Cronaca della Camminata Francigena Piemontese
dalla Basilica di Superga al Santuario di Crea (dal 19/9 al 22/9/2002)

(Una nuova esperienza di cammino dalle colline torinesi a quelle del Monferrato, per circa 60 km.)


Logo Francigena

Le promesse e le premesse
Nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Chiusi Scalo, aspettando i rispettivi treni, lo scorso 30 settembre 2001 al termine del tratto toscano del "Sentiero" (da Siena a Radicofani), parlavamo della bella ed emozionante esperienza appena conclusa e ci auguravamo di ritrovarci ancora a camminare insieme su altri tratti della "nostra" Via Francigena.
Ci eravamo detti che era importante tornare a camminare, possibilmente con "pellegrini" di diverse sezioni G.M. e con altri amici e simpatizzanti, su tratti diversi del nostro percorso.   La migliore conoscenza del "Sentiero" avrebbe favorito il suo aggiornamento e la sua fruibilità nel tempo, senza il pericolo di perdere un’opera così importante dell’Associazione ed un lavoro appassionato di decine e decine di soci, compiuto anni fa.   Specialmente ora che il nostro "Sentiero" incomincia ad essere conosciuto ed apprezzato da molti altri "Pellegrini" ed escursionisti, anche stranieri e che ci sembra rilevare questo rinnovato interesse dalle molte richieste di chiarimenti e di documentazione sulla Via Francigena che ci provengono da molte località italiane, europee ed extra europee.
Ad un anno di distanza quelle promesse e quegli auguri, scambiatici a Chiusi Scalo, sono diventati realtà.   Grazie all’attività di Tita Piasentini (Presidente della sez. G.M. di Venezia) e alla collaborazione degli amici piemontesi della sez. G.M. di Moncalieri, in particolare di Piero Lanza (Presidente onorario della G.M.) e di Elio Pistono ("forte" guida e buon conoscitore di queste zone), è stata organizzata una nuova "Camminata" su un tratto piemontese del "Sentiero" per il periodo autunnale del 2002.

Il percorso scelto
Il trekking è stato organizzato nel tratto di "Sentiero" che attraversa il territorio di tre province (Torino, Asti, Alessandria), dalle colline torinesi a quelle dell’astigiano e dell’alessandrino che fanno parte del "Basso Monferrato".   Un itinerario che, facendoci transitare per paesi e piccoli borghi ricchi di storia e di cultura, ci ha immedesimato nei panni degli antichi pellegrini e ci ha immerso in un bellissimo paesaggio ondulato, tra vigneti carichi d’uva matura e pronta per la vendemmia.   Il percorso di quest’anno, della lunghezza totale di circa 60 km., è stato suddiviso nelle seguenti tappe:

  • Basilica di Superga (TO) -> Castelnuovo Don Bosco (AT) - 25 km.
  • Castelnuovo Don Bosco (AT) -> Murisengo (AL) - 20 km.
  • Villadeati (AL) -> Santuario di Crea (AL) - 15 km.

Chi erano i partecipanti?
Non per rendere il racconto noioso, ma solo per il desiderio di ricordare e di ringraziare gli amici che hanno partecipato a questa ormai tradizionale "Camminata", desidero ricordare i loro nomi su queste righe.   Quest’anno si sono dati appuntamento alla Basilica di Superga:

  • 6 persone provenienti da Mestre (Angelo, Carlo, Daniela, Giovanni, Rosy, Tarcisio);
  • 8 da Modena (Anna Maria, Bruna, Francesca, Giorgio, Giovanna, Giuliana, Sergio, Silvia);
  • 7 da Moncalieri (Anna 1°, Anna 2°, Elio, Giuseppe, Piero, Riccardo, Vittoria), di cui 5 ci hanno accompagnato nel cammino e due signore (Anna e Vittoria) si sono dedicate ad una preziosa assistenza di noi viandanti, facendosi trovare in punti chiave di ogni tappa, con bevande fresche e calde e dolci fatti in casa che ci hanno deliziato e che ci hanno reso meno difficile il nostro passo;

  • 3 da Padova (Giorgina, Rosanna, Tecla);
  • 3 da Roma (Alberto, Enea, Marisa);
  • 13 da Venezia (Alma, Costanza, Franco, Giovanni, Giorgio, Graziella, Luciano, Maria, Marcella, Marco, Margherita, Primo, Tita);

  • 7 amici della sezione di Torino (Carlo e signora, Laura, Maria Rosa, Maria Teresa e marito, Rosangela) ci hanno raggiunto alla Basilica di Superga per condividere una serata in amicizia.   Essi hanno cenato con noi nella sala della Foresteria e ci ha fatto molto piacere incontrarli anche se non hanno partecipato al trekking.

Ben 47 Soci G.M. si sono così radunati a Superga, molti tra questi rinnovando questo incontro tradizionale e rinsaldando una reciproca amicizia.

Il raduno alla Basilica di Superga
Giovedì 19-9-02: per chi non è di Torino o di Moncalieri, raggiungere questa città rappresenta sempre un bel viaggio (in auto, in pullman o in treno) che richiede una levataccia.   E tante sveglie hanno suonato molto presto nelle case dei partecipanti al trekking in Piemonte, sparse in altre città italiane. La cremagliera che sale
alla collina e alla Basilica di Superga
dalla località di Sassi a Torino
(39821 bytes)  Contrariamente al percorso a piedi indicato sulla guida del "Pellegrino", per raggiungere la collina di Superga, le persone provenienti da luoghi lontani hanno utilizzato la famosa cremagliera (definita simpaticamente: "Tranvia a Dentiera" sul biglietto della corsa) che parte dalla località di Sassi a Torino e che raggiunge la Basilica con un bel percorso tra prati e boschi.   Noi provenienti da Roma, gli ultimi a giungere a Torino con il treno (nonostante la medesima levataccia del mattino), siamo stati attesi a Porta Nuova dal gentilissimo Beppe che ci ha guidato attraverso Torino, su autobus e cremagliera fino a Superga (m. 669).   Finalmente abbiamo raggiunto gli amici di tante escursioni e ci siamo scambiati saluti ed abbracci.   Sistemati i bagagli nelle camere messeci a disposizione nella Foresteria da don Benedetto, siamo stati accompagnati da una giovane e simpatica guida nella visita della Basilica (opera di Filippo Juvarra) e alle tombe reali dei Savoia, collocate nei sotterranei, dove abbiamo visto una lunga sequenza di tombe, marmi, statue e di nomi di regnanti (e delle loro consorti e parenti) che hanno legato il loro destino a quello del Piemonte e dell’Italia.   Alcuni di noi hanno anche visitato il monumento che ricorda i campioni del Torino Calcio e dei loro accompagnatori scomparsi nel 1949 in una sciagura aerea avvenuta proprio in questi luoghi.   Don Benedetto ha quindi officiato la S.Messa all’interno della Basilica a cui ha partecipato l’intero gruppo.   La cena è stata preparata e ci è stata offerta dagli amici di Moncalieri (Anna Lanza, Anna Toffanin, Vittoria Villata e consorti): alcuni soci di Torino si sono recati nelle cucine per dare una mano a servire.   Ricchi i piatti e sereno il convivio, grazie alla presenza di tanti amici e ai bicchieri di robusto vino rosso e di ottimo vino bianco offerti ai commensali. La Basilica di Superga
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Ancora un grazie a tutti voi!
La serata è terminata con la proiezione di una selezione di diapositive riguardanti il Pellegrinaggio francigeno del 1999.   La proiezione era accompagnata da un commento sonoro, il tutto preparato da soci della sez. di Venezia.   Essa è stata apprezzata da tutti e soprattutto da coloro, presenti all’inaugurazione ufficiale del nostro "Sentiero" nel 1999, che hanno avuto modo di rivedere e ricordare le tappe percorse ma anche di avere un panorama completo di tutto il cammino effettuato da centinaia di persone della nostra Associazione in quel periodo.   Poi, stanchi e soddisfatti, dopo aver salutato gli amici di Torino, ci siamo ritirati nelle nostre stanze per la notte.

’I suma tüi? ..’nduma!
Venerdì 20-9-02: sveglia all’alba e subito sbirciamo fuori della finestra per vedere se il tempo sarà clemente con noi e poi corriamo veloci a vestirci in maniera adeguata al lungo cammino che ci aspetta.   Già si sentono, per i corridoi, le voci degli altri che si apprestano a scendere.   Meno male che il bagaglio e lo zaino sono già stati preparati la sera prima.   Scendiamo nella stessa stanza della cena per una veloce colazione e siamo pronti alla partenza alle ore 7,15.   Ancora qualche minuto d’attesa sul piazzale della Basilica per radunare alcuni ritardatari e ci mettiamo in circolo per il consueto momento di riflessione prima della partenza.
Nel frattempo la nebbia mattutina si sta diradando.
Poi Elio, che ci guiderà in maniera decisa e sicura fino al termine del nostro percorso, ci dà il via: sono le ore 7,30.
Lasciamo il piazzale della Basilica e scendiamo per un sentierino scosceso che si apre la strada tra fitta vegetazione e ci conduce sulla statale Torino-Pino Torinese.   Proseguiamo su quest’ultima, in direzione di Baldissero Torinese avendo, sulla nostra sinistra, la visione sempre più ampia dell’intera Basilica in piena luce.   Noto e faccio notare a qualche amico un’antica targa turistica del TCI, ancora in bella vista, che indica la direzione per la "Basilica di Soperga", dimostrando drammaticamente la propria età.   Dopo un breve tratto su strada asfaltata, nei pressi del bivio per Rivodora prendiamo un sentiero che ha un cartello segnaletico quasi profetico: Strada della Croce, ad indicare senza ombra di dubbio cosa ci dovremo aspettare nel tragitto.
Il sentiero scende notevolmente e s’inoltra in un boschetto: iniziamo un itinerario fatto a saliscendi su e giù per le colline che non abbandoneremo più fino alla fine del trekking.   Camminiamo su sentieri tra boschi, ampie radure e vigneti, oppure su piccole strade asfaltate e notiamo sempre la presenza di castelli e di piccoli paesi arroccati sulla sommità delle colline.   Come in tanti altri luoghi d’Italia, anche qui si rese necessario costruire le case attorno ai manieri più fortificati per proteggersi dalle invasioni di eserciti stranieri e dalle continue guerre tra i vari conti e marchesi del Monferrato, la comunità di Chieri e di Asti ed in seguito i Savoia, gli uni e gli altri spalleggiati da truppe straniere di vari re ed imperatori.   Superiamo l’indicazione di vari comuni come Pavarolo e notiamo Cordova arroccata sulla sommità di un colle di fronte a noi.   Continuiamo per piccole strade campestri ed asfaltate fino a raggiungere Bardassano (m. 452) dove, nello spiazzo davanti alla chiesa, ci attendono le donne di Moncalieri che hanno preparato caffè, thè, biscotti, dolci e acqua fresca in bottiglia.   Dall’auto di Piero spunta anche una bottiglia di vino.   Non si tratta di un miraggio!   E’ proprio vero!   Si forma subito una lunga coda di postulanti in attesa del proprio turno per ricevere una bevanda e una leccornia.   Elio ci sprona a riprendere il cammino e, a malincuore, lo seguiamo su una nuova serie di saliscendi.   In breve si arriva a Sciolze (m. 436), altro paese arroccato su un colle dove facciamo qualche acquisto di cibo e di bevande che consumeremo al sacco durante la sosta pranzo prevista al prossimo paese. Il paese di Cinzano
(19982 bytes)   Ripreso il cammino, eccoci puntualmente impegnati in una discesa, un falso piano e quindi una salita e, dopo circa un'ora, raggiungiamo il paese di Cinzano (m. 495), piccolo paese ma con un maestoso castello, originario del XIII-XIV secolo, pesantemente rimaneggiato in tempi successivi.   Ci accomodiamo sulle panchine che contornano l’ampia piazza del paese per consumare il nostro pranzo al sacco ed ancora siamo omaggiati dalle signore di Moncalieri e da Piero con generosi bicchieri di vino e pomodori freschi.   Fa molto caldo e anche la fontanella con acqua fresca, che si trova in un angolo della piazza, è presa d’assalto.   Dopo una buona sosta rigeneratrice, eccoci di nuovo in marcia non verso Berzano di S.Pietro, luogo di fine tappa indicato sulla guida "Il Sentiero del Pellegrino", ma per andare più avanti verso sud dove, quasi alla base di una splendida conca formata dalle colline su cui sorge il paese di Albugnano ed in mezzo a coltivazioni a vigneto, sorge l’antichissima Abbazia di Santa Maria di Vezzolano (m. 415).   Nel pomeriggio raggiungiamo questo importante monumento e facciamo una lunga sosta per riposarci. L’Abbazia di Vezzolano
vista dall’alto
(36515 bytes) L’Abbazia di Vezzolano
vista dal poggio con croce
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 Ci sono almeno due motivi che ci obbligano ad una sosta.
Innanzi tutto siamo stati attesi e ricevuti da un gruppo di alpini (con signora) che ci hanno offerto acqua minerale e buon vino locale e la promessa di essere con noi a cena la sera stessa.   Poi, Vittoria (moglie di Elio) il cui padre era originario di questo luogo, ci vuole raccontare un po’ di storia di questa chiesa.   La prima costruzione dell’Abbazia è avvolta dalla leggenda ma sicuramente è avvenuta prima dell’anno 1000.
Alcuni studiosi sostengono che essa risalirebbe a Carlo Magno.
La chiesa originaria fu distrutta dai Saraceni poi, ricostruita, fu donata da Arduino re d’Italia ad Ottone di Brozolo nel 1002 e a questi anni risalgono i primi documenti "certi" riguardanti l’Abbazia.
Ora rimangono visibili la chiesa col campanile, il chiostro e la sala capitolare che testimoniano i vari stili succedutisi, dal romanico al gotico, tipici dell’alto Medioevo piemontese. La facciata dell’Abbazia
di Vezzolano
(43102 bytes) La facciata dell’Abbazia
di Vezzolano
(37639 bytes) Il Pontile o -Jubé- all’interno
dell’Abbazia di Vezzolano
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E’ una costruzione solida che però affascina per l’insieme armonico dei vari stili, per il tenue effetto cromatico dei mattoni alternati all’arenaria e per la sobria ed elegante facciata che culmina con la solenne bifora avente al centro il Cristo benedicente.
All’interno sono di particolare interesse gli affreschi e le altre opere che adornano le pareti della chiesa, il polittico in terracotta policroma sull’altare maggiore e l’insolito Pontile che attraversa tutta la navata (lo "Jubè" o "jubilate" che segnava il luogo da dove i fedeli acclamavano Dio), costituito da una lunga lastra calcarea adorna di due grandi file di policromi bassorilievi che riproducono i 40 patriarchi nella fila inferiore e i simboli degli evangelisti e scene della morte e dell’Assunzione di Maria nella fila superiore.   Una scritta sul Pontile dichiara che quest’opera è stata completata nel 1189, regnando Federico Barbarossa.
Dopo questa sosta culturale, siamo nuovamente sollecitati a riprendere il cammino.   Diamo l’arrivederci alle persone che ci hanno accolto e risaliamo un tratto di sentiero tra i vigneti per ritrovarci su un poggio, dominato da un’alta croce seminascosta tra gli alberi.   Dopo un ultimo sguardo all’Abbazia, ci inoltriamo in un boschetto e seguiamo un altro sentiero in forte discesa.   Poi, proseguiamo il cammino lungo un crestone che si allontana, poco a poco, da Albugnano (che vediamo alto sulla collina alla nostra sinistra) e gradatamente perdiamo quota. Panorama del paese di
Castelnuovo Don Bosco
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Attraversiamo strade campestri in mezzo a campi coltivati e a vigneti e finalmente ci appare, quasi all’improvviso davanti a noi, il paese di Castelnuovo Don Bosco (m. 306) e alle sue spalle, un po’ più lontano e sopra un poggio, il Santuario di Colle Don Bosco.   Un ultimo sforzo ed entriamo in paese, attraversiamo alcune strade, la grande piazza con la candida statua di Don Bosco e arriviamo all’albergo-ristorante "La Cioca", nostro luogo di sosta.   Recuperiamo i bagagli trasportati qui da alcuni amici di Moncalieri con le loro auto e, assegnate le camere, ci dedichiamo alle pulizie personali.
Poi a gruppetti si esce dall’albergo per un momento di relax: alcuni visitano il paese, altri vanno a fare acquisti di cibo per la tappa dell’indomani, altri ancora raggiungono la chiesa per ascoltare la Messa.   Ci ritroviamo uniti e puntuali all’ora di cena presso il ristorante dello stesso albergo.   Una ricca cena e buoni beveraggi (vino rosso robusto e vino bianco più morbido) ci danno sazietà e ci portano l’allegria, ma questa è presto ravvivata dagli amici alpini di Castelnuovo che abbiamo con noi a cena (Giorgio, Silvano, Felice e signora). Felice suona la fisarmonica
dopo cena al ristorante -La Cioca-
di Castelnuovo Don Bosco
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Infatti, dopo cena, Felice prende la sua fisarmonica e incomincia a suonare canti montanari (e non) di tutte le zone d’Italia.   Sono stati accontentati anche gli amici lagunari.   Durante la cena abbiamo avuto modo di ammirare la bella collezione di foto di Rosanna di Padova relative alle escursioni francigene del 2001, effettuate insieme con un altro bel gruppo di pellegrini-escursionisti in terra di Toscana.   Dopo un lungo tempo di musica e di canti, la campana del ristorante (suonata a distesa dal proprietario) ci ha ricordato che era l’ora di andare a dormire.   Ringraziamo e salutiamo gli amici alpini che ci hanno tenuto compagnia e diamo loro un arrivederci ad altri appuntamenti futuri, e ci ritiriamo nelle nostre stanze per la notte.   Dopo circa 8 ore di marcia e l’impegno canoro, molti di noi sono stanchi e gradiscono ben volentieri l’augurio di buon riposo.

Sabato 21-9-02: ancora una sveglia all’alba, una veloce colazione ed eccoci di nuovo pronti per una nuova tappa.   Sistemati i bagagli extra sulle vetture al seguito, riprendiamo il cammino lasciando Castelnuovo Don Bosco ripercorrendo il lungo stradone in salita che ci porta verso nord, in direzione nuovamente di Albugnano.   Dobbiamo recuperare circa 250 metri di dislivello persi il giorno prima e riguadagnare i circa 5 km. di deviazione che siamo stati costretti a fare per raggiungere Castelnuovo, per ragioni logistiche.   Raggiungiamo Albugnano (m. 549) ancora avvolto dal silenzio e ben presto ci inoltriamo in aperta campagna per riprendere il sentiero "base" (ormai riconosciamo i particolari simboli che Elio ha utilizzato per indicare la strada "giusta", dipinti su pali, muretti, ecc..).   Scendiamo in una vallata, tra i paesi di Priméglio e Bricco, e ci dirigiamo verso la frazione di Vallana San Luca.
La raggiungiamo e la superiamo velocemente percorrendo un ampio giro tra i campi su poco asfalto e su molte strade campestri.   Riprendiamo a salire e raggiungiamo prima l’asfalto e poi il paesino di Marmorito (m. 350).   Qui, di nuovo, ci appaiono le signore di Moncalieri insieme con Piero che ci offrono bevande fresche e dolciumi vari e allora facciamo una bella sosta di circa 30 minuti.   Anche oggi c’è molto caldo e si suda abbondantemente.   Un po’ rinfrancati dalla sosta e dalle bevute, riprendiamo la marcia e attraversiamo il paesino, poi pieghiamo a destra, abbandoniamo la strada principale e iniziamo a scendere.   Ben presto la strada diventa un sentiero che ci conduce verso il fondo valle.   Con un po’ di svolte, raggiungiamo la statale n. 458 Asti-Chivasso che seguiamo per breve tratto.   Poi prendiamo uno stradello a destra che sale lungamente tra coltivi.   Superiamo diverse cascine ed un grande vivaio.   Infine raggiungiamo la strada asfaltata che ci porta al paese di Cocconato (m. 491). Il quattrocentesco
municipio di Cocconato
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Arriviamo qui con un leggero anticipo: sono le ore 11,15.   Viene decisa una lunga sosta pranzo fino alle ore 13.   Abbiamo così il tempo di riposare, di mangiare qualcosa e di visitare questo grande paese anch’esso costruito sulla sommità di un colle.
Cocconato, che sorge sulle colline del Basso Monferrato astigiano, è famoso non solo per la produzione del vino (generalmente ottimo barbera) ma anche per particolari insaccati, tra cui i piccoli salamini a forma di "striscia".   Inoltre, qui c’è la corsa degli asini che si svolge ogni anno a fine settembre e noi abbiamo mancato questa occasione per un giorno: infatti la manifestazione più interessante era prevista per il 22 settembre.   Abbiamo avuto l’occasione di parlare con il Sindaco di Cocconato e con la consorte e abbiamo spiegato il significato e la motivazione di questa nostra camminata, ormai ripetuta più volte in questi luoghi dalla G.M.   Il Sindaco ha dimostrato interesse nella nostra iniziativa e ci detto che molti gruppi stanno seguendo lo stesso percorso, cosa questa che ci ha fatto molto piacere.   Abbiamo avuto il tempo di visitare una parte del paese: la caratteristica farmacia con mobili, vetrine e scaffali del ’600, il bellissimo palazzo comunale con i suoi quattrocenteschi portici a sesto acuto che si affaccia su Via Roma, attorniato da edifici civili in stile gotico, con eleganti finestre contornate da formelle in cotto e la Chiesa Parrocchiale intitolata a Santa Maria della Consolazione, eretta nel 1669 sui resti di una precedente.
Alquanto riposati, riprendiamo il cammino con nuova lena: attraversiamo il paese, ci dirigiamo verso una zona sterrata e seguiamo tracce di sentiero che attraversano una zona prativa a mezza costa.   Sull’altro lato della valletta vediamo il grosso stabilimento della Combipel.   Proseguiamo per un po’ a mezza costa, poi scendiamo decisamente verso la ferrovia (Asti-Chivasso) e raggiungiamo la stazione di Cocconato, dove facciamo una piccola sosta.   Riprendiamo il cammino, superiamo la ferrovia e una casa vinicola e ci dirigiamo verso il paese di Tuffo (m. 337, altro posto tappa indicato sulla Guida "Il Sentiero del Pellegrino" che non utilizziamo per ragioni logistiche) senza raggiungerlo. Deviamo a destra e continuiamo prima per campi poi sfruttando alcuni tratti asfaltati si raggiunge la strada SP22 che arriva da S.Anna.   Si attraversa questa strada e altre limitrofe fino ad imboccare una lunga strada campestre che si snoda al centro di una vasta vallata con fondo in piano e, lentamente, ci avviciniamo al paese di Murisengo, già visibile da lunga distanza e che sembra non volere farsi raggiungere.   Ma la nostra tenacia alla fine vince e così raggiungiamo la strada asfaltata che porta al paese.   Camminiamo per un breve tratto sulla provinciale e poi raggiungiamo la piazza-parcheggio di Murisengo (m. 338) che è dotata di panchine dove ci riposiamo alla fine della lunga marcia.   Qui finisce la camminata odierna (dopo 8 ore) ma non ci fermeremo qui per la sera poiché il paese non ha la capacità di ospitare un gruppo numeroso come il nostro.   Dopo un momento di riposo, saliamo su piccoli pullman che ci trasportano al Santuario di Crea (m. 443), bellissimo monumento costruito a partire dal 1589 su un alto e boscoso poggio del Monferrato alessandrino.   Qui ci attende don Carlo che ci dà ospitalità presso la Foresteria del Santuario. La zona della Foresteria al
Santuario di Crea
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Ci sistemiamo nelle camere assegnate e quindi ci prendiamo un po’ di tempo per lavarci e riposare.   Poi facciamo una breve visita al Santuario e alle cappelle del Sacro Monte che contengono statue e dipinti di molti artisti.   Esse sono disposte lungo un sentiero ad anello che parte dal piazzale del Santuario e che ritorna nella stessa zona.   Alcune persone seguono la Messa serale nella chiesa del Santuario e poi ci si ritrova insieme per la cena presso il Ristorante di Crea che si affaccia sulla stessa piazza principale.   Il lungo cammino e la stanchezza accumulata non ci hanno tolto l’appetito e quindi tutti si prodigano a far fuori i vari piatti che ci vengono portati.
L’allegria della serata viene ravvivata da Alberto che si inventa una filastrocca, basata su tre frasi diverse che tutto il gruppo, disposto appunto su tre tavolate, deve cantare ripetendole alternativamente e a comando.   Ne viene fuori una sarrabanda che termina con una risata generale.   E’ giunto il momento di andare a riposare e, a piccoli gruppetti, ci ritiriamo nelle rispettive stanze.   Il tempo nel frattempo è cambiato: il cielo è coperto, non ci sono stelle, minaccia di piovere e fa freddo.

Domenica 22-9-02: durante la notte ha piovuto e la temperatura si è abbassata.   Alla sveglia però non piove e ci prepariamo per l’ultima tappa.   Facciamo una veloce colazione al ristorante e poi lasciamo i bagagli nelle nostre stanze, dato che ritorneremo al Santuario ed avremo il tempo di recuperarli dopo aver fatto una doccia, ed esserci cambiati.   C’è una fitta nebbia che tarda a sollevarsi, l’aria è carica d’umidità e ci affrettiamo per partire presto senza prendere troppo freddo.   Al posteggio delle auto, ci sono di nuovo i piccoli pullman che ci attendono.   Alle ore 7,00 un primo gruppo di pullman e auto parte dal Santuario di Crea, inizia la discesa del poggio per dirigersi verso il paese di Villadeati a circa 5 km. da Murisengo, luogo dove abbiamo terminato la tappa precedente.   In breve tempo arrivano sulla piccola piazza del paese anche gli altri pullman ed alcune auto e tutto il gruppo è di nuovo riunito.   La situazione precaria del tempo e le condizioni del terreno, pieno di fango e di pozze d’acqua, hanno consigliato gli organizzatori di evitare i primi duri chilometri.   Eccoci quindi tutti in circolo, sulla piazza di Villadeati (m. 410), per il tradizionale momento di raccoglimento e quindi Elio dà il via alla marcia alle ore 7,44.   Si attraversa tutto il paese e camminiamo su piccole e ripide strade asfaltate. Foto di gruppo dopo la
partenza da Villadeati
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Si prosegue su strade campestri in direzione di Odalengo Piccolo e attraversiamo rari campi coltivati a mais, molte zone di aratura recente e tanti vigneti dove i bei grappoli resistono ancora sui loro vitigni nella speranza (poi divenuta realtà) di avere ancora qualche giorno di sole per affinare la maturazione e migliorare l'arricchimento degli zuccheri negli acini.   Il tempo rimane incerto e più di una volta scende una pioggerellina che però è sempre di breve durata e non ci disturba troppo.   Anche oggi la marcia avviene in un territorio ondulato e tantissimi sono i saliscendi che ci obbligano a perdere quota e a riguadagnarla a fatica.   Molte volte sfidiamo le nostre capacità di mantenerci in equilibrio in lunghe discese su sentieri scoscesi e fangosi; cadere qui significherebbe indossare una bella maschera di creta fino all’arrivo e portare un bel po’ di peso aggiuntivo.   Chi non ha i bastoncini telescopici si preoccupa di trovare robusti spezzoni di ramo con cui sostenersi.   Poi, arrivati al fondo della valle ecco che il sentiero riprende a salire.   Per un lungo tratto, seguiamo il percorso di cresta, risistemato recentemente dal CAI locale (nel 2000) e dotato di nuove targhe segnaletiche: in effetti, stiamo seguendo il sentiero Superga <-> Crea che fa parte della rete di sentieri che copre l’intera zona di colline.   Il CAI ha dedicato questo sentiero in memoria di Cesare Triveri (Socio di Casale Monferrato) e ne vediamo la targa commemorativa in un tratto del percorso.   Questo tracciato però era già conosciuto in tempi precedenti ed era già stato utilizzato dalla Giovane Montagna di Moncalieri per il passaggio in queste zone del "Sentiero del Pellegrino" della G.M. ed Elio Pistono ci garantisce che quando passò in queste zone per studiare il passaggio migliore, questo sentiero non era stato segnato né dal CAI né da altre Associazioni com’è oggi.   Ma la nuova situazione non ci dispiace anzi siamo contenti di utilizzare un percorso conosciuto anche da altri escursionisti.   Attraversiamo qualche piccola strada asfaltata e seguiamo ancora sentieri campestri; superiamo cascinali con alcuni contadini che ci offrono acqua fresca con uno sguardo misto di sorpresa e di commiserazione e finalmente raggiungiamo il piccolo paese di Ponzano Monferrato (m. 385), dove ritroviamo la strada asfaltata. Panorama della collina
che sostiene il Santuario di Crea
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Continuiamo a camminare su questa strada che procede in salita verso il Santuario.   Dopo alcune svolte, scorgiamo la sua sagoma sulla collina proprio di fronte a noi.   Con un ultimo sforzo ci avviciniamo alla nostra meta.   Transitiamo davanti alla sede del Parco Naturale del Sacro Monte di Crea (Parco in cui si trova inserito il Santuario) e finalmente raggiungiamo il posteggio auto e quindi il gran piazzale della Basilica.   Ci vengono incontro per farci festa quei pochi amici che, colti da qualche malanno o acciacco, hanno saltato una parte o tutto il cammino di questa tappa.
E’ fatta!
Sta uscendo un pallido sole mentre noi stiamo terminando il nostro cammino di quest’anno. Parte della Basilica
del Santuario di Crea
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Sono le ore 11,30: abbiamo camminato per circa 4 ore, senza eccessivo sforzo.   Attendiamo l’arrivo dell’intero gruppo per scambiarci i complimenti e per scattare le foto di rito.   Poi, ci ritiriamo nelle nostre stanze per un’ultima doccia e per preparare i bagagli per la partenza.   Alcuni approfittano del maggior tempo libero per fare un’ultima visita alla chiesa mentre al suo interno è in corso una cerimonia nuziale (abbiamo anche ammirato la "vecchia" e bella Ardea utilizzata dagli sposi).   Raggiungiamo i nostri tavoli nel solito ristorante in una bolgia infernale di commensali.   Molti sono turisti della domenica che hanno fatto visita al Sacro Monte di Crea e poi, come noi, si sono fermati qui per apprezzare la cucina tipica del Monferrato.
Il prelibato cibo che ci è stato offerto dal ristorante è stato simpaticamente definito "spuntino".   Alla fine del pranzo, salutiamo gli amici sul piazzale del Santuario augurandoci, una volta di più, di rivederci ancora sul "Sentiero"!! una parte del gruppo di
camminatori al Santuario di Crea
(58215 bytes)  Li lasciamo lì, mentre sono in attesa di essere trasportati alla stazione ferroviaria di Vercelli per il loro rientro in treno alle proprie case.   Tengono loro ancora un po’ di compagnia gli amici piemontesi prima di fare anch’essi ritorno a Moncalieri.
Noi di Roma invece veniamo gentilmente trasportati prima a Barbaresco, poi ad Alba nelle Langhe dal gentilissimo Piero Lanza.   Ci siamo fermati in queste zone per un giorno e mezzo, solo il tempo di apprezzare il profumo del vino nuovo e dei tartufi bianchi.

Conclusione e proposta
La cronaca di un’escursione non è ovviamente mai una descrizione precisa e non racconta tutti gli eventi successi perché è il risultato dei ricordi di viaggio di una sola persona: chi scrive queste righe.   Essa vuole, in qualche modo, rappresentare un piccolo momento di comune condivisione di impegno fisico e di reciproca conoscenza e queste righe vogliono ricordare quanto sono importanti queste occasioni per conoscere personalmente, grazie al ritmo "lento" del nostro camminare, nuove zone d’Italia che, sicuramente, non saremmo mai stati in grado di percorrere da soli.   Queste occasioni sono altresì importanti per rinsaldare l’amicizia tra i marciatori che già si sono conosciuti in precedenti "Pellegrinaggi" ma sono importanti anche per fare nuove conoscenze tra le persone di varie provenienze.
Questo è uno dei punti di forza di queste proposte.
Allora da queste righe vorrei lanciare nuovamente un nostro "antico" suggerimento.
Perché non chiedere anche ad altre Sezioni della G.M. che si diano da fare (come hanno dimostrato di saperlo fare -ormai da qualche anno- le sez. di Moncalieri, di Venezia e di Roma) per organizzare nuovi "Pellegrinaggi" o "Camminate" della durata di alcuni giorni nelle proprie zone, su altrettanti tratti "nuovi" del nostro "Sentiero"?
Ciò consentirebbe di mantenere agibile il percorso e permetterebbe, a chi lo desidera, di conoscere queste nuove zone, anche se non fosse stato presente nella "Grande Camminata" del 1999.   Per dare un nuovo impulso al "Sentiero" e come iniziativa promozionale, potrebbero essere richieste di organizzare questi incontri annuali anche alcune "nuove" sezioni (con l’aiuto di quelle con maggiore esperienza) non ancora nate negli anni dello studio e dell’apertura del nostro percorso.
Sarebbe un bel segno di continuità!
Infine perché non consentire che altre persone (magari provenienti da paesi stranieri) camminino con noi, se lo desiderassero?

La Cronaca e i ricordi finiscono qui, con queste idee e proposte e con un grande Grazie per gli organizzatori del cammino di quest'anno (i veneti e i piemontesi) e un Arrivederci a tutti gli amici che hanno voluto condividere un momento lieto della propria vita con noi.

Grazie amici e arrivederci alla prossima camminata!
Ultreya!


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Aggiornamento - 24/07/2006