Escursione al lago di Viverone,
nelle zone dell’altana birdwatching, del villaggio palafitticolo
e visita ai paesi di Azeglio e Piverone, il 31-05-2019

(insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta)


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CAMMINANDO SUL BORDO NORD-OVEST DEL LAGO DI VIVERONE
nelle zone dell’altana birdwatching e del villaggio palafitticolo
e visita ai paesi di Azeglio e di Piverone
insieme con i partecipanti ai Corsi della Università della Terza Età di Aosta

Venerdì 31 maggio 2019

 
Panorama sul lago di Viverone dall’altana birdwatching, posta sul bordo nord-ovest del lago
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)


Particolare dello schema di formazione del lago di Viverone (150.000 anni fa)
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Particolare del cartello turistico n 3 dei sentieri verso il lago
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Una breve premessa...

Le occasioni di incontro con i partecipanti ai Corsi proposti dalla Università della Terza Età di Aosta si sono moltiplicati in questi ultimi anni.  In alcuni incontri del lunedì, riservati alle lezioni della Università, ho avuto occasione di parlare delle mie esperienze di cammino lungo la Via Francigena e, successivamente, ho accompagnato un gruppo di questi partecipanti in visite specifiche in alcuni luoghi interessanti della Via Francigena in Valle d’Aosta.  Ho documentato questi incontri e le visite in alcune schede pubblicate sul mio sito, come quelle presentate sulla pagina all’indirizzo:
Incontri in biblioteca ed escursioni su tratti della VF in Valle d’Aosta (18-3-2019 --- 6-4-2019).
In quelle occasioni di incontri abbiamo visitato:

- il Geosito di St-Vincent e le sue emergenze
  geologiche;
- le incisioni rupestri della zona;
- le tracce dell’antica Strada romana
  delle Gallie;
- le tracce più evidenti della Via Francigena
  sovrapposte al percorso romano.

In primavera, insieme con un piccolo gruppo di partecipanti di questa Università, abbiamo visitato una zona poco conosciuta del versante nord-ovest del lago di Viverone dove, oltre agli aspetti naturali e archeologici, abbiamo conosciuto le tracce di un antico transito di strade romane (e poi medievali) che collegavano direttamente Ivrea a Vercelli transitando sul lato ovest del Lago di Viverone.  In questa occasione, abbiamo fatto la sosta pranzo al vicino paese di Azeglio, dopo aver visitato le sue strade, le sue piazze e, dall’esterno, il maestoso Castello dei Signori di Azeglio.
Successivamente, riprese le auto, ci siamo spostati a Piverone sul lato nord-est del lago, dove abbiamo effettuato una breve sosta sulla piazza principale.  Qui abbiamo visitato il paese, la monumentale torre campanaria che faceva da porta di accesso all’antico Ricetto del paese (cioè alla parte murata più interna della sua difesa) e al monumento alla gallina (a ricordo delle gare per le corse delle galline nella via principale del paese, che si tengono annualmente).  Il paese di Piverone si trova sul tracciato attuale della Via Francigena ed è uno dei luoghi sosta per i pellegrini, essendo dotato di Ostello e di trattorie / bar.


Rampa di accesso all’altana birdwatching
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Silhouette dell’altana birdwatching
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo sull’altana birdwatching del Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Svasso minore al Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo in discesa dall’altana birdwatching del Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Panoramica sul villaggio palafitticolo sul Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Schema del Villaggio palafitticolo al Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo al villaggio palafitticolo al Lago Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Folaga nei pressi della zona Palafitte sul lago
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Svasso minore al Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Germano reale maschio vicino al villaggio palafitticolo
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo nel villaggio palafitticolo al Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Parte del villaggio palafitticolo al Lago di Viverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

L’escursione e le visite...

Come programmato, venerdì 31 maggio 2019 mattina, siamo partiti in 7 persone su due auto da Aosta per dirigerci verso il bordo nord-ovest del Lago di Viverone, nel Comune di Azeglio [1] .  Dopo circa 1 ora e 30 min. di viaggio, superiamo Ivrea e proseguiamo sulla provinciale SP228 che collega Ivrea a Cavaglià.  Prima di raggiungere l’abitato di Viverone, pieghiamo a destra (sud-ovest) e prendiamo la provinciale SP56 che si dirige verso il paese di Azeglio [1] .  Ci avviciniamo al centro di Azeglio [1] ma non entriamo in paese.
Al semaforo, svoltiamo a sinistra sulla strada asfaltata Via Boscarina che si allontana dal paese verso sud in direzione del Lago di Viverone.  In breve, raggiungiamo il bivio con una larga sterrata a sinistra.  Questa sterrata si chiama anch’essa Via Boscarina (è il ramo più a nord-est), che si dirige decisamente verso dei boschetti e il lago.  Qui pieghiamo a sinistra e proseguiamo su questa sterrata per circa 1 km, fermando le auto nella zona di uno slargo dove c’è un piccolo bivio con una sterrata che scende dall’alto (cioè dalla Via Boscarina asfaltata) che sarà parte del percorso di ritorno.  Qui, abbandoniamo le auto e iniziamo il percorso a piedi.  Dopo circa un altro km., incontriamo un bivio con un cartello esplicativo (è il punto informativo n.2) che ci mostra il percorso per raggiungere la Torre panoramica (l’altana), idonea per l’osservazione degli animali e in particolare degli uccelli (birdwatching), situata più a nord sempre sul bordo del lago.  Imbocchiamo il nuovo sentiero che ci fa seguire un tracciato su un grande semicerchio fino a giungere, dopo aver attraversato un bel boschetto, ad un cancello nei pressi di un canale (la Roggia Colatore), dove c’è un secondo cartello esplicativo (è il punto informativo n.3).
Superiamo il cancello e un piccolo ponte sul canale e avanziamo in una pianura aperta.
Continuiamo il cammino e rientriamo in un altro boschetto dove incontriamo una capanna e un terzo cartello esplicativo (è il punto informativo n.4).  Poco più avanti, raggiungiamo una lunga passerella in legno, sopraelevata rispetto al terreno acquitrinoso del bordo del lago, che ci conduce alla scaletta della Torre panoramica (altana) che si alza sul bordo del Lago di Viverone [2] tra canne e alta vegetazione lacustre.  Saliamo con precauzione i gradini in legno perché abbiamo notato che alcuni sono in cattivo stato e prossimi a rompersi.  Dall’alta piattaforma della Torre ammiriamo un vasto panorama su questa parte del lago e sui molti uccelli che nuotano poco distanti o che si mimetizzano sui suoi bordi frastagliati.
Ci dedichiamo ad ammirare il paesaggio lacustre e a scattare alcune foto a noi e all’ambiente ricco di anfratti e di animali.  Poi scendiamo dall’altana e torniamo sulla lunga passerella che ci riporta sul terreno più solido.  Ripercorriamo a ritroso il lungo tragitto dell’andata e raggiungiamo il bivio con il cartello esplicativo, al punto informativo n.2.
Pieghiamo a sinistra e continuiamo a camminare sulla larga sterrata della Via Boscarina, di nuovo in direzione del lago.  Dopo circa 600 metri, raggiungiamo il bordo del lago dove sono state ricostruite alcune capanne su palafitte, quasi a formare un villaggio, molto alte sul livello dell’acqua, sullo stile di quelle esistenti qui migliaia di anni fa.  All’ingresso di questa zona, un portale ha incisa la scritta: "Approdo Turistico Palafitticolo" che ricorda che il tutto è stato costruito dal Comune di Azeglio [1] .  Si tratta di una ricostruzione moderna, ma suggestiva, che permette di capire come poteva svilupparsi la vita di una comunità in queste zone e, oggi, di osservare in tranquillità numerose specie di volatili che svernano o che vivono costantemente sul lago.  Infatti, anche da quest’area, scattiamo diverse foto agli svassi, alle folaghe e a coppie di germani reali, presenti nelle acque e sui bordi dello specchio d’acqua nei pressi delle palafitte.  Lasciamo questo lato del lago e risaliamo seguendo un piccolo sentiero sassoso che ci riporta su Via Boscarina, la strada principale asfaltata che contorna tutto il lago, lungo il suo bordo occidentale.  A un centinaio di metri dallo sbocco del sentiero sulla strada, incontriamo il Santuario di Sant’Antonio Abate, antico Eremo ed Ospizio per i pellegrini, anteriore al XII sec., posto sull’antica Strada Romana Ivrea - Vercelli.
Guardando le carte antiche e quelle moderne si capisce come questo itinerario sia il più diretto e veloce, praticamente una diagonale perfetta, per unire la città del canavese con quella delle risaie (per secoli antagoniste nella conquista dei territori intermedi).  Facciamo sosta nell’area del Santuario e contorniamo questo antico edificio, trovandolo ancora chiuso.  Cartelli segnaletici ne illustrano la sua storia centenaria.  Dopo la sosta, riprendiamo il cammino sulla strada che costeggia il Santuario (la Via Boscarina) che qui segue l’antico tracciato della Strada Romana, praticamente una variante della direttrice attuale della Via Francigena.  Infatti, molte volte lungo questo itinerario, riconosciamo gli adesivi di diverse associazioni francigene incollati sui pali e su altri sostegni.  Oggi però la seguiamo in direzione di Azeglio [1] .  Dopo poco più di 1 km dal Santuario incontriamo il bivio a destra sul sentiero che scende verso la sterrata sottostante.  Lo prendiamo e torniamo velocemente al posteggio delle auto, chiudendo così l’anello escursionistico.
Riprendiamo le auto e in un ulteriore km di strada, seguendo Via Boscarina (prima sterrata e poi asfaltata), quindi Via Roma (dopo aver superato il semaforo con la SP56 da cui eravamo giunti qui), raggiungiamo Piazza Massimo d’Azeglio al centro del paese e proprio di fronte al palazzo del Municipio.
Qui parcheggiamo le auto e, finite le escursioni, lasciamo gli zaini e gli accessori nelle vetture e iniziamo le visite.  Da Piazza Massimo d’Azeglio camminiamo lungo Via Roma, in direzione nord-ovest, attraversando il paese in mezzo a vecchie case e giardini.
Ormai fuori dal paese, contornando il grande Parco alberato del Castello di Azeglio, sbuchiamo sulla trafficata strada provinciale SP79 e la seguiamo nella stessa direzione.
Raggiungiamo un bivio con varie strade e noi giriamo a sinistra su Via Piane che scende leggermente mentre contorna (a sinistra) il Parco del Castello.  Ad un incrocio a " T ", raggiungiamo l’ingresso del Cimitero di Azeglio e qui, pieghiamo ancora a sinistra, sempre su Via Piane.  Su questa strada stiamo tornando, di nuovo, verso il centro del paese e, dopo aver piegato leggermente a sinistra su Via XX Settembre, ci troviamo in faccia alla Chiesa Cattedrale di Azeglio [1] , dedicata a San Martino Vescovo e costruita negli anni 1787 - 1790.  Scattiamo qualche foto alla chiesa e al suo altissimo campanile, mentre transitiamo sotto le mura dell’enorme Castello di Azeglio (avendo questa struttura a sinistra).  Questo castello passò di mano molte volte tra varie famiglie potenti, alcune alleate con quella dei Marchesi del Monferrato ed altre alleate con la sempre più potente Casa Savoia.  Ad un ramo di quest’ultima: quella dei Tapparelli (o - anticamente - Taparelli) di Lagnasco e Saluzzo (CN), discese Massimo Tapparelli d’Azeglio (conosciuto da tutti come Massimo d’Azeglio).
A quest’ultimo personaggio (nato a Torino) noto per esser stato un politico coadiutore del Risorgimento, presidente del Real Consiglio di Sardegna dal 1849 al 1852; il paese gli dedicò un mezzobusto nella piazza comunale che porta il suo nome.  Su Via XX Settembre ritorniamo sulla piazza principale di Azeglio [1], dopo aver percorso oltre 2 km in questo ultimo giro a piedi.  Ci sistemiamo sulle panchine della piazza, proprio vicino alla statua di Massimo d’Azeglio e, all’ombra di grandi alberi, consumiamo il nostro pranzo al sacco.  Al termine della sosta, prendiamo un caffé presso il Caffé Meridiana che si affaccia proprio in un lato della piazza principale del paese.  Risaliamo sulle nostre auto e torniamo su Via Roma e, al semaforo, giriamo a sinistra sulla SP56 lasciando il paese di Azeglio [1] .
In breve, raggiungiamo la più importante provinciale SP228.  Attraversiamo quest’ultima strada e proseguiamo sempre sulla SP56 che, con alcune svolte, risale sulle prime propaggini delle colline della Serra, l’antica morena laterale sinistra del Ghiacciaio Balteo.


La SP56 cambia più volte il suo nome, prima diventa Via Strada Nuova, poi ad una curva a sinistra che ha l’innesto con Via Solà, diventa Via Giovanni Flecchia.  Su quest’ultima arriviamo al centro del paese di Piverone [3] e parcheggiamo le auto in Piazza P.Lucca.  Siamo vicini alla grande Torre Campanaria, conosciuta anche come Torre dell’Orologio, del XIII sec.  Era una delle antiche porte di accesso al borgo medievale.  Originariamente questa torre-porta aveva due archi di passaggio, carraio e pedonale (solo il primo è oggi visibile che dà accesso a Via Giovanni Flecchia), muniti di ponti levatoi azionati mediante le leve che fuoriuscivano da tre ampie feritorie.  La parte superiore era aperta e merlata.  Presentava sul lato sud la torretta di guardia detta "belfredo".  Posto in un angolo della piazza, andiamo a vedere il monumento in bronzo dedicato alla Gallina, creato per ricordare la gara che questi animali effettuano annualmente sulla lunga Via G.Flecchia.
Scattiamo alcune foto a noi addossati al monumento e ammiriamo la dedica in latino che è posta sulla base dello stesso.
Questa dice:
CURRE, SI TAMEN CANERE INCIPIES, LUCTATIO TUA INANIS ERIT che significa: CORRI, SE TUTTAVIA INCOMINCERAI A CANTARE, IL TUO SFORZO SARÀ INUTILE.
L’opera è stata realizzata da Mario Giuseppe Casello il 15-10-2006.  Dopo questa curiosa visita, torniamo al centro della piazza e ci accomodiamo sulle sedie del bar Bistrot del Campanile per sorseggiare qualche bibita rinfrescante.  Grazie alla giornata soleggiata, l’escursione e le visite si sono concluse come da programma e con la soddisfazione dei partecipanti.  Anche la visita e la sosta a Piverone [3] sono risultate appaganti.
Torneremo a camminare in queste zone e a pernottare qui durante le prossime camminate sulla Via Francigena, previste nel maggio del 2020.  Oggi ci resta solo il ritorno alle nostre abitazioni.  Riprendiamo quindi le auto e affrontiamo il breve viaggio verso Aosta.
Arrivederci alle prossime uscite...


Enea Fiorentini
Socio CAI e Socio della Associazione "Giovane Montagna" (sezioni di Roma)
Membro accademico del GISM [Gruppo Italiano Scrittori di Montagna], residente ad Aosta

Altre foto dell’escursione e delle visite...
 
Santuario di Sant’Antonio Abate su Via Boscarina
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Cartello al Santuario di Sant’Antonio Abate
su Via Boscarina
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Piazza del Municipio ad Azeglio
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Busto di Massimo D’Azeglio
sulla Piazza del Municipio ad Azeglio
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Percorso da Piazza del Municipio alla
Chiesa di San Martino ad Azeglio
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Campanile della Chiesa Cattedrale
di San Martino ad Azeglio
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Chiesa di San Martino ad Azeglio
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Cartello alla Chiesa di San Martino ad Azeglio
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Castello di Azeglio ad Azeglio
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Torre Campanaria del Ricetto a Piverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Cartello della Torre Campanaria a Piverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Retro della Torre Campanaria a Piverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo al monumento della gallina a Piverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo al monumento della gallina a Piverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Targa del monumento della gallina a Piverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

 
Statua in bronzo alla gallina a Piverone
31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)

 
           NOTE VARIE:


  1. Un cenno di storia su Azeglio:    ->>> Back

    [ Adagiato nell’estremo lembo nord-orientale del Canavese, Azeglio dista ben 53 chilometri a nord-est da Torino e a soli 3 km a ovest dal Lago di Viverone, al confine con la Provincia di Biella.   Lo studioso Giandomenico Serra sostenne che l’etimologia del toponimo derivasse da "in agellis", ovvero "nei campicelli", ipotesi che risale a tracce evidenti di centuriazione romana.   Altri studiosi, più aderenti alla tradizione, ritengono che il nome derivi da "asylum", una particolare colonia penitenziaria risalente agli antichi romani.   Situato in una zona pianeggiante nell’estremo lembo nord-orientale del Canavese (eporediense), Azeglio confina ad ovest (cantone Boscarina più Cascine Viassa, Sirio e Specura) con Regione Bancassa (il "Maresco") di Anzasco di Piverone, una zona paludosa che non consente edificazioni.   A nord si accede alla SP 228 del Lago di Viverone, confinante col comune di Piverone, da dove si accede alla parte sud-orientale della collina della Serra d’Ivrea.   Ritrovamenti di selci lavorate e di anelli da ormeggio di bronzo attestano la sua origine come abitato formato da palafitte preistoriche, così come i vicini paesi di Piverone e Viverone; tali siti, dal 2011 sono nell’elenco del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.   In epoca romana, Azeglio fu sede di un penitenziario (asylum).   La prima testimonianza scritta risale al 999, costituita da un diploma di Ottone III.   Un documento del 1044 invece, attesta che la zona era sotto la giurisdizione del vescovo d’Ivrea.   Essendo posta sul confine di due zone d’influenza, Vercelli e Ivrea, il paese assunse un’importante funzione di blocco militare.   Nel XIV secolo, Azeglio vide l’avvicendarsi di varie signorie, tra cui i Valperga di Masino e i marchesi di Ponzone.   Vercelli, per rinforzare la propria influenza, spostò l’antico centro e il Castello da località Villa in un nuovo sito, denominato poi "Borgo Franco", fortificando così Azeglio dai passaggi occidentali verso il Lago di Viverone; tuttavia, fu inutile.   Come accadde per Viverone, Roppolo e altri paesi circostanti, anche Azeglio nel 1392 fu assoggettato al Monferrato attraverso le conquiste del mercenario Facino Cane.   Il paese fu liberato soltanto qualche anno dopo, grazie alle truppe sabaude del maresciallo Bonifacio di Challant.   Successivamente, la storia azegliese si legò alla monarchia sabauda e ai soli marchesi di Ponzone, fra alterne vicende, i quali tramandarono i loro diritti sul feudo, allorquando le figlie di Giacinto ed Aleramo Ponzone si imparentarono rispettivamente con i Tapparelli (o - anticamente - Taparelli), già di Lagnasco e Saluzzo (CN) ed il conte D’Harcourt di Fiano Torinese, che ebbero titolo marchionale sul territorio azegliese a circa metà del XVIII secolo e adibirono il Castello a loro residenza estiva.   Dai Tapparelli di Lagnasco ebbero discendenza i fratelli Luigi, Roberto e Massimo Tapparelli d’Azeglio, quest’ultimo però nato a Torino, noto per esser stato un politico coadiutore del Risorgimento, presidente del Real Consiglio di Sardegna dal 1849 al 1852; il paese gli dedicò un mezzobusto nella piazza comunale.
    Notizie tratte liberamente dal sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Azeglio ]



  2. Un cenno sull’origine del Lago di Viverone:    ->>> Back

    [ L’origine del lago è correlata agli eventi glaciali verificatisi all’inizio dell’era quaternaria.   Durante l’epoca definita Pleistocene l’espansione dei ghiacciai fu dovuta all’aumento delle precipitazioni ed alla loro più uniforme distribuzione durante l’arco dell’anno; la riduzione delle temperature fu piuttosto modesta e riferita essenzialmente alla diminuzione della media delle temperature estive.   Dunque nel Pleistocene inferiore (1,65 milioni di anni fa) le calotte polari iniziarono ad espandersi, quella artica giunse fino al 52° parallelo di latitudine nord ricoprendo gran parte del Nord Europa ed influenzando il clima delle catene montuose alpina e pirenaica; i ghiacciai alpini si espansero e scesero lungo le valli.   Dalla Valle d’Aosta un enorme ghiacciaio, lungo oltre 100 km, di spessore fino a 800 metri e di larghezza di 2-3 km, sfociò nella pianura canavesana depositando durante le sue avanzate e ritiri (pulsazioni) una serie di sedimenti disposti a "ferro di cavallo" (in pianta), costituendo il cosiddetto: "Anfiteatro Morenico di Ivrea".   I laghi di Viverone e di Candia, residui di bacini un tempo più ampi, sono addossati al lato interno del Gruppo della Serra di Ivrea.   Questi ultimi si formarono tra la penultima (Pleistocene medio) e l’ultima (Pleistocene superiore) pulsazione glaciale, quando il ghiacciaio si ritirò per poi avanzare nuovamente formando la cerchia più interna (Gruppo Bollengo - Strambino).   Le acque di scioglimento restarono così intrappolate tra la cerchia più antica esterna e quella più recente interna.
    Notizie tratte liberamente dal Cartello turistico n.4 presente sul lago. ]



  3. Un cenno di storia su Piverone:    ->>> Back

    [ Piverone fu abitato, così come il vicino Viverone, già da tempi preistorici; oltre i resti di insediamenti a ridosso di Anzasco, furono trovati altri reperti dell’età del bronzo (2000-1200 a.C.) anche nell’entroterra.   Curiosamente, l’origine del toponimo Piverone non ha nulla a che vedere con l’assonante e adiacente Viverone.   L’ipotesi più probabile è quella del nome di un prediale romano del IV secolo circa che, avendo un carattere vivace, "pepato" appunto, fu soprannominato Pipero, da cui il nome di una antica Villa Piperonis, oggi inesistente.   Un documento del XVII secolo afferma inoltre che il borgo di Peveronis aveva, come simbolo araldico, un albero di pepe.   Tuttavia, non avendo traccia disegnata, nel 1926 fu scelto, come stemma di Piverone, la croce sabauda.   Nel X-XI secolo circa, avvengono i primi insediamenti di monaci nel territorio.   Di questo periodo, è importante citare la "Chiesetta del Gesiùn", della quale abbiamo dei resti in stile romanico canavesano ancora apprezzabili presso la località Livione, a sud-est di Piverone.   Probabilmente, dello stesso periodo, è l’impianto preesistente dell’edificio votivo alla Madonna con Bambino di Unzasco (Lido di Anzasco), sulle rive occidentali del Lago (e poi diventata Santa Maria de Ursacio e Santa Maria delle Grazie).   Nel XIII secolo, si hanno notizie del Podestà di Vercelli Pruino degli Incoardi che cede il territorio ai consoli feudatari Brulino e Raimondo da Livione, Raimondo da Anzasco, Giovanni del Platola da Palazzo e Albertino del Monte.   I consoli vercellesi fortificarono il paese con un bastione in stile romanico a tre torri, in previsione di espandersi verso la vicina Eporedia (l’attuale Ivrea).   Una delle tre torri (la torre-orologio municipale, d’ingresso al borgo) è rimasta in buono stato, mentre le altre due sono parecchio degradate.   A partire dal XV secolo, Piverone diventa l’ultima roccaforte territoriale protetta a nord-est del Ducato di Savoia, attraverso i nobili De Marchi, assoggettati a Ludovico di Savoia.   Agli inizi del XVIII secolo, il paese fu poi meta di villeggiatura di Madama Giovanna Battista di Savoia-Nemours, moglie del duca Carlo Emanuele II.   Il territorio fu successivamente conteso per l’amministrazione turistica del Lago di Viverone, delle cui rive occidentali Piverone, sotto la Provincia di Torino, rimarrà proprietario per 1/6 (nella frazione Anzasco e in località Bancassa-Maresco).
    Notizie tratte liberamente dal sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Piverone ]

 
 


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Aggiornamento - 06/12/2019
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