Filippo Crudele
poeta dell’Abruzzo e del Gran Sasso

(Alcune sue prose, poesie e foto per conoscere meglio questo simpatico personaggio abruzzese)


Namasté

(Saluto il Dio che è in Te !)

[ un saluto originario della zona di India e Nepal che viene usato comunemente in molte regioni dell’Asia.  Può essere utilizzato sia quando ci si incontra che quando ci si lascia.  Viene di solito accompagnato dal gesto di congiungere le mani, unendo i palmi con le dita rivolte verso l’alto, e tenendole all’altezza del petto, del mento o della fronte, facendo al contempo un leggero inchino col capo.  Nella cultura indiana, questo gesto è un "mudra", un gesto simbolico utilizzato anche nello "yoga".     Filippo mi ha salutato così dopo il nostro incontro. ]

Namasté

Più salgo,
più mi avvicino al cielo
e più avverto
d’essere leggero.
Ad ogni passo,
mi lascio dietro
il peso del vuoto
e tanto frastuono.
Assaporo e gusto
l’essenza del silenzio,
e naufrago in quel deserto
alla ricerca di me stesso,
accarezzato e frustato
dal sole e dal vento.
Il vuoto e il pieno
si ricercano, attraggono
e completano;
colgo il valore dell’Altissimo
per curare il mio giardino,
e appagato ridiscendo.
Saluto il Dio che è in te,
come fa l’umile sherpa
con un riverente "namasté",
soddisfatto e contento
del suo piccolo Universo !

di Filippo Crudele  ( * )
  


Filippo Crudele a Cocullo in Abruzzo, durante la Processione dei "serpari"
(Foto di F.Crudele)


Una premessa...

<< Caro Enea,
sarà onore mio e del Gran Sasso, se un Valdostano, ha così simpatizzato con loro, che vuole farli conoscere nel mondo.  Ho molto materiale, te lo invierò un po’ alla volta, ma tu comincia pure, perchè puoi integrarlo nel tempo con idee che nascono di volta in volta.
Ciao "Cucciolone", dal tuo sorriso traspare la bontà !
Quando ho scritto la prima poesia "il mio zaino" che il CAI dell’Aquila pubblicò al calendario delle escursioni, arrivò alla sede del CAI un elogio di Roberto De Martin (che non conoscevo) riferito alla poesia, ma il Presidente di allora me lo tenne nascosto e negò.  Quando l’ho saputo ho scritto "Laghetto Pietranzoni".  Tu hai conosciuto l’uno e l’altro e vuoi farli conoscere al mondo !!
                           "...qua si confà la nobiltà..."    NAMASTE’
Filippo Crudele

( L’Aquila - Giovedì 21 giugno 2007 - ore 11.35 ) 
 >>


Con queste semplici parole, Filippo ha iniziato a inviarmi, per posta elettronica, alcune sue fotografie ed alcune bellissime poesie.  Tutto era cominciato durante il convegno GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) in un week-end di metà giugno 2007 (ora appena concluso), in quel di Sondrio in Valtellina a cui avevamo partecipato con molti altri soci e simpatizzanti.


Enea, Amelia, Walter e Filippo in vetta al Pizzo Meriggio (48676 bytes)
In vetta al Pizzo Meriggio ( m 2358 slm ), da sinistra: Enea, Amelia, Walter e Filippo
(Foto di E.Fiorentini)

Il sabato mattina, partecipammo entrambi alla salita al Pizzo Meriggio (m 2358 slm), un bel monte boscoso che sovrasta Sondrio sul versante sud della valle: un vero balcone <belvedere> sull’intero gruppo del Disgrazia e del Bernina verso nord, ma che offre contemporaneamente una vista spettacolare su molte cime delle Orobie Valtellinesi, verso sud.
Eravamo in 7 persone più la guida che, in questa occasione, è stato l’Assessore al Turismo di Sondrio: il dott. Diego Scarì, che ringrazio ancora per la sua cortesia, simpatia e competenza.
Tra queste persone c’era Filippo, anche lui venuto a Sondrio da L’Aquila per il convegno in Valtellina.
Durante la salita e le soste, Filippo iniziò a recitare, a memoria, le sue poesie e a parlare della sua terra e delle sue montagne.
Fu così che scoprì il mio amore per l’Abruzzo e, in particolare, la mia passione per il gruppo montuoso del Gran Sasso che ho frequentato per oltre 30 anni, in tutte le stagioni e con molte tecniche di salita, durante la mia lunga permanenza a Roma.
Conosco molto bene tutti i luoghi descritti da Filippo perchè li ho frequentati, amati e considerati il mio terreno di gioco preferito al di fuori e distante dal caos delle grandi città.
Un luogo dove poter meditare, guardare il cielo limpido di giorno e le stelle nelle notti serene, seduto al di fuori di un rifugio o di un bivacco. Mi ha colpito la capacità di Filippo di esprimere bene e di sintetizzare i sentimenti che io stesso ho provato al cospetto delle rocce dolomitiche del Corno Grande e del Corno Piccolo.

E’ nata in breve una reciproca simpatia e ho chiesto a Filippo la cortesia di poter pubblicare qualche sua opera e qualche sua foto, per fare provare ai visitatori di queste pagine del mio sito le stesse nostre emozioni. Filippo ha consentito e mi ha inviato del materiale che io presento, come meglio posso, qui di seguito.
Grazie infinite Filippo per questa tua cortesia !
Spero presto di riascoltare le tue poesie, dalla tua viva voce, su qualche altra montagna, magari in Abruzzo...
Buona montagna e Buona Lettura a tutti !
(Enea Fiorentini)


Testi e Foto di Filippo Crudele

 

Grazie Gran Sasso

Grazie, per avermi regalato:
valli, creste, vette e ogni tuo anfratto;
per avermi fatto conoscere l’eterno Calderone,
il Nevaio della Salsa, di Rionne e del Gravone,
la sorgente di San Franco,
i salti del Vitello D’Oro e di Rio Arno;
per avermi fatto vedere dall’alto e gustare:
albe e tramonti da sogni,
laghi, montagne e mare;
per i cieli incantevoli:
cupi, nuvolosi, esplosivi o squarciati
da saette e raggi solari,
quando grigi e colorati da arcobaleni
o profondi, azzurri e sereni;
per avermi invitato alla tua gala d’inverno;
per avermi bagnato, infreddolito e riscaldato;
per avermi fatto camminare
su tappeti per principi:
bianchi o verdi, fioriti e variopinti;
per avermi fatto ascoltare la voce del vento,
quella del silenzio e la forza della sua eco;
per avermi fatto specchiare nel tuo piccolo Lago
e per avermi colpito l’animo,
quando mi hai illuminato
e fatto vedere nel tuo magico profilo,
il Volto Immacolato di Cristo,
a me tanto caro
e te ne sono grato.

L’Aquila, 31.01.2006

Filippo Crudele

 

Panorama dalla Majella sul Gran Sasso (15510 bytes)
Panorama dalla Majella sul Gran Sasso che, visto in verticale,
forma la silhouette del volto di Cristo

Panorama sul Gran Sasso dal Teramano (33443 bytes)
Panorama sui <Pilastri> e sul <Paretone> del Gran Sasso
dal versante Teramano, in mezzo ai girasoli
 
 
 

Francesco De Marchi
( primo sul Monte Corno - 19.08.1573 )

Arriva a L’Aquila
con Margherita d’Austria,
e s’innamora di quel Monte
che vede alto all’orizzonte.
Non è più tanto giovane
quando mette piede
sull’inviolata cima
che resterà legata al suo nome
e a quello di un cacciatore.
A imperitura memoria
di quel lontano giorno,
il CAI Aquilano li ricorda
con un pilastro roccioso,
posto sull’ameno luogo,
antistante il Forte Spagnolo,
che guarda incantato:
l’eterno <Monte Corno>.

L’Aquila, 19.11.2006

Filippo Crudele

 
Panorama sul Corno Grande dal Corno Piccolo (19860 bytes)
Panorama sulle Vette frastagliate del Corno Grande che al loro
interno racchiudono la conca del ghiacciaio del < Calderone >,
dalla vetta del Corno Piccolo (Gran Sasso)
(Foto di Enea Fiorentini)

<... quel Monte che è detto Corno ...>
<...l’huomo non si puol dare aiuto l’uno à l’altro perché bissogna stare attacato alla pietra con le mani, massime quando si è appresso alla sommità un terzo di miglio dove la pietra è fragilissima.  Dico se l’huomo cadesse che vi son molti luochi dove verrebbe ducento, e più bracci per aria.  Poi trovarebbe punte di sassi e d’ivi potteria cader’altro tanto, come fece un Frate l’anno 1572, che cascò et andò in pezzi...>
  (dal Diario di Francesco De Marchi)

 Leggi la Cronaca della sua prima salita del 1573 )

 
 
 

Corno Piccolo e Corno Grande

Il Corno Piccolo
è possente e monolitico,
ha due grosse spalle,
di pietra ha le sue fiamme,
con sé un prezioso monile:
< Livia il Campanile >.
Il Corno Grande,
è più alto ed elegante,
ha tre vette frastagliate,
del Gran Sasso è Cattedrale.
Un suggestivo e immacolato anfiteatro,
è culla dell’ultimo ghiacciaio:
è vecchio, magro e malato,
ma una bolla d’acqua chiamata < Sofia >,
ti fa capire, che batte ancora la sua vita.
Se per lo studioso è un inghiottitoio,
a me piace saperla, suo lacrimatoio.
Non possa pianger mai la gente,
il < Calderone > possa farlo sempre!
Se per la gente il pianto è dolore,
è vita per il vecchio < Calderone >.
Al < Passo del Cannone >,
si nota l’effetto di una sua esplosione,
alcune targhe in ottone,
ti ricordano la vita,
la morte, il dolore... e l’amore!

Filippo Crudele

 

Panorama dal Gran Sasso verso Campo Imperatore (15963 bytes)
Panorama dal Gran Sasso verso Campo Imperatore con la
Majella sullo sfondo, salendo lungo la < Direttissima > alla
Vetta Occidentale del Corno Grande (m 2912 slm)
 
 
 

Laghetto Pietranzoni

Ti avvicini a Campo Imperatore
e non ti accorgi
del Laghetto Pietranzoni.
E’ facile vedere e riverire:
grandi, potenti o presunti tali.
Lui è piccolo e povero d’acqua,
però a nessun animale la risparmia,
ha una grande anima !
Con umiltà e nobiltà,
la usa a fa da specchio
a quel Massiccio là.
Del Corno Grande,
due immagini perfette !
Una è là, vicino a te,
immersa e ribaltata.
Fotografie artistiche e bellissime,
che puoi metterle in cornice,
foto famose in tutto il mondo,
tutti sanno del Gran Sasso,
quanti del piccolo Lago ?
Per dar lustro al potente,
ecco il sacrificio della povera gente.
Riconoscergli un po’ di gloria,
non costa e non guasta niente.
A costo d’essere perdente,
voglio andar contro corrente:
essergli grato e riconoscente.

Filippo Crudele

Filippo a Campo Imperatore d’inverno nei pressi del laghetto Pietranzoni (18856 bytes)
Filippo a Campo Imperatore d’inverno,
nei pressi del laghetto < Pietranzoni >

Panorama sul Gran Sasso dal laghetto Pietranzoni (28263 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la piccola scultura di un pinguino scolpita da Filippo
 
 
     
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (22366 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
le sculture di due piccole foche realizzate da Filippo
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (24543 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un orso bianco realizzata da Filippo

 
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (21108 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un coccodrillo realizzata da Filippo
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (23212 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di una mucca realizzata da Filippo

 
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (26765 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di uno stambecco realizzata da Filippo
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (30352 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un gufo realizzata da Filippo

 
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (26800 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di una donnola realizzata da Filippo
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (29285 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un cagnetto realizzata da Filippo

 
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (31850 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un riccio realizzata da Filippo
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > (25922 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di una marmotta realizzata da Filippo

 
 Panorama sul Gran Sasso da Campo Imperatore, con falco e crocus (30336 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal Campo Imperatore con,
in primo piano tra i crocus,
la scultura di un falco realizzata da Filippo
 Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni > di Campo Imperatore, con il falco (23010 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un falco realizzata da Filippo

 
 scultura Giraffa (25441 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di una giraffa realizzata da Filippo
 scultura Elefante (31971 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un elefante realizzata da Filippo

 
 scultura Camaleonte (30101 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un camaleonte realizzata da Filippo
 scultura Istrice (29789 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un istrice realizzata da Filippo

 
 scultura Pernice (28568 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di una pernice realizzata da Filippo
 scultura Grifone (27456 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di un grifone realizzata da Filippo

 
 scultura Foca (24614 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di una foca realizzata da Filippo
 scultura Marmotta (19030 bytes)
Panorama sul Gran Sasso dal laghetto < Pietranzoni >
di Campo Imperatore con, in primo piano,
la scultura di una marmotta realizzata da Filippo

 
 Panorama sul lago di Campostosto e con il Gran Sasso sullo sfondo (27505 bytes)
Panorama sul lago di Campotosto,
con il Gran Sasso sullo sfondo
 Panorama sul lago di Campotosto e sui Monti della Laga (15482 bytes)
Panorama sul lago di Campotosto,
con i Monti della Laga sullo sfondo

(Foto di Enea Fiorentini)


 
 Lago Racollo al Gran Sasso (15821 bytes)
Lago Racollo al Piano Racollo
nella parte sud di Campo Imperatore
 Lago di Filetto in estate, con il Pizzo Cefalone sullo sfondo (21607 bytes)
Lago di Filetto in estate
con il Pizzo Cefalone sullo sfondo

 
 Lago di Fossetta e Lago di Barisciano (9261 bytes)
Lago di Fossetta e Lago di Barisciano,
a sud di Campo Imperatore

 Ruderi del Monastero della Madonna del Monte (12483 bytes)
Ruderi del Monastero della Madonna del Monte,
nei pressi del Lago di Passaneta

 
 Onde di ghiaccio sul piccolo e ignoto lago Filetto al Piano di Fugno (18742 bytes)
Onde di ghiaccio sul piccolo e ignoto
lago Filetto al Piano di Fugno, sotto Montecristo

Onde di ghiaccio

E’ inverno!
quando m’inchino
ad un piccolo lago
che mi tende la mano
e regala:
"onde di ghiaccio".
 cardi sul Gran Sasso (16944 bytes)
cardi sul Gran Sasso


Argento d’un cardo

Un freddo tremendo
mi punge, ma non tremo!
E un misero cardo,
mi offre il suo argento.


Filippo Crudele  -  L’Aquila, 10-02-2008

 
 Cardo sul Gran Sasso (17276 bytes)
Cardo sul Gran Sasso
 Corno Grande e nuvole (9554 bytes)
Corno Grande e nuvole

 
 Neve

Bianche farfalle,
leggere, silenziose e delicate;
volano e poi si posano
per tessere quel magico velo,
che con candida innocenza,
cela e rivela nefandezza
e bellezza.
 Vento

Soffia violento,
terrore di vento.
Gioca con grazia
con neve e sabbia.
Sculture e disegni,
che stenti a crederci!


Filippo Crudele  -  L’Aquila, 10-02-2008
 
     
 

Nebbia

Un mare di nebbia sommerge
e affoga la città !
Avverto che mi soffoca
e allora scappo e salgo !
Come lo sovrasto,
resto incantato
per cotanto spettacolo:
Il cielo è totalmente sereno,
vedo isole che non esistono,
rocche, castelli e paesi
che s’inabissano
e giocano a nascondino.
Quando il sole lo riscalda,
quella nebbia sfuma leggera, velata,
e pennella l’aria di biacca.
Il vento ne fa un gioco
di veli trasparenti e delicati,
che si adagiano, svolazzano
e si stracciano sui seni
e nei fianchi di colline e montagne,
più suggestive e incontaminate.
Così "vaneggia mortale mente"
davanti ad arcane, velate
e pudiche bellezze.

Filippo Crudele

L’Aquila, 13.04.2007

 
Tramonto da Monte Cristo con nebbia sui dintorni aquilani  (12288 bytes)
Tramonto visto da Monte Cristo,
con un mare di nebbia sui dintorni aquilani

Veduta dalla zona di Rocca di Mezzo verso il Gran Sasso (12288 bytes)
Veduta dalla zona di Rocca di Mezzo,
con il Castello di Ocre, la conca Aquilana e,
in lontananza, il Gran Sasso al di sopra della nebbia
 
     
 Veduta da Monte Cristo, con la nebbia tra le cime circostanti (12288 bytes)
Veduta da Monte Cristo, con nebbia tra le cime circostanti
 Nebbia attorno alla zona dei Tre Laghetti (16384 bytes)
Nebbia tra le cime della zona dei Tre Laghetti
 
 
Alberi in fiore e neve di marzo
     
 Alberi in fiore e neve di marzo sul Gran Sasso (16382 bytes)
Alberi in fiore e neve di marzo a San Giacomo,
nei pressi de L’Aquila, con panorama sul Gran Sasso
 Alberi in fiore e neve di marzo sul Gran Sasso (17001 bytes)
Alberi in fiore e neve di marzo a San Giacomo,
nei pressi de L’Aquila, con panorama sul Gran Sasso
 
     
 

Viola

A una viola deliziosa
e sola,

sussurro con amore

e graziosa
mi si dona !

Filippo Crudele

Fiori Alpini

Tanti fiori sui monti.
Esplodono miriadi di colori.
Piccoli, forti e vivaci,
ben radicati
tra ghiaioni e sassi.
Sono figli del freddo,
del sole e del vento;
lottano contro il tempo,
fioriscono
e danno sempre il meglio.

Filippo Crudele

Candore dei monti

Canta e bisbiglia
il candore dei monti
e lascia il colore
a quello invadente dei crocus
e di tanti piccoli fiori,
disseminati e preziosi incastonati
negli aridi ghiaioni.

Filippo Crudele

 
     
 Una bella viola al Gran Sasso (22693 bytes)
Una bella viola tra i sassi del Gran Sasso
 Viole gialle tra i sassi del Gran Sasso (25382 bytes)
Viole gialle tra i sassi del Gran Sasso
 
     
 I riflessi e l’incanto di un lago del Gran Sasso (24974 bytes)
I riflessi e l’incanto di un lago del Gran Sasso
 Crocus sul Gran Sasso (24964 bytes)
Un crocus tra le nevi del Gran Sasso
 
    
 

Narciso

Basta poco per ferirlo,
che tu gli tocchi la corolla
o gli sfiori il pistillo.

Si ritiene tanto bello,
per essersi visto in superficie,
riflesso in quella
di uno specchio
e mai dentro se stesso.

Ingannato da un riflesso,
adesso appassisce e languisce,
nella conflittualità dell’ego.

Filippo Crudele

Narcisi dei Monti Gemelli (30317 bytes)
Narcisi sugli aspri contrafforti dei Monti Gemelli,
con la catena del Gran Sasso sullo sfondo
 
     
 Un misero cardo in estate al Gran Sasso (21344 bytes)
Un misero cardo in estate al Gran Sasso
 Cardi in estate al Gran Sasso (26452 bytes)
Cardi sotto il sole d’estate al Gran Sasso
 
     
 Un cardo solitario in inverno al Gran Sasso (24243 bytes)
Un cardo solitario in inverno al Gran Sasso
 

                        Cardo

                        D’estate ho sofferto
                        e con le spine mi sono difeso.
                        Adesso che è sceso l’inverno
                        non temo il freddo nè il gelo.

                        Filippo Crudele

 
     
 

Monte Aquila

Fu una vera atrocità !
Un’aquila in gabbia,
all’ingresso della mia Città !

Il proprio emblema,
ingabbiato e umiliato,
era un’offesa alla libertà !

Quel magnifico rapace,
un tempo anche imperiale,
finalmente liberato,
maestoso tornò a volare
nel suo ambiente naturale.

In Via delle Aquile,
restò vuota la sua prigione,
finché una notte
ci trovò la morte
un vecchio barbone.

Solo allora fu demolito quel disonore !

Sul Gran Sasso c’era una vetta,
non aveva ancora un nome,
Messa Santa vi fu celebrata,
Monte Aquila fu battezzata,

mentre lei in alto, orgogliosa roteava...
come se sapesse di essere,
la festeggiata.

Filippo Crudele

 
Festa al Monte Aquila (28356 bytes)
Messa al campo sulla vetta di Monte Aquila (m 2494 slm),
con alle spalle le pareti del Corno Grande (m 2912 slm),
durante i festeggiamenti per questo monte


L’Aquila di Filippo

L’ho vista in cielo, leggera volare
ed elegante,
come un aliante planare.
L’ho vista poi in terra,
scolpita in un ceppo,
dall’acqua e dal tempo,
come non può far meglio
neanche un grande Scalpello.
Tra le mie mani,
ora par di volare
e mi vuol bene
come ad un padre.

Filippo Crudele
 
     
 L’Aquila Reale di Filippo al Gran Sasso (28705 bytes)
L’Aquila di Filippo con lo scenario del Gran Sasso
(Foto di Enea Fiorentini)
 L’Aquila Reale di Filippo al Gran Sasso (27648 bytes)
L’Aquila di Filippo al laghetto Pietranzoni del Gran Sasso
(Foto di Enea Fiorentini)
 
     
 Christian Roccati e Filippo con l’Aquila Reale di Filippo a Badia Prataglia (AR) al Convegno GISM del 6/6/08 (42760 bytes)
Christian Roccati e Filippo con l’aquila reale a Badia Prataglia (AR),
durante il Convegno GISM nelle Foreste Casentinesi (6/6/08)
 Filippo con la sua Aquila Reale a Badia Prataglia (AR) al Convegno GISM del 6/6/08 (57064 bytes)
Filippo con la sua aquila reale a Badia Prataglia (AR),
durante il Convegno GISM nelle Foreste Casentinesi (6/6/08)
 
     
 

Il Germano Reale

T’invio la foto di quel pezzo di legno
che raccolsi nel bosco del Casentino,
diventato ora un Germano Reale.
Era lì, inerme, zuppo, marcio,
tra le indicazioni dei sentieri
e la base di un albero.
Ciò che poi, tra le mie mani,
sarebbe diventato il magnifico
"Germano Reale".
Sono andato a rivisitarlo
per vedere se si notava.
Ebbene si vede !
Ora risplende e vola sul Gran Sasso.
Vera testimonianza di una
metamorfosi... annunciata !

Filippo Crudele  (21-22 giugno 2008)

 Il Germano Reale di Filippo, trovato nelle Foreste Casentinesi e ora portato al Gran Sasso (40741 bytes)
Il "Germano Reale" di Filippo, ricavato da un pezzo di tronco trovato nei
boschi delle Foreste Casentinesi, durante il raduno GISM del 6-7-8
giugno 2008, e ora esposto a Campo Imperatore al Gran Sasso
 
     
 Il Germano Reale di Filippo, trovato nelle Foreste Casentinesi ed esposto al laghetto Pietranzoni del Gran Sasso (27436 bytes)
Il "Germano Reale" di Filippo,
trovato nei boschi delle Foreste Casentinesi
e ora portato al Gran Sasso
 Il Germano Reale di Filippo, trovato nelle Foreste Casentinesi ed esposto al laghetto Pietranzoni del Gran Sasso (27833 bytes)
Il "Germano Reale" di Filippo,
trovato nei boschi delle Foreste Casentinesi
e ora portato al Gran Sasso
 
    
 

Tucani e Pappagalli

Domanda:
Ci sono Tucani e Pappagalli al Gran Sasso ?
Risposta:
Si, li trovi tra le rocce delle Torri di Casanova
e del Monte Infornace !

Filippo Crudele  (3 ottobre 2007)

 

Il Tucano

Vanità di un uccello
che si pavoneggia col becco.
Lo ha lungo e colorato
e si fa chiamare tucano.

Filippo Crudele

     
 Il Tucano in legno con Filippo al Gran Sasso (18363 bytes)
Il Tucano ricavato da un ceppo di legno, fotografato
con Filippo a Campo Imperatore, nei pressi del
laghetto Pietarnzoni, al Gran Sasso
 Il Tucano in legno visto da vicino al Gran Sasso (23960 bytes)
Il Tucano ricavato da un ceppo di legno,
fotografato a Campo Imperatore, nei pressi del
laghetto Pietranzoni, al Gran Sasso
 
     
 Il Tucano col becco rosso al Gran Sasso (26229 bytes)
Il Tucano col becco rosso al Gran Sasso
 Il Tucano col becco giallo al Gran Sasso (31247 bytes)
Il Tucano col becco giallo al Gran Sasso
 
     
 Il Tucano col becco giallo delle Torri di Casanova al Gran Sasso (27840 bytes)
Il piccolo tucano dal becco giallo, ricavato da una roccia
trovata sulle creste del "Sentiero del Centenario",
tra le Torri di Casanova e il Monte Infornace, al Gran Sasso
 Una Gallina al Gran Sasso (21710 bytes)
Una gallina sta "covando" nei pressi
del laghetto Pietranzoni di Campo Imperatore
al Gran Sasso
 
     
 Il pappagallo del Sassone lungo la Direttissima del Gran Sasso (23788 bytes)
Il pappagallo ricavato da una roccia trovata poco sopra
il Sassone, lungo la "Direttissima" del Gran Sasso
 Il pappagallo delle Torri di Casanova al Gran Sasso (22474 bytes)
Il pappagallo ricavato da una roccia trovata
sulle creste del "Sentiero del Centenario",
tra le Torri di Casanova e il Monte Infornace, al Gran Sasso
 
     
 Una colomba con Filippo al Gran Sasso (21638 bytes)
Una colomba "di roccia" tra le mani di Filippo al Gran Sasso
 La stessa colomba vista da vicino al Gran Sasso (26480 bytes)
La stessa colomba, vista da vicino, al Gran Sasso
 
   
 

Gli uccelli di Filippo

A forza di inserire le foto di uccelli e le relative poesie di Filippo, mi sono venute, di getto, queste "quattro rime" che inserisco, umilmente, in questo spazio.  Esse sono dedicate proprio a Filippo che, con caparbietà, ha saputo "riconoscere" ed "estrarre" rocce particolari sulle montagne di casa e altrove e "raccogliere" legni speciali tra gli alberi e alle loro radici.  Filippo ha saputo "salvarli", "rielaborarli" e "riproporli" come proprie originali "sculture".  Le foto presentate su questa pagina sono solo un piccolo esempio della sua inventiva, laboriosità e arte.
(Enea Fiorentini)

 
 

a Filippo e alle sue sculture

Nel suo gran girovagare
tra le rocce li ha trovati.
Or non voglion più volare,
in montagna son restati !



Con le mani li ha scolpiti
e di colpo son rinati !
Di colori li ha vestiti
e a Filippo sono grati !



Sono uccelli colorati,
veri o finti non si sa !
Sul Gran Sasso son tornati
perchè fanno il nido là !


( Enea Fiorentini - giugno 2008 )

 
     
 Filippo Crudele recita - a braccio - una delle sue poesie durante le escursioni nelle Foreste Casentinesi (22060 bytes)
Filippo Crudele recita - a braccio - le sue poesie durante
le escursioni nelle Foreste Casentinesi, in occasione del
raduno GISM a Badia Prataglia del 6-7-8 giugno 2008

(Foto di Enea Fiorentini)
 Le sculture di Filippo Crudele presentate a Badia Prataglia (25149 bytes)
Una parte di sculture di Filippo Crudele, portate
dall’Abruzzo e presentate a Badia Prataglia,
durante il raduno GISM del 6-7-8 giugno 2008

(Foto di Enea Fiorentini)
 
     
 Un orso al Gran Sasso (16907 bytes)
La scultura di un orso realizzata da Filippo con una
roccia di arenaria trovata alla Conca degli Invalidi,
appena sopra la Sella del Brecciaio del Corno Grande
e presentata a Campo Imperatore
 Un rinoceronte al Gran Sasso (24621 bytes)
La scultura di un rinoceronte realizzata da Filippo con
una roccia di arenaria trovata alla Conca degli Invalidi,
appena sopra la Sella del Brecciaio del Corno Grande
e presentata a Campo Imperatore
 
 
 

Al "Cantore del Gran Sasso"
(Filippo Crudele)

 
 

Caro amico prediletto
del Gran Sasso sei "Cantore"
e con rime a grand’ effetto
gli dai lustro e fai onore.

E’ un piacere ospitare
e gustare lentamente
ciò che scrivi con il "sale",
per offrirlo a tanta gente !

Anche un sasso "isolato",
ispira il tuo talento,
raccolto e interpretato
in artistico "Soggetto".

A Campo Imperatore,
tanti simpatici "animali",
fanno capir la tua passione
e veder come sono nati !

 
 

( Enea Fiorentini - Ottobre 2008 )

 
    
 

Ji sassi de Crudele

Quanno Crudele non va a laorà
se nne va sempre a camminà,
sulla montagna silenziosa,
a do’ la mente se reposa.

Mentre se nne sta ’n tranquillità,
ogni tantu se sente de chiamà,
è ’nu sassu che ji fa:

< n’ajio visti tanti de passà,
ma solo de ti me pozzo fidà,
pecchè sci pinu de bontà,
appena t’ajio visto
mi sci fattu ’nammorà.

Mo, me te tà propriù reportà,
mittime a ’na parte
e non me tte scordà,
pecchè ’nu jiornu sarrau tanti
che de mi e de ti ne pozzu parlà >.

Settimio Saturni

 

I sassi di Crudele

Quando Crudele non va a lavorare
se ne va sempre a camminare,
sulla montagna silenziosa,
dove la mente si riposa.

Mentre se ne sta tranquillo,
ogni tanto si sente chiamare,
è un sasso che gli dice:

< ne ho visti tanti passare,
ma solo di te posso fidarmi,
perchè sei pieno di bontà,
appena ti ho visto
mi hai fatto innamorare.

Adesso, portami con te,
mettimi in un luogo
e non ti scordare di me,
perchè un giorno saranno tanti
che parleranno di noi >.

Settimio Saturni

 
 

"... e Filippo Crudele si racconta ... "

 
 

Autoritratto

F ervore e vigore nel canto
I stintivo e illuminato dall’Alto.
L a sua voce è popolare
I strione a "braccio" naturale.
P ittoriche e colorate parole,
P er l’amato G.Sasso tante prose,
O r dunque, suo "Cantore"

C on inni alla vita e all’amore.
R esta incantato chi ha
U dito e incrociato il suo passo:
D eclama con passione sviscerata
E spressiva e mimata,
L ’amore per la sua Terra
E la Fede per la Vetta.

Filippo Crudele
( L’Aquila, 18-11-2008 )

I miei passi

Fanciullo,
ho educato
i miei passi
sui monti di casa.
Audaci crescendo,
su monti rocciosi,
più alti e lontani.
Tanti scarponi
e nuovi orizzonti,
per renderli
più abili e saggi.
Si faranno lenti,
pesanti e stanchi,
ma sempre legati
a quelli incerti
e spensierati,
vegliati dai miei cari.


Filippo Crudele
( L’Aquila, 7-9-2008 )

I miei versi

Nei verbi
ho trovato:
pastelli,
pennelli
e scalpelli,
per dare forma,
colore
e valore
alle parole.
Semi latenti,
innaffiati
dall’amore
e dal dolore.
Oggi,
germogli
e fiori
nel cuore.


Filippo Crudele
( L’Aquila, 8-4-2008 )

Le mie sculture

Le "sculture"
più nobili e belle,
che rendo visibili
dall’invisibile,
sono quelle alle quali
non reco violenze.
Ad altre,
soltanto lievi carezze.


Filippo Crudele
( L’Aquila, 21-10-2008 )

 
    
 Andrea Crudele, figlio di Filippo, durante la discesa dal Corno Piccolo lungo la Via Normale ovest, vicino ad un ometto di pietra (26763 bytes)
Andrea Crudele, figlio di Filippo, durante la discesa dal
Corno Piccolo lungo la Via Normale ovest, mentre transita
vicino ad un ometto di pietra
 

Ometto di pietra

Sui sentieri dei monti,
incontri l’amico
più discreto e sincero.
Un sasso per lui
è il pensiero più bello:
nasce e cresce di quello.
Lo difende
e lotta col vento,
per tenerlo
segreto nel tempo.

Filippo Crudele

    
 

Eterne Creature

Passo dopo passo salgo...
Intorno, tutto è un incanto.
E nell’assoluto silenzio,
ascolto melodie di pietre,
che mi parlano e cantano.
Ci conosciamo e parliamo
lo stesso linguaggio...
Non pietre mute,
ma eterne Creature!

Filippo Crudele

(L’Aquila, 01.12.2008)

Filippo Crudele seduto sui sassi della cima del Monte Bolza (39693 bytes)
Filippo Crudele seduto sui sassi sulla cima del Monte
Bolza con, sullo sfondo, l’altopiano di Campo Imperatore
e una parte dei monti del gruppo del Gran Sasso
 
     
 Il presepe, costruito con sculture di Filippo, posto nella Pineta di San Giuliano (AQ) (32002 bytes)
Il bel presepe, costruito con sculture di Filippo, posto
tra ceppi e rocce nella Pineta di San Giuliano (AQ),
bruciata il 9 agosto 2007
 Filippo con un’altro suo presepe posto tra ceppi bruciati nella Pineta di San Giuliano (AQ) (40092 bytes)
Filippo Crudele con un altro suo presepe, posto
tra ceppi bruciati nella Pineta di San Giuliano (AQ),
bruciata il 9 agosto 2007
 
    
 

Pianto di ghiaccio

L’Inverno piange
freddo il suo gelo.
"San Giuliano"
era splendido,
adesso è devastato
e desolato.
Un pino carbonizzato,
"Cuore Aquilano"
piange in silenzio
con lacrime di ghiaccio,
colorate d’amaro...!

Filippo Crudele

(L’Aquila, 21.12.2008)

Ceppi bruciati della Pineta di San Giuliano (AQ) con ghiaccio (50065 bytes)
Ceppi bruciati nella Pineta di San Giuliano (AQ), con ghiaccioli colorati
 
    
 

Cima Giovanni Paolo II

Con preghiera e passo d’un Santo
hai onorato il Gran Sasso,
che insieme alla sua gente
ti è grato e ricorderà per sempre.

Sul versante Occidentale,
lo sconosciuto < Gendarme >
è felice di lasciarti la Cima,
Karol Wojtyla.

Vedetta e sentinella del viandante,
di due splendide vallate
e della tua < Chiesetta >
a San Pietro della Jenca,
con eterna stele di pietra.

Filippo Crudele



Festa della montagna e della cima Giovanni Paolo II alle Malecoste (23779 bytes)
Cima Giovanni Paolo II (inaugurata il 18-05-05), ex < Gendarme >
sulla Cresta Malecoste di Pizzo Cefalone (Gran Sasso),
in basso l’autostrada verso Assergi e L’Aquila
 
 
 

Il Centenario

E’ un sentiero lungo,
suggestivo e impegnato,
che non puoi farlo,
se non sei allenato.
Fu ideato e dedicato
al C.A.I. Aquilano
in occasione del suo Centenario.
E’ un sali-scendere continuo,
da dove comincia, fino all’arrivo.
Da Vado di Corno a Fonte Vetica
è come il cammino della vita:
amore, sacrificio, sofferenza, euforia...
ma quanta fatica.
Lo devi affrontare
con pazienza, amore e coraggio,
se vuoi arrivare sano
fino al traguardo.
Quaggiù in città !
C’è chi si arrampica sopra gli specchi,
chi vende fumo
e chi fa il quacquaracquà,
solo e soltanto
per primeggiare e galleggiare.
Su quel Sentiero non puoi bluffare,
se hai deciso di non affondare.
Non devi temere e non devi tremare,
chi ti sta a fianco,
sarà comunque orgoglioso,
di poterti capire e aiutare.

Filippo Crudele


Via del Centenario su Dorsale sud del Gran Sasso (18463 bytes)
La dorsale sud-est della catena del Gran Sasso, vista dai
pressi del laghetto Pietranzoni, sulla quale è stato costruito il
< Sentiero del Centenario >

In una cascata nella Valle del Fosso dell’Acero, nella Laga in Abruzzo (19723 bytes)
In una cascata nella Valle del Fosso dell’Acero, nella Laga
 
Una cascata nella Valle del Fosso dell’Acero, nella Laga in Abruzzo (50754 bytes)
Una delle tante cascate nella Valle del Fosso dell’Acero,
tra i monti della Laga, salendo verso le 100 Fonti e
il Monte Gorzano, partendo da Cesacastina
 

Cascata d’acqua

Quando vedo e sento
l’acqua di una cascata,
si eleva al cielo la mia anima.
Una sinfonia
che va sommessamente
e soavemente ascoltata:
dolcezza, forza ed eleganza,
mi schizza, mi bagna e rimbalza,
è la vita intorno che mi danza.

Quest’inverno
l’ho vista fredda e irrigidita,
ma non ci ho visto la morte,
ci ho visto il fascino della vita.

Le sono passato a fianco,
le sono passato sopra,
con il corpo e con le mani
l’ho accarezzata,
come si fa con la donna amata.

L’ho percossa
con i ramponi e la piccozza,
ma lei non si è offesa
e mi ha lasciato fare.
Per amore mi ha voluto aiutare.

Quando in primavera la rivedrò,
lascerò a lei l’iniziativa di accarezzarmi,
mi lascerò andare tra le sue fresche mani,
fino a bagnarmi e d’amore dissetarmi.

Filippo Crudele
  (L’Aquila, 15-01-2001)

 
 

L’Aquila me

Tante bellezze
a L’Aquila me !
Pe’ arte e numeru perfette.
Le fecetteru
aji tempi de ’na ’ote,
eranu e so’ remaste
quelle famose, de nome:
< Novantanove >.

Novantanove
so’ pure ji rintocchi
de ’na campana a mezzanotte
e ji sospiri me, tutti pe’ Ti !

Quanno te lasso,
po’ torno e te revedo,
quiju battocchiu
che mme batte ’n pettu,
me fa capì, me fa capì...
che vojio bbene, solu a Ti !

Filippo Crudele

 

L’Aquila mia

Tante bellezze
a L’Aquila mia !
Per arte e numero perfette.
Furono fatte
ai tempi di una volta,
erano e sono rimaste
quelle famose... di nome:
< Novantanove >.

Novantanove
sono pure i rintocchi
di una campana a mezzanotte
e i sospiri miei, tutti per Te !

Quando ti lascio,
poi torno e ti rivedo,
questo < battocchio >
che mi batte in petto,
mi fa capire, mi fa capire...
che voglio bene, solo a Te !

Filippo Crudele

 
 
 La fontana delle 99 cannelle a L’Aquila (28904 bytes)
La famosa fontana delle < 99 Cannelle > a L’Aquila
 La chiesa di Collemaggio a L’Aquila (22064 bytes)
La Chiesa di < Collemaggio > a L’Aquila

 
 
 

Ruminante

Bruco, ingoio e rumino
bocconi dolci e amari.
Macerati nel ventre
e con saliva
diventano poesia.

Filippo Crudele

(21 ottobre 2008)

 
 Una mucca tra i cardi al Gran Sasso (26523 bytes)
Una mucca pascola tra i cardi al Gran Sasso
 Una mucca si rinfresca nel laghetto Pietranzoni a Campo Imperatore (18490 bytes)
Una mucca si rinfresca nel laghetto Pietranzoni
 
 
 Due corna tra le cime del Corno Grande al Gran Sasso (19390 bytes)
Due corna tra le cime del Corno Grande al Gran Sasso
 Mucche ruminanti accovacciate sulle praterie del Gran Sasso (20521 bytes)
Mucche ruminanti accovacciate sulle praterie del G.Sasso
 
 
 

Pastori d’Abruzzo

< Settembre, andiamo,
è tempo di migrare ! >
Così dicevi
e poi amareggiato ti chiedevi:
< perché non sono anch’io
coi miei pastori ? >
Come potevi !
Se eri affaccendato
in luoghi più sfarzosi
e davi privilegio a vizi e amori ?
Per gli antichi tratturi,
solo greggi e uomini umili:
Dai monti al piano
e poi ancora verso l’alto,
alla ricerca d’un verde pascolo.
Con loro ho cantato
e mangiato nello stesso piatto,
davanti al fuoco
acceso in uno stazzo,
nel Parco e sul Gran Sasso.
Così voglio ricordarli:
Sporchi e sudati,
tra il belar delle pecore
e il latrar dei cani.
E poi, con le zampogne e ciaramelle,
a onorare il Redentore
per le vie del Paese e nelle Chiese,
sotto un tetto a loro consueto...
fatto di stelle.

Filippo Crudele

 

                                   Pastore abruzzese

                                   Ha il pelo folto e canuto,
                                   il muso a tartufo,
                                   un collare chiodato,
                                   per difendersi dall’orso
                                   e dal lupo.
                                   Abruzzese fedele
                                   al padrone e al suo gregge.
                                   A costo della vita:
                                   lo guida,
                                   difende e protegge.

                                   Filippo Crudele


Il sorriso del cane pastore abruzzese (24357 bytes)
Lo sguardo intelligente e sorridente del cane pastore abruzzese
 
     
 Mungitura di pecore al Piano di Fiugno (20262 bytes)
Mungitura di pecore al Piano di Fiugno (Gran Sasso)
 Cane pastore abruzzese a guardia del gregge (16976 bytes)
Cane pastore abruzzese a guardia del gregge
 
     
 Pastore che versa il latte appena munto (28672 bytes)
Pastore che versa il latte appena munto

                        Hai vinto

                        Quel filo sottile
                        che cuce la vita alla morte
                        ti spinge e aiuta a salire.
                        Non per sfida e conquista,
                        ma coraggio, sacrificio e fatica,
                        raggiungi la Cima.
                        Un passo all’inferno,
                        poi nel bello infinito
                        hai visto il paradiso.
                        Hai vinto !
                        Se hai capito chi sei
                        e quanto sei piccolo
                        al cospetto di Dio.

                        Filippo Crudele

 

Il mio zaino

Nel mio zaino
di escursionista
ci metto sempre
un po’ d’allegria,
per star bene con me,
gli amici ed il Creato,
insieme e in compagnia.

Non mi faccio mancare mai,
i pensieri per i miei cari
e i ricordi per gli antenati.

Da un po’ di tempo
ci metto dentro
pensieri nuovi,
spontanei e sinceri...
rivolti ad una amica.

Non è importante
sapere chi sia,
sono pensieri
che avevo nel cassetto
e che ho trasferito
nel mio zainetto.

Svaniranno !
Avrò malinconia,
avrò nostalgia,
ma non li butterò via !

Filippo Crudele

 
     


Pecore a Campo Imperatore, con il Gran Sasso sullo sfondo
(Foto di F.Crudele)

 
L’esperienza del terremoto abruzzese vissuta da Filippo Crudele

L’impressionante terremoto in terra d’Abruzzo e in particolare nella città de L’Aquila, con la triste sequenza di morti e di distruzioni di case e di paesi interi, non poteva non coinvolgere anche il nostro poeta e scultore Filippo Crudele.  Filippo, anche lui sfollato con migliaia di altri abruzzesi, ci fa partecipare al suo dolore e a quello dei suoi concittadini attraverso le sue rime.  Con il suo permesso, alcune di queste sue ultime poesie sono inserite qui di seguito, e lo ringrazio di cuore augurando a lui, agli abruzzesi e all’Abruzzo intero con la città de L’Aquila, una veloce e solida ripresa.  Filippo appare anche in un recente filmato su You-Tube mentre declama la sua bella poesia "Ju tarramuto me" che ho voluto proporre di seguito insieme con il testo originale e la sua traduzione.

JU TARRAMUTO ME 

È notte fonna,
me pare de sognà,
’nfuriata e senza pietà,
la terra me svejia
e fà tremà.

La casa balla,
la sento sfascià,
so’ fortunato,
pozzo scappà
co la famijia e ringrazià.

S’è fatto jorno...
oh Dio me !
Cuscì ferita L’Aquila me,
non la volesse
propriu vedé.

Macerie bagnate
de sangue,
facce co’ lacrime amare
e ’n cielu,
chiù stelle d’amare.

Me guardo ’nturnu,
so’ desolatu,
co’ ’nu minutu,
tutto è cagnato
e senza ’nu tittu...
pure sfollatu.

Ferita ’n pettu
L’Aquila me,
tuttu ’ntronatu
ju còre me,
ma ji vojio...
ji vojio chiù bee’ !



Ju tarramuto me
( Poesia di F.Crudele - Video di Francesco Paolucci - Riprese di Francesco Di Luca )






IL MIO TERREMOTO
 

É notte fonda, mi sembra di sognare.
Infuriata e senza pietà,
la terra mi sveglia e fa tremare.

La casa balla, la sento sfasciare,
sono fortunato, posso scappare
con la famiglia e ringraziare.

 

Si è fatto giorno... oh Dio mio!
Così ferita L’Aquila mia,
non la vorrei proprio vedere.

Macerie bagnate di sangue,
facce con lacrime amare
e in cielo, più stelle d’amare.

 

Mi guardo intorno, sono desolato,
con un minuto, tutto è cambiato
e senza un tetto, anche sfollato.

Ferita nel petto L’Aquila mia,
tutto intronato è il mio cuore,
ma le voglio... ancora più bene!


Filippo Crudele

 

L’Aquila, Natale 2009


L’Aquila, Natale 2009 ( Come a Betlemme )
( nel bosco del Convento di San Giuliano )

( Poesia di Filippo Crudele - Installazione presepe di Roberto Paolucci - Video di Francesco Paolucci )

Cominciò quella notte,
la Settimana Santa
di un’atroce Passione.
Gesù era presente,
e sofferente pregò il Padre:
"Perché mi hai abbandonato?"
E spirò tra le macerie.
A Natale, come sarà
il nostro Presepe?
A L’Aquila, come a Betlemme,
tutti in cerca di una casa,
ma soltanto al Re dei Re,
il privilegio di una stalla.

Filippo Crudele
( 8 dicembre 2009 )


Me tengo recordà che scì renata


Me tengo recordà che scì renata
( Poesia di Giuliana Cicchetti Navarra - Musica di Camillo Berardi )
( Grafica e Realizzazione Video di Riccardo Navarra )
( Foto per gentile concessione di Giovanni Lattanzi e Archivio S.I.S.M.Aq. )

( COMPONIMENTO ISPIRATO ALLA CITTÀ DI L’AQUILA DEVASTATA DAL SISMA )

L’Aquila a pezzi, Tu, ’na notte nera,
pare ’nu sognu ma ’ssa bbotta è vera
tutt’ è ruinatu ma Tu scì la Storia
’na paggina da scrie pe’ la memoria
Chi s’è sarvatu mo’ tè tanti strazzi
tra lle macerie ’e chiese e de palazzi
la ggente che qua e là sta sbiricata
non vone cchiù vedette renfasciata !

[rit.]   Ju sole ch’è rrescitu mantomà
   m’ha fattu recordà com’eri bbella !
   ce vo’ ju tempo non sarrà ddomà
   ma tinghi rebbrillà come ’na stella !

Non scroscia l’acqua cchiù da lle fundane
non sento de sonane le campane,
ju strusciu, ji’ quatrani, e la cagnara
svejamme vojo da ’sta notte amara.
Mo’ cchiù de prima ji’ te vojo bbene
fatte sparì vurria tutte le pene
firita Tu sarrài remarginata
me tengo recordà che scì renata !

[rit.]   Ju sole ch’è rrescitu mantomà
   m’ha fattu recordà com’eri bbella !
   ce vo’ ju tempo non sarrà ddomà
   ma tinghi rebbrillà come ’na stella !



L’Aquila: La giostra dopo la tragedia
( Poesia di Filippo Crudele - Video di Francesco Paolucci - 19/gen/2012)

L’Aquila e il suo terremoto sono stati un palcoscenico mediatico per la politica
e una torta da spartire per molti.  In tutto questo, la poesia di Filippo Crudele
sintetizza lo stato d’animo di molti aquilani che, dall’inizio di questa brutta storia,
hanno sempre guardato con diffidenza lo show che veniva fatto sulle macerie e, purtroppo, su 309 morti.
L’Aquila: La giostra dopo la tragedia
 

La giostra dopo la tragedia
A L’Aquila quella notte,
crolli e urla di terrore.
La falce ne colpì trecentonove
e tra le macerie, sangue
e lacrime di dolore.
Consumata è la tragedia.
Odo sciacalli fare festa

 

e vedo girar la giostra
dell’umana gente
che non impara niente.
Il buio baratro non è lontano,
ma troppi lo hanno dimenticato
se corrono con affanno
dietro un lauto guadagno.
Mia cara L’Aquila

 

è questo il mio calice amaro,
è quello di non vederti più
com’eri prima!
In troppi ti hanno tradita.
A chi non ti ha mai vista
lascerò la mia poesia!


Filippo Crudele

 
    
 

     Pochi secondi

       Esplode improvviso il silenzio
       tranquillo di una notte.
       La terra trema impazzita
       e scuote anime e case
       come fossero canne.
       Pochi secondi per fuggire,
       vivere o morire;
       pochi secondi disperati,
       con la speranza di riabbracciare i cari.
       Pochi secondi, per leggere nel volto
       di un amico, di un padre e di una madre,
       l’atroce dolore che li ha trafitti al cuore.
       Pochi secondi per piangere e tacere.
       Pochi secondi per guardarmi intorno
       e incredulo, rendermi conto,
       quanto mi sia cambiato il mondo.
       Pochi secondi,
       amici e nemici dei miei giorni.
       Pochi secondi spietati,
       per sentirci considerati gli "altri".
       Pochi secondi veraci e bugiardi
       per sentirci tutti uguali,
       ma non cambieranno le classi sociali.
       Pochi secondi impietosi, resi subito famosi
       con fiumi di parole e riflettori,
       che non vanno spenti e sepolti,
       perché ci ricordino
       che non siamo onnipotenti,
       ma soltanto: pochi, piccoli secondi.
       Pochi secondi prepotenti e presuntuosi,
       che hanno osato sfidare secoli di storia,
       ma proprio su di loro si rifonderanno
       indelebili nella memoria.
       Sei tu, mia cara L’Aquila
       migliore di quell’ "Araba"
       al Papa hai spalancato già la "Porta Santa"
       e su quella torre "novantanove" volte
       già suona la campana.

       Filippo Crudele

                         Onde amiche

                                 Galleggia la mente
                                 tra le onde del mare.
                                 Mi lascio andare
                                 e confido loro:
                                 pensieri, ricordi
                                 e speranze.

                                 Filippo Crudele
                                 ( 26 Settembre 2009 )



       La mia estate               Cara Risacca

         Ho visto piantare                     Grazie mia dolce
         ombre sulle spiagge,               e cara risacca,
         ma è volata                             che allieti e affidi
         la mia estate.                           ai miei morbidi passi
         Vagabondo e solitario             conchiglie di ricordi
         nel deserto                              e pensieri,
         che ha lasciato:                       così pure dei fiumi
         il mare rumoreggia,                 e di lidi lontani.
         il vento mi accarezza
         e disegna delicate                  Filippo Crudele
         onde di sabbia.                       ( 5 dicembre 2009 )
         Amo L’Aquila
         e i miei Monti...
         e sono grato
         a questo mare
         che ospita i miei giorni.

         Filippo Crudele
         ( 26 Settembre 2009 )

 
    
 

    Gran Sassu me’
    (Il testo di questa poesia è stato
        musicato, cantato e inciso dalla
        Corale Gran Sasso
)

     - I -

     Da quiju mare scì natu beju,
     te scì arzatu, tocchi ju celu.
     Tu scì caru, te sajo ’n capu,
     vedo ju mare e pure ju lagu.


     - [Rit.] -
     Gran Sassu me’ te vojio bbe’,
     famme salì, famme vede’.
     Gran Sassu me’ tu me vo’ bbe’,
     quante bellezze me fa vede’!


     - II -
     Tu scì gajiardu, forte e gentile,
     scì ju Gran Sassu, re de ju Parcu.
     La Majella te sse remira,
     femmona bella e cara amica.


     - [Rit...] -
     Gran Sassu me’ te vojio bbe’...

     - III -
     Tu scì eternu e immacolatu,
     co’ la Laga te scì sposatu.
     Co’ nu itu tocco ju celu,
     ju Terminillu e ju Velinu.


     - [Rit. finale...] -
     Gran Sassu me’ te vojio bbe’,...


                Gran Sasso mio

               - I -
                  Da quel mare, sei nato bello,
                  ti sei alzato, tocchi il cielo.
                  Tu sei caro, ti salgo in capo,
                  vedo il mare e anche il lago.


               - [Rit.] -
                  Gran Sasso mio, ti voglio bene,
                  fammi salire, fammi vedere.
                  Gran Sasso mio tu mi vuoi bene,
                  quante bellezze mi fai vedere!


               - II -
                  Tu sei gagliardo, forte e gentile,
                  sei il Gran Sasso, re del Parco.
                  La Majella ti si rimira,
                  femmina bella e cara amica.


               - [Rit...] -
                  Gran Sasso mio, ti voglio bene...

               - III -
                  Tu sei eterno e immacolato,
                  con la Laga ti sei sposato.
                  Con un dito tocco il cielo,
                  il Terminillo e il Velino.


               - [Rit. finale...] -
                  Gran Sasso mio, ti voglio bene...

 

Gran Sassu me’


Gran Sassu me’
( Poesia di Filippo Crudele - Musica del Maestro Carlo Mantini della Corale Gran Sasso )
Interpretazione della Corale Gran Sasso, presso l’Auditorium della Guardia di Finanza,
a L’Aquila nel 2011, in occasione del suo sessantennale
    
 

    L’Aquila me’

     Tante bellezze a L’Aquila me’,
     de Federico e Celestino
     co’ ju Gran Sassu che sta’ guarda’.


     - [Rit.] -
     "Novantanove" tutte perfette:
     Chiese, piazzette, fontane e cannelle
     sottu nu celu co’ tante stelle.

     Quij’ Eremita, Papa e nu Santu,
     la "Perdonanza" c’ha regalatu,
     primatu e vantu de ’sta Città
     che nisciunu ce po’ tocca’.


     - [Rit.] -
     "Novantanove" tutte perfette...

     Tante bellezze a L’Aquila me’,
     volesse tantu vedella volà
     co’ ju Gran Sassu che sta’ vejia’!


     Filippo Crudele (3-5-2010)

      Identità                   Identità

      Ju dialettu                         Il dialetto

      è latte de mamma,           è latte materno,

      poppate calle,                  poppate calde,

      tènere carezze                  tenere carezze

      e sculacciate,                   e sculacciate,

      note musicali,                   note musicali,

      parole saporite                  parole saporite

      e colorate                         e colorate

      della terra te!                    di terra natale!

      E’ l’identità,                      E’ l’identità,

      che non te po’                  che non puoi

      Scorda’.                            dimenticare.

 
    
 

    L’Aquila de ’na ’ote
    (Il testo di questa poesia potrà essere
        musicato, e cantato dalla Corale
)

     - [Rit.] -

     Non bastanu le foto e le parole,
     pe’ racconta’ L’Aquila de ’na ’ote,
     la bella me delle «Novantanove»,
     perle segrete entr’aju còre.

     Colpa la malasorte de ’na notte
     non tengo chiù casa e la Città,
     e cuscì so’ tornatu paesanu,
     come tanti e tanti anni fa.

     Che pena fa, vede’ quelle bellezze,
     co’ piaghe e ferite ’ncancrenite.
     Che pena non vedelle chiù allegre,
     ma poerelle, sordomute e cèche.

     Non sinti chiù caciara pe’ le piazze,
     Non sinti chiù sona’ quelle campane,
     Non sinti chiù canta’ quelle fontane,
     ma sinti L’Aquila me che piagne,
     sinti L’Aquila me che piagne.


     - [Rit.] -
     Non bastanu le foto e le parole...

     Lasso aji fiji la speranza
     de revedella splenne all’alba
     chiù bella e rosa de ’na ’ote
     co’ tutte quelle perle noe, noe.


     - [Rit.] -
     Non bastanu le foto e le parole...

     Pe’ ju Gran Sassu e Madonna Fòre,
     ce vajo pianu e passu, passu,
     pe’ svagamme e rallegra’ ju còre.

     Filippo Crudele
     L’Aquila, 18 novembre 2011

                ’Stu còre batte e canta pe’ ti

                       «Novantanove» so’ ji rintocchi,
                       che quistu còre batte pe’ ti.
                       «Novantanove» so’ ji sospiri,
                       ardo d’amore, brucio pe’ ti!
                       «Novantanove» me fa ju còre,
                       non pe’ paura, ma pe’ l’amore.
                       Quanno te lasso, me sento triste,
                       me sento male, me sento sveni’.
                       Quanno retorno, come te vedo,
                       Ju còre batte, me fa ’mpazzi’.

                  - [Rit.] -
                       Quella campana sona de notte.
                       e quistu còre batte pe’ ti!.

            Filippo Crudele - L’Aquila, 16-12-2008

                   Te’ gnente ruttu?
 (Negli anni sessanta-settanta, a L’Aquila, c’era un
  personaggio chiamato «Mastru Peppe Pazzo» che,
  caduto in miseria, soleva chiedere l’elemosina con
  questa frase: «Te’ gnente ruttu?», hai qualcosa di rotto?)


                          Se dopu ju tarramutu,
                          t’azzardi a di’ a n’aquilanu:

                   « te’ gnente ruttu? »
                          Non t’offenne...
                          se te manna affanculu!

            Filippo Crudele - L’Aquila, 18-12-2010

                    Ju cchiù zuzzu
                     Da quanno ju munnu è munnu,
                     quann’è la sera se torna a casa
                     stracchi e zuzzi de lauru:
                     ju contadinu de terra,
                     ju mulinaru de farina, e cuscì via...
                     Non te fida’ de quiju che se veste de painu
                     e rentra rezzelatu come e quann’è ’scitu,
                     che dde certu... è ju meno pulitu.


                Filippo Crudele

 
    
 

    Grazie montagna
     Sui monti ho colto valori,
     gustato veraci sapori,
     respirato profumi e colori.
     Ospite grato al silenzio,
     ho ascoltato il concerto
     del vento e acqua d’argento.
     Ho esplorato dentro me stesso,
     soffocato la voce dell’ego,
     ben soddisfatto e contento
     davanti al Creato e l’Eterno.

     Grazie montagna    (Rit.)
     non chiedo di più,
     sei una vera grazia,
     e l’amica più cara sei tu.

     Col grigio e l’azzurro ho bevuto
     fatiche e gioie del giorno,
     colorate d’alba e tramonto.
     Tra le rocce e il cielo,
     ho contemplato l’Universo
     e smarrito nell’infinito,
     ho lodato e pregato Dio.

    Solitario e lontano
     da chi mi vuole uno schiavo
     ho trovato la libertà che cercavo
.


     Grazie montagna    (Rit.)
     non chiedo di più,
     sei una vera grazia,
     e l’amica più cara sei tu.


     L’Aquila, 06.02.2013
     Filippo Crudele

                  Gustare il bello

                     Se vuoi gustare il bello,
                     non valutare il tempo.
                     Sali a passo lento,
                     contempla l’orizzonte,
                     così pur anche un fiore
                     e ascolta il cuore.

                Filippo Crudele - L’Aquila, 23.08.2008

                  Ombra e silenzio

                     Non mi farà paura
                     la notte e il deserto,
                     finché avrò con me,
                     l’ombra e il silenzio.

                Filippo Crudele - L’Aquila, 13.03.2010

                  Sentieri di ieri

                     Sui sentieri di ieri,
                     trovo rovi, ortica e fiori.
                     Riconosco i suoni,
                     i rumori, profumi,
                     voli e colori.
                     Il cuore mio adulto,
                     si apre ai ricordi
                     e torna fanciullo.

                E questi passi di oggi,
                     nostalgici e lieti,
                     già domani, saranno di ieri
.


                 Camarda, 27.06.2010
                 Filippo Crudele

 
    

( * ) - Filippo Crudele: Poeta d’Abruzzo e del Gran Sasso
E-mail: filippo.crudele@libero.it

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Aggiornamento - 27/06/2013