Dopo la camminata con gli amici e soci del CAI di Aosta del 19/03/2017 ( vedi la Cronaca: qui ), altri amici di Aosta mi hanno chiesto di ripetere il cammino su questa tappa. Abbiamo atteso una giornata in cui molti di loro fossero liberi da impegni vari e da quelli di lavoro e, soprattutto, abbiamo aspettato l’arrivo di un giorno col tempo sereno. Martedì 4 aprile è risultato il giorno ideale. Io, Aldo e Benedetto, siamo partiti da Aosta con la mia auto e abbiamo raggiunto Liliana a Saint-Vincent. Con due auto abbiamo proseguito fino a Viverone dove ne abbiamo lasciata una parcheggiata. Con la seconda, siamo rientrati a Ivrea e l’abbiamo lasciata al piccolo parcheggio vicino al Parco della Polveriera di Ivrea. Dopo una breve visita al Parco, una foto e un saluto agli amici dell’Associazione Serra Morena che, insieme con i ragazzi, stavano pulendo la zona da sterpaglie varie, abbiamo iniziato il nostro cammino. Esso è stato, in questa occasione, lo stesso di quello effettuato il 19/3/2017 con i soci del CAI (vedere la Cronaca indicata dal link qui sopra), per cui non entro nei dettagli, salvo ricordare un paio di novità. La prima di queste è stato l’incontro, un po’ prima di Burolo, con Michiel Van Crombrugghe un giovane ventenne belga (fiammingo) in cammino, con un enorme zaino, sul percorso italiano da sei giorni. Michiel ci ha raccontato di essere arrivato a Losanna in Svizzera e di essere ripartito in pullman fino a giungere all’Ospizio del Gran San Bernardo. Dopo la notte passata all’Ospizio, ha iniziato il cammino nel versante italiano attraversando in 5 giorni tutta la Valle d’Aosta. Noi l’abbiamo incontrato mentre era impegnato nella tappa: Ivrea -> Cavaglià. Ci siamo presentati, abbiamo camminato insieme e ci siamo scambiati opinioni e "dritte sul percorso". Nonostante la freschezza fisica, abbiamo notato un po’ d’affaticamento nel ragazzo, a causa del peso eccessivo nello zaino. Portava infatti anche la tenda e vari ricambi, oltre ad una piccola chitarra che utilizzava per tenersi compagnia nella sua camminata solitaria. L’abbiamo consigliato di fare tappa a Piverone per riposarsi di più, al posto di arrivare a Cavaglià. Gli suggeriamo, durante la tappa del giorno dopo, di chiedere all’ufficio postale di Cavaglià oppure di Santhià (luoghi di possibile fine tappa consigliata), la spedizione di un pacco contenente il materiale pesante e superfluo -inclusa la tenda- a casa sua in Belgio. Seguendo il nostro consiglio, abbiamo camminato con Michiel fino a Piverone e qui lui ha trovato posto per la notte presso l’Ostello la Steiva a inizio paese. Liberatosi dello zaino, e dopo un brindisi finale al bar sulla piazza, ci ha accompagnato fino ai ruderi della chiesa romanica del Gesiun dove abbiamo scattato l’ultima foto di gruppo. Ci siamo scambiati i dati per poterci scrivere in futuro, poi ci siamo lasciati con un abbraccio, un saluto di "buona Francigena" e abbiamo ripreso il cammino, lui per il rientro a Piverone e noi verso la nostra meta odierna di Viverone. La seconda novità è consistita nel nuovo incontro con l’amico Giulio Tassi a Palazzo Canavese, poco prima di arrivare a Piverone. Nel nostro gruppo era ancora presente Michiel e quindi in 5 ci siamo presentati nuovamente alla porta di casa di Giulio chiamandolo. Fortunatamente era ancora a casa e ci ha invitati ad entrare per un caffé. Questa volta non c’era la folla della volta precedente e quindi abbiamo accettato volentieri. A Giulio abbiamo presentato Michiel ed è stato piacevole ascoltare cenni del racconto di tutte le grandi camminate effettuate da Giulio in tanti anni, lungo gli itinerari di fede in Italia e all’estero, soprattutto in Spagna e in Portogallo. Abbiamo tradotto i nostri dialoghi a Michiel mentre sorseggiavamo il caffé. Ho potuto notare sulle pareti della sala di Giulio tutte le credenziali e gli altri simboli e ricordi dei suoi viaggi, che attestano la storia di questo amico e grande camminatore. Lo ringraziamo per l’ospitalità, ci abbracciamo e ci salutiamo con un arrivederci e poi lasciamo la sua casa per riprendere il nostro cammino. Riprendiamo i nostri passi, raggiungiamo Piverone e ci fermiamo per una bevuta al bar sulla piazza, attendendo Michiel che termina la sua sistemazione all’Ostello. Poi scattiamo qualche foto davanti alla scultura della Gallina; scultura posta in un’aiuola della piazza principale, a ricordo delle gare di questi animali, in corsa lungo la strada principale di Piverone. Come già detto, Michiel ci accompagna fino al Gesiun, dove scattiamo ancora qualche foto e lo salutiamo. Poi, noi quattro riprendiamo il cammino in direzione est e transitiamo nei pressi della Cella Grande (o Cella di San Michele) in Via Cascine di Ponente (regione Rapella), originariamente una abbazia benedettina del XI sec., ora divenuta una rinomata azienza agricola che produce, tra l’altro, il vino Erbaluce DOC. Proseguiamo e raggiungiamo la zona ovest di Viverone e, dopo una ripida salita e in un’ora di cammino dal Gesiun, arriviamo alla parte alta di Viverone, facendo sosta davanti all’Oratorio di San Rocco. Come per la volta precedente, termina qui la nostra tappa, dopo circa 8 ore di marcia ma con molte generose soste. Scendiamo velocemente lungo la Via Marchesi di Gattinara fino al parcheggio sulla SP 228 di Viverone e recuperiamo l’auto lasciata in sosta. Scendiamo quindi al bordo del lago e ci fermiamo al bar del Porticciolo per una bevuta finale. Fa caldo, si sta bene e ce la prendiamo comoda. Poi riprendiamo il viaggio in auto e torniamo a Ivrea, dove recuperiamo la seconda auto e facciamo ritorno verso le nostre case in Valle d’Aosta. Quindi, ci separiamo anche noi dandoci l’appuntamento per altre canmminate sulla Via. Di seguito pubblico un po’ di foto a ricordo di quest’ultima escursione.
Enea Fiorentini Socio CAI (sezione di Roma) e Socio Associazione GM ("Giovane Montagna" - sezione di Roma) Membro Accademico del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), residente in Aosta |