Cronaca dell’escursione sulle ultime tre tappe della Via Francigena in Valle d’Aosta,
insieme con i soci della Sezione di Cuneo dell’Associazione "Giovane Montagna"
(dal 3/5 al 5/5/2019)

( da Nus [m 529 slm] a Pont-Saint-Martin [m 345 slm] per circa 50 km)

Cronaca della 6° Tappa sulla VF in VDA (Verrès->Pont-Saint-Martin)


Logo Francigena

In cammino insieme con i soci della
Associazione G.M. ("Giovane Montagna")
Sezione di Cuneo


( sulle ultime tre tappe della Via Francigena in Valle d’Aosta )
(da Nus a Pont-Saint-Martin)

Escursione organizzata dai responsabili della sezione G.M. di Cuneo

Cronaca a cura di Enea Fiorentini (G.M. di Roma)
(3 - 5 Maggio 2019)

 
 
Gruppo in sosta alla Chiesa di San Martino ad Arnad Le Vieux
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)


Domenica 5 maggio 2019
Cronaca: 6° Tappa sulla Via Francigena in Valle d’Aosta con i soci della G.M. di Cuneo
Verrès (m 391 slm) --> Pont-Saint-Martin (m 345 slm) (c. 16 km)

 
Preparazione per la partenza da -Il Casello- di Verrès
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

3a consegna del -baculum- da Elena a Cinzia a Verrès
 05/05/2019 - (Foto di A.Testa/E.Pepino)

Passaggio del -baculum- da Elena a Cinzia al Casello di Verrès
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Torchio a Clos de Barme di Arnad
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Schema del torchio di Clos de Barme di Arnad
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Vista dall’alto della Chiesa di San Martino ad Arnad Le Vieux
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Ingresso della Chiesa di San Martino ad Arnad Le Vieux
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Il campanile e le absidi della Chiesa di San Martino ad Arnad Le Vieux
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Affreschi della Chiesa di San Martino ad Arnad Le Vieux
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo in sosta alla Chiesa di San Martino ad Arnad Le Vieux
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Le Torri e Caseforti di Arnad-Ville
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Viret nelle case storiche ad Arnad-Ville
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Sosta al Ponte di Echallod sotto Arnad
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo sul Ponte di Echallod sotto Arnad
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo sul Ponte di Echallod sotto Arnad
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Cinzia al posto del banditore pubblico alla Chiesa di Hône
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Panorama sul ponte di Hône, sulla Dora Baltea, verso Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Gruppo sul ponte di Hône, sulla Dora Baltea, verso Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Forte di Bard visto dal ponte di Hône
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)

Panorama sul Forte di Bard dall’alto
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)


Ci svegliamo alle ore 6, ci prepariamo e facciamo la 1° colazione all’Ostello "Il Casello".  Poi prepariamo e lasciamo i bagagli extra nella hall, pronti per essere trasportati da Francesco a Pont-Saint-Martin nel primo pomeriggio.  Salutiamo i gestori dell’Ostello e diamo loro un arrivederci a prossimi incontri.
Usciamo nel piazzale esterno dell’edificio e procediamo, dopo un momemto di meditazione, alla cerimonia del passaggio del "baculum" alla nostra guida per questa tappa.  Il passaggio avviene da Elena, la più grande del gruppo (come 2° guida) a Cinzia, la più giovane del gruppo (come 3° e ultima guida per quest’anno).  Attorno alle ore 9, lasciamo l’area dell’Ostello e transitiamo a fianco della stazione FFSS di Verrès.  Non dobbiamo risalire al centro del paese e quindi seguiamo Rue des Alpes che, verso est, fiancheggia la linea ferroviaria fino a raggiungere il vicino sottopasso stradale sotto la ferrovia.  Qui, giriamo a destra su Via Issogne e procediamo brevemente fino a raggiungere il ponte sulla Dora Baltea.  Oggi non abbiamo il tempo di visitare il vicino Castello di Issogne (famoso per essere una delle più belle residenze signorili degli Challant), da qui ben in vista, poiché dovremmo disporre di almeno 3 ore aggiuntive.  Raggiungiamo il ponte sulla Dora Baltea e, prima di superarlo, pieghiamo a sinistra e costeggiamo il fiume sulla sua destra idrografica, lungo una bella sterrata pianeggiante.  Transitiamo vicino all’area dei depuratori e percorriamo questo sentiero attraversando ampi prati verdissimi, con vigneti e coltivi fino a raggiungere un lungo ponte che supera la ferrovia e l’autostrada.


Superato il ponte, il sentiero ci conduce rapidamente alla strada statale SS26 dove termina di fronte alla zona ovest di Arnad.  Attraversiamo, con cautela per il traffico intenso, la SS26 ed entriamo nella frazione Clos de Barme di Arnad.  Percorriamo tutta la stradina di questa frazione fino a raggiungere una curva a 90° che ci obbliga a piegare a destra e a transitare a fianco di un altro grande torchio vinario.  Questo imponente torchio comunitario di Clos de Barme documenta il rilevante ruolo della viticoltura nell’economia del passato di Arnad.  Questa porzione di territorio fu oggetto, fin dal XII secolo, di una serie di donazioni e vendite signorili a favore della Prevostura di Saint-Gilles di Verrès, che vi organizzò un importante centro di produzione vitivinicola, appartenuto ai religiosi fino alla fine del Settecento.  Già all’inizio del Duecento tale feudo era "clausum", cioè chiuso, circondato da mura, da cui il toponimo "clos".  Il termine "barme" deriva invece dal prelatino "balma", cioè "riparo sotto roccia", che si riferisce alla presenza in questi luoghi di numerose cavità naturali le quali, integrate da opere in muratura, erano utilizzate per la conservazione di vino e formaggi.  Il torchio non è menzionato nel catasto Sardo di fine Settecento, però una incisione su una delle colonne lignee documenta quella che verosimilmente è la data di realizzazione del manufatto: 1804.  È probabile che l’impianto di un torchio comunitario sia stato concepito dai contadini del Clos de Barme soltanto dopo che, con l’affrancamento dai censi feudali del 1783, essi erano divenuti effettivi proprietari delle terre che, per generazioni, i loro avi avevano coltivato in qualità di feudatari della Prevostura di Saint-Gilles.  Dopo Clos de Barme, attraversiamo tutta questa lunga parte del paese superando varie frazioni, come quelle di Chez-Fornelle, Rollety, Barme, fino a raggiungere la frazione Arnad Le Vieux dove facciamo sosta all’importante e bella Chiesa di San Martino (del IX - XI secolo).  La Chiesa di San Martino ad Arnad costituisce una interessante testimonianza di architettura romanica in Valle d’Aosta, risalente ai secoli XI e XII, nonché delle trasformazioni quattrocentesche avvenute nel contesto culturale dominato dalla figura di Giorgio di Challant, priore della Collegiata di Sant’Orso in Aosta e proprietario e signore di vari castelli della bassa valle.  Per scoprire le origini della chiesa occorre risalire verosimilmente al IX secolo quando essa venne edificata nella piana di Arnad-Le-Vieux come cappella del monastero ivi eretto dai Benedettini di Fruttuaria.  Di tale periodo rimangono tracce nelle fondazioni murarie e nell’abside centrale.  Nel corso dell’XI secolo una delle periodiche inondazioni distrusse la parrocchiale dedicata a Saint-Germain di Auxerre situata più a valle.  Fu allora deciso di trasformare la cappella del monastero nella nuova chiesa parrocchiale del borgo.  L’antico edificio fu quasi interamente ricostruito e ingrandito, ed assunse una struttura basilicale a tre navate che ha poi conservato nel tempo.  Le strutture murarie della chiesa romanica realizzate tra i secoli XI e XII sono quasi interamente in pietra: furono impiegati infatti essenzialmente ciottoli di fiume e conci di tufo.  Sulla facciata fu rifatto il portale d’ingresso adottando una elegante decorazione in tufo (oggi ancora visibile) che forma un arco a stemma rovesciato culminante in un motivo formato da due tronchi d’albero intrecciati.  Tale intreccio intendeva verosimilmente simboleggiare l’unione di due casate: esso sarebbe stato realizzato in omaggio al matrimonio tra una baronessa dei Vallaise, antichi signori di Arnad, ed un Conte degli Challant di Issogne, nipote di Giorgio di Challant.  Qui facciamo una sosta per visitare questo monumento e per scattare le classiche foto di gruppo.  Poi ci dirigiamo verso la parte alta del borgo antico di Arnad e transitiamo vicino alla frazione Sisan dove, in epoca romana, c’era la 31° pietra miliare della Strada romana delle Gallie.  Proseguiamo il cammino in salita fino a raggiungere le frazioni Villa e Tour de Villa, per ammirare le antiche torri, caseforti (con splendidi "viret [cioè scale a chiocciola] in pietra) qui presenti, e i due Castelli dei Vallaise, in fase di restauro e ristrutturazione da parte della Amministrazione Regionale valdostana.  Proprio tra queste vecchie torri di questa frazione di Tour de Villa, sempre in epoca romana, era posizionata la 32° pietra miliare della Strada Romana.  Al termine di questa visita, torniamo alla frazione di Pied de Villa e transitiamo davanti al Ristorante-Bar La Kiuva e alle casette in legno dove ogni anno avviene la famosa Festa del Lardo di Arnad con la degustazione e la vendita di questo gustoso prodotto locale.  Dopo aver superato il ponte sul torrente, scendiamo lungo una stradina asfaltata a fianco dei campi sportivi in direzione della Dora Baltea.  La strada asfaltata diventa un sentiero quando attraversiamo tre sottopassi (spesso fangosi) sotto l’autostrada, la statale SS26 e la ferrovia, fino ad arrivare al Ponte di Echallod, ricostruito nel ’700 e poi, ultimamente, nel 2005 dopo i disastrosi allagamenti e rovine provocati dall’inondazione della Dora Baltea nell’ottobre del 2000.  Lo attraversiamo e raggiungiamo il bordo destro idrografico della Dora, nell’envers della valle centrale, dove continuiamo il cammino, piegando a sinistra, su una strada asfaltata con poco traffico veicolare in direzione sud-est.  Camminiamo a lungo sulla strada asfaltata superando campi e boschetti avendo alla nostra destra le pareti rocciose che ci sovrastano per un lungo tratto.
Raggiungiamo alcuni insediamenti industriali quando la strada piega a sinistra e sottopassa l’autostrada.  Qui, abbandoniamo la strada asfaltata e pieghiamo leggermente a destra per seguire una bella sterrata che si dirige senza curve verso l’abitato di Hône, fiancheggiando il percorso dell’autostrada sulla sua destra.
Incontriamo di nuovo la strada asfaltata che esce da un nuovo sottopasso dell’autostrada, proprio all’altezza del cartello con la scritta Hône e l’inizio della Via Verfie, piccola stradina che ci conduce verso la parte nord-ovest di questo paese.


Seguiamo la stradina, camminiamo vicino al cimitero e passiamo sotto un arco della chiesa.  Ci riposiamo all’ombra di fronte alla facciata della Chiesa Parrocchiale di Hône, dedicata a San Giorgio, con origini antiche (risalenti al 1176) ma rifatta quasi completamente nel 1833.
Approfittiamo della sosta per fotografarci nella Tribuna del banditore (la Tribune du Crieur) del XVI secolo, posta a fianco della chiesa.
Continuiamo il cammino e attraversiamo tutto il paese di Hône lungo la sua strada principale Via M. Colliard, mentre in fondo e a chiusura della valle compare, imponente, la Fortezza di Bard.  Raggiungiamo la regionale SR2 che scende dalla Valle di Champorcher, che qui cambia nome in Via E.Chanoux.  Su questa giriamo a sinistra e ci avviciniamo alla linea ferroviaria e alla Dora Baltea.  Facciamo sosta per il pranzo al sacco in una piccola area verde attrezzata e con fontanella d’acqua fresca, a fianco del ponte medioevale sotto la Fortezza.  Dopo una buona sosta, ripartiamo attraversando il Borgo di Bard, con le sue bellissime case affrescate del ’500.


All’inizio del borgo, su alcuni muri della Casa Nicole, rimangono ancora evidenti i segni delle fucilate sparate dalle truppe napoleoniche, e da quelle austriaco-piemontesi che tentavano di sbarrare il passaggio alle esorbitanti forze francesi, nel maggio del 1800.  Infatti, mentre il grosso dell’armata francese superava la Fortezza per altra via e proseguiva verso la pianura padana, anche la resistenza opposta dalla guarnigione austriaco-piemontese della Fortezza cessò dopo breve combattimento con la resa della stessa.  Attraversiamo il suggestivo centro abitato di Bard con le sue antiche case di vari personaggi compresi quelli della Casata degli Challant che si insediarono al posto dei Signori di Bard.  In certi punti della strada attuale, sotto il suo livello attuale, notiamo i resti della massicciata rocciosa della Strada romana delle Gallie che transitava proprio qui essendo questo varco l’unico possibile.  Passiamo vicino alla Chiesa parrocchiale di Bard dedicata oggi alla Assunzione di Maria ma, anch’essa con una storia antica.  Infatti, la Parrocchia di Bard, benché citata già nel 1176, venne di fatto sempre gestita dal parroco di Hône, che vi si recava regolarmente per celebrare la Messa.
Tuttavia, visto che sovente il Borgo di Bard veniva chiuso e restava isolato anche a lungo, e che il ponte tra i due paesi talvolta veniva interrotto per le avverse condizioni atmosferiche, nel Settecento gli abitanti di Bard chiesero di ottenere una loro parrocchia.  Il 24 gennaio 1775 il Vescovo decretò così la nascita della parrocchia di Bard.  L’attuale chiesa risale al 1868 ed è probabilmente il risultato della ricostruzione di una precedente, molto più antica, forse coeva del bel campanile romanico, risalente ai secoli XII-XIII.  Nell’area di questa chiesa, in epoca romana sicuramente occupata da un’edicola pagana, era posizionata la 35° pietra miliare della Strada Romana.  Sulla facciata del Municipio di Bard il cui ingresso è sulla stessa piazza della chiesa, c’è una targa che ricorda la presenza di Marie-Henri Beyle (in arte Stendhal [Grenoble, 23-1-1783 -- Parigi, 23-3-1842], scrittore poliedrico francese, amante dell’Italia, famoso grazie al suo romanzo La Chartreuse de Parme) che fu presente qui con l’armata napoleonica nel maggio 1800 e, allora diciasettenne, ebbe qui il battesimo del fuoco (grazie alle cannonate dei difensori austriaco-piemontesi della fortezza di Bard).  A sud-est dell’abitato, non manchiamo di visitare l’ArcheoParc con le grandi rocce montonate scure, cioè i grandi roccioni lisciati dall’antico ghiacciaio Balteo, ricchi di importanti incisioni rupestri del Neolitico finale (3000-2700 a.C.), e l’imponente marmitta dei giganti.  Saliamo sui roccioni scoscesi e ci portiamo sulla dorsale liscia sulla sommità di queste rocce per ammirare da vicino la marmitta dei giganti (larga c. 5 metri e profonda altrettanto) ma anche per godere della visuale della fortezza dalla visuale sud.  Nello scendere tra le rocce, non dimentichiamo di visitare alcune interessanti incisioni rupestri e di fare una sosta anche al divertente "Scivolo delle donne", memoria di un antico rito propiziatore della fertilità.  Molti partecipanti si cimentano in questa scivolata, anche senza badare alle promesse propiziatorie.  Proseguiamo il cammino e superiamo la parte di strada che scende da Bard verso Donnas, sulla quale è stato vietato il transito per paura di frane, sfruttando la ripida deviazione messa in atto più a valle.  Anche in questa occasione non riusciamo a camminare su un bel tratto di strada romana (sovrastata da quella medievale) e a vedere i resti del ricovero di Saint-Jean de La Pierre che si notava tra le rocce e la stessa strada.  Questa organizzazione di aiuto ai pellegrini e ai viandanti aveva disseminato sul territorio valdostano e in Aosta stessa altri ricoveri simili.  Raggiungiamo, così, uno dei punti più interessanti di questa tappa: un lungo tratto della "Strada Romana delle Gallie", intagliata interamente nella roccia viva e con una colonna miliare che riporta la scritta in numeri romani delle miglia: XXXVI, che indicano la distanza della strada romana da Augusta Praetoria (cioè c. 53 km da Aosta).  Questa colonna è stata scolpita nella pietra ed è perfettamente conservata.
Sostiamo un po’ in questa zona per ammirare il manufatto e le tracce lasciate sulla strada, le scritte quattrocentesche presenti sulle pareti e l’impressionante lavoro di taglio della roccia per realizzare il tracciato stradale.  Ancora perfetto anche l’arco, all’uscita della strada romana verso il borgo antico di Donnas, scavato anch’esso nella viva roccia.  Camminare su questa strada vecchia di 2000 anni ci dona sempre un’emozione straordinaria!


Attraversiamo il borgo antico di Donnas per circa 700 metri di lunghezza, superando l’antica porta orientale, dalla quale proseguiamo verso est per attraversare la zona occidentale dell’abitato nuovo di Donnas fino a raggiungere Via Binel, dove c’è il bivio con la Strada dei Vigneti.  In questo punto c’è la possibilità di scegliere vari itinerari a seconda della stanchezza oppure della necessità di rispettare un orario.  Oggi, gli amici della G.M. di Cuneo hanno l’urgenza di raggiungere il pullman in attesa al Boulodrome, in fondo al paese di Pont-Saint-Martin, per ripartire per Cuneo.  Evitiamo allora di prendere la strada asfaltata che ci porterebbe sulla collina dove viene coltivato il vitigno pregiato dal quale si produce il vino "Donnas D.O.C.".
Continuiamo allora il cammino sul marciapiede della strada statale SS26 che, in questo tratto abitato, prende il nome di Via Roma.  Dopo circa 1,5 km raggiungiamo la rotonda stradale che permette di seguire la Circonvallazione di Pont-Saint-Martin per coloro che non desiderano entrare nel centro storico.


Noi proseguiamo diritto verso il centro del paese.  Camminiamo per altri 600 metri su Via Nazionale per Donnas che, in breve, cambia nome in Via E.Chanoux e raggiungiamo Piazza I° Maggio.  Proseguiamo su Rue E. Chanoux per altri 200 metri e deviamo a sinistra, in salita, sulla piccola Via Roma che ci porta in cima al Ponte Romano (del I° sec. a.C.) che ancora resiste perfettamente dopo tutte le avversità subite dal tempo e dalle guerre.  Ci fermiamo per ammirare il panorama e scattare qualche foto da questo arditissimo ponte romano, con la sua elegante e ardita campata larga ben 35 metri, alta 23 metri, che dà il nome alla cittadina.  Poi scendiamo per far ritorno sulla Piazza IV Novembre, che si apre proprio di fronte al ponte romano, al centro di Pont-Saint-Martin (m 345 slm), dove scattiamo alcune foto di gruppo.  A circa 300 metri dal ponte, verso sud-est, era posizionata la 38° pietra miliare della Strada romana delle Gallie.  Il percorso francigeno valdostano non è ancora terminato, dobbiamo percorrere ancora un tratto di strada, per raggiungere l’Ostello Comunale Boulodrome, situato nel quartiere Prati Nuovi alla periferia est di Pont-Saint-Martin.  Lasciamo quindi la Piazza IV Novembre, superiamo il ponte nuovo sul Torrente Lys e imbocchiamo Via Chanoux verso sud-est per un breve tratto.  Transitiamo davanti all’innesto della strada regionale SR44 della Valle di Gressoney e lasciamo la strada principale per camminare sulla più piccola Via Boschetto che ci permette di contornare l’abitato della parte sud-est di Pont-Saint-Martin fuori dal traffico stradale cittadino.  Via Boschetto termina nelle vicinanze della strada SS26, proprio dove confluisce anche Via Sant’Erasmo che attraversa tutto il quartiere periferico di Prati Nuovi.  Senca toccare la statale, pieghiamo a sinistra e camminiamo sulla piccola Via Sant’Erasmo senza traffico.  Passiamo davanti alla Cappella Ferrata (o Capéla Frà), dedicata a Sant’Erasmo (considerato protettore delle partorienti e dei malati di stomaco, in ricordo delle torture da lui subite).  Già citata in un documento del quattrocento, si parla ufficialmente della Cappella in un atto di visita pastorale del Vescovo nel 1557.  Si ritiene che la chiesetta sia stata fondata dai monaci Benedettini e nel 1639 si trova già citata con il nome di "Capéla Frà" che potrebbe significare appunto, con una certa attendibilità, fondata dai frati.  Per cui, il nome Cappella Ferrata, comparso solo nel 1900, potrebbe probabilmente essere un errore di traduzione dal Piemontese all’Italiano.  Ci troviamo sempre sul tracciato dell’antica strada romana e, nei pressi della cappella, era posizionata la 39° pietra miliare della Strada romana delle Gallie.  La 40° pietra miliare si trova a Carema (oggi primo nucleo piemontese a ridosso della Valle d’Aosta) dove il numero XL fa sfoggio anche sullo scudetto di questa cittadina.
Continuiamo il cammino su Via Sant’Erasmo e, in breve, raggiungiamo Via Schigliatta e il piazzale del Boulodrome, dove c’è già in attesa il pullman degli amici cuneesi.
Qui siamo attesi dalla signora Angela che gestisce l’Ostello Boulodrome e che ci ha custodito gentilmente i bagagli extra portati da Francesco, gestore di quello di Verrès.
L’Ostello Boulodrome è uno tra i più belli e grandi oggi presenti in Valle d’Aosta.  Salutiamo e ringraziamo Angela per la cortesia, mentre alcuni camminatori desiderano visitare questo Ostello per rendersi conto della qualità e dell’accoglienza.  Gli amici recuperano i propri bagagli extra e sistemano il tutto nel bagagliaio del pullman.  Poi salgono e, gentilmente, mi riportano su questo mezzo al centro di Pont-Saint-Martin, in Piazza IV Novembre dove c’è la fermata dei pullman di linea.  Qui, saluto gli amici dando loro l’appuntamento per altre camminate e scendo dal pullman.  Mentre il loro mezzo si avvia verso il casello autostradale di Pont-Saint-Martin, io mi sistemo su una panchina in attesa di quello per il ritorno verso Châtillon, dove devo recuperare la mia auto.  Il ritorno a casa non ha storia.  Sono solo contento di essere riuscito a far conoscere a questi amici l’intero percorso francigeno valdostano che si snoda in circa 90 km, con belle ed interessanti escursioni.
Per ora, chiudo qui questa "Cronaca", pubblicando ancora un po’ foto.


Enea Fiorentini
(sez. GM di Roma,
residente ad Aosta [Valle d’Aosta])


Un po’ di altre foto...

 
Panorama sul Forte di Bard dall’alto
dal lato ovest
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Panorama sul Forte di Bard dall’alto
dal lato sud-est
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Panorama su Hône e Bard
dal Forte di Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Le fucilate su Casa Nicole a Bard
 05/05/2019 - (Foto di B.Romanelli)
Tra le vie di Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
In cammino nel borgo di Bard
 05/05/2019 - (Foto di B.Romanelli)
Mura della Strada romana delle Gallie a Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Targa di Stendhal a Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Rocce con incisioni rupestri a Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Salendo alla marmitta dei giganti a Bard
 05/05/2019 - (Foto di A.Testa/E.Pepino)
Marmitta dei giganti a Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo alla marmitta dei giganti a Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo alla marmitta dei giganti a Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Incisione serpentiforme nell’ArcheoParc di Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Scivolo delle donne nell’ArcheoParc di Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Sullo Scivolo delle Donne
all’ArcheoParc di Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Sullo Scivolo delle Donne
all’ArcheoParc di Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Sullo Scivolo delle Donne
all’ArcheoParc di Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Ruderi del ricovero St-Jean de la Pierre
sulla Strada romana delle Gallie a Bard
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
In arrivo sulla Strada romana delle Gallie
a Donnas
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Incisioni medievali (del 20 febbraio 1474)
sulla Strada romana delle Gallie a Donnas
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Solchi dei carri e pietra miliare sulla
Strada romana delle Gallie a Donnas
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Colonna del XXXVI miglio sulla
Strada romana delle Gallie a Donnas
 05/05/2019 - (Foto di B.Romanelli)
Enea e amici della GM di Cuneo sulla
Strada romana delle Gallie a Donnas
 05/05/2019 - (Foto di A.Testa/E.Pepino)
Gruppo alla pietra miliare XXXVI
sulla Strada Romana delle Gallie a Donnas
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo sul Ponte Romano
di Pont-Saint-Martin
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo davanti al Ponte Romano
di Pont-Saint-Martin
 05/05/2019 - (Foto di E.Fiorentini)



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Aggiornamento - 20/11/2019
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