PRIMO TRATTO - "PERCORSO ROSSO":
Escursione: Dalla zona del piazzale di parcheggio delle auto, si va verso sinistra in direzione delle pareti, per imboccare il sentiero e si transita davanti a basse costruzioni adibite a toilettes pubbliche.
Si imbocca il sentiero e lo si segue, in salita, verso destra fino a raggiungere un piccola cava di pietra in disuso.
In poco più di 5 minuti dalla partenza, si raggiunge lattacco della ferrata.
Questo primo tratto di ferrata si può suddividere in tre sezioni.
SEZ. A) - La prima parte della ferrata sale le rocce sulla destra, nelle vicinanze del filo di uno spigolo.
Si inizia subito con il superamento di due strapiombi che impegnano molto lescursionista.
Si prosegue diritti con difficoltà inferiori, fino a raggiungere un ripiano di terra ed erba.
Qui cè la possibilità di abbandonare la ferrata e uscire verso destra, entrando nel bosco e raggiungendo il sentiero di discesa.
SEZ. B) - Dal ripiano erboso, si prosegue verso sinistra, seguendo il cavo della ferrata che transita in falso-piano sotto pareti verticali per una cinquantina di metri.
Si riprende a salire in verticale, superando cenge successive fino ad arrivare, oltre uno spigolo, alla base di un bel camino.
Lo si deve superare in spaccata, sfruttando i gradini presenti sui due lati della parete.
Superato il camino, si risalgono facili roccette, si piega leggermente verso sinistra e si raggiunge la base di una lunga scala ancorata alla roccia, che supera un grande strapiombo.
Nei pressi cè uno spiazzo che permette di effettuare una sosta.
SEZ. C) - Si inizia lultima parte della ferrata, superando lo strapiombo grazie alla scala poi, oltre questa, la ferrata entra sotto una serie di piccoli tetti e si esce a sinistra.
In questo punto, occorre fare molta attenzione a non sbattere la testa e la spalla destra contro spuntoni sporgenti di roccia.
Si prosegue ancora, per alcuni risalti facili, fino a raggiungere lultima fascia rocciosa che sostiene il traliccio dei ripetitori.
Prima della cima, occorre ancora superare una parete strapiombante, seguita da una parte rocciosa più appoggiata e facile e, finalmente, si raggiunge lantenna alla sommità dellultimo roccione.
A fianco dellantenna cè uno spiazzo erboso, con una piccola cabina contenente gli alimentatori degli apparati presenti sullantenna stessa.
Su questo spiazzo si può fare una sosta per il pranzo a sacco e si può godere un vasto panorama verso le cime visibili di fronte: Punta dellUomo Storto (m 3014), Punta di Netscio (m 3280), Corno Bianco (m 3320), Punta di Ciampono (m 3233) e la Cresta di Rissuolo (m 3104).
Molto a sinistra è possibile vedere una parte delle cime del gruppo del Monte Rosa.
SECONDO TRATTO - "PERCORSO GIALLO":
Come indicato, il primo tratto di ferrata termina alle antenne ripetitrici poste sul cucuzzolo della parete che sovrasta labitato di Gressoney La Trinité.
Nel 2003, è stata costruita, dalle Guide di Gressoney, una seconda parte di ferrata che inizia a sinistra partendo dalla sommità della parete del primo tratto.
Si fanno pochi passi e si nota la nuova parte che inizia con qualche metro in discesa (3 gradini) per permettere laccesso al nuovo "ponte tibetano" lungo circa 40 metri e alto circa 60 metri dal suolo, costruito con tondini dacciaio a formare una scala orizzontale sostenuta da corde dacciaio a vari livelli,
alcune per sostenere la corda stessa e altre usate come mancorrenti o come ancoraggi per i moschettoni.
Al termine del ponte, che supera un ampio baratro, cè una parete molto ripida e strapiombante che impegna molto lescursionista.
La ferrata inizia a salire la parete prima in verticale, poi si sposta verso destra e segue una linea diagonale su una parete strapiombante di almeno 50 metri daltezza.
E questa la parte più difficile.
Per superare questo tratto di ferrata occorre essere ben allenati per poter salire veloci, con decisione e a forza di braccia.
Luso di alcuni nodi aggiuntivi da effettuare sul cavo dacciaio della ferrata (vedi le pagine dei
Nodi di Franz Bachmann per le ferrate nella sezione dei Corsi di roccia) e di alcune "longe" o fettucce lunghe con moschettoni ai due capi (uno per limbracatura e laltro per lancoraggio),
aiuta lescursionista ad affrontare meglio questa parte e a superarla.
Al di sopra dello strapiombo, la parete si addrizza un po e diviene verticale.
La ferrata supera questa ultima parte verticale e affronta ancora due piccoli strapiombi, prima di terminare in una zona erbosa a circa 2100 m di quota, in prossimità di due casali (baite Bodma) sistemati a ridosso di alte pareti rocciose.
Poco più in alto è visibile una grande cascata.
Nei pressi della prima baita cè il segnale del sentiero n.11, che indica di andare a destra, verso la discesa.
TERZO TRATTO - "PERCORSO NERO":
Dallaltro lato del ponte tibetano, anziché salire direttamente in verticale per il "Percorso Giallo", occorre scendere qualche metro verso sinistra, su un tratto molto esposto (il passaggio viene facilitato da un tronco incastrato) che aggira lo spigolo della parete.
Oltre lo spigolo, si incontra un altro ponte tibetano, molto più corto del precedente, che permette di superare un altro baratro e di raggiungere un piccolo spiazzo.
Si risale uno spigolo sovrastante molto verticale.
Anche qui è consigliato dotarsi di longe lunga, fettucce e moschettoni aggiuntivi per aiutarsi sui cavi metallici e sui gradini della ferrata.
Un ultimo passaggio molto esposto e di forza su un tetto strapiombante permette di raggiungere il pianoro dove si trova lalpeggio Bodma.
Discesa dal termine del Primo Tratto (Percorso Rosso): Si segue il sentiero erboso che inizia proprio alle spalle della piccola cabina di alimentazione dellantenna e che sale leggermente verso destra inoltrandosi nel bosco.
Il piccolo sentiero (aperto in occasione dellinaugurazione della ferrata), risale una costa con alcuni tornanti e confluisce nel sentiero n.11 (segnali ben visibili) che taglia la zona boschiva a mezza costa.
Questo tratto di sentiero n.11 collega il sentiero n.10B (che va salendo verso sinistra) con il sentiero n.10 (che procede a destra in discesa).
Si cammina in leggera discesa (verso destra) sul sentiero n.11, fino a quando questo confluisce nel sentiero n.10.
Si segue quindi il sentiero n.10 in discesa, verso destra, mantenendosi sempre nel bosco, percorrendo un bel tratto con diversi tornanti, fino ad incontrare una deviazione a destra, poco evidente, dove inizia, in forte discesa, un sentierino di recente apertura.
Occorre prendere questa deviazione ed inoltrarsi sul piccolo sentiero scosceso.
Lo si segue in discesa percorrendo innumerevoli tornanti e traversi nel bosco, passando a poca distanza da alcuni paravalanghe metallici (pitturati in verde) sistemati in più punti nel bosco.
Il sentiero scende sempre ripidamente, transita vicino ad una antica cava di pietra e raggiunge la base della ferrata, nella zona dattacco a quota di circa 1670 m.
Proseguendo in discesa sullo stesso sentiero, che diventa qui una piccola sterrata, si raggiunge nuovamente il piazzale di parcheggio delle auto alle spalle della chiesa.
Tempi medi: da circa 1 ora e 30 min. a 2 ore e 30 min. per la salita (a seconda dellallenamento); circa 35 min. per la discesa lungo il sentiero.
Discesa dal termine del 2° e 3° Tratto (Percorso Giallo e Percorso Nero): Si seguono il segnali del sentiero n.11 a partire dalle baite Bodma, andando in discesa verso destra, attraversando una zona di bosco di pini e poi un boschetto di ontani.
Dopo una decina di minuti e dopo aver superato alcuni tornanti il sentiero si congiunge a quello che proviene dalluscita del primo tratto di ferrata.
Da questo punto, la discesa prosegue come già spiegato per quella del primo tratto.
Tempi medi: da circa 2 ore e 30 min. a 3 ore e 30 min. per la salita (a seconda dellallenamento) dei due tratti di ferrata. Calcolare da 1 ora a 1 ora e 30 min. per salire solo il secondo o il terzo tratto; circa 45 min. per la discesa lungo il sentiero, dalla cima del secondo o del terzo tratto di ferrata.
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