Rampa di accesso all’altana birdwatching 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Silhouette dell’altana birdwatching 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo sull’altana birdwatching del Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Svasso minore al Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo in discesa dall’altana birdwatching del Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Panoramica sul villaggio palafitticolo sul Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Schema del Villaggio palafitticolo al Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo al villaggio palafitticolo al Lago Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Folaga nei pressi della zona Palafitte sul lago 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Svasso minore al Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Germano reale maschio vicino al villaggio palafitticolo 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo nel villaggio palafitticolo al Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
Parte del villaggio palafitticolo al Lago di Viverone 31-05-2019 (Foto di E.Fiorentini)
| L’escursione e le visite...

Come programmato, venerdì 31 maggio 2019 mattina, siamo partiti in 7 persone su due auto da Aosta per dirigerci verso il bordo nord-ovest del Lago di Viverone, nel Comune di Azeglio [1] . Dopo circa 1 ora e 30 min. di viaggio, superiamo Ivrea e proseguiamo sulla provinciale SP228 che collega Ivrea a Cavaglià. Prima di raggiungere l’abitato di Viverone, pieghiamo a destra (sud-ovest) e prendiamo la provinciale SP56 che si dirige verso il paese di Azeglio [1] . Ci avviciniamo al centro di Azeglio [1] ma non entriamo in paese. Al semaforo, svoltiamo a sinistra sulla strada asfaltata Via Boscarina che si allontana dal paese verso sud in direzione del Lago di Viverone. In breve, raggiungiamo il bivio con una larga sterrata a sinistra. Questa sterrata si chiama anch’essa Via Boscarina (è il ramo più a nord-est), che si dirige decisamente verso dei boschetti e il lago. Qui pieghiamo a sinistra e proseguiamo su questa sterrata per circa 1 km, fermando le auto nella zona di uno slargo dove c’è un piccolo bivio con una sterrata che scende dall’alto (cioè dalla Via Boscarina asfaltata) che sarà parte del percorso di ritorno. Qui, abbandoniamo le auto e iniziamo il percorso a piedi. Dopo circa un altro km., incontriamo un bivio con un cartello esplicativo (è il punto informativo n.2) che ci mostra il percorso per raggiungere la Torre panoramica (l’altana), idonea per l’osservazione degli animali e in particolare degli uccelli (birdwatching), situata più a nord sempre sul bordo del lago. Imbocchiamo il nuovo sentiero che ci fa seguire un tracciato su un grande semicerchio fino a giungere, dopo aver attraversato un bel boschetto, ad un cancello nei pressi di un canale (la Roggia Colatore), dove c’è un secondo cartello esplicativo (è il punto informativo n.3). Superiamo il cancello e un piccolo ponte sul canale e avanziamo in una pianura aperta. Continuiamo il cammino e rientriamo in un altro boschetto dove incontriamo una capanna e un terzo cartello esplicativo (è il punto informativo n.4). Poco più avanti, raggiungiamo una lunga passerella in legno, sopraelevata rispetto al terreno acquitrinoso del bordo del lago, che ci conduce alla scaletta della Torre panoramica (altana) che si alza sul bordo del Lago di Viverone [2] tra canne e alta vegetazione lacustre. Saliamo con precauzione i gradini in legno perché abbiamo notato che alcuni sono in cattivo stato e prossimi a rompersi. Dall’alta piattaforma della Torre ammiriamo un vasto panorama su questa parte del lago e sui molti uccelli che nuotano poco distanti o che si mimetizzano sui suoi bordi frastagliati. Ci dedichiamo ad ammirare il paesaggio lacustre e a scattare alcune foto a noi e all’ambiente ricco di anfratti e di animali. Poi scendiamo dall’altana e torniamo sulla lunga passerella che ci riporta sul terreno più solido. Ripercorriamo a ritroso il lungo tragitto dell’andata e raggiungiamo il bivio con il cartello esplicativo, al punto informativo n.2. Pieghiamo a sinistra e continuiamo a camminare sulla larga sterrata della Via Boscarina, di nuovo in direzione del lago. Dopo circa 600 metri, raggiungiamo il bordo del lago dove sono state ricostruite alcune capanne su palafitte, quasi a formare un villaggio, molto alte sul livello dell’acqua, sullo stile di quelle esistenti qui migliaia di anni fa. All’ingresso di questa zona, un portale ha incisa la scritta: "Approdo Turistico Palafitticolo" che ricorda che il tutto è stato costruito dal Comune di Azeglio [1] . Si tratta di una ricostruzione moderna, ma suggestiva, che permette di capire come poteva svilupparsi la vita di una comunità in queste zone e, oggi, di osservare in tranquillità numerose specie di volatili che svernano o che vivono costantemente sul lago. Infatti, anche da quest’area, scattiamo diverse foto agli svassi, alle folaghe e a coppie di germani reali, presenti nelle acque e sui bordi dello specchio d’acqua nei pressi delle palafitte. Lasciamo questo lato del lago e risaliamo seguendo un piccolo sentiero sassoso che ci riporta su Via Boscarina, la strada principale asfaltata che contorna tutto il lago, lungo il suo bordo occidentale. A un centinaio di metri dallo sbocco del sentiero sulla strada, incontriamo il Santuario di Sant’Antonio Abate, antico Eremo ed Ospizio per i pellegrini, anteriore al XII sec., posto sull’antica Strada Romana Ivrea - Vercelli. Guardando le carte antiche e quelle moderne si capisce come questo itinerario sia il più diretto e veloce, praticamente una diagonale perfetta, per unire la città del canavese con quella delle risaie (per secoli antagoniste nella conquista dei territori intermedi). Facciamo sosta nell’area del Santuario e contorniamo questo antico edificio, trovandolo ancora chiuso. Cartelli segnaletici ne illustrano la sua storia centenaria. Dopo la sosta, riprendiamo il cammino sulla strada che costeggia il Santuario (la Via Boscarina) che qui segue l’antico tracciato della Strada Romana, praticamente una variante della direttrice attuale della Via Francigena. Infatti, molte volte lungo questo itinerario, riconosciamo gli adesivi di diverse associazioni francigene incollati sui pali e su altri sostegni. Oggi però la seguiamo in direzione di Azeglio [1] . Dopo poco più di 1 km dal Santuario incontriamo il bivio a destra sul sentiero che scende verso la sterrata sottostante. Lo prendiamo e torniamo velocemente al posteggio delle auto, chiudendo così l’anello escursionistico. Riprendiamo le auto e in un ulteriore km di strada, seguendo Via Boscarina (prima sterrata e poi asfaltata), quindi Via Roma (dopo aver superato il semaforo con la SP56 da cui eravamo giunti qui), raggiungiamo Piazza Massimo d’Azeglio al centro del paese e proprio di fronte al palazzo del Municipio. Qui parcheggiamo le auto e, finite le escursioni, lasciamo gli zaini e gli accessori nelle vetture e iniziamo le visite. Da Piazza Massimo d’Azeglio camminiamo lungo Via Roma, in direzione nord-ovest, attraversando il paese in mezzo a vecchie case e giardini. Ormai fuori dal paese, contornando il grande Parco alberato del Castello di Azeglio, sbuchiamo sulla trafficata strada provinciale SP79 e la seguiamo nella stessa direzione. Raggiungiamo un bivio con varie strade e noi giriamo a sinistra su Via Piane che scende leggermente mentre contorna (a sinistra) il Parco del Castello. Ad un incrocio a " T ", raggiungiamo l’ingresso del Cimitero di Azeglio e qui, pieghiamo ancora a sinistra, sempre su Via Piane. Su questa strada stiamo tornando, di nuovo, verso il centro del paese e, dopo aver piegato leggermente a sinistra su Via XX Settembre, ci troviamo in faccia alla Chiesa Cattedrale di Azeglio [1] , dedicata a San Martino Vescovo e costruita negli anni 1787 - 1790. Scattiamo qualche foto alla chiesa e al suo altissimo campanile, mentre transitiamo sotto le mura dell’enorme Castello di Azeglio (avendo questa struttura a sinistra). Questo castello passò di mano molte volte tra varie famiglie potenti, alcune alleate con quella dei Marchesi del Monferrato ed altre alleate con la sempre più potente Casa Savoia. Ad un ramo di quest’ultima: quella dei Tapparelli (o - anticamente - Taparelli) di Lagnasco e Saluzzo (CN), discese Massimo Tapparelli d’Azeglio (conosciuto da tutti come Massimo d’Azeglio). A quest’ultimo personaggio (nato a Torino) noto per esser stato un politico coadiutore del Risorgimento, presidente del Real Consiglio di Sardegna dal 1849 al 1852; il paese gli dedicò un mezzobusto nella piazza comunale che porta il suo nome. Su Via XX Settembre ritorniamo sulla piazza principale di Azeglio [1], dopo aver percorso oltre 2 km in questo ultimo giro a piedi. Ci sistemiamo sulle panchine della piazza, proprio vicino alla statua di Massimo d’Azeglio e, all’ombra di grandi alberi, consumiamo il nostro pranzo al sacco. Al termine della sosta, prendiamo un caffé presso il Caffé Meridiana che si affaccia proprio in un lato della piazza principale del paese. Risaliamo sulle nostre auto e torniamo su Via Roma e, al semaforo, giriamo a sinistra sulla SP56 lasciando il paese di Azeglio [1] . In breve, raggiungiamo la più importante provinciale SP228. Attraversiamo quest’ultima strada e proseguiamo sempre sulla SP56 che, con alcune svolte, risale sulle prime propaggini delle colline della Serra, l’antica morena laterale sinistra del Ghiacciaio Balteo.

La SP56 cambia più volte il suo nome, prima diventa Via Strada Nuova, poi ad una curva a sinistra che ha l’innesto con Via Solà, diventa Via Giovanni Flecchia. Su quest’ultima arriviamo al centro del paese di Piverone [3] e parcheggiamo le auto in Piazza P.Lucca. Siamo vicini alla grande Torre Campanaria, conosciuta anche come Torre dell’Orologio, del XIII sec. Era una delle antiche porte di accesso al borgo medievale. Originariamente questa torre-porta aveva due archi di passaggio, carraio e pedonale (solo il primo è oggi visibile che dà accesso a Via Giovanni Flecchia), muniti di ponti levatoi azionati mediante le leve che fuoriuscivano da tre ampie feritorie. La parte superiore era aperta e merlata. Presentava sul lato sud la torretta di guardia detta "belfredo". Posto in un angolo della piazza, andiamo a vedere il monumento in bronzo dedicato alla Gallina, creato per ricordare la gara che questi animali effettuano annualmente sulla lunga Via G.Flecchia. Scattiamo alcune foto a noi addossati al monumento e ammiriamo la dedica in latino che è posta sulla base dello stesso. Questa dice: CURRE, SI TAMEN CANERE INCIPIES, LUCTATIO TUA INANIS ERIT che significa: CORRI, SE TUTTAVIA INCOMINCERAI A CANTARE, IL TUO SFORZO SARÀ INUTILE. L’opera è stata realizzata da Mario Giuseppe Casello il 15-10-2006. Dopo questa curiosa visita, torniamo al centro della piazza e ci accomodiamo sulle sedie del bar Bistrot del Campanile per sorseggiare qualche bibita rinfrescante. Grazie alla giornata soleggiata, l’escursione e le visite si sono concluse come da programma e con la soddisfazione dei partecipanti. Anche la visita e la sosta a Piverone [3] sono risultate appaganti. Torneremo a camminare in queste zone e a pernottare qui durante le prossime camminate sulla Via Francigena, previste nel maggio del 2020. Oggi ci resta solo il ritorno alle nostre abitazioni. Riprendiamo quindi le auto e affrontiamo il breve viaggio verso Aosta. Arrivederci alle prossime uscite...
Enea Fiorentini Socio CAI e Socio della Associazione "Giovane Montagna" (sezioni di Roma) Membro accademico del GISM [Gruppo Italiano Scrittori di Montagna], residente ad Aosta |