Cronaca dell’escursione su alcune tappe della Via Francigena nel Lazio,
insieme con i pellegrini del PI.CRO.BO.
(dal 9/10 al 15/10/2015)

( Una nuova esperienza di cammino sui percorsi storici della "Via Francigena" e della "Via Amerina" del Lazio,
già conosciuti da anni, ma con l’opportunità di fare una conoscenza diretta con nuove varianti,
insieme con i soci e amici della sezione di Roma dell’Associazione "Giovane Montagna"
e con il gruppo di pellegrini in cammino dalla Norvegia, da aprile 2015, lungo l’itinerario della
Via Romea di Stade, studiato nel progetto PI.CRO.BO. ["Pilgrims Crossing Borders"] )


Cronaca della 2° Tappa


Logo Francigena

In cammino insieme con i pellegrini del
PI.CRO.BO. (Pilgrims Crossing Borders)

( sull’ultimo tratto della "Via Francigena del Nord" verso Roma )
(Una nuova occasione di cammino francigeno,
da Viterbo a Roma (Piazza San Pietro),
insieme ai soci ed amici della "Giovane Montagna"
e ai pellegrini in cammino dalla Norvegia, lungo la Via di Stade)


Escursione organizzata dai responsabili stranieri e italiani
del progetto "Pilgrims Crossing Borders", dal 23 aprile 2015 al 15 ottobre 2015


Cronaca a cura di Enea Fiorentini (G.M. di Roma)
(9 - 15 Ottobre 2015)

 
 
Gruppo in cerchio alla partenza dal Monastero delle Benedettine -Regina Pacis- di Vetralla (VT)
Gruppo in cerchio alla partenza dal Monastero delle Benedettine -Regina Pacis- di Vetralla (VT)
 11/10/2015 - (Foto di S.Thue)
 


Cronaca della 2° Tappa sulla Via Francigena nel Lazio del 2015 col gruppo del PI.CRO.BO.
Domenica 11 ottobre 2015 - 2° Tappa : Vetralla (m 300 slm) (VT) --> Sutri (m 291 slm) (VT) (c. 22 km)


 
Nella Chiesa del Monastero delle Benedettine -Regina Pacis- di Vetralla (43506 bytes)
Nella Chiesa del Monastero delle Benedettine
( Regina Pacis ) di Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Saluto di gruppo prima della partenza dal Monastero delle Benedettine -Regina Pacis- di Vetralla (51612 bytes)
Saluto di gruppo prima della partenza dal Monastero delle Benedettine
( Regina Pacis ) di Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Saluto di gruppo prima della partenza dal Monastero delle Benedettine -Regina Pacis- di Vetralla (49358 bytes)
Saluto di gruppo prima della partenza dal Monastero delle Benedettine
( Regina Pacis ) di Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Enea e Stein Thue (organizzatore norvegese del percorso di St.Olav e del PI.CRO.BO) al Monastero di Vetralla (39627 bytes)
Enea e Stein Thue (organizzatore norvegese del percorso di St.Olav
e del PI.CRO.BO) al Monastero di Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Inizio del cammino dalla località Giardino a Vetralla (50303 bytes)
Inizio del cammino dalla località Giardino a Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Bivio tra Via Giardino (a sx) e Via Francigena (a dx) a Vetralla (33157 bytes)
Bivio tra Via Giardino (a sx) e Via Francigena (a dx) a Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Chiesetta Cuore Immacolato di Maria a Vetralla (59850 bytes)
Chiesetta Cuore Immacolato di Maria a Vetralla
col simbolo della Via Francigena sulla spalla destra
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

In cammino su SP10 vicino al passaggio a livello della ferrovia Roma-Viterbo a est di Vetralla (50923 bytes)
In cammino su SP10 vicino al passaggio a livello
della ferrovia Roma-Viterbo a est di Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Cartello all’ingresso del Bosco di Monte Fogliano a Vetralla (43998 bytes)
Cartello all’ingresso del Bosco di Monte Fogliano a Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Cartellonistica storica nel bosco di Monte Fogliano a Vetralla (43351 bytes)
Cartellonistica storica nel bosco di Monte Fogliano a Vetralla
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Nel bosco di Monte Fogliano (57720 bytes)
Nel bosco di Monte Fogliano
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Area dello Sposalizio dell’albero nel Bosco di Monte Fogliano (36020 bytes)
Area dello Sposalizio dell’albero nel Bosco di Monte Fogliano
 11/10/2015 - (Foto di S.Thue)

Manifesto dello Sposalizio dell’albero a Vetralla, con l’indicazione del gemellaggio con lo Sposalizio del Mare di Venezia (27369 bytes)
Manifesto dello Sposalizio dell’Albero a Vetralla, con l’indicazione del gemellaggio con lo Sposalizio del Mare di Venezia
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)

Distesa di ciclamini nel Bosco di Monte Fogliano (42639 bytes)
Distesa di ciclamini nel Bosco di Monte Fogliano
 11/10/2015 - (Foto di S.Thue)

Vallate aperte nel bosco di Monte Fogliano (36953 bytes)
Vallate aperte nel bosco di Monte Fogliano
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Casa forestale nel bosco di Monte Fogliano (55628 bytes)
Casa forestale nel bosco di Monte Fogliano
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Uscita dal bosco di Monte Fogliano, in direzione della SR.2 (54086 bytes)
Uscita dal bosco di Monte Fogliano, in direzione della SR.2
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Arrivo al Casale Le Capannacce nei pressi della SR.2 (45460 bytes)
Arrivo al Casale Le Capannacce nei pressi della SR.2
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Lastra con simbolo del Mitreo sul Casale Le Capannacce con, a sinistra, la firma del proprietario: L.Avilius Rufinus Posuit (42675 bytes)
Lastra con simbolo del Mitreo sul Casale Le Capannacce
con, a sinistra, la firma del proprietario: L.Avilius Rufinus Posuit
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Chiesetta Madonna di Loreto sulla Via Cassia (37977 bytes)
Chiesetta Madonna di Loreto sulla Via Cassia
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Simbolo VF tra i noccioli (50700 bytes)
Simbolo VF tra i noccioli
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

La guida di Viterbo Pietro Labate al varco verso le Torri di Orlando (61888 bytes)
La guida di Viterbo Pietro Labate al varco verso le Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Nania e Remo in cammino verso le Torri di Orlando (49696 bytes)
Nania e Remo in cammino verso le Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Arrivo alle Torri di Orlando (47225 bytes)
Arrivo alle Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Alle Torri di Orlando (59985 bytes)
Alle Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Resti della Torre Campanaria dell’antica abbazia di Santa Maria in Campis (59574 bytes)
Resti della Torre Campanaria dell’antica abbazia di Santa Maria in Campis
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Stemma di Vetralla (VT) (13791 bytes)

L’alba di domenica ci gratifica con un bel sole e ci spinge con forza a prepararci per la prima camminata insieme con i pellegrini stranieri.
Dopo questa seconda notte passata al Monastero delle Benedettine, raccogliamo il vestiario e le attrezzature aggiuntive in piccole valigie, lasciamo definitivamente le nostre stanze e carichiamo questi bagagli extra nella mia auto, parcheggiata nel monastero.
Con solo lo zaino e l’equipaggiamento per il cammino, scendiamo nella piccola cucina del monastero e consumiamo una veloce prima colazione.  Poi ci rechiamo nella chiesa del monastero per un momento di raccoglimento e quindi usciamo sul piazzale esterno, scattando qualche foto in attesa dell’arrivo di tutti pellegrini.  Ci raduniamo noi italiani e ci mescoliamo con gli stranieri formando un enorme cerchio, unendoci in un simpatico momento di saluto reciproco.  Ci diamo le mani mentre gli stranieri intonano un canto augurale per il nuovo cammino.
Oggi, il gruppo, formato da 45 pellegrini (14 italiani e 31 stranieri), inizia finalmente a muoversi attorno alle ore 9 e 15 min., uscendo dal complesso residenziale del Monastero Regina Pacis delle Benedettine.
Ritorneremo qui in serata, accompagnati da un amico locale, per recuperare l’auto e per spostarla più avanti verso Roma.
Usciti dal complesso religioso, svoltiamo a destra su Via Giardino e ci incamminiamo su questa piccola strada asfaltata, con poco traffico, attraversando la locatità Giardino, frazione di Vetralla[1] cittadina che abbandoniamo velocemente dirigendoci verso le zone di campagna.  Seguiamo questa via per un lungo tratto, percorrendo un grande arco che, da nord, piega verso est per dirigersi poi a sud.  In breve, raggiungiamo un importante bivio sul quale si erge una grande casa con le pareti esterne dipinte in colore chiaro.  A destra, si dirama una strada che ha un nome familiare, infatti è: Via Francigena che si inoltra nella campagna piegando più a destra rispetto alla nostra direzione.  In altre occasioni di cammino in queste zone l’abbiamo percorsa, ma oggi siamo in gruppo con i pellegrini stranieri e seguiamo le indicazioni delle loro guide.  Quindi, oggi continuiamo a seguire Via Giardino, guidati anche da uno dei tanti cartelli segnaletici verticali della Via Francigena.
Appena dopo questo bivio, transitiamo davanti ad uno nuovo, dove si apre, a sinistra, Strada del Pino che trascuriamo.  Poco più avanti passiamo a lato di una piccola chiesa costruita in mattoni di tufo rossicci, dedicata al Cuore Immacolato di Maria.  Sulla spalla destra di questa chiesa è fissata una tavoletta in ceramica con il simbolo della Via Francigena.  Al temine del suo percorso, Via Giardino confluisce sulla SP10.  Raggiungiamo quest’ultima, la attraversiamo e proseguiamo a destra (est) sul suo marciapiedi per un centinaio di metri.  Nell’area dove la SP10 piega a destra con un’ampia curva, raggiungiamo uno slargo dove c’è un posteggio per auto davanti ad un piccolo bar.  Lo slargo si conclude proprio dove, a sinistra, c’è un passaggio a livello della linea ferroviaria Roma-Vetralla-Viterbo.  Attraversiamo tutto questo piazzale transitando davanti al bar, poi giriamo a sinistra, oltrepassiamo i binari e proseguiamo, per un breve tratto, sulla SP80 che si dirige verso il Monastero (e Santuario) di Sant’Angelo [2] , uno dei luoghi più frequentati in questa zona dai pellegrini micaelici, all’interno del bosco di Monte Fogliano.  Ci fermiamo un attimo nella zona di un trivio proprio davanti al grande bosco di Monte Fogliano che ricopre tutta questa zona e lo stesso monte; cima che separa la pianura in cui ci troviamo dall’alveo del lago di Vico, un lago vulcanico che si trova più a est.
La strada che, dal trivio, si dirige a sinistra (verso est-nord-est) ha il nome di Via della Noce e conduce verso la zona collinare del Monte Fogliano, in particolare verso il famoso paese di San Martino al Cimino.
La strada che prosegue diritta davanti a noi è sempre la SP80 che si inoltra nel cuore del bosco di Monte Fogliano per raggiungere il Monastero di Sant’Angelo [2] .  Poi anche questa provinciale, proseguendo all’interno del bosco, esegue un’ampia curva da destra verso sinistra andando in direzione nord-est per raggiungere anch’essa San Martino al Cimino.
La direttrice di destra, che piega decisamente a est-sud-est, è quella che seguiamo.
Quest’ultima diventa presto una carrareccia che si inoltra anch’essa nel bosco di Monte Fogliano, ricco di castagni nella parte più alta e di cerri, roverelle e querce nelle zone più pianeggianti.  Stiamo procedendo in direzione sud-est alle spalle delle frazioni di Vetralla [1] , rispettivamente di Cura e di Botte.
Entriamo in questo grande bosco che si estende dalla zona est di Vetralla (m 300 slm) fino alla vetta del Monte Fogliano (m 964 slm), una delle cime più importanti del gruppo dei Monti Cimini.  Esso è situato all’interno della Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico.  Sulla sua vetta si uniscono i territori comunali di Caprarola, Ronciglione e Vetralla [1] .  Al centro del bosco, poco distante dal Monastero di Sant’Angelo [2] , ci fermiamo un attimo nei pressi di due maestosi alberi, un cerro e una quercia che si innalzano vicini e verticali sopra un sottobosco ricco di cespugli e di ciclamici in fiore.  Qui, la guida Pietro spiega in lingua inglese al gruppo di stranieri la storia del bosco di Monte Fogliano e dello "Sposalizio dell’Albero[2] , cerimonia che si ripete in questi boschi l’8 maggio di ogni anno.
Infatti, l’8 maggio, in occasione della festa che celebra l’apparizione di San Michele Arcangelo, il sindaco di Vetralla, accompagnato da altri rappresentanti del Comune e da una folla di "testimoni", si reca nel bosco antistante il Monastero di Sant’Angelo [2] , sul Monte Fogliano, per riaffermare, con questo atto di ricognizione annuale, il possesso che la popolazione vetrallese ha su Sant’Angelo e sull’intero bosco.  Il rituale si svolge al cospetto di un cerro secolare, inghirlandato a festa con fiori, ginestre, narcisi e un velo da sposa.
Dopo le spiegazioni, proseguiamo il cammino lungo sentieri e carrarecce attraversando una buona parte dei boschi di Monte Fogliano, conosciuti come boschi delle Valli di Pian della Botte e di Monte Panese, aree vitali per il sostentamento delle popolazioni locali, piegando progressivamente a sud-ovest.
Transitiamo vicino ad alcuni casali e superiamo ampie praterie per poi riprendere il cammino su altri sentieri ombrosi nel bosco.
Con un ampio arco verso destra, su carrarecce aperte e soleggiate, raggiungiamo di nuovo la Via Cassia (già SS.2 = Strada Statale 2, oggi ridenominata SR.2) all’altezza del Casale Le Capannacce che fronteggia la piccola chiesa della Madonna di Loreto proprio aldilà della strada, già in territorio di Vico Matrino, in comune di Capranica.  Fissato sulla parte esterna del Casale, sul lato che si affaccia sulla Via Cassia, è ancora visibile un interessante reperto romano: si tratta di una lastra in tufo, del I° sec. a.C., che mostra il sacrificio al Dio Mitra (mito e religione, di origine medio-orientale, ancora molto diffusi in quell’epoca) e, in un riquadro nell’angolo basso a sinistra, anche la dedica del proprietario: "L. AVILIUS RUFINUS POSUIT" (Lucio Avilio Rufino pose).  Con cautela, attraversiamo la Via Cassia, superiamo la chiesetta della Madonna di Loreto, che si trova su questo lato della statale, per poi inoltrarci tra i campi coltivati a frutteto e, soprattutto, a noccioleto: una coltivazione quest’ultima molto redditizia che, come qui, è molto diffusa in altre zone del viterbese.  Seguendo piccoli sentieri tra i campi, raggiungiamo le famose Torri d’Orlando [3] , enormi resti di costruzioni romane e medioevali che emergono tra gli alberi e i noccioli, nella zona conosciuta come "Le Querce d’Orlando".  È quanto resta di quattro mausolei romani di varia altezza e forma (il più alto ha una struttura tondeggiante) e della torre campanaria dell’antica abbazia di Santa Maria in Campis che, sola, resiste ancora alle insidie del tempo.  Questi importanti resti sono nel centro dell’antico insediamento di Vico Matrino (o Vicus Matrinus), un luogo poco distante dal tracciato dell’antica Via Cassia romana e che doveva essere ben conosciuto dagli abitanti e dallo stesso Sigerico, in cammino verso Canterbury e in transito in questa zona.  Però questo antico villaggio era già stato devastato nel 772 d.C. da Desiderio, re dei Longobardi, durante le sue scorrerie verso il basso Tirreno (...e pensare che solo un anno dopo, nel 773 d.C., Desiderio e i suoi Longobardi troveranno la propria disfatta a opera dei Franchi di Carlo Magno in Valle di Susa in Piemonte).
Sotto le Torri e la Quercia di Orlando [3] , in mezzo ai noccioleti e i frutteti, facciamo una breve sosta e gustiamo qualche dolce mela colta nei vicini alberi.  Durante la sosta in questo spettacolare luogo, cerchiamo di spiegare ai pellegrini stranieri le plausibili ragioni (soprattutto legate al grande transito di pellegrini francesi nel medioevo) che hanno permesso la nascita di queste leggende legate alla nascita e al soggiorno del paladino francese in queste contrade e il mantenimento delle stesse così a lungo, per generazioni.
Riprendiamo il cammino attraversando l’ultimo lembo del noccioleto, lasciando alle spalle i vari resti di costruzioni romane e medievali e arriviamo sulla SP493, sempre nell’area di Vico Matrino.  Pieghiamo a sinistra, di nuovo in direzione della SR.2 ma, poco prima di raggiungerla, giriamo a destra per imboccare la lunga strada carrareccia non asfaltata, chiamata: Strada Doganale Oriolese che inizia con un lunghissimo tracciato rettilineo.
Stemma di Capranica (VT) (15456 bytes)

Essendo in territorio del Comune di Capranica, cominciano a farsi notare i tipici cippi della Via Francigena, posizionati al bordo dei sentieri, costruiti in tufo da una Associazione Culturale locale e contenenti al loro interno una formella in terracotta con una incisione riproducente il pellegrino con le scritte di Capranica e Roma.
Proseguiamo sulla Strada Doganale Oriolese che si inoltra nella campagna, con direzione sud, in leggera discesa.  Dopo aver percorso su questa strada circa 1 km., si raggiunge un incrocio (che forma un quadrivio) nella Località Trinità.  Poco più avanti incontriamo un altro quadrivio con un cartello, sulla destra, che ci indica di trovarci nella Località Il Cappuccino.
Occorre oltrepassare l’incrocio e proseguire diritti sulla Strada Doganale Oriolese, che continua in leggera discesa.  Ad una curva sulla destra di questa strada, si incontra un bivio a sinistra che si inoltra nei campi.
Si può proseguire sulla strada asfaltata, che scende a destra in forte discesa formando numerose curve, e che supera su un ponte la linea ferroviaria Roma-Viterbo; questo percorso è consigliato in caso di pioggia e con terreni bagnati e fangosi.  Camminando insieme ad un gruppo eterogeneo di pellegrini, guidati da loro esperti, seguiamo oggi questa strada asfaltata integralmente.  Ma è bene ricordare un’altra interessante variante che si apre in questa zona, soprattutto quando si cammina in situazioni di bel tempo e di terreni asciutti.
Allora si può prendere il sentiero che entra in un campo di olivi al bivio a sinistra, all’altezza della grande curva a destra della Strada Doganale Oriolese.  Il sentiero penetra nei campi e segue il percorso dell’antica Via Cassia Consolare.  Infatti, poco più avanti si incontrano i primi basoli della via romana, ancora in "situ".  Al ciglio meridionale del campo, si raggiunge un cippo della Via Francigena che indica la discesa su una piccola traccia verso l’alveo del Fosso di Valle Mazzano, quasi sempre in secca.
Si raggiunge il letto del Fosso, si va verso destra (sud) per un breve tratto e si esce rapidamente dallo stesso verso sinistra, salendo un piccolo e ripido sentierino.
Si piega a sinistra e si risale il campo fino a raggiungere il colmo di un piccolo dosso.
Sulla piccola collina, il sentiero ritorna sulle tracce del basolato dell’antica Cassia Consolare e lo segue, piegando a destra, in leggera discesa.  Dopo alcune centinaia di metri il sentierino sbuca sulla Strada Doganala Oriolese, proprio di fronte al cancello d’ingresso del Casale San Leonardo (si può notare un cippo della Via Francigena, sulla sua sinistra a lato della strada).
Si raggiunge questo punto, percorrendo l’intero tracciato della Strada Doganale Oriolese, senza inoltrarsi tra i campi al bivio indicato sopra.  Comunque sia stato il percorso fatto, ora si prosegue, a sinistra, sulla Strada Doganale Oriolese che scende con forte discesa e percorre la Valle dei Santi.
Dopo aver percorso, in questa occasione, l’intera Strada Doganale Oriolese, anche noi raggiungiamo il punto di riconnessione del sentiero e continuiamo il cammino su questa strada in una lunga discesa fino a raggiungere un incrocio con Via Formelluzzo, asfaltata.
Al bivio, prendiamo a sinistra la strada, in leggera discesa, che cambia il nome in Via Valle Santi.  Più avanti, la strada continua in discesa curvando a destra e, su questa, sottopassiamo la ferrovia (è un altro ramo ferroviario che transita a nord di Capranica ed effettua il collegamento Orte-Capranica).
Continuiamo ancora e raggiungiamo un nuovo incrocio con una strada in forte discesa che arriva dalla sinistra e scende verso destra.
Attraversiamo l’incrocio e proseguiamo leggermente a sinistra sulla Antica Strada della Valle dei Santi.  Poco più avanti si raggiunge il bivio di Via Mattonara con Via Alcide De Gasperi (poi Viale Nardini).
Via Mattonara si snoda a metà altezza sulla valle e contorna a sud tutto il paese di Capranica, portando rapidamente l’escursionista all’altro lato del paese, in direzione di Roma.  Via Alcide De Gasperi risale invece la costa dello sperone di Capranica e permette di raggiungere il centro storico della cittadina.  Seguiamo questa ultima via e in breve raggiungiamo Piazza Garibaldi, proprio davanti alla porta d’ingresso del borgo antico di Capranica, e facciamo una sosta al bar sulla destra (Roxy Bar), per un giusto riposo e per bere qualche bibita rinfrescante.  Qui, Liliana e Maria, lasciano il nostro gruppo per far ritorno a Roma e le ritroveremo a La Storta per l’ultima tappa.  Dopo la sosta pranzo, riprendiamo il cammino attraversando il borgo storico di Capranica camminando sulle sue stradine, iniziando dal Corso Francesco Petrarca.  Fatti pochi passi su questa via ci fermiamo davanti alla Chiesa di San Francesco  [4] , una delle più importanti chiese romaniche del viterbese.
Facciamo una piccola sosta per visitare questo importante monumento ricco di sculture e di importanti affreschi e pitture, tra cui una attribuita a Michelangelo giovane [4] .
Ma la scultura che colpisce il visitatore di questa chiesa è il monumento funebre dei Conti Francesco e Nicola [5] della Casata nobile degli Anguillara, che riempie col suo biancore marmoreo tutta l’abside centrale.
A fianco della Chiesa di San Francesco, sull’altro lato del Corso, c’è l’ingresso dell’Ospedale Civile San Sebastiano di Capranica.  Nella lunetta soprastante la porta è stato fissato un frammento di marmo (lavorato con elementi antropomorfi e vegetali) del frontespizio proveniente dall’Abbazia di Santa Maria in Campis (XI sec.) di Vico Matrino, i cui resti abbiamo visto alle Torri d’Orlando.
Continuiamo il cammino e raggiungiamo la seconda porta nel borgo, quella conosciuta come porta del Castello degli Anguillara, uno dei pochi resti, tuttavia restaurati più volte, dell’antico maniero che ospitò anche Petrarca [6] nel 1337 durante il suo viaggio verso Roma.  Prima di superare questa seconda porta, sulla destra scende una strada che prende il nome di Via Romana ed è la prosecuzione di Via Mattonara che aggira il paese sul lato ovest, collegando la zona delle Acque Minerali, della Chiesa di San Rocco e quindi di nuovo la SR.2, a sud di Capranica.  Però, in questa occasione, decidiamo di continuare il cammino all’interno del borgo seguendo tutta la serie di stradine che lo dividono longitudinalmente.
Dopo la Porta del Castello camminiamo su Via degli Anguillara, poi su Via Virginio Vespignani fino a raggiungere Piazza Santa Maria dove sorge la Chiesa Cattedrale di Capranica.
Proseguiamo ancora sulla lunga Via Castel Vecchio, guardando divertiti i nomi dei molti vicoli che incontriamo ai lati del tracciato principale.  Compaiono nomi come: Vicolo Forno da Capo, Vicolo Forno di Mezzo, Via Acqua alle Rupi, Vicolo di Piazza Padella, Vicolo Settevene, Vicolo Forno da Piedi, Vicolo della Gallina, Vicolo della Penna, Vicolo Bella Penna quest'ultimo che si collega con Via Romana e con la parte terminale di Via Castel Vecchio che esce dal paese con una scalinata finale nel Vicolo del Grillo.
Ci troviamo vicino alla SR.2 ma noi giriamo a destra (sud-ovest) e ci dirigiamo alla vicina Chiesa di San Rocco.  Proseguiamo sulla sua destra a poca distanza dallo stabilimento di Acque Minerali Neri.  Questa zona è raggiungibile, come detto sopra, anche percorrendo tutto il tracciato formato da Via Mattonara e da Via Romana che tagliano fuori Capranica, passando a livello più basso e tutto a ovest del paese.  Prendiamo una piccola strada asfaltata: Strada Pogliere che inizia proprio dietro alla chiesa e allo stabilimento e che sale rapidamente a ridosso di pareti verticali di tufo riguadagnando la campagna verso sud.  Dopo aver raggiunto la sommità di una selletta, la strada procede in falso piano per un lungo tratto.
Stemma di Sutri (VT) (13432 bytes)

Arriviamo ad un bivio con la strada asfaltata Via di Crognano, che collega il paese di Sutri con Crognano e con la stazione ferroviaria di Capranica-Sutri.
Se decidessimo di andare a sinistra seguendo questa strada, come abbiamo fatto tante volte, raggiungeremmo facilmente la SR.2 e quindi il paese di Sutri.  Oggi però seguiamo il gruppo in un nuovo percorso, molto più bello, anche perché al di fuori di strade asfaltate.
Infatti, giriamo a destra e percorriamo poche decine di metri sulla strada asfaltata fino a giungere all’innesto, a sinistra, di un sentiero che si inoltra in un folto bosco.
Ci inoltriamo in una grande foresta attraversata da corsi d’acqua che attraversiamo su ponti formati da tronchi traballanti.  I corsi d’acqua formano a volte alcune piccole cascate.
Camminiamo in area aperte e anche attraverso piccole "tagliate" tufacee.  Finalmente ci avviciniamo al paese di Sutri e raggiungiamo la zona della Torre San Paolo detta "degli Arraggiati[7] .  Qui facciamo sosta ad un incrocio di sentieri, nei pressi della grande fontana.  Riprendiamo quindi il cammino e, in breve, raggiungiamo la SR.2 a ridosso delle mura di Sutri.  Seguiamo la grande strada regionale, camminiamo alla base dell’antichissima città romana, passiamo davanti ad uno degli ingressi storici della città: Porta Franceta (o Porta Vecchia) e raggiungiamo il grande piazzale a sud, davanti alla statua di Saturno a cavallo, simbolo della città, proprio all’inizio della strada d’ingresso principale di Sutri [8] : Via IV Novembre e la sua prosecuzione Via XXIV Maggio.  Qui termina il cammino di questa giornata e il gruppo si scioglie: i pellegrini stranieri si disperdono a gruppetti per visitare la città e hanno una sistemazione per la notte in questa zona, mentre noi aspettiamo un passaggio dall’amico Alessandro di Monterosi per trasportarci in questa cittadina dove ci ha affittato una sua casa per le tre prossime notti.  Anche una parte di amici romani che hanno camminato con noi fin qui, tra cui Laura C., ci lascia e ci dà appuntamento a La Storta per affrontare insieme l’ultima tappa.  Solo due amiche: Laura V. e Marisa si fermano per la notte a Sutri e domani continueranno il cammino con noi.  Nell’attesa dell’arrivo di Alessandro, andiamo a visitare il vicino Parco Regionale dell’antichissima Città di Sutri che contiene diverse bellezze storiche e naturali.
Nelle vicinanze c’è la Necropoli etrusco-romana che visiteremo domani transitando proprio davanti a lei.  Poco prima della Necropoli c’è l’Anfiteatro etrusco-romano del I° sec. a.C., interamente scavato nel tufo, che andiamo ad ammirare dall’alto, durante la passeggiata sulla piccola collina che contiene la Villa Savorelli, sede del Parco, oltre che la Chiesa Madonna del Monte, il Giardino all’italiana, il Bosco Sacro e i resti del cosiddetto "Castello di Carlo Magno".  Ma, prima di salire nella parte alta, diamo una occhiata alla parete tufacea che contiene la Chiesa della Madonna del Parto (ex-Mitreo) [9] .
La troviamo chiusa, ma conosciamo bene il suo interno e i suoi affreschi, relativi ad alcune storie di pellegrini e di pellegrinaggio.
Tutta questa zona è molto interessante e meriterebbe una visita più approfondita e una sosta di qualche giorno a Sutri.  Torniamo sui nostri passi e raggiungiamo il piazzale sottostante la città in attesa del nostro amico.  Visiteremo il centro di Sutri domani mattina, quando affronteremo la nuova tappa, partendo proprio da qui.  Finalmente Alessandro arriva e ci carica sulla sua macchina. Torniamo al Monastero delle Benedettine di Vetralla dove recupero la mia auto e proseguiamo verso Monterosi.  Parcheggio l’auto nei pressi del Municipio di questa cittadina e Alessandro ci fa visitare la sua casa che ci mette a disposizione per le prossime notti.  La casa di Alessandro, dal nome "La Campana" (forse perché situata in Via Roma, proprio di fronte alla Chiesa di Santa Croce), è una struttura adibita ad affitti turistici.  È composta da 2 monolocali indipendenti forniti ognuno di 4 posti letto, un angolo cottura e un ampio bagno.  I posti letto sono ricavati, in un monolocale, da 2 letti a castello mentre nell’altro da un divano letto ad una piazza e mezzo e da un letto a castello.  La struttura si trova nel centro di Monterosi sulla Via Francigena ed ha nelle vicinanze tutti i servizi.  In uno dei due monolocali ci sistemiamo io e Giuliano, mentre Remo con Nania vanno nel secondo.
Chiediamo ad Alessandro un suggerimento per trovare una buon ristorante per la cena e lui ci indica la Trattoria da Angelica in Via Filippo Gabrielli a Sutri, poco distante dalla nostra abitazione.  Ringraziamo Alessandro e gli diamo l’appuntamento per l’indomani per essere riaccompagnati a Sutri.
Sistemiamo i bagagli nella nuova abitazione e ci cambiamo.  Quando siamo pronti per uscire, ci accorgiamo che fuori ha iniziato a piovere forte.  Prendiamo le giacche a vento e gli ombrelli e ci incamminiamo verso il ristorante, un po’ dubbiosi e preoccupati per il cammino sulla prossima lunga tappa che, sotto l’acqua cadente, sarebbe una vera tortura.
Entriamo nella trattoria e veniamo accolti da una delle proprietarie: è Angelica che gestisce il locale insieme con le sorelle Rosaria e Anna Maria.  La cena è ottima e spieghiamo che saremmo interessati a tornare da loro per la cena anche nei prossimi giorni dato che, pur camminando su tappe diverse e distanti, alla sera torneremo sempre a Monterosi perché ospiti nella casa di Alessandro.
Ci dicono che sono spiacenti, ma il lunedì sera il locale è chiuso per il turno settimanale.
Le sorelle ci vedono dispiaciuti mentre chiediamo dove potremmo andare a cenare in alternativa.  Dopo un conciliabolo, una delle sorelle: Rosaria suggerisce che potrebbe cucinare per noi a casa sua e portarci la cena presso il nostro Ostello.  Ribadiamo che non la vogliamo disturbare così tanto, ma la soluzione si concretizza e si realizzerà un "miracolo" culinario, che l’amico Giuliano, ottimo poeta, già esperto per questi eventi, immortalerà in una nuova "Ballata", scritta in vernacolo romanesco.
Ma tutto ciò sarà svelato nella Cronaca della prossima tappa.
Ora, tranquillizzati da questa cena e dalla suggestiva proposta, andiamo a riposare, per essere pronti per l’impegno di domani.


Enea Fiorentini
(sez. GM di Roma,
residente ad Aosta [Valle d’Aosta])


Un po’ di foto...

 
Resti della Torre Campanaria dell’antica Abbazia di Santa Maria in Campis (56393 bytes)
Resti della Torre Campanaria dell’antica
Abbazia di Santa Maria in Campis
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Cippo segnavia VF con lastra in terracotta alle Torri di Orlando (55202 bytes)
Cippo segnavia VF con lastra in
terracotta alle Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Particolare della lastra in terracotta del cippo segnavia VF alle Torri di Orlando (40772 bytes)
Particolare della lastra in terracotta del
cippo segnavia VF alle Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Cartello storico sotto le Torri di Orlando (35232 bytes)
Cartello storico sotto le Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo in sosta alle Torri di Orlando (40101 bytes)
Gruppo in sosta alle Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo in sosta alle Torri di Orlando (43649 bytes)
Gruppo in sosta alle Torri di Orlando
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Arrivo sulla SS493 di Vico Matrino (48993 bytes)
Arrivo sulla SS493 di Vico Matrino
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Lungo la Strada Doganale Oriolese (23928 bytes)
Lungo la Strada Doganale Oriolese
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)
Transito in località La Trinità (37129 bytes)
Transito in località La Trinità
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Transito in località Cappuccino sulla Strada Doganale Oriolese (36598 bytes)
Transito in località Cappuccino
sulla Strada Doganale Oriolese
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Ponte sulla Ferrovia Capranica-Viterbo, sulla Strada Doganale Oriolese (35322 bytes)
Ponte sulla Ferrovia Capranica-Viterbo
sulla Strada Doganale Oriolese
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Segnaletica varia della Via Francigena sulla Strada Doganale Oriolese (35302 bytes)
Segnaletica varia della Via Francigena
sulla Strada Doganale Oriolese
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Arrivo al primo sottopasso ferroviario lungo la Strada Doganale Oriolese (29778 bytes)
Arrivo al primo sottopasso ferroviario
lungo la Strada Doganale Oriolese
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Nel primo sottopasso ferroviario lungo la Strada Doganale Oriolese (34880 bytes)
Nel primo sottopasso ferroviario
lungo la Strada Doganale Oriolese
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Nel secondo sottopasso ferroviario lungo la Strada Doganale Oriolese (28769 bytes)
Nel secondo sottopasso ferroviario
lungo la Strada Doganale Oriolese
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Cippo segnaletica VF a Capranica su Antica Strada della Valle Dei Santi (24686 bytes)
Cippo segnaletica VF a Capranica
sulla Antica Strada della Valle Dei Santi
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)
In cammino sulla Antica Strada della Valle Dei Santi in arrivo a Capranica (38440 bytes)
In cammino sulla Antica Strada della
Valle Dei Santi in arrivo a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Segnaletica VF a Largo Ripoll a Capranica al termine della Antica Strada della Valle dei Santi (49323 bytes)
Segnaletica VF a Largo Ripoll a Capranica, fine dell’Antica Strada della Valle dei Santi
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Ingresso nel Borgo di Capranica da Piazza Garibaldi (26710 bytes)
Ingresso nel Borgo di Capranica
da Piazza Garibaldi
 11/10/2015 - (Foto di G.Borgianelli Spina)
Ingresso Ospedale San Sebastiano a Capranica con lunetta dell’antica Abbazia (33030 bytes)
Ingresso Ospedale San Sebastiano a
Capranica con lunetta dell’antica Abbazia
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)
Entrando nella Chiesa di San Francesco nel borgo di Capranica (31049 bytes)
Entrando nella Chiesa di San Francesco
nel borgo di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)

Particolare della lunetta dell’Abbazia di Vico Matrico sull’Ospedale di San Sebastiano a Capranica (32163 bytes)(Foto di E.Fiorentini)Interno della Chiesa di San Francesco a Capranica col monumento degli Anguillara (20943 bytes)
Interno della Chiesa di San Francesco a
Capranica col monumento degli Anguillara
 11/10/2015 - (Foto da Web)
Monumento ai Conti di Anguillara nella Chiesa di San Francesco a Capranica (19365 bytes)
Monumento ai Conti di Anguillara nella
Chiesa di San Francesco a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)

Porta del Castello degli Anguillara a Capranica (45503 bytes)
Porta del Castello degli Anguillara
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Tra le vie di Capranica (37929 bytes)
Tra le vie di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Tra i vicoli di Capranica (43329 bytes)
Tra i vicoli di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Alla scoperta dei vicoli di Capranica (41392 bytes)
Alla scoperta dei caratteristici
vicoli di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Transito davanti alla Chiesa di Santa Maria a Capranica (41589 bytes)
Transito davanti alla Chiesa di
Santa Maria a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Dedica a San Terenziano alla Chiesa di Santa Maria a Capranica (32073 bytes)
Dedica a San Terenziano alla Chiesa
di Santa Maria a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Simbolo di Capranica del 1958 sul pavimento della Chiesa di Santa Maria (29257 bytes)
Simbolo di Capranica del 1958 sul
pavimento della Chiesa di Santa Maria
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Tratti di sculture antiche sul tufo di una casa a Capranica (29401 bytes)
Tratti di sculture antiche sul tufo
di una casa a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Transito vicino a Via Acqua alle Rupi a Capranica (34557 bytes)
Transito vicino a Via Acqua alle Rupi
a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Vicolo di Piazza Padella a Capranica (29363 bytes)
Vicolo di Piazza Padella a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Vicolo Settevene a Capranica (31642 bytes)
Vicolo Settevene a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Vicolo Forno da Piedi a Capranica (31990 bytes)
Vicolo Forno da Piedi a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Vicolo della Gallina a Capranica (29852 bytes)
Vicolo della Gallina a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Vicolo della Penna a Capranica (31921 bytes)
Vicolo della Penna a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Vicolo Bella Penna a Capranica (34973 bytes)
Vicolo Bella Penna a Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Sul percorso francigeno in Capranica (50047 bytes)
Sul percorso francigeno in Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Uscita sud di Capranica (43344 bytes)
Uscita sud di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Targa San Terenziano a uscita di Capranica (46318 bytes)
Targa S.Terenziano a uscita di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Panoramica di Capranica da sud (34583 bytes)
Panoramica di Capranica da sud
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Area della Chiesa di San Rocco a sud di Capranica (34524 bytes)
Area Chiesa di S.Rocco a sud di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Inizio Strada Pogliere a sud di Capranica (44115 bytes)
Inizio Strada Pogliere a sud di Capranica
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Segnaletica VF su Strada Pogliere (34207 bytes)
Segnaletica VF su Strada Pogliere
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Laura, Nania e Remo in cammino su Strada Pogliere (35138 bytes)
Laura, Nania e Remo su Strada Pogliere
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Segnaletica VF nel bosco di Sutri (47679 bytes)
Segnaletica VF nel bosco di Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Stein Thue in cammino nel bosco di Sutri (44202 bytes)
Stein Thue in cammino nel bosco di Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Tagliata etrusca nel bosco vs Sutri (36973 bytes)
Tagliata etrusca nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
In cammino nel bosco vs Sutri (44554 bytes)
In cammino nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

In cammino nel bosco vs Sutri (42322 bytes)
In cammino nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
In cammino nel bosco vs Sutri (39112 bytes)
In cammino nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
In cammino nel bosco vs Sutri (45717 bytes)
In cammino nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

In cammino nel bosco vs Sutri (43020 bytes)
In cammino nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Cavallo nel bosco vs Sutri (44563 bytes)
Cavallo nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Cavallo nel bosco vs Sutri (38434 bytes)
Cavallo nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

In cammino nel bosco vs Sutri (38307 bytes)
In cammino nel bosco vs Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Panorama di Sutri da nord (34937 bytes)
Panorama di Sutri da nord
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello Parco Regionale di Sutri (35675 bytes)
Cartello Parco Regionale di Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Torre San Paolo a Sutri (48393 bytes)
Torre San Paolo (degli Arraggiati) a Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Gruppo in sosta alla fontana nei pressi di Sutri (52536 bytes)
Gruppo in sosta alla fontana nei pressi di Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Porta Franceta di Sutri (35155 bytes)
Porta Franceta di Sutri
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)

Zona del Mitreo a Sutri (40301 bytes)
Zona del Mitreo a Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Ingresso Mitreo a Sutri (36862 bytes)
Ingresso Mitreo a Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)
Cartello nella zona del Mitreo a Sutri (32977 bytes)
Cartello nella zona del Mitreo a Sutri
 11/10/2015 - (Foto di E.Fiorentini)

Affreschi nel vestibolo del Mitreo di Sutri (39396 bytes)
Affreschi nel vestibolo del Mitreo di Sutri
 11/10/2015 - (Foto da Web)
Interno del Mitreo di Sutri (38788 bytes)
Interno del Mitreo di Sutri
 11/10/2015 - (Foto da Web)
Affresco Madonna del Parto nel Mitreo a Sutri (34068 bytes)
Affresco Madonna del Parto nel Mitreo a Sutri
 11/10/2015 - (Foto di F.Vogel)

Giardini del Parco Savorelli a Sutri (34035 bytes)
Giardini del Parco Savorelli a Sutri
 11/10/2015 - (Foto di F.Vogel)
Anfiteatro di Sutri visto dal Parco Savorelli (20703 bytes)
Anfiteatro di Sutri visto dal Parco Savorelli
 11/10/2015 - (Foto di B.Romanelli)
Anfiteatro di Sutri visto dal Parco Savorelli (33127 bytes)
Anfiteatro di Sutri visto dal Parco Savorelli
 11/10/2015 - (Foto di S.Thue)

Esterno B&B La Campana a Monterosi (23478 bytes)
Esterno B&B La Campana a Monterosi
 11/10/2015 - (Foto di A.Mirri)
Interno B&B La Campana a Monterosi (16687 bytes)
Interno B&B La Campana a Monterosi
 11/10/2015 - (Foto di A.Mirri)
Enea nel B&B La Campana a Monterosi (27973 bytes)
Enea nel B&B La Campana a Monterosi
 11/10/2015 - (Foto di M.Catanorchi)
 
Le tre sorelle proprietarie della Trattoria da Angelica a Monterosi, da sx: Angelica, Rosaria e Anna Maria (91021 bytes)
Le tre sorelle proprietarie della Trattoria da Angelica a Monterosi, da sx: Angelica, Rosaria e Anna Maria
11/10/2015 (Foto di G.Borgianelli Spina)


    NOTE VARIE:

  1. Vetralla e la sua storia:    ->>> Back

    [ Vetralla si trova sul versante occidentale dei Monti Cimini, nelle vicinanze del cratere vulcanico che ha dato origine al lago di Vico.
    Il punto più alto del territorio comunale si trova sulla vetta del boscoso Monte Fogliano (m 964).
    Il nome di Vetralla sembra che derivi dal latino VETUS AULA (Antico luogo) o da VETUS ALIA (altra città -sottinteso- vecchia) con riferimento a Viterbo (VETUS URBS).  Vetralla venne abitata dagli Etruschi come tutta la zona, grazie alla sua posizione dominante e facilmente fortificabile ed è stata occupata con continuità a partire dall’Alto Medioevo.
    I Romani si impossessarono della zona attorno al IV sec. a.C.
    In epoca romana sulla via Cassia a circa due km dagli insediamenti medioevali era presente una stazione della posta a FORUM CASSII.  Nei pressi dell’antica Chiesa di S. Maria di Forcassi, già luogo di sosta di Sigerico durante il suo viaggio di ritorno verso Canterbury, sono presenti alcuni muri e parte della pavimentazione del Forum Cassii romano.
    Nel tardo impero la popolazione, ridotta numericamente, si spostò nell’attuale posizione più facilmente difendibile.
    Dopo il crollo dell’impero romano, tutta la zona venne invasa e controllata da varie popolazioni barbare, che si succedettero e si sovrapposero per circa 3 secoli.  Il nucleo fortificato di Vetralla e il suo territorio fu incorporato nei possedimenti papali (Patrimonio di San Pietro) fin dalla loro origine storica grazie alla "Donazione di Sutri (del 728)" effettuata dal re longobardo Liutprando a favore del papa Gregorio II (Gregorio romano n. a Roma nel 669, m. a Roma il 11-2-731).
    Tra gli anni 1110 e 1134 fu sotto il dominio dei signori di Viterbo.
    Dalla data della sua elezione il 15 febbraio 1145, il papa Eugenio III (Bernardo Pignatelli [o Paganelli], n. a Pisa nel c. 1090, m. a Tivoli l’ 8-7-1153) si installò a Viterbo e a Vetralla per sfuggire alla violenza e alle lotte intestine di Roma (allora retta a comune e antagonista del dominio papale) e da qui indisse la Seconda Crociata con la bolla "Quantum Praedecessores" del 1 dicembre 1145, incaricando il famoso abate Bernardo di Chiaravalle (n. a Digione nel 1090, m. a Clairvaux il 20-8-1153) di appoggiare la Crociata mediante la predicazione; crociata (1147-1149) poi fallita e interrotta davanti a Damasco.
    Questo territorio fu assegnato nei secoli a varie famiglie nobiliari legate al papato: gli Orsini, i Di Vico, gli Anguillara e i Farnese.
    I prefetti Di Vico qui lasciarono alcune testimonianze come il sarcofago per il figlio di Giacomo Di Vico, l’ultimo signore di Vetralla, conservato nella chiesa di San Francesco ed un castello nel quale Giacomo venne catturato insieme ai suoi tre figli Francesco, Sicuranza e Menelao, dopo gli scontri con le truppe papaline guidate dal cardinale Giovanni Vitelleschi, prima di essere imprigionati nella rocca di Soriano nel Cimino, dove Giacomo venne decapitato.
    Papa Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni, n. ad Anagni nel 1160, m. a Perugia il 16-7-1216 e sepolto in Laterano a Roma) donò alla città una vasta estensione di boschi nel 1206, ma ciò fu la causa di una lunga contesa con Viterbo che ne rivendicava il possesso.  Come fu stabilito negli accordi di quegli anni, per evitare il ripetersi di tali controversie, tutti gli anni il Comune doveva organizzare una cerimonia nei boschi di Monte Fogliano durante la quale il sindaco sposava un’albero; da questo evento nacque il nome della cerimonia: "Sposalizio dell’Albero", ripetuta per secoli per riaffermare i diritti del comune di Vetralla sul controllo di Monte Fogliano e sui frutti del suo bosco.  Questa cerimonia, che avviene ancora oggi, ogni anno, il giorno 8 del mese di maggio, si è collegata, insieme con eventi aggiuntivi, con quella simile dello "Sposalizio del Mare" che avviene a Venezia nella laguna.
    Vetralla e il suo territorio, dopo essere appartenuto agli Anguillara, tornò sotto la giurisdizione della Chiesa.  Vetralla passò successivamente al cardinale Giovanni Borgia nel 1474.  I Vetrallesi sembrarono accettare di buon grado la protezione della Santa Sede anche se non mancarono episodi di intolleranza.  Uno di questi viene ricordato negli annali col nome di Vespri vetrallesi ed ebbe luogo nel 1493 ai tempi del cardinale governatore Giovanni Borgia, nipote di Papa Alessandro VI.
    Più tardi appartenne a Lorenzo Cybo nel 1529 (n. a Sampierdarena nel 1500 - m. a Pisa nel 1549), secondogenito di Franceschetto e di Maddalena de’ Medici, dopo un soggiorno alla corte di Francia divenne (1524) governatore di Spoleto, e successivamente (1530) comandante generale dello Stato Pontificio.  Quindi appartenne al cardinale Alessandro Farnese nel 1534.
    Il 4 aprile 1783 Vetralla ottenne da Papa Pio VI il titolo di "città" e durante la dominazione francese divenne capoluogo del Cantone dei Monti Cimini.  Per tutto l’Ottocento la città vide il passaggio sul proprio territorio di Austriaci, Russi e Napoletani ed in numerose occasioni fu coinvolta nelle vicende del Risorgimento Italiano.
    Vetralla fu anche testimone di episodi della Campagna garibaldina del 1867.
    Il Gonfalone del Comune è depositato presso la Casa Comunale ed è rappresentato da uno stendardo con fondo bianco e croce rossa con Stemma Comunale.  Esso è composto da piante di vite con tralci e pampini da cui pendono grappoli di uva nera e bianca su sfondo azzurro con sovrastante corona formata da cinque torri e scritta "Città di Vetralla" e nella parte inferiore un ramoscello di olivo e uno di quercia uniti da una fascia tricolore.
    Il relativo Profilo Araldico del 1941, cita: "D’azzurro alla vite con pampini e grappoli accollata ad un palo terrazzato di verde". ]




  2. Lo Sposalizio dell’albero e il Monastero di Sant’Angelo a Vetralla:    ->>> Back

    [ Secondo la leggenda, se i Vetrallesi l’8 maggio di ogni anno non celebrassero lo Sposalizio dell’Albero, il bosco di Monte Fogliano, diverrebbe proprietà viterbese.  Oggi il possesso di Vetralla su questi boschi è una realtà indiscussa e comprovata da documenti storici.  Il territorio boschivo attorno al Monte Fogliano fu conteso da molte popolazioni fin dall’antichità e le prime notizie di una sua spartizione risalgono al 1182 quando Papa Lucio III (Ubaldo Allucingoli, n. a Lucca nel 1110, m. 25-11-1185 a Verona, eletto Papa a Velletri il 1-9-1181) lo assegnò in parte al Comune di Viterbo ed in parte al Romitorio di Sant’Angelo.
    Le sorti del bosco infatti sono da sempre legate a quelle di questo monastero.
    A seguito di molte guerre tra il papato e i Conti Di Vico, il monastero venne spesso abbandonato fino alla sconfitta di questa antica famiglia e al ritorno del possesso di queste contrade al papato.  Il 17 febbraio 1432 il Papa Eugenio IV (Gabriele Condulmer, n. a Venezia nel 1383, m. a Roma il 23-2-1447, eletto Papa il 3-3-1431), per ricompensare i Vetrallesi per aver sostenuto la causa della Chiesa, donò loro i possedimenti di Monte Fogliano, attraverso la propria bolla "Exigit".  Da allora, anche se i viterbesi tentarono più volte di impossessarsene, il privilegio rimase ai Vetrallesi, suffragato con un’ultima sentenza della Sacra Rota del 25 giugno 1844.
    Già dal 1744 il Comune di Vetralla aveva donato l’Eremo di Sant’Angelo e le sue competenze a San Paolo della Croce (eremita e santo, nato ad Ovada e trasferitosi con alcuni seguaci sul Monte Argentario, dove fondò l’ordine dei Passionisti).
    Sant’Angelo divenne ben presto un grande monastero, che dava ospitalità a molti confratelli e fu la dimora abituale del Santo.
    Ancora oggi, i Passionisti mantengono in vita la propria regola presso questo monastero.
    Per ricordare questi fatti, ogni 8 maggio vengono organizzati particolari festeggiamenti nei boschi attorno al Monastero (Convento e Santuario) di Sant’Angelo.  Un corteo di persone in costume ottocentesco, di cavalieri e di sbandieratori, percorre di buon mattino le vie che partono da Vetralla per raggiungere il Monastero di Sant’Angelo sul Monte Fogliano, attraversando il bellissimo bosco cimino, folto e misterioso.  All’arrivo del corteo, due alberi secolari "elegantemente vestiti" di fiori si uniscono in matrimonio al cospetto del Sindaco, del Vescovo e del Priore del monastero che benedice l’intera cerimonia.
    La fede cristiana ma anche il forte legame con il bosco e l’esaltazione della ricchezza dei suoi prodotti che rivelano antiche origini di culti pagani, arricchiscono oggi queste celebrazioni e testimoniano la profonda unione di un popolo alla sua terra.
    Grazie alle similitudini di questa tradizione e all’amore della natura, dal 1996 Vetralla è gemellata con Venezia, dove avviene lo "Sposalizio del Mare".  In maggio, quando avvengono entrambe le manifestazioni, vengono inviate le delegazioni ad assistere alla cerimonia in ognuna delle due città, in segno di amicizia tra le rispettive popolazioni. ]




  3. Le Querce e le Torri di Orlando di Vico Matrino:    ->>> Back

    [ La leggenda narra che un tempo in questo sito, ricco di querce, il paladino Orlando al seguito di Carlo Magno in marcia verso Roma, si fermasse a riposare sotto le folte e verdi chiome di questi grandi alberi.  Anche in altri luoghi vicini si tramandano avvenimenti legati alle vicende del paladino: uno di questi rivendica di essere stato il luogo di nascita del prode condottiero.  Sono fatti dal limitato valore storico, tuttavia è importante rilevare come tali "ricordi", trasmessi da molte generazioni, indichino un forte e continuo scambio di informazioni e di esperienze tra popolazioni provenienti da varie zone d’Europa.  Inoltre essi rivelano senza ombra di dubbio l’importanza di questi luoghi come punto di passaggio di genti, merci, eserciti e pellegrini da e per Roma, lungo un tracciato che coincideva con l’antica Via Francigena. ]




  4. La Chiesa di San Francesco a Capranica (VT):    ->>> Back

    [ La Chiesa di San Francesco di Capranica ( sec. XII-XIII, già San Lorenzo ) sorge nel borgo antico ma fuori dalle mura dell’antico castello su di una collinetta e data la sua grandezza e posizione sembra abbia avuto nel passato funzione più di prestigio che di servizio cittadino.  La facciata è semplice, con umile portale abbellito da una lunetta; al centro si apre un finestrone circolare incorniciato dai segni zodiacali.  La parte più antica in stile romanico, ha tre navate divise da colonne, pareti spoglie, soffitto a capriate, piccole monofore.  Oltre il transetto la chiesa si allunga nella cappella degli Anguillara, in stile gotico, con soffitto a crociera e l’arco a sesto acuto poggiante su basse e tozze colonne addossate alle pareti.  Sul fondo del presbiterio, davanti all’abside appena accennata si erge solenne il monumento funebre dei conti gemelli Francesco e Nicola, opera di Paolo da Gualdo (1400).
    I restauri: in un primo restauro, effettuato nel 1927-29 da Antonio Mugnoz, la chiesa venne riportata alle sue linee originali romaniche, da sovrastrutture che aveva assunto nei secoli, tra cui il pesante stile barocco delle ultime modifiche settecentesche, ma venne aggiunta la scalinata e il sacello dei caduti in guerra.  Un secondo restauro fu eseguito negli anni 1970-72, quando furono tolti dalle pareti intonaci e rosoni barocchi, facendo emergere bellissimi affreschi sottostanti.
    La chiesa era già gestita nel 1295 quando le funzioni venivano officiate dai Canonici dipendenti dal Vescovo di Sutri.  Anche su richiesta dei Conti Francesco e Nicola dell’Anguillara, papa Bonifacio IX scrisse, nel 1400, una bolla con la quale concesse ai canonici di San Lorenzo di trasferirsi nella chiesa di San Giovanni dentro le mura, per evitare le molestie dei briganti.  Con la venuta dei Frati Minori Conventuali Francescani, la chiesa cominciò ad essere chiamata San Francesco.
    Molte sono le opere restaurate, tra cui diversi affreschi di importante fattura ( alcuni sono solo dei frammenti ) ed alcuni tempietti, che ora abbelliscono le pareti nude della chiesa.  Sulla parete sinistra si possono ammirare: un frammento di una delicata Vergine con Bambino ( sec.XVI ); un affresco di Sant’Antonio da Padova tra San Sebastiano e San Rocco, recentemente attribuito per la sua raffinatezza, composizione e spessore artistico a Michelangelo giovane, anche se ha subìto nel tempo alcuni restauri precedenti a quello del 1927-29, che ne hanno rovinato il colore vivido originale.
    Sulla parete di destra: un affresco con Sant’Antonio Abate o San Terenziano, tra San Sebastiano e San Rocco, opera attribuita al viterbese Antonio del Massaro, detto il Pastura ( fine ’400 ); un affresco con l’immagine della Vergine circondata dagli Apostoli ( sec.XVI ) di autore ignoto; e poi un altro affresco raffigurante la Vergine con il Bambino in braccio circondata da angeli, firmata da Vincenzo Gatto, figlio di Jacopo Sebastiano di Corchiano, dell’anno 1500.  Questo Jacopo Sebastiano da Corchiano potrebbe essere il celebre "Maestro da Corchiano", discepolo e collaboratore di Lorenzo da Viterbo, uno dei più famosi pittori viterbesi.  Si può ancora notare un affresco dedicato a Santa Lucia, ancora dolce e raffinato nei colori e nelle linee.  Ma, il monumento più appariscente della chiesa, è quello posizionato sull’abside e dedicato ai fratelli Conti Francesco e Nicola dell’Anguillara, morti nel 1406 e 1408.  L’opera, eseguita nel primo quarto del 1400, da Paolo da Gualdo, è costituita da un sarcofago elevato da colonnine, sormontato da una cella con copertura a spioventi e finte cortine, inserito in una grande arcata gotica.  I due fratelli sono distesi sopra il sarcofago e sono vestiti con le loro divise militari.  In queste figure, lo scultore sintetizza la tendenza alla semplificazione ed abbreviazione delle forme ed il gusto per il particolare descrittivo e decorativo.  Sopra, i defunti sono inginocchiati davanti alla Vergine col Bimbo.  In questa opera, Paolo da Gualdo rivela i suoi caratteri scultorei, legati ancora ad una tradizione tardo-gotica ed una compattezza volumetrica delle forme ripresa dal grande Arnolfo di Cambio.  Oggi la chiesa, splendida nella sua sobria bellezza, ospita gli avvenimenti più importanti che avvengono in tutta questa zona della Tuscia.
    Per saperne di più sulla storia e sulle opere della Chiesa di San Francesco di Capranica, suggerisco di visitare il seguente sito web (dal quale ho tratto parte di queste note):
    http://www.comune.capranica.vt.it/modules.php?name=chiese&id=5 ]




  5. Il monumento funebre ai Conti Francesco e Nicola degli Anguillara a Capranica:    ->>> Back

    [ Al centro dell’abside della Chiesa di San Francesco di Capranica, domina in tutta la sua maestosità il monumento funebre, a forma di un gran tabernacolo poggiante su quattro colonnine tortili, dedicato ai fratelli gemelli Francesco e Nicola, due nobili conti e guerrieri dell’antica famiglia degli Anguillara.  Due angeli sorvegliano le sagome marmoree dei due fratelli, sostenendo un drappeggio.  Al disopra dell’urna, sono posti una Madonna con Bambino e due figure preganti in ginocchio.  Il monumento fu eretto in onore dei fratelli Francesco e Nicola, dallo scultore Paolo da Gualdo, su commissione di Angela, figlia del conte Francesco e sposa di Gentile Orsini, come si rileva alla base della colonna di sinistra e nei due fianchi del monumento; lo stemma gentilizio degli Anguillara è unito a quello degli Orsini.  Una epigrafe in versi esametri latini, scolpita nel marmo posto alcentro del Cenotafio, è dedicata ai due conti e così recita:

    Olim quae genuit simili de semine mater
    corpora Francisci petra haec clauditq. Nicolae
    clarus uterque armis et uterq. Anguillifer heros
    quorum animi sacro junguntur in aethere nexu
    terrea sidereo spernetes climata coelo.
    Obiit autem miles egregius comes Franciscus anno D. MCCCC
    VI. die XII mensis augusti.
    Et inclitus miles comes Nicolaus anno D. MCCCCVIII die
    XXVI mensis julii.

    Questa pietra racchiude i corpi di Francesco e di Nicola
    che un tempo la madre generò dallo stesso seme.
    Ambedue illustri nelle armi e l’uno e l’altro eroi
    secondo la tradizione degli Anguillara,
    le cui anime si uniscono nel cielo con un sacro vincolo,
    disprezzanti le inclinazioni terrene.
    Ora l’egregio soldato il conte Francesco
    morì nell’anno del Signore 1406, il giorno 12 del mese di agosto,
    e il magnifico soldato conte Nicola,
    nell’anno del Signore 1408, il giorno 26 del mese di luglio. ]




  6. Orso degli Anguillara e Francesco Petrarca a Capranica:    ->>> Back

    [ Orso degli Anguillara, di nobili origini, nacque a Roma nei primi anni del XIV secolo da Francesco degli Anguillara e da Costanza Orsini.  Inizialmente, era stato un fedele alleato di Papa Giovanni XXII, che gli concesse alcuni Canonicati: a Burgos, a Roma, a Siviglia.  In seguito, perseguendo un’aggressiva politica di dominio personale, invase e conquistò feudi e terre appartenenti alla Chiesa.  Nel 1331 insieme al fratello Francesco assediò la città di Sutri, a liberare la quale accorse un esercito guidato da Pietro d’Artois, Rettore del Patrimonio della Chiesa.  Subito dopo questa impresa Orso e Francesco vennero a discordia, e cominciarono a combattersi violentemente.  A scatenare questa inimicizia concorse il fatto che verso il 1329 Orso, dopo molti dubbi, e infine cedendo alle pressioni di Papa Giovanni XXII, aveva sposato Agnese, figlia di Stefano Colonna, famiglia che un’aspra rivalità divideva dagli Orsini.  Il 2 maggio 1332 Roberto d’Angiò inviò Landolfo Brancaccio a cercar di sedare la lite tra i due fratelli, ma il suo intervento non sortì alcun effetto.  Infatti il 6 maggio 1333, presumibilmente complice il fratello Orso, Francesco fu attirato in un’imboscata ordita dai Colonna e venne assassinato.  Quella lotta fu continuata contro lo zio dal figlio di Francesco, Giovanni, che si schierò dalla parte degli Orsini.  Orso era anche uomo di cultura, e si dilettava persino a comporre poesie.  Quando ancora infuriavano le lotte di parte, nel 1337 ospitò il poeta Francesco Petrarca (n. ad Arezzo il 20-7-1304 - m. ad Arquà il 19-7-1374) nel suo castello di Capranica (fatto costruire verso il 1285 da Pandolfo II degli Anguillara), dove risiedeva insieme alla moglie Agnese.
    Nel 1326 il Petrarca, approfittando della morte del padre, ser Pietro (o Petracco), notaio trasferitosi per ragioni politiche ad Avignone, aveva abbandonato i poco amati studi di giurisprudenza, cui il padre stesso lo aveva avviato, prima a Montpellier poi a Bologna.
    Ma trovandosi presto in precarie condizioni economiche, era entrato a far parte, ad Avignone, del seguito di Giacomo Colonna, Arcivescovo di Lombez, quindi dal 1330 del di lui fratello, il Cardinale Giovanni Colonna.  Agnese, moglie di Orso, era sorella di questi due eminenti porporati.  Per conto di tali personaggi, nel 1333 il Petrarca aveva intrapreso un viaggio nella Francia del Nord, nelle Fiandre e nel Brabante.  Però il sogno di Petrarca, a lungo vagheggiato, era di recarsi a Roma, e poté essere finalmente soddisfatto quando alla fine del 1336 il Cardinale Giovanni Colonna lo chiamò, per averlo con sé in questa città.
    Petrarca si imbarcò a Marsiglia il 21 dicembre 1336, e sbarcò a Civitavecchia i primi giorni di gennaio 1337.  Tuttavia giungere a Roma era impossibile, oltre che molto pericoloso, perché tutte le strade erano presidiate dai nemici della famiglia Colonna.  Non potendo procedere in direzione della Città Eterna, si rifugiò nel castello di Orso a Capranica.  La benevola accoglienza ricevuta si spiega col fatto che Petrarca era allora uomo di fiducia dei due eminenti personaggi della famiglia Colonna, fratelli di Agnese.
    Orso si comportò come un impeccabile padrone di casa: lui, uomo d’armi, energico, carismatico e violento, nell’intimità domestica riponeva armatura e scudo per vestire i panni del gran signore, raffinato e colto.  Offriva così, ai suoi ospiti, nell’"otium" della sua splendida dimora un’altra immagine di sé, perchè ne fossero ben impressionati.  Ma anche la stima del Petrarca per il suo amico non tardò a manifestarsi, infatti durante il suo soggiorno, che durò più di un mese e mezzo, scrisse tre sonetti, di cui due dedicati ad Orso.  Solo dieci anni dopo, nel 1347, per intervento di Cola di Rienzo che fece da paciere, e per ragioni esclusivamente politiche, le ostilità tra Orso e il nipote Giovanni cessarono.  Il 26 gennaio 1337 il Vescovo Giacomo Colonna e il Cardinale Giovanni Colonna raggiunsero Capranica, insieme ad una scorta di cento soldati, per condurre in tutta sicurezza il Petrarca a Roma, cosa che avvenne verso la fine di febbraio.  Tra Orso e il Petrarca ci fu dunque un commiato, ma erano destinati a incontrarsi ancora.  Nel settembre 1340 Francesco Petrarca ricevette inviti, contemporaneamente, da Parigi e da Roma per essere incoronato poeta: scelse Roma e, nell’aprile del 1341, più di quattro anni dopo il suo soggiorno a Capranica, viaggiò di nuovo alla volta di Roma.  A quel tempo Orso rivestiva la carica di Senatore, e fu proprio lui, con fare solenne, a porre la corona d’alloro sul capo dell’amico.  Con vivida voce il grande poeta pronunciò un’orazione di ringraziamento, il cui testo è fortunatamente conservato in un manoscritto con il titolo "Collatio laureationis". ]




  7. Torre San Paolo (detta degli Arraggiati) a Sutri:    ->>> Back

    [ È il primo antico edificio che si incontra da Viterbo sull’antico tracciato della via Cassia, anche se ora è ridotto in ruderi.  Si incontra la Torre provenendo da Capranica lungo il nuovo percorso francigeno attraverso la vallata nei boschi dell’entroterra, appena fuori dal Parco Regionale dell’Antichissima Città di Sutri.  Detta anche Torre San Paolo, in origine era la torre campanaria dell’omonima chiesa con attiguo convento, che ospitò i frati dell’ordine dei Carmelitani.  Questi, provenienti dalla Sicilia e cioè da un luogo assai distante da quello di destinazione, furono per questo motivo denominati localmente come "arrabbiati" che in dialetto siciliano si dice "arraggiati".  Eretta tra il XII e il XIII secolo, la Torre è a pianta rettangolare, con struttura portante in blocchi squadrati a mano in pietra tufacea e malta di calce e pozzolana.  Il suo portale è a triplici archi ogivali acuti e concentrici con nervature multiple poggianti su pilastrini con capitelli a fogliami.  Alle spalle del rudere, tra la vegetazione incolta si possono intravedere i resti di cortine murarie, forse relative ad un sistema di difesa che sorgeva nel punto di passaggio dell’antica Via Cassia la quale attraversava longitudinalmente il soprastante pianoro.  La Torre è anche una delle ultime tracce dell’antico abitato del borgo medievale di Sutri, messo a ferro e fuoco da Niccolò Fortebraccio nel 1433 e completamente distrutto da un’alluvione nel 1493.  Dovevano esservi presenti diversi edifici simili alla Torre come chiese, ospizi, pensioni e laboratori artigiani, tra la Porta San Pietro e l’Anfiteatro di Sutri per tutta la lunghezza della vallata. ]




  8. Breve storia di Sutri:    ->>> Back

    [ "Antichissima" e "Claustra Etruriae" - porta dell’Etruria - sono attribuiti non casuali che definiscono subito le origini remote di Sutri.  Le origini di Sutri (anticamente Sutrium o Suteria) sono molto remote, probabilmente risalenti all’età del bronzo.
    Alcune leggende parlano della fondazione da parte del Dio Saturno, che appare a cavallo con tre spighe di grano in mano, nello stemma ufficiale del Comune.  Questo suggestivo borgo della Tuscia si erge sopra un inespugnabile sperone di roccia tufacea tra le pendici vulcaniche dei Monti Sabatini e dei Monti Cimini.  Porta dell’Etruria, Sutri visse il suo splendore nel periodo etrusco quando, per la sua posizione strategica, controllava il commercio nella parte più interna d’Etruria al confine tra la Lucumonia di Tarquinia e il territorio falisco.  Come passaggio obbligato per l’Etruria, fu conquistata definitivamente nel 383 a.C. dai Romani, dopo la caduta di Veio.  Tra il V e l’VIII secolo, Sutri fu coinvolta nelle lotte tra Longobardi e Bizantini, fino a che, nel 728, il re longobardo Liutprando offrì la città e le terre adiacenti al Papa Gregorio II.  Questa donazione viene considerata l’inizio del dominio temporale della Chiesa, ovvero il primo passo per la costruzione del Patrimonio di San Pietro.  Il suo benessere si accrebbe con la costruzione della Strada consolare Cassia, grande arteria di traffico tra Roma e le regioni centro-settentrionali.  In seguito divenne "municipium" romano e con Augusto, colonia imperiale, "Iulia Sutrina".  In età feudale fu al centro degli scontri tra guelfi e ghibellini, culminati nell’incendio che distrusse il borgo nel 1433, ad opera di Niccolò Fortebraccio, capitano di ventura umbro.  Da quel momento si ebbe un rapido declino demografico ed economico dovuto anche al dirottamento delle rotte commerciali sulla Via Cassia Cimina, fortemente potenziata dai nobili Farnese.  Sutri si ridusse così ad una cittadina rurale di secondo piano nello Stato Pontificio, facile merce di scambio per le famiglie nobili.  Alla fine del XVIII secolo, Sutri fu conquistata dalle truppe francesi e accomunata a Ronciglione.  Nella Restaurazione fu resa allo Stato Pontificio seguendone le sorti fino alla proclamazione del Regno d’Italia.  La ricchezza di valori archeologici, paesaggistici e naturalistici hanno portato alla costituzione del Parco dell’Antichissima Città di Sutri, che con i suoi appena 7 ettari di estensione, rappresenta un luogo davvero unico nel panorama delle aree protette del Lazio.  Nel 2004, Sutri è stata insignita della Bandiera Arancione, il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano destinato alle piccole località dell’entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità. ]




  9. Chiesa rupestre della Madonna del Parto (ex-Mitreo) a Sutri:    ->>> Back

    [ A poca distanza dall’Anfiteatro e raccordata a questo da un percorso paralello alla Via Cassia, alle pendici del Colle Savorelli, si apre la piccola chiesa dedicata alla Madonna del Parto, da alcuni studiosi indicata come Mitreo.  La Chiesa riferibile al XIII-XIV sec. è interamente scavata nel tufo: da un piccolo vestibolo a pianta quadrata, decorato con affreschi raffiguranti la Madonna ed i Santi, San Cristoforo e la leggenda di San Michele del Gargano, si passa nell’ambiente principale, ipogeo, a pianta rettangolare allungata, diviso in tre navate da due file di pilastri, dieci per lato, anch’essi ricavati nel tufo e posti ad intervalli regolari, eccetto gli ultimi quattro, più distanziati tra loro.  I pilastri poggiano su un lungo podio o banchina ai lati della navata centrale e sono raccordati tra loro da archetti ribassati.  La navata centrale presenta una copertura a volta di botte che si attacca agli archetti mediante un piano orizzontale.  Le navate laterali hanno una larghezza di circa 1 metro, presentano una copertura piana e, lungo le pareti, banchine simili alle precedenti, identificabili probabilmente con i banconi dell’originario Mitreo, che servivano per il banchetto mistico dei fedeli.  In un secondo momento, l’ambiente fu ampliato con la creazione di una zona absidiale, a pianta rettangolare, avvenuta mediante il taglio del podio della navata centrale, all’altezza degli ultimi due pilastri, in modo da isolare questi ultimi e farli continuare fino al pavimento, aumentando così lo spazio per le funzioni religiose.  Nell’abside si conservano i resti dell’affresco raffigurante la Natività.  La planimetria del monumento, come già detto interamnete scavato nel tufo, favorì l’ipotesi che originariamnete la chiesa fosse stata un Mitreo, tesi avvalorata dal rinvenimento a Sutri di un rilievo del Dio Mitra in atto di sacrificare il toro.  Certamente l’ambiente mostra caratteristiche molto simili a quelle generalmente adottate per i Mitrei: ambienti sotterranei, scarsamente illuminati e privi all’esterno di elementi architettonici che ne facciano supporre la presenza.  La particolare caratteristica che un luogo di culto pagano sia stato trasformato dai Cristiani ed utilizzato per le loro funzioni religiose, che trova confronto con il Mitreo rinvenuto sotto le fondamenta della Chiesa di Santa Prisca a Roma, non deve stupire, poiché certamente tra le due utilizzazioni intercorse un lungo intervallo di tempo che probabilmente contribuì a far perdere il ricordo dell’impianto originario. ]



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Aggiornamento - 17/12/2017
Ultimo aggiornamento - 28/02/2018