La "Via Ferrata Danesi"

(La più famosa Via Ferrata del Gran Sasso d’Italia, che raggiunge la vetta del Corno Piccolo)


Panorama sul Paretone del
Corno Grande, con la visione
della -Farfalla- e dei suoi Pilastri 
dal versante teramano, lato
autostrada A24 e paesi di
Castelli, Colledara, ecc..
(4002 bytes) Panorama sul gruppo del
Corno Piccolo dalla strada
per Pietracamela e Prati di
Tivo, nel versante teramano
(3331 bytes) Panorama sul Corno Grande
(Vetta Orientale), sul Vallone
delle Cornacchie e sul Corno
Piccolo, salendo lungo la
cresta dell’Arapietra
(4406 bytes) L’Albergo Diruto sulla
cresta dell’Arapietra
(9696 bytes) Salendo sulla cresta
dell’Arapietra
(4397 bytes) Il Paretone della Vetta
Orientale del Corno Grande con
l’Anticima Nord dalla cresta
dell’Arapietra
(7450 bytes) La zona della Pietra di Luna, nei
pressi della Madonnina e della
stazione alta della seggiovia di
Prati di Tivo; sullo sfondo cresta
Nord-Est del Corno Piccolo
(10228 bytes) Il bivio per il Vallone delle
Cornacchie ( a sinistra) e
per il Sentiero Pier Paolo
Ventricini (a destra)
(5279 bytes) Sul Sentiero Pier Paolo
Ventricini con il panorama
sulla 1° e 2° Spalla
(3038 bytes) 1° scaletta sul Sentiero
Pier Paolo Ventricini
(9061 bytes) Tra i canali rocciosi del
Sentiero Pier Paolo Ventricini
(9711 bytes) Targa del Sentiero Pier Paolo
Ventricini al termine del Sentiero,
ai piedi del Campanile Livia, dove
inizia la Via Ferrata Danesi
(5368 bytes) La Sella dei 2 Corni con le
guglie delle Fiamme di Pietra,
dalla Punta dei Due (in primo
piano) al Campanile Livia (in
ultimo piano)
(7450 bytes) Ambiente invernale sul
Sentiero Pier Paolo Ventricini
(10676 bytes) Ambiente invernale sul
Sentiero Pier Paolo Ventricini
(8963 bytes) Ambiente invernale sul Sentiero
Pier Paolo Ventricini: il versante
nord-ovest del Campanile Livia
(8383 bytes)

 Gruppo:  Gran Sasso d’Italia
 Sottogruppo:  Sottogruppo del Corno Piccolo
 Cartografia:  Tavolette IGM 1:25.000, fogli: Monte San Franco, Gran Sasso d’Italia, Montorio al Vomàno, Pietracamela;
Carta IGM 1:100.000 - Fogli 139 e 140: Carta d’Italia;
CAI - sez. dell’Aquila - 1:25.000: Carta dei Sentieri.
 Guide:  Guida dei Monti d’Italia (CAI-TCI): Gran Sasso d’Italia.
 Accesso:  La Via Ferrata Danesi raggiunge la vetta del Corno Piccolo, partendo dalla base del Campanile Livia, sul versante sud-ovest della montagna (dove termina il Sentiero attrezzato Pier Paolo Ventricini - vedi scheda relativa -), e seguendo un percorso roccioso che sale con direzione nord-est.   Il Corno Piccolo (2655 m) è la montagna che dà il nome al famoso sottogruppo, incluso nel più ampio gruppo montuoso del Gran Sasso d’Italia, gruppo che presenta le cime più alte dell’Italia Centrale e dell’intera catena dell’Appennino (escludendo il vulcano Etna).   L’accesso più veloce e comodo al Corno Piccolo è quello dal versante teramano, anche se è possibile accedere alla Via Ferrata Danesi provenendo dal versante aquilano con un lungo e complicato percorso.   Nel caso venisse scelto il versante aquilano, allora è conveniente percorrere il sentiero della Via Normale del Corno Grande, fino al Passo del Cannone, scendere alla Sella dei Due Corni e da qui nel Vallone dei Ginepri fino alla base del Campanile Livia, dove c’è l’attacco della Ferrata Danesi e dove termina il Sentiero Pier Paolo Ventricini.
Gli accessi dal versante teramano sono:
 da Roma (1° possibilità): si percorre l’autostrada A24 (Roma-L’Aquila-Teramo) fino all’uscita di Aquila Ovest, poi si segue la strada statale SS.80 per il Passo delle Capannelle (1300 m), si continua sulla SS.80 per la Valle del Vomàno fino al bivio per Pietracamela, all’altezza del Ponte Rio Arno.   Al bivio si prende la strada che raggiunge Pietracamela (1030 m) dopo molti tornanti, e poi Prati di Tivo (1450 m), punto di arrivo del percorso stradale.
 da Roma (2° possibilità): si percorre l’autostrada A24 (Roma-L’Aquila-Teramo) fino all’uscita di San Gabriele-Colledara (prima uscita dopo aver attraversato il tunnel del Gran Sasso); poi si percorre la strada provinciale SP.491 per Tossicia e Montorio al Vomàno.   Raggiunto Montorio al Vomàno (265 m), si prende la SS.80 verso sinistra risalendo la Valle del Vomàno verso il Passo delle Capannelle, fino al bivio per Pietracamela indicato sopra.   Da qui in poi, si segue la strada che raggiunge Pietracamela e Prati di Tivo.
 da Roma (3° possibilità): si percorre l’autostrada A24 (Roma-L’Aquila-Teramo) fino all’uscita di Assergi (ultima uscita prima del tunnel del Gran Sasso); poi si percorre la strada della Valle del Vasto, girando a sinistra al vicino bivio per la strada di Fonte Cerreto e di Campo Imperatore, fino a raggiungere il Passo delle Capannelle.   Da qui si segue l’itinerario indicato per la 1° possibilità.
 da Teramo: si segue la statale SS.80, passando per Montorio al Vomàno e quindi seguendo l’itinerario indicato per la 2° possibilità provenendo da Roma.
 da Pescara (1° possibilità): si segue la costa adriatica (con l’autostrada A14 o con la statale) fino a raggiungere quasi Roseto degli Abruzzi.   Quindi si procede per Villa Vomàno e per Montorio al Vomàno seguendo la statale SS.150.   Da Montorio al Vomàno si segue la SS.80 in direzione del Passo delle Capannelle fino al bivio per Pietracamela.   Da qui si prende la strada che sale a Pietracamela e a Prati di Tivo.
 da Pescara (2° possibilità): si raggiunge Montorio al Vomàno via Giulianova e Teramo.
L’accesso dal versante aquilano è:
 da Roma (o da altre località): si percorre l’autostrada A24 (Roma-L’Aquila-Teramo) fino all’uscita di Assergi poi, al bivio per la strada della Valle del Vasto (vedi sopra), si prende, a destra, la strada per la località di Fonte Cerreto (1120 m, stazione bassa della Funivia del Gran Sasso).   Da qui si prosegue per la strada SS.17 di Campo Imperatore fino a raggiungere l’Albergo (2130 m) e le altre costruzioni disposte nei pressi della stazione alta della Funivia del Gran Sasso.   Lasciata l’auto sul parcheggio del piazzale dell’albergo, si procede a piedi seguendo il sentiero "estivo" per la Sella di Monte Aquila (2335 m).   Da qui si prende il sentiero della "Via Normale" del Corno Grande che sale, con direzione nord-ovest, e raggiunge la Sella del Brecciaio (2506 m).   Dalla Sella, si piega a destra e con direzione nord-est, si supera la Conca degli Invalidi (2600 m circa) fino ad arrivare al Passo del Cannone (2679 m), forcella che permette l’accesso al versante teramano del gruppo.   Da questo Passo, si scende (con direzione nord-ovest) sfruttando anche alcune corde fisse su un breve tratto esposto, fino a raggiungere la Sella dei 2 Corni (2547 m) che divide il gruppo del Corno Piccolo da quello del Corno Grande.   Dalla Sella dei 2 Corni, si scende a sinistra (ovest) nel Vallone dei Ginepri, per sentiero e tracce, fino a raggiungere il piede del Campanile Livia e l’intaglio con l’inizio della Via Ferrata Danesi (2475 m) e il termine del Sentiero P.P.Ventricini e di quello che conduce alla Via Ferrata Brizio (NON più praticabile).
 Considerazioni generali sul percorso:   Si tratta di una bella salita, inizialmente per sentiero e tracce e successivamente su speroni e placche calcaree, costeggiando tutte le vette che fanno parte del gruppo del Corno Piccolo dai versanti sud-ovest e nord.   Le protezioni, presenti nella seconda parte del percorso della Via Ferrata Danesi, sono formate da cavi d’acciaio, ringhiere e scale metalliche.   Queste protezioni sono state rinnovate recentemente (2002-2003) dal CAI.   Nella seconda parte e in quella finale, il percorso della Ferrata Danesi è aereo e segue creste e cenge, passa sotto un "famoso" masso incastrato a ridosso della Torre Cichetti e prosegue su scale e attraverso guglie, a volte passando tra i due versanti della cresta.   E’ molto utilizzato dagli escursionisti che desiderano raggiungere la vetta del Corno Piccolo su un percorso sportivo, ma è soprattutto seguito in discesa dagli alpinisti che hanno effettuato qualche arrampicata su una delle moltissime vie di arrampicata presenti sui versanti est, nord e ovest.   La percorrenza della Via Ferrata Danesi in inverno o, comunque, in presenza di neve, non è mai banale.   A seconda dell’accumulo di neve nei canali, sulle creste, sulle cenge e della presenza di ghiaccio sui cavi metallici e sulle scalette, la sua percorrenza può risultare pericolosa, faticosa e lenta.   In queste situazioni occorre prestare molta attenzione e calcolare bene i tempi per non farsi sorprendere dal buio quando si è impegnati in passaggi difficili o delicati.  Alcune foto qui presentate, riguardano anche una escursione invernale al Corno Piccolo con salita sulla Via Ferrata Danesi ancora carica di neve; ciò per far notare la grande differenza, anche come difficoltà, tra il percorso estivo e quello in presenza di neve.
 Dislivello e lunghezza:  Il solo tratto con protezioni della Via Ferrata Danesi inizia a ridosso della Torre Cichetti con alcune corde fisse.   Poi si superano 2 scalette, si sottopassa un "famoso" masso incastrato e si superano altri tratti protetti con cavi d’acciaio fino ad arrivare in cresta, tra la Torre Cicchetti e la 1° Anticima Sud.   Proseguendo per cresta, con direzione nord-est, si superano pinnacoli, cenge e placche, in parte protetti con cavi d’acciaio, fino ad utilizzare l’ultima fune che aiuta a raggiungere la vetta del Corno Piccolo.   Il dislivello del solo tratto attrezzato è di circa 100 metri, mentre il suo sviluppo è di circa 1 km.   Lo sviluppo complessivo del percorso a piedi, dalla base (2475 m) del Campanile Livia (2580 m) alla vetta del Corno Piccolo (2655 m) è di circa 1,5 km, mentre il relativo dislivello è di 180 metri.   La lunghezza complessiva del percorso a piedi, dalla zona della Madonnina (2015 m, stazione alta della seggiovia che proviene da Prati di Tivo) all’attacco della Via Ferrata Danesi (a quota di 2475 m circa) ai piedi del Campanile Livia, è di circa 6 km, e il dislivello totale, fino alla vetta del Corno Piccolo, è di 640 m.
 Difficoltà Escursione:  E sul sentiero e EEA nel tratto di "ferrata"
 Difficoltà del tratto di "Via Ferrata":  PD
 Data di effettuazione della mia escursione, qui presentata:  Dal 1970 a oggi

 Escursione per raggiungere la "Madonnina":    Sul piazzale principale di Prati di Tivo, con pochi passi sul suo lato destro (faccia a monte), si raggiunge la stazione di partenza della seggiovia.   Si prende la seggiovia e, in circa 10-15 minuti, si raggiunge la stazione alta, situata nella zona della Madonnina (2015 m), al culmine della cresta dell’Arapietra, e la adiacente area della Pietra di Luna (2028 m) dove c’è una nicchia con la statua della Madonna del Gran Sasso (la Madonnina).   Questo è il punto di transito per tutte le escursioni di questo versante.   Da Prati di Tivo, oltre che con la seggiovia, si può raggiungere la zona della "Madonnina" anche con altri tre percorsi.
a) - Il primo consiste nel seguire rigorosamente il sentiero che transita nei pressi dei piloni della seggiovia.   A quota di 1750 m circa si raggiunge e si supera la stazione intermedia e, sempre più ripidamente, si raggiunge la stazione alta della seggiovia, in circa 1 ora e 40 minuti di cammino.
b) - Il secondo consiste nel seguire il sentiero (o tracce) che sale a destra dei piloni della seggiovia.   Dopo circa 10 minuti di cammino, si raggiunge la Fonte Cristiana (1564 m); si continua per dossi erbosi sopra la fonte e ci si allontana progressivamente dalla seggiovia, fino a incontrare un valloncello che si tiene sulla destra, colmo di ghiaie e sfasciumi.   Si segue questo vallone che, piano piano, piega a sinistra e presenta un sentiero che diventa sempre più marcato e comodo.   Su questo sentiero, si taglia verso sinistra il pendìo erboso che sostiene la cresta, si passa sotto la seggiovia e si sbuca sulla cresta dell’Arapietra, 50 metri a nord della stazione alta della seggiovia, dopo circa 1 ora e 40 minuti di cammino.
c) - Il terzo consiste nel partire dalla Piana del Laghetto, seguendo un percorso più breve con minor dislivello e molto panoramico.   Dal piazzale di Prati di Tivo, si prende a sinistra (faccia a monte) una strada asfaltata, poi sterrata, che sale ad un ampio valico fra la Cima Alta e il piede della cresta dell’Arapietra, in località Piana del Laghetto (1650 m), dopo circa 3,5 km da Prati di Tivo.   Sul valico, saltuariamente, compare un piccolo laghetto, che probabilmente ha dato il nome al luogo e che diviene zona di abbeveraggio di cavalli e bovini.   Si può parcheggiare l’auto sui bordi della sterrata nei pressi del valico. Partenza a piedi dal valico
della Piana del Laghetto
(31061 bytes) Lungo il sentiero della
cresta dell’Arapietra
(24281 bytes)
Su una curva a destra, poco prima di raggiungere il valico, un sentiero parte verso destra e costeggia un dosso erboso sovrastante una valletta.   Si nota subito una grande croce in legno, posta sul dosso a sinistra, e si attraversa la valle verso destra su sentiero e tracce, con l’aiuto di segnali giallo-rossi sulle pietre.   In breve si raggiunge prima il piede e poi, piegando verso sinistra, il filo della cresta dell’Arapietra. Lungo il sentiero della
cresta dell’Arapietra, nei
pressi dell’albergo diruto;
sullo sfondo: il vallone
delle Cornacchie (a sinistra)
e il Corno Piccolo con il suo
lungo spigolo Nord-Est e il
profilo della 1° e 2° Spalla,
ben visibili sulla destra
(18437 bytes) Lungo il sentiero della
cresta dell’Arapietra, nei
pressi della stazione alta
della seggiovia di Prati di
Tivo; sullo sfondo: le vette
del Corno Grande (a sinistra),
il vallone delle Cornacchie
(al centro), e il Corno Piccolo
con il suo lungo spigolo Nord-Est
e il profilo della 1° e 2° Spalla,
ben visibili sulla destra
(42618 bytes)
Il sentiero diventa progressivamente più ripido e segue fedelmente il crestone; dopo il tratto ripido il sentiero raggiunge un ripiano meno inclinato e si avvicina ad un albergo abbandonato, conosciuto come albergo diruto (1900 m circa), dopo circa 30 minuti di cammino.

Panorama dalla zona della Madonnina
sulle vette del Corno Grande, dalla
Anticima Nord della Vetta Orientale
(a sinistra) all’Anticima Nord della
Vetta Occidentale, con al centro la
conca del ghiacciaio del Calderone.
Sotto le cime, sopra un cocuzzolo nel
Vallone delle Cornacchie, si nota il
rifugio C.Franchetti
(31986 bytes) La zona della Madonnina, nei pressi
della stazione alta della seggiovia
con, sullo sfondo, il Corno Piccolo
e il suo versante nord con le Spalle
(20400 bytes)
Si prosegue in leggera pendenza sul dosso della cresta che diventa molto largo e, dopo aver superato una zona con massi sparsi, si raggiunge la stazione alta della seggiovia nella zona della Madonnina, dopo circa 45 minuti di cammino.

 Escursione "estiva" sulla Via Ferrata Danesi:    Dalla zona della "Madonnina" e, in particolare, dall’uscita della stazione alta della seggiovia di Prati di Tivo, si prende a destra (sud) e si prosegue verso le cime del Corno Grande e la cresta Nord-Est del Corno Piccolo, che sovrasta la zona dell’Arapietra proprio di fronte all’escursionista.   All’inizio del sentiero ci sono alcuni cartelli segnaletici e lungo il percorso ci sono molti segnali rosso-gialli, dipinti sui sassi, che lo evidenziano bene. Il Passo delle Scalette, la zona
della Madonnina con la stazione
alta della seggiovia e la cresta
dell’Arapietra, salendo nel
Vallone delle Cornacchie
(30659 bytes) Il Passo delle Scalette, la
zona della Madonnina con la
stazione alta della seggiovia
(in penombra) e la cresta
dell’Arapietra, salendo nel
Vallone delle Cornacchie
(12087 bytes) La zona della Madonnina, nei pressi
della stazione alta della seggiovia,
vicino al bivio per il Vallone delle
Cornacchie (sinistra) e per il Sentiero
Pier Paolo Ventricini (destra)
(31301 bytes)
Si supera, lasciandolo a destra, il cocuzzolo della Pietra di Luna (2028 m) e si cammina per un breve tratto tra sassi e ghiaie.   In breve si raggiunge un importante bivio di sentieri: proseguendo leggermente a sinistra ci si inoltra nel Vallone delle Cornacchie in direzione del rifugio Carlo Franchetti (2433 m), lungo il percorso di avvicinamento descritto di seguito, mentre andando verso destra si prende il Sentiero Pier Paolo Ventricini che contorna tutto il versante nord e ovest del Corno Piccolo: itinerario descritto in un’altra specifica scheda in questa sezione di questo sito. Transito sotto i due massi
che formano un arco sul sentiero
(40791 bytes) Sul sentiero del Vallone delle
Cornacchie, a fianco delle
pareti est del Corno Piccolo
(53606 bytes)
Al bivio si prende leggermente a sinistra, trascurando la deviazione a destra per il Sentiero P.P.Ventricini e si superano alcuni tornantini.   Si segue il sentiero, sempre ben marcato, che contorna le bastionate rocciose che scendono dalla Cresta nord-est del Corno Piccolo e si raggiunge il Passo delle Scalette (2100 m), entrando così nel Vallone delle Cornacchie.   Si costeggia per un buon tratto la parete est del Corno Piccolo, poi ci si stacca gradualmente e si piega un po’ a sinistra per attraversare una zona di massi.   Si sottopassano due enormi pietroni che formano un arco naturale sul sentiero e si raggiunge il bordo inferiore di un grosso sperone roccioso che divide in due il Vallone delle Cornacchie.   Un breve traverso, verso sinistra, conduce ad un tratto di sentiero sommariamente attrezzato e leggermente esposto, dove spesso si trovano accumuli di neve.   Si arriva così sul ciglio dello sperone e si prosegue prima su questo, poi sul fianco destro seguendo numerose svolte. Arrivo al rifugio C.Franchetti,
sullo sperone roccioso al centro
del Vallone delle Cornacchie
(54335 bytes) Sosta ristoratrice al
rifugio C.Franchetti, sotto
le pareti est del Corno
Piccolo, sullo sfondo la
Sella dei Due Corni
(25161 bytes) Sosta ristoratrice al
rifugio C.Franchetti, sotto
le pareti est del Corno
Piccolo, sullo sfondo la
Sella dei Due Corni
(29240 bytes)
Giunti ai margini di un pianoro erboso (a sinistra una stele ricorda Silvio Scatozza, perito in sci l’8 maggio 1966), si intravede il rifugio Carlo Franchetti al disopra di un salto roccioso e lo si raggiunge con un largo giro sulla destra, attraversando ancora una zona di massi e risalendo un ultimo pendìo ghiaioso.   Dalla zona della "Madonnina" (2015 m) fino al rifugio C.Franchetti (2433 m) si cammina per circa 1 ora e 15 minuti per superare un dislivello di circa 420 metri. Il Monolito del versante
est del Corno Piccolo che
sorregge la vetta principale
(46704 bytes) Il Campanile Livia e
una parte delle Fiamme di
Pietra, visti dalla Sella
dei Due Corni, verso il
Vallone dei Ginepri; in
secondo piano il Pizzo
Intermesoli e sullo sfondo
il lago di Campotosto
(47942 bytes)
Dal rifugio Franchetti (2433 m) si sale alla Sella dei 2 Corni (2547 m) eseguendo un ampio giro verso destra, in circa 15 minuti.   Da questo valico partono vari sentieri in tutte le direzioni: a sinistra (sud) partono i sentieri per il Passo del Cannone (2679 m) e per il ghiacciaio del Calderone (2680 m c.) che permettono l’accesso alle vette del Corno Grande; a destra ci sono le vie di arrampicata sulle Fiamme di Pietra, con la incombente guglia della Punta dei Due (2608 m).   Per raggiungere l’attacco della Via Ferrata Danesi, occorre scendere direttamente (verso ovest) nel Vallone dei Ginepri su sentiero ripido e tracce, passando accanto alle pareti delle "Fiamme", fino a raggiungere la base del Campanile Livia (circa 2475 m), all’altezza di un intaglio dove termina il Sentiero Pier Paolo Ventricini (vedi scheda) e quello che porta alla Ferrata Brizio, NON più praticabile. In posa davanti alla targa
del Sentiero attrezzato Pier
Paolo Ventricini, al suo
termine e all’attacco della
Via Ferrata Danesi
(38685 bytes) Gruppo in sosta, nei
pressi dell’attacco della
Via Ferrata Danesi
(58344 bytes) Panorama sulle pareti della
Torre Cichetti sul versante
nord-ovest del Corno Piccolo,
nel canale Danesi
(30623 bytes)
Dalla Sella dei 2 Corni fin qui occorre prevedere altri 10-15 minuti di cammino.   Da questo intaglio inizia il Sentiero per la Via Ferrata Danesi, che presenta segnali giallo-rossi e triangoli rossi.   Si scavalca un forcellino (dove inizia la Via Valeria di arrampicata) e si attraversa , in salita e con piccole svolte tra sfasciumi, il canale Danesi che delimina a nord le guglie delle Fiamme di Pietra. Il monolito della Torre Cichetti, visto
dal canale Danesi, percorrendo la
Via Ferrata Danesi
(34480 bytes) In salita sulla
Via Ferrata Danesi
(51937 bytes) Panorama sulla vetta
del Corno Piccolo, dalla
cresta nei pressi della
Torre Cichetti
(23651 bytes)
Si continua per ghiaie superando crestine, cenge e canali verso il caratteristico monolito della Torre Cichetti, ben visibile in alto.   Si sale il canale che si dirige ad un piccolo valico tra la Torre Cichetti e la 1° Anticima Sud del Corno Piccolo.   E’ proprio in questa zona e su queste placconate della parete che si incontrano le prime protezioni importanti: corde fisse d’acciaio e 2 scalette metalliche.   Dopo le scalette, su un piccolo ripiano a sinistra, si incontra un grosso masso incastrato che forma un caratteristico buco.   Occorre entrare in questo grande "buco" e superarlo appigliandosi alle sporgenze rocciose, togliendosi lo zaino dalle spalle.   D’inverno o comunque nel caso di "buco" non transitabile a causa di neve e ghiaccio, bisogna superare il grosso masso aggirandolo a sinistra (con un passaggio delicato con difficoltà di III oppure IV a seconda della presenza o meno di "verglass"). Panorama sul Vallone
delle Cornacchie e sul rifugio
Carlo Franchetti, dalla cresta
tra la Torre Cichetti e la 1°
Anticima Sud del Corno Piccolo
(47067 bytes) Salita tra i massi della
1° Anticima Sud del Corno Piccolo
(40624 bytes) Panorama sulla vetta
del Corno Piccolo,
dalla cresta nei pressi
della 1° Anticima Sud
(21875 bytes)
Giunti al forcellino di cresta, si ha un’ampia vista sul sottostante Vallone delle Cornacchie, sul rifugio Franchetti e sulle vette del Corno Grande.   Da qui si gira a sinistra (nord-est), si seguono i segnali che portano a traversare le guglie sul versante est.   Si raggiunge un altro forcellino, si supera un risalto su grandi massi con l’aiuto di alcune corde fisse e, ancora seguendo la cresta, si supera un canale con un piccolo salto e, con l’ausilio di un’ultima corda fissa, si arriva poco sotto la vetta. In vetta al Corno
Piccolo, con panorama
sulle Vette del Corno
Grande
(33040 bytes) In vetta al Corno
Piccolo, con panorama
sulle Vette del Corno
Grande
(24196 bytes) Panorama sulle Vette del Corno Grande;
da sinistra: Vetta Orientale, Vetta Centrale,
Torrione Cambi, Forchetta del Calderone,
Vetta Occidentale. Tra queste è racchiuso
il ghiacciaio del Calderone
(29159 bytes)
Poi per una facile rampa rocciosa si perviene alla vetta del Corno Piccolo (2655 m).   Dalla base del Campanile Livia alla vetta del Corno Piccolo, calcolare un tempo da 50 minuti a 1 ora circa di cammino.
 

 Escursione "invernale" (o con neve) sulla Via Ferrata Danesi:    Ecco una serie di foto scattate sulla Via Ferrata Danesi con il percorso completamente innevato.   In queste condizioni, i cavi possono scomparire sotto la neve e le scalette possono essere ricoperte da ghiaccio e quindi divenire molto pericolose se non "impraticabili".   Anche se si ha a disposizione la dotazione corretta e cioè corde, piccozze e ramponi, occorre sempre valutare la possibilità di rinunciare alla salita della parte più esposta della Via Ferrata Danesi, quando le condizioni generali diventano severe e pericolose.   Se si vuole raggiungere comunque la vetta del Corno Piccolo, allora è consigliato utilizzare il sentiero della Via Normale Sud del Corno Piccolo, percorso che si stacca dal Sentiero attrezzato Pier Paolo Ventricini a quota di 2400 m circa, appena aggirato il piede del Campanile Livia a ovest, iniziando a scendere in direzione della "Madonnina".   Ovviamente servono anche prudenza, allenamento e un buon equipaggiamento per affrontare improvvisi cambi meteo.   Per tenere conto del minore periodo di illuminazione solare, è sempre consigliato iniziare l’escursione molto presto.

Pareti est del
Corno Piccolo
viste dal rifugio
Carlo Franchetti
(26852 bytes) Al rifugio
C.Franchetti
(45927 bytes) In salita verso la
Sella dei Due Corni
(23774 bytes) Panorama verso il rifugio
C.Franchetti, al centro del
Vallone delle Cornacchie, e
sul versante teramano
(40490 bytes)

Panorama verso i contrafforti
della Vetta Occidentale, a picco 
sul VAllone dei Ginepri e inizio
del sentiero della Via Ferrata
Danesi, e sul Canale omonimo
(33909 bytes) Sugli speroni rocciosi
della Via Ferrata Danesi
(34331 bytes) Sugli speroni rocciosi
della Via Ferrata Danesi
(46319 bytes) Sugli speroni rocciosi
della Via Ferrata Danesi
(23117 bytes)

  Sugli speroni rocciosi
della Via Ferrata Danesi
(34798 bytes) Panorama verso il monolito
della parete est del Corno
Piccolo dal rifugio Franchetti
(38130 bytes)  

 Discesa dal Corno Piccolo e ritorno alla "Madonnina" e a Prati di Tivo:    Dalla vetta del Corno Piccolo (2655 m) si può tornare alla base del Campanile Livia e al bivio dei vari sentieri di quota 2475 m, seguendo a ritroso la Via Ferrata Danesi in circa 40 minuti.   A seconda del periodo in cui viene effettuata questa salita e in dipendenza della stanchezza degli escursionisti, si può scegliere la più facile discesa lungo il sentiero della Via normale Sud del Corno Piccolo. Inizio discesa dalla
Vetta del Corno Piccolo,
in direzione della cima
della 1° Spalla
(40030 bytes) Panorama sulla cima della
1° Spalla, scendendo dalla
vetta del Corno Piccolo;
sullo sfondo i contrafforti
del Pizzo di Intermesoli
(35816 bytes) Panorama dalla 1° Spalla,
verso il Campanile Livia,
il Vallone dei Ginepri, e i
contrafforti della Vetta
Occidentale, lungo il
sentiero della Via Normale
Sud
(38058 bytes)
In questo caso si scende dal vetta del Corno Piccolo e, trascurando i segnali della Via Ferrata Danesi, si prosegue diritti (nord-ovest) verso la cima della 1° Spalla (2585 m).   Arrivati quasi alla vetta di questa panoramica guglia, si nota a sinistra (sud) un intaglio, con segnali giallo-rossi, che apre un percorso sul versante sud e che scende subito con alcuni risalti di roccia.   E’ l’inizio del sentiero della Via Normale che taglia tutta la parete con direzione sud superando risalti, cenge e piccoli valichi. La Punta dei Due sulla Sella dei
Due Corni; in secondo piano le
guglie delle Fiamme di Pietra con
il Campanile Livia in ultimo piano
(36542 bytes) Panorama sul gruppo del
Corno Piccolo, con la Sella
dei Due Corni e le pareti dei
versanti ovest, sud e est,
dal Passo del Cannone
(37222 bytes) Panorama sul Vallone
delle Cornacchie e sulla
cresta dell’Arapietra
dai pressi della Sella dei
Due Corni
(23551 bytes)
Anche su questo sentiero occorre sottopassare un masso incastrato, meno imponente di quello della Ferrata Danesi.   Si raggiungono infine le ghiaie della parte alta del Vallone dei Ginepri, nei pressi del Campanile Livia e questo sentiero termina a quota di 2400 m circa, collegandosi al Sentiero P.P. Ventricini.    Su quest’ultimo, si procede quindi verso sud-ovest e poi verso sud, si aggira il Campanile Livia e si raggiunge l’innesto dei vari sentieri e la zona d’attacco della Via Ferrata Danesi, compiendo così una bellissima escursione ad anello, avendo impiegato, per questa discesa, un tempo di circa 50 minuti - 1 ora.   Dall’innesto dei sentieri e delle Vie Ferrate di quota 2475 m, si procede verso est su un sentiero molto ripido e ricolmo di sfasciumi, passando accanto a tutte le guglie che formano le "Fiamme di Pietra" fino a superare la base della Punta dei Due e a raggiungere la Sella dei 2 Corni, valico che separa il Vallone dei Ginepri dal Vallone delle Cornacchie, ed il gruppo del Corno Piccolo da quello del Corno Grande. Scendendo dalla Sella dei
Due Corni in direzione del
rifugio Carlo Franchetti
(28228 bytes) Panorama sul Vallone
delle Cornacchie e sulla
cresta dell’Arapietra
dalla terrazza del rifugio
Carlo Franchetti
(20111 bytes) Panorama sul gruppo del
Corno Piccolo, versante est
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Oltre la Sella dei 2 Corni, il sentiero scende rapidamente e in breve porta al rifugio Carlo Franchetti (2433 m).   Dal rifugio, il sentiero scende, con direzione nord, nel Vallone delle Cornacchie sfruttando molti tornanti e divenendo, via via, più comodo e largo.   Esso transita a fianco del versante est del Corno Piccolo, tenendolo a sinistra, con un’ampia vista sulle sue possenti bastionate calcaree che offrono le più belle ed importanti vie di arrampicata.   Più a est, sulla destra, si ha la vista della Vetta Orientale del Corno Grande ed in particolare della sua imponente Anticima Nord.   Alle spalle, scendendo, si lasciano (un po’ più distanti, verso sud), le altre vette del Corno Grande (Vetta Centrale, Torrione Cambi, Vetta Occidentale) e la conca del ghiacciaio del Calderone.   Man mano che si scende, il panorama si fa più ampio e racchiude un vasto settore della pianura teramana fino al mare Adriatico, mentre a destra (est) si può ammirare tutta la catena sud-orientale del Gran Sasso, fino alle cime del Monte Camicia. Panorama sul Vallone
delle Cornacchie e sulla
cresta dell’Arapietra
dai pressi del Passo delle
Scalette
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In breve, si raggiunge lo stretto valico del Passo delle Scalette (2100 m) e quindi la zona della Madonnina (2015 m) e della stazione alta della seggiovia.   Qui si chiude la lunga camminata sul grande anello del Corno Piccolo e non resta che scendere a Prati di Tivo.   Se la seggiovia è ancora in funzione, si può approffittare di un passaggio per avere un comodo trasferimento a valle, altrimenti si può proseguire in dolce discesa sulla cresta dell’Arapietra fino a a raggiungere il valico della Piana del Laghetto (1650 m) e da qui Prati di Tivo, prima su sterrata e poi per strada asfaltata.   Ma questo itinerario è consigliato solo se si è lasciata un’auto al valico.   Altrimenti non resta che scendere direttamente a Prati di Tivo per sentiero, sfruttando quelli che scendono verso nord-ovest e che seguono i piloni della seggiovia o il vallone poco distante dalla stessa.

 Tempi medi con l’avvicinamento per il Sentiero P.P.Ventricini:  In estate: da 2 ore e 30 minuti a circa 3 ore per percorrere il tratto dalla "Madonnina" alla fine del Sentiero P.P.Ventricini, nella zona di partenza della Via Ferrata Danesi.   Per la salita al Corno Piccolo per la Via Ferrata Danesi occorre prevedere 50 minuti (o 1 ora) e per la discesa sulla stessa Ferrata 40 minuti, oppure 1 ora circa se si sceglie la discesa per il sentiero della Via normale Sud.   Dalla base del Campanile Livia (a circa 2475 m) alla Sella dei due Corni, occorre calcolare circa 25 minuti e altri 10-15 minuti per raggiungere il rifugio C.Franchetti.   Dal rifugio alla Madonnina per il Vallone delle Cornacchie, bisogna considerare altri 50 minuti circa.   Si raggiunge così un totale di circa 6 ore e 30 minuti.   A queste ore vanno aggiunte quelle per la salita alla zona della Madonnina e la discesa fino a Prati di Tivo che, in caso di percorrenza a piedi, fanno aggiungere, al totale indicato sopra, altre 2 ore e 30 minuti circa.
In inverno (e in caso di percorso innevato): i tempi di percorrenza dalla zona della Madonnina fino al rifugio C.Franchetti variano molto a seconda del livello di neve e della sua consistenza, nonchè della presenza di ghiaccio.   Molto spesso questi tempi si raddoppiano e si arriva a circa 10-12 ore per effettuare il periplo del Corno Piccolo.   In caso di difficoltà o di stanchezza è consigliato di prevedere il pernottamento al rifugio C.Franchetti.

 Tempi medi con l’avvicinamento per il Vallone delle Cornacchie:  In estate: circa 1 ora e 15 minuti per percorrere il tratto dalla "Madonnina" al rifugio C.Franchetti lungo il Vallone delle Cornacchie.   Dal rifugio alla Sella dei 2 Corni prevedere 15 minuti e altrettanti per la discesa nel Vallone dei Ginepri fino alla zona dell’attacco del sentiero per la Via Ferrata Danesi.   Per la salita sulla Via Ferrata Danesi (e l’arrivo in vetta al Corno Piccolo) occorre prevedere 50 minuti (o 1 ora) e per la discesa sulla stessa Ferrata 40 minuti, oppure 1 ora circa se si sceglie la discesa per il sentiero della Via normale Sud.   Dalla base del Campanile Livia (a circa 2475 m) alla Sella dei due Corni, occorre calcolare circa 25 minuti e altri 10-15 minuti per raggiungere il rifugio C.Franchetti.   Dal rifugio alla Madonnina per il Vallone delle Cornacchie, bisogna considerare altri 50 minuti circa.   Si raggiunge così un totale di circa 5 ore e 15 minuti.   A queste ore vanno aggiunte quelle per la salita alla zona della Madonnina e la discesa fino a Prati di Tivo che, in caso di percorrenza a piedi, fanno aggiungere, al totale indicato sopra, altre 2 ore e 30 minuti circa.
In inverno (e in caso di percorso innevato): i tempi di percorrenza dalla zona della Madonnina fino al rifugio C.Franchetti variano molto a seconda del livello di neve e della sua consistenza, nonchè della presenza di ghiaccio.   Molto spesso questi tempi si raddoppiano e si arriva a circa 9-11 ore per effettuare questo percorso e la salita della Via Ferrata Danesi fino a raggiungere la vetta del Corno Piccolo.   Anche in questo caso, se si incontrano momenti di difficoltà o di stanchezza è consigliato di prevedere il pernottamento al rifugio C.Franchetti.


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Aggiornamento - 2/10/2004