Nella Chiesa del Monastero delle Benedettine ( Regina Pacis ) di Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Saluto di gruppo prima della partenza dal Monastero delle Benedettine ( Regina Pacis ) di Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Saluto di gruppo prima della partenza dal Monastero delle Benedettine ( Regina Pacis ) di Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Enea e Stein Thue (organizzatore norvegese del percorso di St.Olav e del PI.CRO.BO) al Monastero di Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Inizio del cammino dalla località Giardino a Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Bivio tra Via Giardino (a sx) e Via Francigena (a dx) a Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Chiesetta Cuore Immacolato di Maria a Vetralla col simbolo della Via Francigena sulla spalla destra 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
In cammino su SP10 vicino al passaggio a livello della ferrovia Roma-Viterbo a est di Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello all’ingresso del Bosco di Monte Fogliano a Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartellonistica storica nel bosco di Monte Fogliano a Vetralla 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Nel bosco di Monte Fogliano 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Area dello Sposalizio dell’albero nel Bosco di Monte Fogliano 11/10/2015 - (Foto di S.Thue)
Manifesto dello Sposalizio dell’Albero a Vetralla, con l’indicazione del gemellaggio con lo Sposalizio del Mare di Venezia 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)
Distesa di ciclamini nel Bosco di Monte Fogliano 11/10/2015 - (Foto di S.Thue)
Vallate aperte nel bosco di Monte Fogliano 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Casa forestale nel bosco di Monte Fogliano 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Uscita dal bosco di Monte Fogliano, in direzione della SR.2 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Arrivo al Casale Le Capannacce nei pressi della SR.2 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Lastra con simbolo del Mitreo sul Casale Le Capannacce con, a sinistra, la firma del proprietario: L.Avilius Rufinus Posuit 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Chiesetta Madonna di Loreto sulla Via Cassia 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Simbolo VF tra i noccioli 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
La guida di Viterbo Pietro Labate al varco verso le Torri di Orlando 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Nania e Remo in cammino verso le Torri di Orlando 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Arrivo alle Torri di Orlando 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Alle Torri di Orlando 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Resti della Torre Campanaria dell’antica abbazia di Santa Maria in Campis 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini) | 
L’alba di domenica ci gratifica con un bel sole e ci spinge con forza a prepararci per la prima camminata insieme con i pellegrini stranieri. Dopo questa seconda notte passata al Monastero delle Benedettine, raccogliamo il vestiario e le attrezzature aggiuntive in piccole valigie, lasciamo definitivamente le nostre stanze e carichiamo questi bagagli extra nella mia auto, parcheggiata nel monastero. Con solo lo zaino e l’equipaggiamento per il cammino, scendiamo nella piccola cucina del monastero e consumiamo una veloce prima colazione. Poi ci rechiamo nella chiesa del monastero per un momento di raccoglimento e quindi usciamo sul piazzale esterno, scattando qualche foto in attesa dell’arrivo di tutti pellegrini. Ci raduniamo noi italiani e ci mescoliamo con gli stranieri formando un enorme cerchio, unendoci in un simpatico momento di saluto reciproco. Ci diamo le mani mentre gli stranieri intonano un canto augurale per il nuovo cammino. Oggi, il gruppo, formato da 45 pellegrini (14 italiani e 31 stranieri), inizia finalmente a muoversi attorno alle ore 9 e 15 min., uscendo dal complesso residenziale del Monastero Regina Pacis delle Benedettine. Ritorneremo qui in serata, accompagnati da un amico locale, per recuperare l’auto e per spostarla più avanti verso Roma. Usciti dal complesso religioso, svoltiamo a destra su Via Giardino e ci incamminiamo su questa piccola strada asfaltata, con poco traffico, attraversando la locatità Giardino, frazione di Vetralla, [1] cittadina che abbandoniamo velocemente dirigendoci verso le zone di campagna. Seguiamo questa via per un lungo tratto, percorrendo un grande arco che, da nord, piega verso est per dirigersi poi a sud. In breve, raggiungiamo un importante bivio sul quale si erge una grande casa con le pareti esterne dipinte in colore chiaro. A destra, si dirama una strada che ha un nome familiare, infatti è: Via Francigena che si inoltra nella campagna piegando più a destra rispetto alla nostra direzione. In altre occasioni di cammino in queste zone l’abbiamo percorsa, ma oggi siamo in gruppo con i pellegrini stranieri e seguiamo le indicazioni delle loro guide. Quindi, oggi continuiamo a seguire Via Giardino, guidati anche da uno dei tanti cartelli segnaletici verticali della Via Francigena. Appena dopo questo bivio, transitiamo davanti ad uno nuovo, dove si apre, a sinistra, Strada del Pino che trascuriamo. Poco più avanti passiamo a lato di una piccola chiesa costruita in mattoni di tufo rossicci, dedicata al Cuore Immacolato di Maria. Sulla spalla destra di questa chiesa è fissata una tavoletta in ceramica con il simbolo della Via Francigena. Al temine del suo percorso, Via Giardino confluisce sulla SP10. Raggiungiamo quest’ultima, la attraversiamo e proseguiamo a destra (est) sul suo marciapiedi per un centinaio di metri. Nell’area dove la SP10 piega a destra con un’ampia curva, raggiungiamo uno slargo dove c’è un posteggio per auto davanti ad un piccolo bar. Lo slargo si conclude proprio dove, a sinistra, c’è un passaggio a livello della linea ferroviaria Roma-Vetralla-Viterbo. Attraversiamo tutto questo piazzale transitando davanti al bar, poi giriamo a sinistra, oltrepassiamo i binari e proseguiamo, per un breve tratto, sulla SP80 che si dirige verso il Monastero (e Santuario) di Sant’Angelo [2] , uno dei luoghi più frequentati in questa zona dai pellegrini micaelici, all’interno del bosco di Monte Fogliano. Ci fermiamo un attimo nella zona di un trivio proprio davanti al grande bosco di Monte Fogliano che ricopre tutta questa zona e lo stesso monte; cima che separa la pianura in cui ci troviamo dall’alveo del lago di Vico, un lago vulcanico che si trova più a est. La strada che, dal trivio, si dirige a sinistra (verso est-nord-est) ha il nome di Via della Noce e conduce verso la zona collinare del Monte Fogliano, in particolare verso il famoso paese di San Martino al Cimino. La strada che prosegue diritta davanti a noi è sempre la SP80 che si inoltra nel cuore del bosco di Monte Fogliano per raggiungere il Monastero di Sant’Angelo [2] . Poi anche questa provinciale, proseguendo all’interno del bosco, esegue un’ampia curva da destra verso sinistra andando in direzione nord-est per raggiungere anch’essa San Martino al Cimino. La direttrice di destra, che piega decisamente a est-sud-est, è quella che seguiamo. Quest’ultima diventa presto una carrareccia che si inoltra anch’essa nel bosco di Monte Fogliano, ricco di castagni nella parte più alta e di cerri, roverelle e querce nelle zone più pianeggianti. Stiamo procedendo in direzione sud-est alle spalle delle frazioni di Vetralla [1] , rispettivamente di Cura e di Botte. Entriamo in questo grande bosco che si estende dalla zona est di Vetralla (m 300 slm) fino alla vetta del Monte Fogliano (m 964 slm), una delle cime più importanti del gruppo dei Monti Cimini. Esso è situato all’interno della Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico. Sulla sua vetta si uniscono i territori comunali di Caprarola, Ronciglione e Vetralla [1] . Al centro del bosco, poco distante dal Monastero di Sant’Angelo [2] , ci fermiamo un attimo nei pressi di due maestosi alberi, un cerro e una quercia che si innalzano vicini e verticali sopra un sottobosco ricco di cespugli e di ciclamici in fiore. Qui, la guida Pietro spiega in lingua inglese al gruppo di stranieri la storia del bosco di Monte Fogliano e dello "Sposalizio dell’Albero" [2] , cerimonia che si ripete in questi boschi l’8 maggio di ogni anno. Infatti, l’8 maggio, in occasione della festa che celebra l’apparizione di San Michele Arcangelo, il sindaco di Vetralla, accompagnato da altri rappresentanti del Comune e da una folla di "testimoni", si reca nel bosco antistante il Monastero di Sant’Angelo [2] , sul Monte Fogliano, per riaffermare, con questo atto di ricognizione annuale, il possesso che la popolazione vetrallese ha su Sant’Angelo e sull’intero bosco. Il rituale si svolge al cospetto di un cerro secolare, inghirlandato a festa con fiori, ginestre, narcisi e un velo da sposa. Dopo le spiegazioni, proseguiamo il cammino lungo sentieri e carrarecce attraversando una buona parte dei boschi di Monte Fogliano, conosciuti come boschi delle Valli di Pian della Botte e di Monte Panese, aree vitali per il sostentamento delle popolazioni locali, piegando progressivamente a sud-ovest. Transitiamo vicino ad alcuni casali e superiamo ampie praterie per poi riprendere il cammino su altri sentieri ombrosi nel bosco. Con un ampio arco verso destra, su carrarecce aperte e soleggiate, raggiungiamo di nuovo la Via Cassia (già SS.2 = Strada Statale 2, oggi ridenominata SR.2) all’altezza del Casale Le Capannacce che fronteggia la piccola chiesa della Madonna di Loreto proprio aldilà della strada, già in territorio di Vico Matrino, in comune di Capranica. Fissato sulla parte esterna del Casale, sul lato che si affaccia sulla Via Cassia, è ancora visibile un interessante reperto romano: si tratta di una lastra in tufo, del I° sec. a.C., che mostra il sacrificio al Dio Mitra (mito e religione, di origine medio-orientale, ancora molto diffusi in quell’epoca) e, in un riquadro nell’angolo basso a sinistra, anche la dedica del proprietario: "L. AVILIUS RUFINUS POSUIT" (Lucio Avilio Rufino pose). Con cautela, attraversiamo la Via Cassia, superiamo la chiesetta della Madonna di Loreto, che si trova su questo lato della statale, per poi inoltrarci tra i campi coltivati a frutteto e, soprattutto, a noccioleto: una coltivazione quest’ultima molto redditizia che, come qui, è molto diffusa in altre zone del viterbese. Seguendo piccoli sentieri tra i campi, raggiungiamo le famose Torri d’Orlando [3] , enormi resti di costruzioni romane e medioevali che emergono tra gli alberi e i noccioli, nella zona conosciuta come "Le Querce d’Orlando". È quanto resta di quattro mausolei romani di varia altezza e forma (il più alto ha una struttura tondeggiante) e della torre campanaria dell’antica abbazia di Santa Maria in Campis che, sola, resiste ancora alle insidie del tempo. Questi importanti resti sono nel centro dell’antico insediamento di Vico Matrino (o Vicus Matrinus), un luogo poco distante dal tracciato dell’antica Via Cassia romana e che doveva essere ben conosciuto dagli abitanti e dallo stesso Sigerico, in cammino verso Canterbury e in transito in questa zona. Però questo antico villaggio era già stato devastato nel 772 d.C. da Desiderio, re dei Longobardi, durante le sue scorrerie verso il basso Tirreno (...e pensare che solo un anno dopo, nel 773 d.C., Desiderio e i suoi Longobardi troveranno la propria disfatta a opera dei Franchi di Carlo Magno in Valle di Susa in Piemonte). Sotto le Torri e la Quercia di Orlando [3] , in mezzo ai noccioleti e i frutteti, facciamo una breve sosta e gustiamo qualche dolce mela colta nei vicini alberi. Durante la sosta in questo spettacolare luogo, cerchiamo di spiegare ai pellegrini stranieri le plausibili ragioni (soprattutto legate al grande transito di pellegrini francesi nel medioevo) che hanno permesso la nascita di queste leggende legate alla nascita e al soggiorno del paladino francese in queste contrade e il mantenimento delle stesse così a lungo, per generazioni. Riprendiamo il cammino attraversando l’ultimo lembo del noccioleto, lasciando alle spalle i vari resti di costruzioni romane e medievali e arriviamo sulla SP493, sempre nell’area di Vico Matrino. Pieghiamo a sinistra, di nuovo in direzione della SR.2 ma, poco prima di raggiungerla, giriamo a destra per imboccare la lunga strada carrareccia non asfaltata, chiamata: Strada Doganale Oriolese che inizia con un lunghissimo tracciato rettilineo.
Essendo in territorio del Comune di Capranica, cominciano a farsi notare i tipici cippi della Via Francigena, posizionati al bordo dei sentieri, costruiti in tufo da una Associazione Culturale locale e contenenti al loro interno una formella in terracotta con una incisione riproducente il pellegrino con le scritte di Capranica e Roma. Proseguiamo sulla Strada Doganale Oriolese che si inoltra nella campagna, con direzione sud, in leggera discesa. Dopo aver percorso su questa strada circa 1 km., si raggiunge un incrocio (che forma un quadrivio) nella Località Trinità. Poco più avanti incontriamo un altro quadrivio con un cartello, sulla destra, che ci indica di trovarci nella Località Il Cappuccino. Occorre oltrepassare l’incrocio e proseguire diritti sulla Strada Doganale Oriolese, che continua in leggera discesa. Ad una curva sulla destra di questa strada, si incontra un bivio a sinistra che si inoltra nei campi. Si può proseguire sulla strada asfaltata, che scende a destra in forte discesa formando numerose curve, e che supera su un ponte la linea ferroviaria Roma-Viterbo; questo percorso è consigliato in caso di pioggia e con terreni bagnati e fangosi. Camminando insieme ad un gruppo eterogeneo di pellegrini, guidati da loro esperti, seguiamo oggi questa strada asfaltata integralmente. Ma è bene ricordare un’altra interessante variante che si apre in questa zona, soprattutto quando si cammina in situazioni di bel tempo e di terreni asciutti. Allora si può prendere il sentiero che entra in un campo di olivi al bivio a sinistra, all’altezza della grande curva a destra della Strada Doganale Oriolese. Il sentiero penetra nei campi e segue il percorso dell’antica Via Cassia Consolare. Infatti, poco più avanti si incontrano i primi basoli della via romana, ancora in "situ". Al ciglio meridionale del campo, si raggiunge un cippo della Via Francigena che indica la discesa su una piccola traccia verso l’alveo del Fosso di Valle Mazzano, quasi sempre in secca. Si raggiunge il letto del Fosso, si va verso destra (sud) per un breve tratto e si esce rapidamente dallo stesso verso sinistra, salendo un piccolo e ripido sentierino. Si piega a sinistra e si risale il campo fino a raggiungere il colmo di un piccolo dosso. Sulla piccola collina, il sentiero ritorna sulle tracce del basolato dell’antica Cassia Consolare e lo segue, piegando a destra, in leggera discesa. Dopo alcune centinaia di metri il sentierino sbuca sulla Strada Doganala Oriolese, proprio di fronte al cancello d’ingresso del Casale San Leonardo (si può notare un cippo della Via Francigena, sulla sua sinistra a lato della strada). Si raggiunge questo punto, percorrendo l’intero tracciato della Strada Doganale Oriolese, senza inoltrarsi tra i campi al bivio indicato sopra. Comunque sia stato il percorso fatto, ora si prosegue, a sinistra, sulla Strada Doganale Oriolese che scende con forte discesa e percorre la Valle dei Santi. Dopo aver percorso, in questa occasione, l’intera Strada Doganale Oriolese, anche noi raggiungiamo il punto di riconnessione del sentiero e continuiamo il cammino su questa strada in una lunga discesa fino a raggiungere un incrocio con Via Formelluzzo, asfaltata. Al bivio, prendiamo a sinistra la strada, in leggera discesa, che cambia il nome in Via Valle Santi. Più avanti, la strada continua in discesa curvando a destra e, su questa, sottopassiamo la ferrovia (è un altro ramo ferroviario che transita a nord di Capranica ed effettua il collegamento Orte-Capranica). Continuiamo ancora e raggiungiamo un nuovo incrocio con una strada in forte discesa che arriva dalla sinistra e scende verso destra. Attraversiamo l’incrocio e proseguiamo leggermente a sinistra sulla Antica Strada della Valle dei Santi. Poco più avanti si raggiunge il bivio di Via Mattonara con Via Alcide De Gasperi (poi Viale Nardini). Via Mattonara si snoda a metà altezza sulla valle e contorna a sud tutto il paese di Capranica, portando rapidamente l’escursionista all’altro lato del paese, in direzione di Roma. Via Alcide De Gasperi risale invece la costa dello sperone di Capranica e permette di raggiungere il centro storico della cittadina. Seguiamo questa ultima via e in breve raggiungiamo Piazza Garibaldi, proprio davanti alla porta d’ingresso del borgo antico di Capranica, e facciamo una sosta al bar sulla destra (Roxy Bar), per un giusto riposo e per bere qualche bibita rinfrescante. Qui, Liliana e Maria, lasciano il nostro gruppo per far ritorno a Roma e le ritroveremo a La Storta per l’ultima tappa. Dopo la sosta pranzo, riprendiamo il cammino attraversando il borgo storico di Capranica camminando sulle sue stradine, iniziando dal Corso Francesco Petrarca. Fatti pochi passi su questa via ci fermiamo davanti alla Chiesa di San Francesco [4] , una delle più importanti chiese romaniche del viterbese. Facciamo una piccola sosta per visitare questo importante monumento ricco di sculture e di importanti affreschi e pitture, tra cui una attribuita a Michelangelo giovane [4] . Ma la scultura che colpisce il visitatore di questa chiesa è il monumento funebre dei Conti Francesco e Nicola [5] della Casata nobile degli Anguillara, che riempie col suo biancore marmoreo tutta l’abside centrale. A fianco della Chiesa di San Francesco, sull’altro lato del Corso, c’è l’ingresso dell’Ospedale Civile San Sebastiano di Capranica. Nella lunetta soprastante la porta è stato fissato un frammento di marmo (lavorato con elementi antropomorfi e vegetali) del frontespizio proveniente dall’Abbazia di Santa Maria in Campis (XI sec.) di Vico Matrino, i cui resti abbiamo visto alle Torri d’Orlando. Continuiamo il cammino e raggiungiamo la seconda porta nel borgo, quella conosciuta come porta del Castello degli Anguillara, uno dei pochi resti, tuttavia restaurati più volte, dell’antico maniero che ospitò anche Petrarca [6] nel 1337 durante il suo viaggio verso Roma. Prima di superare questa seconda porta, sulla destra scende una strada che prende il nome di Via Romana ed è la prosecuzione di Via Mattonara che aggira il paese sul lato ovest, collegando la zona delle Acque Minerali, della Chiesa di San Rocco e quindi di nuovo la SR.2, a sud di Capranica. Però, in questa occasione, decidiamo di continuare il cammino all’interno del borgo seguendo tutta la serie di stradine che lo dividono longitudinalmente. Dopo la Porta del Castello camminiamo su Via degli Anguillara, poi su Via Virginio Vespignani fino a raggiungere Piazza Santa Maria dove sorge la Chiesa Cattedrale di Capranica. Proseguiamo ancora sulla lunga Via Castel Vecchio, guardando divertiti i nomi dei molti vicoli che incontriamo ai lati del tracciato principale. Compaiono nomi come: Vicolo Forno da Capo, Vicolo Forno di Mezzo, Via Acqua alle Rupi, Vicolo di Piazza Padella, Vicolo Settevene, Vicolo Forno da Piedi, Vicolo della Gallina, Vicolo della Penna, Vicolo Bella Penna quest'ultimo che si collega con Via Romana e con la parte terminale di Via Castel Vecchio che esce dal paese con una scalinata finale nel Vicolo del Grillo. Ci troviamo vicino alla SR.2 ma noi giriamo a destra (sud-ovest) e ci dirigiamo alla vicina Chiesa di San Rocco. Proseguiamo sulla sua destra a poca distanza dallo stabilimento di Acque Minerali Neri. Questa zona è raggiungibile, come detto sopra, anche percorrendo tutto il tracciato formato da Via Mattonara e da Via Romana che tagliano fuori Capranica, passando a livello più basso e tutto a ovest del paese. Prendiamo una piccola strada asfaltata: Strada Pogliere che inizia proprio dietro alla chiesa e allo stabilimento e che sale rapidamente a ridosso di pareti verticali di tufo riguadagnando la campagna verso sud. Dopo aver raggiunto la sommità di una selletta, la strada procede in falso piano per un lungo tratto.
Arriviamo ad un bivio con la strada asfaltata Via di Crognano, che collega il paese di Sutri con Crognano e con la stazione ferroviaria di Capranica-Sutri. Se decidessimo di andare a sinistra seguendo questa strada, come abbiamo fatto tante volte, raggiungeremmo facilmente la SR.2 e quindi il paese di Sutri. Oggi però seguiamo il gruppo in un nuovo percorso, molto più bello, anche perché al di fuori di strade asfaltate. Infatti, giriamo a destra e percorriamo poche decine di metri sulla strada asfaltata fino a giungere all’innesto, a sinistra, di un sentiero che si inoltra in un folto bosco. Ci inoltriamo in una grande foresta attraversata da corsi d’acqua che attraversiamo su ponti formati da tronchi traballanti. I corsi d’acqua formano a volte alcune piccole cascate. Camminiamo in area aperte e anche attraverso piccole "tagliate" tufacee. Finalmente ci avviciniamo al paese di Sutri e raggiungiamo la zona della Torre San Paolo detta "degli Arraggiati" [7] . Qui facciamo sosta ad un incrocio di sentieri, nei pressi della grande fontana. Riprendiamo quindi il cammino e, in breve, raggiungiamo la SR.2 a ridosso delle mura di Sutri. Seguiamo la grande strada regionale, camminiamo alla base dell’antichissima città romana, passiamo davanti ad uno degli ingressi storici della città: Porta Franceta (o Porta Vecchia) e raggiungiamo il grande piazzale a sud, davanti alla statua di Saturno a cavallo, simbolo della città, proprio all’inizio della strada d’ingresso principale di Sutri [8] : Via IV Novembre e la sua prosecuzione Via XXIV Maggio. Qui termina il cammino di questa giornata e il gruppo si scioglie: i pellegrini stranieri si disperdono a gruppetti per visitare la città e hanno una sistemazione per la notte in questa zona, mentre noi aspettiamo un passaggio dall’amico Alessandro di Monterosi per trasportarci in questa cittadina dove ci ha affittato una sua casa per le tre prossime notti. Anche una parte di amici romani che hanno camminato con noi fin qui, tra cui Laura C., ci lascia e ci dà appuntamento a La Storta per affrontare insieme l’ultima tappa. Solo due amiche: Laura V. e Marisa si fermano per la notte a Sutri e domani continueranno il cammino con noi. Nell’attesa dell’arrivo di Alessandro, andiamo a visitare il vicino Parco Regionale dell’antichissima Città di Sutri che contiene diverse bellezze storiche e naturali. Nelle vicinanze c’è la Necropoli etrusco-romana che visiteremo domani transitando proprio davanti a lei. Poco prima della Necropoli c’è l’Anfiteatro etrusco-romano del I° sec. a.C., interamente scavato nel tufo, che andiamo ad ammirare dall’alto, durante la passeggiata sulla piccola collina che contiene la Villa Savorelli, sede del Parco, oltre che la Chiesa Madonna del Monte, il Giardino all’italiana, il Bosco Sacro e i resti del cosiddetto "Castello di Carlo Magno". Ma, prima di salire nella parte alta, diamo una occhiata alla parete tufacea che contiene la Chiesa della Madonna del Parto (ex-Mitreo) [9] . La troviamo chiusa, ma conosciamo bene il suo interno e i suoi affreschi, relativi ad alcune storie di pellegrini e di pellegrinaggio. Tutta questa zona è molto interessante e meriterebbe una visita più approfondita e una sosta di qualche giorno a Sutri. Torniamo sui nostri passi e raggiungiamo il piazzale sottostante la città in attesa del nostro amico. Visiteremo il centro di Sutri domani mattina, quando affronteremo la nuova tappa, partendo proprio da qui. Finalmente Alessandro arriva e ci carica sulla sua macchina. Torniamo al Monastero delle Benedettine di Vetralla dove recupero la mia auto e proseguiamo verso Monterosi. Parcheggio l’auto nei pressi del Municipio di questa cittadina e Alessandro ci fa visitare la sua casa che ci mette a disposizione per le prossime notti. La casa di Alessandro, dal nome "La Campana" (forse perché situata in Via Roma, proprio di fronte alla Chiesa di Santa Croce), è una struttura adibita ad affitti turistici. È composta da 2 monolocali indipendenti forniti ognuno di 4 posti letto, un angolo cottura e un ampio bagno. I posti letto sono ricavati, in un monolocale, da 2 letti a castello mentre nell’altro da un divano letto ad una piazza e mezzo e da un letto a castello. La struttura si trova nel centro di Monterosi sulla Via Francigena ed ha nelle vicinanze tutti i servizi. In uno dei due monolocali ci sistemiamo io e Giuliano, mentre Remo con Nania vanno nel secondo. Chiediamo ad Alessandro un suggerimento per trovare una buon ristorante per la cena e lui ci indica la Trattoria da Angelica in Via Filippo Gabrielli a Sutri, poco distante dalla nostra abitazione. Ringraziamo Alessandro e gli diamo l’appuntamento per l’indomani per essere riaccompagnati a Sutri. Sistemiamo i bagagli nella nuova abitazione e ci cambiamo. Quando siamo pronti per uscire, ci accorgiamo che fuori ha iniziato a piovere forte. Prendiamo le giacche a vento e gli ombrelli e ci incamminiamo verso il ristorante, un po’ dubbiosi e preoccupati per il cammino sulla prossima lunga tappa che, sotto l’acqua cadente, sarebbe una vera tortura. Entriamo nella trattoria e veniamo accolti da una delle proprietarie: è Angelica che gestisce il locale insieme con le sorelle Rosaria e Anna Maria. La cena è ottima e spieghiamo che saremmo interessati a tornare da loro per la cena anche nei prossimi giorni dato che, pur camminando su tappe diverse e distanti, alla sera torneremo sempre a Monterosi perché ospiti nella casa di Alessandro. Ci dicono che sono spiacenti, ma il lunedì sera il locale è chiuso per il turno settimanale. Le sorelle ci vedono dispiaciuti mentre chiediamo dove potremmo andare a cenare in alternativa. Dopo un conciliabolo, una delle sorelle: Rosaria suggerisce che potrebbe cucinare per noi a casa sua e portarci la cena presso il nostro Ostello. Ribadiamo che non la vogliamo disturbare così tanto, ma la soluzione si concretizza e si realizzerà un "miracolo" culinario, che l’amico Giuliano, ottimo poeta, già esperto per questi eventi, immortalerà in una nuova "Ballata", scritta in vernacolo romanesco. Ma tutto ciò sarà svelato nella Cronaca della prossima tappa. Ora, tranquillizzati da questa cena e dalla suggestiva proposta, andiamo a riposare, per essere pronti per l’impegno di domani.
Enea Fiorentini (sez. GM di Roma, residente ad Aosta [Valle d’Aosta]) |