di S. Maria del Sorbo, ma qui abbiamo fatto l’errore di affidarci ad una indicazione di don Renzo (parroco di Campagnano di Roma) che ci ha confusi.
Altre piccole cose qua e là:
 - a p. 67 non è chiaro dopo la biforcazione: se ricordo bene c’è una strada a destra che non è indicata e confonde;
 - sempre a p. 67 i ponticelli sono tre o quattro?
Insomma, come ha capito, la tappa critica per me è stata S. Quirico -> Radicofani (soprannominata dai giovani "Tragicofani" per il finale sotto l’acqua).
Posso comunque dire che avete fatto un’opera veramente notevole: il testo è dettagliato, molto ricco, direi appassionato!
Non è per niente semplice scrivere un libro così.
Quello che colpisce poi è come soggettivamente si vive il cammino: a volte ho avuto la percezione netta che io lo sentissi diverso da come voi lo avete descritto: altre volte invece tutto appariva perfettamente uguale ai passi che si facevano.
La ringrazio ancora molto e di tutto.
Anche delle precise indicazioni inviate per mail oltre che per aver pubblicato un’opera così interessante.
Auguri di cuore per ogni sua speranza.
don Ivo Seghedoni ...>


don Ivo celebra la messa
nelle catacombe di San Callisto
a Roma, al termine del pellegrinaggio
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don Ivo celebra la messa nelle catacombe di San Callisto a Roma,
al termine del pellegrinaggio
(Foto del CPG di Modena)


Firmato:  CPG - Centro di Pastorale Giovanile - (di Modena - Italia)
Data autor.:  martedì 29 agosto 2006, ore 12.33
Fotografie di:  CPG di Modena


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Aggiornamento - 02/09/2006