Escursione per raggiungere la "Madonnina": Sul piazzale principale di Prati di Tivo, con
pochi passi sul suo lato destro (faccia a monte), si raggiunge la stazione di partenza della seggiovia.
Si prende la seggiovia e, in circa 10-15 minuti, si raggiunge la stazione alta, situata nella zona della Madonnina (2015 m), al culmine della cresta dellArapietra, e la adiacente area della Pietra
di Luna (2028 m) dove cè una nicchia con la statua della Madonna del Gran Sasso (la Madonnina).
Questo è il punto di transito per tutte le escursioni di questo versante.
Da Prati di Tivo, oltre che con la seggiovia, si può raggiungere la zona della "Madonnina" anche con altri tre percorsi.
a) - Il primo consiste nel seguire rigorosamente il sentiero che transita nei pressi dei piloni della seggiovia.
A quota di 1750 m circa si raggiunge e si supera la stazione intermedia e, sempre più ripidamente, si raggiunge la stazione alta della seggiovia, in circa 1 ora e 40 minuti di cammino.
b) - Il secondo consiste nel seguire il sentiero (o tracce) che sale a destra dei piloni della seggiovia.
Dopo circa 10 minuti di cammino, si raggiunge la Fonte Cristiana (1564 m); si continua per dossi erbosi sopra la fonte e ci si allontana progressivamente dalla
seggiovia, fino a incontrare un valloncello che si tiene sulla destra, colmo di ghiaie e sfasciumi.
Si segue questo vallone che, piano piano, piega a sinistra e presenta un sentiero che diventa sempre più marcato e comodo.
Su questo sentiero, si taglia verso sinistra il pendìo erboso che sostiene la cresta, si passa sotto la seggiovia e si sbuca sulla cresta dellArapietra,
50 metri a nord della stazione alta della seggiovia, dopo circa 1 ora e 40 minuti di cammino.
c) - Il terzo consiste nel partire dalla Piana del Laghetto, seguendo un percorso più breve con minor dislivello e molto panoramico.
Dal piazzale di Prati di Tivo, si prende a sinistra (faccia a monte) una strada asfaltata, poi sterrata, che sale ad un ampio valico fra la Cima Alta e il piede della cresta
dellArapietra, in località Piana del Laghetto (1650 m), dopo circa 3,5 km da Prati di Tivo.
Sul valico, saltuariamente, compare un piccolo laghetto, che probabilmente ha dato il nome al luogo e che diviene zona di abbeveraggio di cavalli e bovini.
Si può parcheggiare lauto sui bordi della sterrata nei pressi del valico.
Su una curva a destra, poco prima di raggiungere il valico, un sentiero parte verso destra e costeggia un dosso erboso sovrastante una valletta.
Si nota subito una grande croce in legno, posta sul dosso a sinistra, e si attraversa la valle verso destra su sentiero e tracce, con laiuto di segnali giallo-rossi sulle pietre.
In breve si raggiunge prima il piede e poi, piegando verso sinistra, il filo della cresta dellArapietra.
Il sentiero diventa progressivamente più ripido e segue fedelmente il crestone; dopo il tratto ripido il sentiero raggiunge un ripiano meno inclinato e si avvicina ad un albergo
abbandonato, conosciuto come albergo diruto (1900 m circa), dopo circa 30 minuti di cammino.
Si prosegue in leggera pendenza sul dosso della cresta che diventa molto largo e, dopo aver superato una zona con massi sparsi, si raggiunge la stazione alta della seggiovia nella zona
della Madonnina, dopo circa 45 minuti di cammino.
Escursione "estiva" sulla Via Ferrata Danesi: Dalla zona della "Madonnina" e, in particolare,
dalluscita della stazione alta della seggiovia di Prati di Tivo, si prende a destra (sud) e si prosegue verso le cime del Corno Grande e la cresta Nord-Est del Corno Piccolo, che sovrasta la zona
dellArapietra proprio di fronte allescursionista.
Allinizio del sentiero ci sono alcuni cartelli segnaletici e lungo il percorso ci sono molti segnali rosso-gialli, dipinti sui sassi, che lo evidenziano bene.
Si supera, lasciandolo a destra, il cocuzzolo della Pietra di Luna (2028 m) e si cammina per un breve tratto tra sassi e ghiaie.
In breve si raggiunge un importante bivio di sentieri: proseguendo leggermente a sinistra ci si inoltra nel Vallone delle Cornacchie in direzione del rifugio Carlo Franchetti (2433 m),
lungo il percorso di avvicinamento descritto di seguito, mentre andando verso destra si prende il Sentiero Pier Paolo Ventricini che contorna tutto il versante nord e ovest del Corno Piccolo: itinerario
descritto in unaltra specifica scheda in questa sezione di questo sito.
Al bivio si prende leggermente a sinistra, trascurando la deviazione a destra per il Sentiero P.P.Ventricini e si superano alcuni tornantini.
Si segue il sentiero, sempre ben marcato, che contorna le bastionate rocciose che scendono dalla Cresta nord-est del Corno Piccolo e si raggiunge il Passo delle Scalette (2100 m),
entrando così nel Vallone delle Cornacchie.
Si costeggia per un buon tratto la parete est del Corno Piccolo, poi ci si stacca gradualmente e si piega un po a sinistra per attraversare una zona di massi.
Si sottopassano due enormi pietroni che formano un arco naturale sul sentiero e si raggiunge il bordo inferiore di un grosso sperone roccioso che divide in due il Vallone delle Cornacchie.
Un breve traverso, verso sinistra, conduce ad un tratto di sentiero sommariamente attrezzato e leggermente esposto, dove spesso si trovano accumuli di neve.
Si arriva così sul ciglio dello sperone e si prosegue prima su questo, poi sul fianco destro seguendo numerose svolte.
Giunti ai margini di un pianoro erboso (a sinistra una stele ricorda Silvio Scatozza, perito in sci l8 maggio 1966), si intravede il rifugio Carlo Franchetti al disopra di un salto roccioso
e lo si raggiunge con un largo giro sulla destra, attraversando ancora una zona di massi e risalendo un ultimo pendìo ghiaioso.
Dalla zona della "Madonnina" (2015 m) fino al rifugio C.Franchetti (2433 m) si cammina per circa 1 ora e 15 minuti per superare un dislivello di circa 420 metri.
Dal rifugio Franchetti (2433 m) si sale alla Sella dei 2 Corni (2547 m) eseguendo un ampio giro verso destra, in circa 15 minuti.
Da questo valico partono vari sentieri in tutte le direzioni: a sinistra (sud) partono i sentieri per il Passo del Cannone (2679 m) e per il
ghiacciaio del Calderone (2680 m c.) che permettono laccesso alle vette del Corno Grande; a destra ci sono le vie di arrampicata sulle
Fiamme di Pietra, con la incombente guglia della Punta dei Due (2608 m).
Per raggiungere lattacco della Via Ferrata Danesi, occorre scendere direttamente (verso ovest) nel Vallone dei Ginepri su sentiero ripido
e tracce, passando accanto alle pareti delle "Fiamme", fino a raggiungere la base del Campanile Livia (circa 2475 m), allaltezza di un intaglio dove termina
il Sentiero Pier Paolo Ventricini (vedi scheda) e quello che porta alla Ferrata Brizio, NON più praticabile.
Dalla Sella dei 2 Corni fin qui occorre prevedere altri 10-15 minuti di cammino.
Da questo intaglio inizia il Sentiero per la Via Ferrata Danesi, che presenta segnali giallo-rossi e triangoli rossi.
Si scavalca un forcellino (dove inizia la Via Valeria di arrampicata) e si attraversa , in salita e con piccole svolte tra sfasciumi, il canale Danesi
che delimina a nord le guglie delle Fiamme di Pietra.
Si continua per ghiaie superando crestine, cenge e canali verso il caratteristico monolito della Torre Cichetti, ben visibile in alto.
Si sale il canale che si dirige ad un piccolo valico tra la Torre Cichetti e la 1° Anticima Sud del Corno Piccolo.
E proprio in questa zona e su queste placconate della parete che si incontrano le prime protezioni importanti: corde fisse dacciaio e 2
scalette metalliche.
Dopo le scalette, su un piccolo ripiano a sinistra, si incontra un grosso masso incastrato che forma un caratteristico buco.
Occorre entrare in questo grande "buco" e superarlo appigliandosi alle sporgenze rocciose, togliendosi lo zaino dalle spalle.
Dinverno o comunque nel caso di "buco" non transitabile a causa di neve e ghiaccio, bisogna superare il grosso masso aggirandolo a sinistra
(con un passaggio delicato con difficoltà di III oppure IV a seconda della presenza o meno di "verglass").
Giunti al forcellino di cresta, si ha unampia vista sul sottostante Vallone delle Cornacchie, sul rifugio Franchetti e sulle vette del Corno Grande.
Da qui si gira a sinistra (nord-est), si seguono i segnali che portano a traversare le guglie sul versante est.
Si raggiunge un altro forcellino, si supera un risalto su grandi massi con laiuto di alcune corde fisse e, ancora seguendo la cresta, si supera un
canale con un piccolo salto e, con lausilio di unultima corda fissa, si arriva poco sotto la vetta.
Poi per una facile rampa rocciosa si perviene alla vetta del Corno Piccolo (2655 m).
Dalla base del Campanile Livia alla vetta del Corno Piccolo, calcolare un tempo da 50 minuti a 1 ora circa di cammino.
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