Cronaca della Camminata Francigena in Toscana:
da Gambassi Terme a Siena (dal 14/10 al 17/10/2004)

(Nuova esperienza di cammino attraverso le colline della Val d’Elsa fino a Siena, per circa 65 km)


Logo Francigena

"Il Sentiero del Pellegrino - sulle orme della Via Francigena"

Tratto toscano da Gambassi Terme (FI) a Siena (SI)

Giovane Montagna
Sezioni di: Mestre - Modena - Padova - Roma - Venezia


14 - 17 Ottobre 2004

Appunti di viaggio su un nuovo tratto del “nostro Sentiero” percorso insieme con gli amici di sempre e con nuove persone della nostra Associazione


Cronaca a cura di Bruno Romanelli (sez. G.M. di Venezia)
  


Una parte dei partecipanti alla camminata "francigena,
fotografati davanti al Palazzo Pretorio durante la visita a Certaldo Alto (FI)
(Foto di E.Fiorentini)



Con questa camminata, completiamo il percorso francigeno in Toscana

Dal 2000 in poi, abbiamo continuato a ripercorrere i tratti più interessanti della "nostra" Via Francigena, studiata e rilevata negli anni 1997-1998 e inaugurata nel 1999.
In tutti questi anni abbiamo riscoperto i luoghi meno familiari, camminando con maggiore calma e avendo a disposizione le migliori guide della G.M., che conoscono approfonditamente il territorio.   Così, poco a poco, abbiamo camminato su tutti sentieri del Lazio e poi su quelli della Toscana, completando la rivisitazione, con la proposta di quest’anno, di tutto il territorio da Serravalle Pistoiese a Roma: circa 450 km a piedi.
Alcune tappe di questo lungo tratto francigeno sono state percorse molte volte prima di questo evento (per sopralluoghi, scoperta e rilievo di varianti, ecc..).   L’itinerario proposto quest’anno ad ottobre è stato oggetto di un accurato sopralluogo in maggio da parte di 4 volonterosi.
Quindi, ad un anno di distanza dall’altra esperienza toscana, con la "Camminata" lungo il tratto da Serravalle Pistoiese (PT) a Castelfiorentino (FI), ecco una nuova proposta proveniente dalla sezione GM di Venezia, per una nuova "Camminata" su un tratto toscano del "Sentiero" per il periodo autunnale del 2004.
Quest’anno, la guida su questi sentieri è stata affidata agli amici della sezione GM di Roma (prima Enea Fiorentini e poi Pietro Paolo Bindi), essendo stati proprio loro tra i primi rilevatori e oggi i migliori conoscitori di queste zone.



Il percorso scelto


Vista di S.Gimignano
dai vicoli di Gambassi Terme
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La vista di S.Gimignano sulla sua collina,
dai vicoli del borgo vecchio di Gambassi Terme
(Foto di E.Fiorentini)


Il trekking è stato organizzato nel tratto di "Sentiero" che attraversa il territorio di due province (Firenze e Siena), dalle colline della Val d’Elsa a quelle di Siena: luoghi ricchi di storia e di bellezze naturali ed artistiche.   Il percorso di quest’anno, della lunghezza totale di circa 65 km, è stato suddiviso nelle seguenti tappe:




 Gambassi Terme (FI) -> San Gimignano (SI) - circa 18 km

 San Gimignano (SI) -> Abbadia a Isola (SI) - circa 24 km

 Abbadia a Isola (SI) -> Siena (SI) - circa 23 km


Chi sono i partecipanti?


Il pupazzo sul municipio
di Gambassi Terme
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Il pupazzo sul campanile a vela in cima al
Municipio di Gambassi Terme
(Foto di B.Romanelli)

Giovedì 14 ottobre, tutti i partecipanti si sono dati appuntamento a Gambassi Terme, dopo aver preso posto e sistemato una parte di bagagli extra in un albergo a Castelfiorentino.  Infatti, a Gambassi Terme, l’unico albergo non ha posti sufficienti per tutti e quindi è stato necessario occupare un altro albergo nella vicina cittadina di Castelfiorentino.  Tutti sono pronti per affrontare il nuovo cammino.  Tantissimi i volti conosciuti e molti quelli nuovi di persone che iniziano questa esperienza per la prima volta.  Quest’anno sono presenti:

 1 persona proveniente da G.M. Mestre (Giovanni<Nane>);
 6 da G.M. Modena (Bruna, Caterina, Francesca, Franco, Giorgio, Silvia);
 2 da G.M. Padova (Giorgina, Tecla);
 2 da G.M. Roma (Enea, Pietro Paolo);
 31 da G.M. Venezia (Ada, Anna, Angela, Antonietta, Bruno, Cesarina, Daniela, Dina, Emanuela, Eugenia, Franco, Giovanni, Giorgio, Girolamo, Italo, Luciana, Lucio, Marcella, Margherita, Maria 1°, Maria 2°, Maria Teresa, Mariella, Primo, Renato, Renzo, Rita, Rosanna, Sandra, Sergio, Tita).

Ben 42 Soci di 5 sezioni G.M. si sono così radunati a Gambassi Terme, dando vita anche quest’anno a questo incontro tradizionale e rinsaldando una reciproca amicizia.



Il viaggio, il raduno, la visita a Certaldo Alto e la messa a S.Maria a Chianni

Giovedì 14-10-04:  (Venezia - Padova - Castelfiorentino - Gambassi Terme - Certaldo Alto - S.Maria a Chianni)
Ritrovo a Venezia al Piazzale Roma e partenza alle 7.30; per me che sono un novellino di Via Francigena c’è qualche viso nuovo rispetto allo scorso anno, ma l’atmosfera è subito amichevole e cordiale.

Tra i vicoli di Gambassi Terme,
Ripa Porta a Chianni
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Tra i vicoli di Gambassi Terme,
fino a Porta a Chianni sulla Ripa omonima
(Foto di E.Fiorentini)

Tra i vicoli di Certaldo Alto
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Tra i vicoli di Certaldo Alto
(Foto di B.Romanelli)

Breve sosta all’uscita dell’autostrada a Padova per raccogliere alcuni partecipanti e poi via verso la Toscana.
Il viaggio è tranquillo e senza intoppi, sotto un cielo che già fin d’ora alterna momenti di sereno a nuvole minacciose.  Arriviamo a Castelfiorentino, dove terminò l’ultima tappa del 2003, verso l’ora di pranzo e ci riuniamo agli amici di Modena che sono arrivati con il loro pullmino.   Parte del gruppo si sistema in albergo, poi si fa una rapida colazione al sacco in piazza, approfittando delle panchine e del tiepido sole.   Alle 13.30 ci si sposta a Gambassi Terme, dove il resto del gruppo alloggia all’albergo Le Torri.   Nella piazza di Gambassi ci raggiunge anche l’amico Enea Fiorentini, che sarà la nostra guida, almeno nella prima parte del cammino.
Facciamo un giretto per le vie del paese, lindo e pieno di fiori.   Dal belvedere si possono già intuire all’orizzonte le torri di San Gimignano.   In pullman ci portiamo a Certaldo, salendo poi con la funicolare fino al centro storico; ogni tanto arriva qualche scroscio di pioggia, che rappresenta però un ottimo pretesto per fermarsi a mangiare qualche dolcetto innaffiato con un bicchierino di Vin Santo.   Passeggiamo per il centro medioevale, dominato dal Palazzo Pretorio con la sua facciata affrescata e ricoperta di stemmi, visitiamo la Chiesa dei SS.Filippo e Giacomo e la casa del Boccaccio, trasformata in un museo.   Curiosa l’antica chiesa dei SS.Tommaso e Prospero, ora divenuta l’Osteria del Vicario...   Sotto una pioggia sottile torniamo al pullman e ci portiamo a Chianni dove, nella splendida antica Pieve di S.Maria Assunta (già nell’antichità frequentata dai pellegrini della Francigena, che sostavano nella vicina frazione di Chianni: la <Sce Maria Glan>, submansio XX di Sigerico), il parroco Don Evaristo ci accoglie con affetto per celebrare poi la S.Messa.   E’ un momento particolarmente bello questo inizio del nostro cammino e anche nell’omelia viene sottolineato l’accostamento tra l’andare dei pellegrini, il cammino spirituale di ogni Cristiano e, comunque, la vita di ogni uomo.   Dopo la Messa, Don Evaristo ci illustra le bellezze della chiesa con le sue colonne e i suoi strani capitelli (quello del credente, solidamente in cima alla sua colonna e quello del miscredente, crollato a terra...).   Torniamo a Gambassi Terme dove Enea, con l’aiuto di una cartina, tiene, nella saletta di un bar, un briefing sulla Val d’Elsa e sulle tappe di Francigena che ci attendono.   Cena luculliana con tanta allegria al Ristorante Le Torri.


La Pieve di S.Maria Assunta a
Chianni nei pressi di Gambassi
Terme
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La Pieve di S.Maria Assunta a Chianni
la <Sce Maria Glan>, submansio XX
di Sigerico
(Foto di E.Fiorentini)
Facciata e ingresso della Pieve e
della Chiesa di S.Maria Assunta a
Chianni, nei pressi di Gambassi Terme
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La facciata e l’ingresso della Chiesa di
S.Maria Assunta a Chianni (dedicata
alla Madonna del Buon Viaggio)
(Foto di E.Fiorentini)
La Pieve di S.Maria Assunta a
Chianni nei pressi di Gambassi
Terme
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La Pieve di S.Maria Assunta a Chianni
la <Sce Maria Glan>, submansio XX
di Sigerico
(Foto di B.Romanelli)

Interno della Chiesa di S.Maria Assunta
a Chianni, nei pressi di Gambassi Terme
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La navata principale, all’interno della
Chiesa di S.Maria Assunta a Chianni
(Foto di B.Romanelli)
Capitello con facce umane nella
Chiesa di S.Maria Assunta a
Chianni, nei pressi di Gambassi
Terme
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Un capitello all’interno della Chiesa
di S.Maria Assunta a Chianni
con facce umane mostruose
(Foto di B.Romanelli)
La colonna con l’effigie
del Buon Credente
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La colonna all’interno della Chiesa
di S.Maria Assunta a Chianni
con l’effigie del Buon Credente
(Foto di B.Romanelli)

Capitello, crollato a terra,
con l’effigie del Miscredente
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Il capitello "posto a terra" all’interno
della Chiesa di S.Maria Assunta a
Chianni con l’effigie del Miscredente
(Foto di B.Romanelli)
Enea al bar di
Gambassi Terme
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Enea spiega l’itinerario dei successivi
tre giorni di cammino, al bar
di Gambassi Terme
(Foto di B.Romanelli)
Tita Piasentini al ristorante
dell’Hotel Le Torri a Gambassi
Terme
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Tita Piasentini, Presidente della GM
di Venezia, al ristorante dell’Hotel
"Le Torri" di Gambassi Terme
(Foto di B.Romanelli)


Si comincia a camminare...

Venerdì 15-10-04:  (Gambassi Terme - Santo Pietro - Pàncole - Cèllole - San Gimignano)
Partenza da Gambassi Terme alle 8.00.   Il tempo è migliorato e c’è il sole.   Nel primo tratto percorriamo una strada asfaltata in discesa che scintilla al primo sole del mattino.

La partenza da Gambassi Terme,
dal piazzale antistante la chiesa
di Cristo Re
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Partenza da Gambassi Terme, dal piazzale
antistante la chiesa di Cristo Re, dedicata ai
SS. Jacopo e Stefano
(Foto di E.Fiorentini)

Brume mattutine sulle
colline della Val d’Elsa
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Brume mattutine sulle colline della Val d’Elsa
(Foto di B.Romanelli)

Le vecchie fornaci
nei pressi di Luiano
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Le vecchie fornaci nei pressi di Luiano
(Foto di E.Fiorentini)

Panorama su Gambassi
Terme, che si allontana
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Panorama su Gambassi Terme, che si allontana
(Foto di B.Romanelli)

risalendo la collina verso
il paese di Montecarulli
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Risalendo la collina verso
il paese di Montecarulli
(Foto di B.Romanelli)

Dalle vallate verso sud-est si levano brume luminose tra i vari ordini di colline.   Poco dopo, all’altezza di un antico capitello, giriamo a destra e ci inoltriamo tra i campi, su un sentiero ben bagnato dalla pioggia caduta nella notte.
Per risparmiare 3 km di sentiero a fondovalle, Enea sceglie di guidarci attraverso le colline: purtroppo non abbiamo fatto i conti con lo scarso spirito collaborativo di qualche contadino toscano che ha arato il sentiero per un lungo tratto a ridosso delle siepi, costringendoci ad attraversare campi di grosse zolle intrise d’acqua.   Ben presto sotto le pedule si formano degli zoccoli di fango che rendono un po’ faticoso il cammino.   Ma l’allegria non manca: subito qualcuno ribattezza la nostra strada "Via Fanghigena"!   Salendo si ritrova il terreno solido, mentre dai cespugli e dai prati si levano contro sole fantastiche nuvole di vapore.   E’ a questo punto che facciamo un bellissimo incontro: Claire e Michael, pellegrini inglesi, partiti da Canterbury il 24 Luglio, il giorno dopo che Michael (vice rettore a Cambridge) è andato in pensione!   Lui è cattolico, lei anglicana e stanno seguendo passo passo l’antica strada percorsa dal Vescovo Sigerico nell’anno 990; hanno fatto tanta strada con i loro grandi zaini, attraversando il sud dell’Inghilterra, la Francia, il Gran S.Bernardo e mezza Italia.   Si affiancano a noi e cammin facendo ci raccontano episodi divertenti e interessanti del loro cammino, minimizzando l’impresa fuori del comune che stanno compiendo.  Contano di arrivare a Roma alla fine di Ottobre!   Sulla cima della collina, dopo Montecarulli, passiamo accanto alla chiesetta di Santo Pietro, purtroppo non più luogo di culto, divenuta ormai proprietà privata.   Abbiamo già un paio di ore di cammino nelle gambe e quindi facciamo una sosta nell’aia di una fattoria: graditissima merenda con un buon bicchiere di Vernaccia!   Proseguiamo, percorrendo un breve tratto di strada asfaltata, e raggiungiamo il seicentesco Santuario di Pàncole, situato in una bellissima posizione panoramica.   Interessante e suggestivo il Presepe con figure a grandezza naturale, disposto in parte all’aperto su una scala e in parte in due grotte sotterranee.
Consumiamo i nostri panini sedendoci sui muretti del portico, quindi riprendiamo il cammino, attraversando colline coperte di vigneti e passando accanto a dei bellissimi agriturismi (uno di questi, che ingloba nelle sue strutture un’antica torre, si trova all’interno del borgo fortificato di Collemuccioli ed è particolarmente attraente).   Con una breve deviazione arriviamo alla bellissima Pieve di S.Maria di Cèllole, dove facciamo un’altra sosta ammirando la splendida facciata tra i cipressi.   Una breve preghiera, una foto di gruppo e via tra vigne e uliveti, mentre le torri di S.Gimignano si fanno sempre più vicine.   Entriamo in città dalla Porta San Matteo, attraversiamo tutto il centro di S.Gimignano (la <Sce Gemiane>, submansio XIX di Sigerico), per andare a recuperare i bagagli a Porta San Giovanni (regalo del nostro autista un po’ "tùmbano"!) e ritorniamo... a Porta San Matteo.   Il gruppo si sistema, in parte presso le suore Vallombrosiane, in parte alla locanda "Il Pino" o in camere private.   Il tempo di una doccia e siamo subito in giro per la cittadina, già conosciuta quasi da tutti, ma non per questo meno affascinante: facciamo un po’ i turisti in Piazza della Cisterna, alla Collegiata con i suoi splendidi affreschi e al Palazzo del Popolo, approfittando della competenza di Daniela, che ci fa da guida.
Un’altra Vernaccia come aperitivo e poi a cena alla Mandragola con una eccezionale ribollita e tante altre buone cosine.   Torniamo ai nostri alloggi sotto una pioggia battente; speriamo in bene per domani!!!


nei solchi dei campi
appena arati, nei pressi
di Montecarulli
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Camminando nei solchi di campi arati
(dove hanno arato anche il sentiero), nei pressi
di Montecarulli
(Foto di B.Romanelli)
  nei solchi dei campi
appena arati, nei pressi
di Montecarulli
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Giorgio, in testa al gruppo, risale la collina camminando
nei solchi di campi arati (dove hanno arato anche il
sentiero), nei pressi del paese di Montecarulli
(Foto di E.Fiorentini)

ancora nei solchi dei campi
appena arati, nei pressi di
Montecarulli
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Il gruppo risale ancora la collina camminando nei solchi
di campi arati, nei pressi del paese di Montecarulli
(Foto di B.Romanelli)
  Claire e Michael
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Claire e Michael Malonelee che hanno integralmente
percorso l’itinerario di Sigerico, da Canterbury a Roma
(Foto di B.Romanelli)

chiesetta di Santo Pietro
tra Montecarulli e Pàncole
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La chiesetta di Santo Pietro, ormai privatizzata, tra
Montecarulli e Pàncole
(Foto di B.Romanelli)
  Sosta nel cortile di
una fattoria nei
pressi di Pàncole
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Sosta per un momento di ristoro, nel cortile di una
fattoria, nei pressi di Pàncole
(Foto di B.Romanelli)

Chiesa di Pàncole
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La Chiesa di Pàncole
luogo di sosta per il pranzo
(Foto di B.Romanelli)
Il gruppo sulla scalinata
che porta alla grotta del
presepe nella Chiesa di
Pŕncole
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Il gruppo sulla scalinata che conduce
al presepe sotto la Chiesa di Pàncole
(Foto di E.Fiorentini)
La Torre del borgo
di Collemuccioli
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La Torre del borgo di Collemuccioli,
oggi trasformato in Agriturismo
(Foto di B.Romanelli)

Presepe a Pŕncole
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Statue a grandezza naturale del
presepe sotto la chiesa di Pàncole
(Foto di B.Romanelli)
Presepe a Pŕncole
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Statue a grandezza naturale del
presepe sotto la chiesa di Pàncole
(Foto di E.Fiorentini)
Vista di S.Gimignano
dalle colline di Pàncole
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Panorama su S.Gimignano,
visto dalle colline di Pàncole
(Foto di B.Romanelli)

La Torre del borgo
di Collemuccioli
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La Torre e borgo di Collemuccioli,
oggi trasformati in Agriturismo
(Foto di B.Romanelli)
La Torre del borgo
di Collemuccioli
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La Torre e borgo di Collemuccioli,
oggi trasformati in Agriturismo
(Foto di E.Fiorentini)
La Pieve di Cčllole
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La Pieve di Santa Maria di Cèllole,
del 1238, in stile romanico
(Foto di B.Romanelli)

La Pieve di Cèllole è dedicata a Santa Maria.   E’ in stile romanico ma fortemente rimaneggiato.   E’ un monumento particolare anche nel suo aspetto strutturale, nella sua iconografia: una facciata più larga che alta, come riscontreremo via via in molte altre chiese del territorio, datata 1238, ma di cui ben poco è rimasto di originale (il portale di chiaro influsso pisano e la feritoia cruciforme sotto la cuspide) essendo il resto frutto di un restauro ottocentesco; annotazioni epigrafiche che ci confermano, insieme alla vetustà dell’edificio, il trasferimento della pieve da altra sede; una singolare disposizione degli elementi decorativi dell’abside che fa pensare ad un errato "rimontaggio".   Il complesso monumentale ha, al proprio interno, l’imponenza delle basiliche e, all’esterno la suggestione del proprio armonico inserimento in un ambiente che ha pochi uguali e che dette al grande Puccini l’ispirazione per Suor Angelica.


La Pieve di Cčllole
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La Pieve di Santa Maria di Cèllole,
del 1238, in stile romanico
(Foto di E.Fiorentini)
Particolare della
facciata della
Pieve di Cèllole
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Particolare del fregio sulla facciata
della Pieve di Santa Maria di Cèllole
(Foto di B.Romanelli)
Il gruppo alla
Pieve di Cčllole
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Il gruppo in posa davanti alla
Pieve di Santa Maria di Cèllole
(Foto di B.Romanelli)

colline e vigneti
verso S.Gimignano
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Le colline e i vigneti
nel territorio di S.Gimignano
(Foto di B.Romanelli)
Panorama su S.Gimignano
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Panorama sulle colline
di S.Gimignano
(Foto di B.Romanelli)
I vigneti e l’uva sulle
colline di S.Gimignano
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I vigneti e l’uva sulle
colline di S.Gimignano
(Foto di B.Romanelli)

Ingresso a S.Gimignano
dalla Porta S.Matteo
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Ingresso a S.Gimignano
attraverso la Porta San Matteo
(Foto di B.Romanelli)
Piazza della Cisterna
nel cuore di S.Gimignano
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Piazza della Cisterna,
nel cuore di S.Gimignano
(Foto di B.Romanelli)
Vie e torri di
S.Gimignano
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Vie e torri nel
centro di S.Gimignano
(Foto di B.Romanelli)

Ingresso a S.Gimignano
dalla Porta San Matteo
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Il gruppo, con Enea in testa, entra da nord a San Gimignano
(la <Sce Gemiane>, submansio XIX di Sigerico),
attraverso la Porta San Matteo
(Foto di B.Romanelli)



Sabato 16-10-04:  (San Gimignano - Montàuto - Conèo - Abbadia a Isola)
Partenza alle 8.00.   Questa mattina non ci fa da guida Enea, che ha dovuto tornare a Roma, bensì il simpatico e competente Pietro Paolo Bindi, un amico di Roma che ora vive a Siena e che conosce a fondo la zona.   Sarà proprio Paolo, il 30 ottobre 2004, ad accompagnare Michael e Claire nella loro ultima tappa: da La Storta a Roma e poi fino a San Pietro!   Partiamo da S.Gimignano sotto brevi scrosci d’acqua alternati a sprazzi di sole; ci lasciamo la cittadina alle spalle e il sole, quando esce dalle nuvole, è molto caldo.

La partenza da
S.Gimignano verso
la fraz. di S.Lucia
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Si lascia San Gimignano camminando verso
sud in direzione della fraz. di S.Lucia
(Foto di B.Romanelli)

Panorama di San
Gimignano da sud
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Panorama di San Gimignano da sud
(Foto di B.Romanelli)

Primo guado nel
fosso di Botro
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Il primo guado nel Fosso della Valle
di Botro dei Bagni
(Foto di B.Romanelli)

Primo guado nel
fosso di Botro
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Il primo guado nel Fosso della Valle
di Botro dei Bagni
(Foto di B.Romanelli)

Clima stupendo per camminare!   Primo tratto di strada asfaltata in lieve discesa, poi si devia a destra su un comodo sentiero.   La notte è piovuto parecchio, i campi sono intrisi di acqua e tanta ne troviamo anche nei più esili torrentelli: dobbiamo superare tre guadi, uno dei quali un po’ difficoltoso.   In realtà il rischio più grave che si corre è quello di finire con il sedere a mollo!   Cosa che succede alla mitica Ada, che troveremo più tardi sul bordo del sentiero, con il posteriore rivolto al sole per asciugarsi...   Attraversiamo adesso una zona di caccia e dalla boscaglia provengono molti spari; frequenti anche i capanni di caccia con gabbie piene di cani che salutano il nostro passaggio.   Attraversiamo una larga valle con la bellissima Pieve (dedicata ai SS. Ippolito e Cassiano), che domina il paesaggio dalla nostra destra; ci sono grandi nuvoloni, il sole è vivace e tira un vento piacevolissimo e vivificante.   Prima di lasciare la valle, un momento di sosta per l’Angelus, poi si attraversa la strada asfaltata e si sale, percorrendo una sterrata in mezzo a bassi cespugli, a Badia a Conèo.   Qui facciamo una sosta per ammirare la Badia e la Pieve in stile romanico senese: non manca mai di sorprendere il fatto di trovare, in mezzo a colline sperdute nella campagna, dei gioielli architettonici di tale bellezza!
Scendiamo dalla collina e attraversiamo verdi campi assolati immersi in un paesaggio ampio e dolcissimo, con il cielo di un azzurro terso e grandi cumuli bianchi all’orizzonte: tutto è veramente splendido.   La strada, che attraversa un bosco e si snoda lungo un fiumiciattolo è tagliata nell’arenaria, dalla quale spuntano tantissime conchiglie anche fossili: un altro motivo per appesantire ulteriormente lo zaino con qualche ricordino!   Bellissimi giochi di luce del sole tra gli alberi.   Le fattorie si fanno sempre più frequenti.   Quando siamo ormai vicini alla meta, il pullman viene a recuperarci, per evitare un tratto di strada asfaltata trafficato; arriviamo cosě alle porte di Abbadia a Isola (la <Burgenove>, submansio XVI di Sigerico), meta finale della tappa odierna, il cui appellativo di "Isola" deriva dal fatto di essere sorta su un rialzo del terreno in una piana paludosa poi bonificata.
Gironzoliamo un po’ per il piccolo antico borgo, che si raccoglie attorno alla magnifica abbazia romanica, contornata dai resti della cinta fortificata.   Visitiamo, accompagnati da un’anziana signora, la chiesa che contiene una splendida Madonna, forse opera di Duccio Boninsegna, un bel polittico e un fonte battesimale del 1400.   E dopo tanto andare, un momento di raccoglimento: la S.Messa celebrata in Abbazia.
Quando usciamo dalla chiesa il sole ormai basso illumina in lontananza la cinta muraria e le torri di Monteriggioni, mentre sulle nubi scure a nord si staglia un grande arcobaleno.   Rientriamo in bus a S.Gimignano sotto una pioggia battente.   E’ tardi e c’è tempo solo per una doccia veloce prima di ritrovarci a cena alla Mandragola.   Anche il rientro per il meritato riposo avviene sotto la pioggia.


Sulle colline
di Montàuto
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Risalendo le colline nei pressi
del paese di Montàuto
(Foto di B.Romanelli)
Il secondo guado
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Attraversando un fosso nel
secondo guado della giornata
(Foto di B.Romanelli)
Nella campagna
nei pressi della
Pieve a Cončo
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Camminando nella campagna,
nei pressi della Pieve a Conèo
(Foto di E.Fiorentini)

La Pieve a Cončo
sulla collina
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La Pieve a Conèo domina la
campagna dalla sommità della collina
(Foto di B.Romanelli)
L’Abbazia che fa parte
della Badia a Conèo
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L’Abbazia di S.Maria Assunta che fa
parte della Badia a Conèo
(Foto di B.Romanelli)
L’Abbazia che fa parte
della Badia a Conèo
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L’Abbazia di S.Maria Assunta che fa
parte della Badia a Conèo
(Foto di B.Romanelli)

La Pieve a Conèo è dedicata ai SS. Ippolito e Cassiano.
Questa bellissima Pieve, che domina il paesaggio sopra un bel poggio prima di arrivare alla Badia di Conèo, è del X sec. e anch’essa presenta decorazioni ad incavo come la più importante e vicina Badia.   La facciata è alleggerita dalla dicromia di bande orizzontali di laterizio alternato a bianco alberese, secondo lo stile pisano.

La Badia a Conèo è invece dedicata a S.Maria Assunta.
Fu l’abbazia valdelsana dei monaci Vallombrosani la cui chiesa (dedicata a S.Maria) fu consacrata nel 1123.   Ad un’unica navata, con un ampio transetto a tre absidi (le due laterali sono comprese nello spessore del muro).   Colpisce la nudità e la severità dell’interno in cui solo due semicolonne fra presbiterio e spazio per i fedeli -con capitelli scolpiti-, sembrano costituire elementi di vivacità.   Sopra il transetto è impostata una grande cupola poggiante su un tamburo ottagonale (tiburio) di sicura ispirazione lombarda.   Di ispirazione monastico borgognona è invece la facciata della chiesa, specie nelle arcatelle laterali al portale, impostate alternativamente su mensole e semicolonne.   Orribile la finestra seicentesca aperta probabilmente sopra una feritoia a croce.   Alla destra della chiesa era l’ingresso alla grande abbazia, completamente perduta, mentre sul lato sinistro, all’altezza del transetto, è stata ritrovata la base della grande torre campanaria.   E’ il territorio in cui confluiscono tutti i tracciati valdelsani della Via Francigena e dove questi incrociano con i cosiddetti percorsi trasversali (diverticoli) che uniscono la regione ai porti del Tirreno.   Un ruolo - politico ed economico - determinato a lungo da questo e perpetuato anche in virtù delle strutture che si sono conservate fino a noi.


L’Abbazia che fa parte
della Badia a Conèo
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Il lato nord-est dell’Abbazia di
S.Maria Assunta della Badia a Conèo
con il tiburio ottagonale
(Foto di E.Fiorentini)
Sui sentieri verso
il paese di Quartaia
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In cammino sui sentieri campestri
verso il paese di Quartaia
(Foto di B.Romanelli)
Sui sentieri verso
il paese di Quartaia
(6993 bytes)
In cammino sui sentieri campestri
verso il paese di Quartaia
(Foto di B.Romanelli)

Conchiglie fossili
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A causa del dilavamento del terreno
per le piogge dei giorni precedenti,
molte conchiglie fossili appaiono
tra il terriccio a bordo strada
(Foto di B.Romanelli)
Nei pressi del
paese di Quartaia
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In cammino nei pressi del
paese di Quartaia
(Foto di B.Romanelli)
Nei pressi del
paese di Quartaia
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In cammino nei pressi del
paese di Quartaia
(Foto di B.Romanelli)

L’abbazia di
Abbadia a Isola
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La facciata dell’abbazia
ad Abbadia a Isola
(Foto di B.Romanelli)
La navata laterale
dell’abbazia di
Abbadia a Isola
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La navata laterale dell’abbazia
(dedicata ai SS. Salvatore e Cirino)
ad Abbadia a Isola
(Foto di B.Romanelli)
La navata centrale
dell’abbazia di
Abbadia a Isola
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La navata centrale dell’abbazia
di Abbadia a Isola
(Foto di B.Romanelli)


L’Abbazia di Abbadia a Isola è dedicata ai SS. Salvatore e Cirino.
Questa chiesa cistercense, risalente all’inizio del secolo XI, ma largamente ricostruita nel XVIII secolo, quando crollò la cupola con il tiburio ottagonale.   All’interno della chiesa sono conservati resti di affreschi del XV secolo.   Del monastero rimangono la sacrestia, un lato del chiostro ed un fabbricato, oggi di uso privato.   L’abbazia è circondata da pittoresche case medievali, molto ben conservate, tra le quali si aprono scorci suggestivi sulla campagna e su Monteriggioni.
Sappiamo che esisteva sulle rive del lago sottostante le pendici del Monte Maggio una località di nome "Borgonuovo" (la Burgenove, submansio XVI di Sigerico).   L’appellativo di "isola" deriva dal fatto di essere sorta su un risalto del terreno in una piana paludosa, poi drenata.   Il villaggio rurale di Borgonuovo si sviluppò intorno all’abbazia cistercense, fondata nel 1001 dalla contessa Ava di Monte Maggio (dei nobili di Staggia, di stirpe longobarda, signori di un vasto territorio tra Monte Maggio e le pendici Ovest del Chianti), ed ebbe il suo massimo splendore nel XII secolo.   Questa località rappresentava una tappa della Via Francigena e a questa strada, che divenne presto il principale collegamento tra Roma e l’Europa Centro-Settentrionale, si legò la fioritura economica della zona.   Certamente quindi a Borgonuovo si fermavano pellegrini, mercanti, soldati, uomini di Stato e di Chiesa con il loro seguito.   Nel XV secolo Borgonuovo decadde, col declinare della Francigena.   La Chiesa risale ai primi decenni della II metà del XII secolo e presenta un impianto basilicale a tre navate con tre absidi terminali.   Le absidi, crollate ai primi del XVIII secolo, sono state ricostruite nel 1954-60.   Le mura abbaziali esistono ancora e in un cortile si trova la chiesa, in stile lombardo dell’XI e XII secolo.   Nella facciata sono state trovate strutture di portali piu antichi assai belli.   Lo spazio interno è diviso da sei campate dall’alternarsi di colonne e pilastri a fascio.   Il presbiterio, rialzato rispetto al livello della Chiesa, è raggiungibile tramite una scala costruita nel corso di restauri fatti negli anni ’50 e ’60.   Da segnalare all’interno: l’urna reliquario in marmo, arte classica romana (primo secolo dopo Cristo); il Fonte Battesimale in marmo alabastrino datato 1419 opera di anonimo scultore senese; la Madonna in trono col Bambino e Santi, ad affresco, di Taddeo di Bartolo (ca. 1362/1422); un polittico sull’altare di Sano di Pietro; la Vergine Assunta, ad affresco, di Vincenzo Tomagni (1492/1529).   In un’urna etrusca riciclata in ossario sono contenute le ossa di San Cirino, come attesta un’iscrizione del 1198.   Nell’abitazione del parroco si trova una Madonna col bambino, di Duccio di Buoninsegna.


Facciata dell’abbazia
di Abbadia a Isola
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La facciata dell’abbazia
ad Abbadia a Isola
(Foto di B.Romanelli)
Panorama sulla zona dei
manufatti attorno all’abbazia
di Abbadia a Isola
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Panorama sulla zona dei manufatti
attorno all’abbazia di Abbadia a Isola
(Foto di E.Fiorentini)
Panorama su
Monteriggioni
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Panorama su Monteriggioni,
visto da Abbadia a Isola
(Foto di B.Romanelli)

Il Polittico di Sano di Pietro,
all’interno dell’Abbazia di
Abbadia a Isola
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Il polittico dell’altare attribuito a Sano di Pietro, nell’abbazia di Abbadia a Isola
(Foto di F.Vogel)



Domenica 17-10-04:  (Abbadia a Isola - Uccellatoio - Mandorlo - Cerbaia - La Chiocciola - Siena)
Sveglia presto.   Alle 7.30 il pullman ci riporta ad Abbadia a Isola, che lasciamo verso le 8.30.

Foto di gruppo
in partenza da
Abbadia a Isola
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Il gruppo in partenza da Abbadia a Isola (la <Burgenove>, submansio XVI di Sigerico)
(Foto di B.Romanelli)

Ci muoviamo prima su strada asfaltata, poi, dopo poche centinaia di metri, deviamo a destra su una strada sterrata lunga e diritta che, attraversando la pianura un tempo Palude del Canneto, porta verso le colline.

Lasciando Abbadia a Isola
lungo il Piano del Canneto
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Si lascia Abbadia a Isola camminando
nel Piano del Canneto
(Foto di B.Romanelli)

Lasciando Abbadia a Isola
lungo il Piano del Canneto
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Si lascia Abbadia a Isola camminando
nel Piano del Canneto
(Foto di B.Romanelli)

Girasoli tra i campi
nel Piano del Canneto
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Girasoli tra i campi, nel Piano del Canneto
(Foto di B.Romanelli)

Panorama su Monteriggioni
salendo le colline di Montemaggio
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Panorama su Monteriggioni,
salendo le colline di Montemaggio
(Foto di B.Romanelli)

La strada diventa sentiero ed entra nel bosco, affrontando le prime pendici del Montemaggio.   Il bosco è fitto e il sentiero non ben segnalato, tanto che per un breve tratto perdiamo la strada; la sosta per attendere il ricompattarsi del gruppo è comunque un ottima occasione per assaggiare degli ottimi corbezzoli, proprio sul sentiero.   Ritroviamo i nostri amici inglesi, Claire e Michael, che hanno pernottato a Monteriggioni.   Usciamo dal bosco, lasciandoci a sinistra le torri di Monteriggioni e ampi campi coltivati.   Superata la località Mandorlo, con bei cavalli in libertà, troviamo alcune fattorie prima di attraversare il torrente passando sull’antico Pontarrosso.   Si sale quindi fino alla località Uccellatoio; ancora fattorie e vigneti, poi saliamo a destra percorrendo un tratturo in salita fino al podere Cerbaia.   Attraversiamo un bosco fitto e umido con tantissimi funghi e sbuchiamo in terreno aperto vicino al Castello della Chiocciola, fortilizio del 1500; sosta per foto di gruppo e via ancora, passando accanto al Castello della Villa con il suo torrione quadrato.   Quindi percorriamo un’ampia prateria battuta dal vento, ai margini della quale ci aspetta il pullman.   Sul prato colazione al sacco e cambio d’abiti: spogliatoi non ce ne sono e quindi è inevitabile la visione di qualche posteriore al vento...   Ma tanto, tra amici....   Il bus ci porta alla periferia di Siena; ripercorriamo a piedi l’antico tracciato che la Via Francigena seguiva per raggiungere le porte della città (adesso è solo periferia...).   Finalmente, dopo aver superato l’antico xenodochio, arriviamo alla Porta Camollìa ed entriamo in Siena (la <Seocine>, submansio XV di Sigerico).   Paolo Bindi ci guida allo Spedale di S.Maria della Scala e ci accompagna a visitare il Pellegrinaio, ampia sala affrescata da D.Di Bartolo e altri, dove anticamente venivano accolti, assistiti e curati i pellegrini in transito per la città (molto indicato per i piedoni di qualcuno di noi...).   Ringraziamo Paolo per la sua valida e preziosa guida e lo salutiamo con affetto.   Poi in giro per Siena, ma siamo un po’ stanchi per fare turismo; quindi ci limitiamo ad una mezz’ora in Duomo (e come si potrebbe fare a meno di rivedere una tale meraviglia?) e poi via, a prendere il sole sdraiati sulle pietre calde di Piazza del Campo.   Il tempo per due Ricciarelli e un Vin Santo da Nannini e poi al bus per il rientro.   Un abbraccio ai Modenesi con la promessa di rivederci l’anno prossimo e si parte.   A nessuno di noi sfugge il contrasto tra la pace e la bellezza dei giorni trascorsi e la confusione domenicale che regna per le strade (un’ora di coda sulla tangenziale di Bologna!).   Però il ricordo dei giorni bellissimi trascorsi in mezzo alle colline toscane in compagnia di cari amici e con tanti preziosi momenti di spiritualità, di silenzio, di solitudine è vivo in noi e ci accompagnerà anche nella quotidianità del nostro andare.

ARRIVEDERCI ALL’ANNO PROSSIMO!

Sulle colline
di Montemaggio
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Risalendo le colline di Montemaggio
(Foto di B.Romanelli)
Incontro con
le capre
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Incontro con un gruppo di capre
(Foto di B.Romanelli)
Camminando tra le
vigne sul Montemaggio
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Tra le vigne del Montemaggio
(Foto di B.Romanelli)

Cavalli e maneggio
sulle colline di Montemaggio
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Cavalli e maneggio sulle
colline di Montemaggio
(Foto di B.Romanelli)
In salita verso
l’abitato di Cerbaia
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Risalendo le colline
verso l’abitato di Cerbaia
(Foto di B.Romanelli)
Il castello de
La Chiocciola
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Arrivo al castello de La Chiocciola
(Foto di B.Romanelli)


Il castello de
La Chiocciola
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Panorama sul Castello La Chiocciola
(Foto di B.Romanelli)
Foto di gruppo
davanti al castello
de La Chiocciola
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Il gruppo davanti a La Chiocciola
(Foto di B.Romanelli)
Camminando verso
la Piana del Lago
in direzione di Siena
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Camminando verso la Piana del Lago
(Foto di B.Romanelli)

Arrivo a Siena
attraverso Porta Camollìa
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Ingresso a Siena da Porta Camollìa
(Foto di B.Romanelli)
Panorama sul
Duomo di Siena
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Panorama sul Duomo di Siena
(Foto di B.Romanelli)
La sala del PellegrinaioCamminando verso
all’interno dello Spedale
di S.Maria della Scala a Siena
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La Sala del Pellegrinaio a Siena
(Foto di B.Romanelli)

Il Duomo
di Siena
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Il Duomo di Siena
(Foto di B.Romanelli)
L’interno del
Duomo di Siena
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Navata centrale del Duomo di Siena
(Foto di B.Romanelli)
La Torre del Mangia e
Piazza del Campo a Siena
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La Torre del Mangia a Siena
(Foto di B.Romanelli)

Il Pulpito del
Duomo di Siena, opera
di Nicola Pisano
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Il Pulpito di Nicola Pisano nel Duomo
(Foto di B.Romanelli)
Via dei Pellegrini
nel centro di Siena
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Via dei Pellegrini a Siena
(Foto di C.Melappioni)
Piazza del Campo
a Siena
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La Piazza del Campo a Siena
(Foto di C.Melappioni)

Il Duomo di Siena.
Vanto dei senesi d’ogni epoca, concepito come "il maggior monumento della cristianità", è tra le più riuscite creazioni dell’architettura romanico-gotica italiana.   Iniziato nel 1229, venne portato a termine solo alla fine del secolo successivo; tra il 1258 e 1285 la direzione dei lavori fu affidata ai Monaci cistercensi di San Galgano che chiamarono a Siena Nicola Pisano e suo figlio Giovanni.   All’inizio del secolo XIV, Siena era al massimo della sua prosperità e le proporzioni della Cattedrale non apparvero più degne dello splendore della Repubblica.   Si decise quindi di ricostruire una nuova e grandiosa Cattedrale.   Il progetto fu affidato a Lando di Pietro nel 1339.   Ma la peste del 1348 ed alcune guerre con gli Stati confinanti fecero precipitare la situazione che da prosperosa divenne critica e l’ambizioso progetto venne definitivamente abbandonato (ancora oggi rimane la testimonianza di questa opera incompiuta, in fondo alla fiancata destra del Duomo).
Si tornò, quindi, a lavorare sul duomo originario e nel 1376 fu affidata la costruzione della facciata superiore a Giovanni di Cecco; nel frattempo la cupola e il campanile erano già stati eseguiti; quest’ultimo, costruito nel 1313, è un bellissimo esempio di stile romanico, a pianta quadrata con sei finestre su ogni lato che vanno dalla monofora in basso alla esafora in alto.   Nel 1382 si provvedeva al rialzamento delle volte della navata centrale e alla ricostruzione dell’abside.   Solo allora, dopo oltre un secolo e mezzo, il duomo poté considerarsi terminato.   L’interno, a croce latina, con tre vaste navate, è di grandiose proporzioni, sottolineate dall’effetto chiaroscurale del paramento e dal pavimento a commessi marmorei, opera unica nella Storia dell’Arte.   Il transetto, a doppia navata, ha crociera esagonale coperta da cupola a base dodecagonale, segnata da sei grandi statue dorate di Santi sovrastate da una galleria cieca a colonnette ornata di figure di patriarchi e profeti a chiaroscuro.   Nel transetto sinistro si trova il pulpito marmoreo di Nicola Pisano, pietra miliare della scultura gotica italiana.   Nel parapetto, su archi trilobi, rilievi con storie di Cristo, separati da statue di profeti e angeli; la scala è attribuita a Bartolomeo Neroni, detto il Riccio.   All’estremità della navata sinistra è l’ingresso alla libreria Piccolomini, creazione rinascimentale fatta erigere per volontà del Cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, che volle custodirvi la biblioteca dello zio, Papa Pio II.

Il Pulpito di Nicola e Giovanni Pisano.
Accanto ai pilastri della cupola, ai limiti del transetto, si trova il più grande capolavoro di scultura del Duomo: il Pulpito in marmo, scolpito da Nicola Pisano e dai suoi allievi che lo portarono a termine nel 1268.   Costruito circa 10 anni dopo un pulpito simile a Pisa, dello stesso autore, questo pulpito è un chiaro esempio del passaggio dalla scultura romanica a quella gotica.   L’autore si dimostra meno sensibile al richiamo classico e cerca una maggiore espressione nelle proprie opere, delle prospettive più complesse e una maggiore coralità delle scene, dimostrando con tutto ciò una personalità artistica più libera.   Di forma ottagonale, poggia su uno zoccolo di marmo; è sorretto da otto colonne laterali e da una centrale.   Su di un lato è situata la scala di accesso, disegnata dal Riccio, sormontata da colonne e rivestita da marmo ornato.   Quattro colonne del pulpito poggiano su semplici basi marmoree, le altre quattro poggiano invece alternativamente su dei leoni scolpiti; la colonna centrale poggia su una base ottogonale su cui sono raffigurate otto personaggi scolpiti rappresentanti le sette arti liberali e la musica.   Tutte le colonne laterali hanno capitelli corinzi al di sopra dei quali sono raffigurate le statue delle Sibille; tra una colonna e l’altra si vedono gli archi trilobi.   La parte superiore del pulpito è divisa in sette pannelli separati tra di loro da statuette di profeti e angeli; questi pannelli, scolpiti in basso-rilievo, rappresentano:
- Natività e visitazione di Gesù;
- Arrivo e adorazione dei Re Magi;
- Presentazione di Gesù al tempio e fuga in Egitto;
- Strage degli innocenti;
- Crocifissione e simboli degli Evangelisti;
- Giudizio finale dei cattivi;
- Giudizio finale dei buoni.

(Notizie tratte dal sito web: http://filante.interfree.it/ a cui va il nostro Grazie!)


Riflesso del Duomo di Siena
sui vetri di un’auto a Siena
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Il riflesso della facciata del Duomo di Siena sul vetro di un’auto,
come un saluto e un arrivederci alla prossima camminata francigena
(Foto di B.Romanelli)



Conclusione del viaggio e di questa Cronaca

Con questa foto curiosa scattata da Bruno sulla Piazza del Duomo di Siena, con il riflesso della facciata del Duomo stesso sul finestrino posteriore, che adotto come simbolo del viaggio di ritorno dei pellegrini francigeni alle loro case ma anche come possibilità di raggiungere altri luoghi per riprendere poi il cammino a piedi, chiudo la pubblicazione della Cronaca di Bruno e la Galleria di foto che ha reso più efficaci le sue parole.   Come ha spiegato Bruno nel testo, quest’anno non ho potuto partecipare interamente a questa camminata francigena, ma solo alla prima tappa e al raduno del pomeriggio precedente.   Improrogabili impegni con la GM di Roma mi hanno richiamato nella capitale il 16/10.   Il percorso descritto in questa Cronaca l’ho conosciuto molto bene, avendo partecipato con Tita, Renzo e Paolo ai sopralluoghi effettuati a maggio 2004.
Paolo ha guidato le due ultime tappe al posto mio, con la sua consueta precisione e competenza!
Era giusto quindi che la "Cronaca completa" di questa camminata francigena fosse scritta da un partecipante alla tre giorni di cammino e Bruno ha eseguito correttamente questo compito affidatogli da Tita per il Notiziario della GM di Venezia.
Io non ho voluto però rinunciare alla pubblicazione della "Cronaca" di Bruno sulla camminata francigena del 2004 sul mio sito web e ho aggiunto qualche foto mia, di Carlo Melappioni e di Françoise Vogel della GM di Roma, insieme a qualche riquadro (contenente testi, in parte tratti da siti di Internet) per illustrare con maggiore dettaglio le opere e i monumenti incontrati lungo il cammino in queste contrade.
Il risultato è sotto gli occhi del visitatore di questa sezione del mio sito web, e spero che sia di piacevole lettura.
Non rimane che augurarmi e augurarVi un Arrivederci e un augurio di Buon Cammino su futuri tratti della Via Francigena, usando la parola dei pellegrini antichi:  Ultreya!

(Enea Fiorentini)


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Aggiornamento - 21/01/2005