Tiziano, insieme con Massimo, Sergio e Marco accompagnano i ragazzi esperti nell’escursione e sulle vie ferrate nella Val Campo di Dentro 16-06-17 - (Foto di T.Colussi)
Sosta nel cammino verso il Passo Grande de Pordoi 16-06-17 - (Foto di T.Colussi)
Sosta nel cammino verso il Passo Grande de Rondoi 16-06-17 - (Foto di T.Colussi)
Sosta al Passo Grande de Rondoi 16-06-17 - (Foto di T.Colussi)
Sulla Ferrata verso la Torre di Toblin 16-06-17 - (Foto di T.Colussi)
Sulla Ferrata verso la Torre di Toblin 16-06-17 - (Foto di S.Gaido)
Cartina dell’escursione a Corno Fana di Dobbiaco 16-06-17 - (Foto tratta da Web)
Gruppo a Candelle in partenza per il Corno Fana 16-06-17 - (Foto di E.Fiorentini)
Sosta al bivio per la malga Berg Alm 16-06-17 - (Foto di G. e L.Silveri) | Per noi dello staff attività la sveglia suona alle ore 6.30. Prepariamo con calma lo zaino e poi ci vestiamo per le escursioni. Sistemiamo i materiali nelle auto e poi ci avviamo verso il salone per consumare la prima colazione. Il programma di oggi prevede una bella escursione per i più giovani, a nord di Dobbiaco ed escursioni più lunghe con l’arrampicata di alcune vie ferrate risalendo la Valle Campo di Dentro (la Innerfeldtal) per i più grandi. Una volta formati gli equipaggi sulle varie auto, si parte per l’avventura odierna.
Escursioni e ferrate in Valle Campo di Dentro
I più grandi raggiungono la Valle Campo di Dentro, e iniziano il cammino verso la zona del Passo Grande de Rondoi nell’area del M. Paterno e delle Tre Cime di Lavaredo. Questi ragazzi sono guidati da Massimo, Sergio, Tiziano con l’aiuto di Marco. L’itinerario prescelto, come indicato dai ragazzi che hanno partecipato a questa esperienza, è risultato impegnativo così come le vie ferrate (e i percorsi attrezzati) che si susseguono per completare l’anello previsto attorno alla Torre di Toblin (m 2617). Lascio ai ragazzi e ai loro istruttori di inviare informazioni e contributi dettagliati. Qui mi limito a presentare uno stralcio del contributo di Luca e Giulia, che sarà diffuso integralmente sul sito G.M. nazionale.
<... Il nostro primo contatto con la montagna lo abbiamo avuto da piccoli, e onestamente dalla migliore prospettiva possibile: comodamente trasportati dal marsupio sulla schiena dei nostri genitori, quando passeggiavano d’estate sulle Dolomiti del Brenta. Per un po’, di queste montagne abbiamo avuto una conoscenza passiva, come quando si contempla la maestosità del mare dalla spiaggia; sicuramente, però, l’amore per quelle passeggiate ci è stato trasmesso molto presto, ed è indubbio che abbiamo assorbito allora gran parte della passione di oggi. Da "grandi", abbiamo ritrovato la montagna intorno ai dieci-dodici anni, grazie a nostra zia Serena che, iscritta alla sezione di Roma della Giovane Montagna, ci invitava qualche domenica ad unirci a loro. Soprattutto per dei ragazzi di città, era meraviglioso passare intere giornate a camminare su tappeti di foglie profumati nel bosco, o a mangiare panini tra le rocce di una vetta. C’era una sola cosa che ci mancava, ed era condividere la gioia di andare in montagna con altri ragazzi della nostra età. Perciò, quando nell’estate 2014 siamo venuti a sapere di un primo tentativo di raduno intersezionale dedicato ai giovani, c’è sembrato veramente fatto apposta per noi. Ci siamo iscritti subito, senza avere la minima idea di cosa avremmo trovato, ma quello che sono stati effettivamente quei tre giorni a San Martino di Castrozza – e i quattro giorni a Chapy d’Entrèves l’anno dopo – si è rivelato molto più delle vaghe aspettative che ci eravamo prospettati sul treno. Cercavamo dei ragazzi con cui condividere una giornata in montagna, e abbiamo trovato amicizie che durano ancora. Cercavamo qualche passeggiata in un bosco, e abbiamo trovato nevai, ferrate, falesie da arrampicare. Quest’anno GM Giovani ha compiuto quattro anni e i partecipanti sono triplicati, a dimostrazione concreta del successo di quest’idea. Oltre a conoscere nuovi amici, abbiamo ritrovato il sorriso e la competenza di persone straordinarie come Francesca, Enea, Giorgio, Massimo e Sergio, che ci hanno accompagnato a scoprire nuove cime, e la pazienza e l’affetto di Beppe, Patrizia e tutti coloro che ogni sera ci hanno accolto facendoci sentire, come sempre, a casa. Speriamo che questa iniziativa compia molti altri anni e riesca a essere anche in futuro per tanti ragazzi un’occasione speciale e un "trampolino di lancio" verso la montagna come lo è stata per noi. GM Giovani è una famiglia, un modo per cominciare a conoscere la montagna. E di conoscerla – e condividerla – vale davvero la pena, perché primi fra tutti dei ragazzi di Roma si accorgono di quanto qualsiasi montagna sia diversa dalla città, tanto che anche noi ci sentiamo diversi, migliori. Come disse J.J. Rousseau, "si direbbe che alzandosi sopra il soggiorno degli uomini si lascino tutti i sentimenti bassi e terrestri, e che a mano a mano che ci si avvicina alle regioni eteree l’anima sia toccata dalla loro inalterabile purezza" ...>
Escursione nella Valle di San Silvestro a nord di Dobbiaco
Con i più piccoli (juniores) e con gli esordienti, ci dirigiamo invece a nord di Dobbiaco entrando nella stretta Valle di San Silvestro. Lasciamo le auto in un parcheggio nella località di Candelle (1575 m). Scattiamo qualche foto e poi ci incamminiamo, inizialmente, su una stretta strada asfaltata che comincia a salire decisamente nel bosco. Oltre ad un notevole gruppo di ragazzi ci sono diversi adulti che ci aiutano ad accompagnare i più piccoli. Come coordinatori in questa escursione, sono presenti Beppe, Enea, Francesca e Lorenzo (i primi tre sono membri della C.C.A.SA.). Risaliamo la Val Calva, una valle secondaria di quella di San Silvestro, ma più centrale, che si inoltra verso l’alto proprio sotto le cime che fanno da confine con l’Austria. L’obiettivo di quest’escursione è il colle Bocca di Fana (2511 m) e, se possibile, la cima del Corno Fana di Dobbiaco (Toblacher Pfannhorn, 2663 m). La strada asfaltata diventa presto una sterrata frequentata da alcuni trattori e da contadini al lavoro. Superiamo un ponte e poi uno sbarramento e proseguiamo effettuando alcuni tornanti che ci fanno guadagnare quota velocemente. Nella parte più alta di questa valle incontriamo una mandria di mucche di foggia varia, alcune senza corna e di colore molto differente. Sono state affidate ad una coppia di pastori di Dobbiaco da parte di alcuni allevatori del fondovalle che hanno consegnato a loro i propri bovini per custodirli, da maggio a settembre, agli alti pascoli. Gli animali restano sempre all’aria aperta, anche di notte e molte femmine sono gravide. Notiamo anche molti vitelli che si muovono sempre vicino alle loro madri. Ci fermiamo un po’ per scattare alcune foto. Proseguiamo ancora e raggiungiamo la malga Berg Alm (2085 m), dove incontriamo la signora che, col marito, custodisce e controlla i bovini che le sono stati affidati. Lei afferma che da questi bovini non viene prelevato il latte che è destinato tutto ai vitellini. Proprio ieri ne è nato uno che ora è stato spostato in un recinto a parte con la sola madre per essere lasciato più tranquillo, e un’altra mucca è in procinto di partorire. Alla malga facciamo la sosta pranzo e chiacchieriamo con la gentile signora che ci racconta la loro singolare attività. Dopo una buona sosta, riprendiamo il cammino e proseguiamo la salita. Superiamo un torrentello e Francesca (presidente C.C.A.SA.) attira l’attenzione di tutti perché si rende conto che un gruppo di ragazzini, un po’ affaticati, non ce la fa a proseguire. Tra questi, la piccola Marta riferisce il riacutizzarsi del dolore alla caviglia sinistra che aveva già subìto una distorsione qualche giorno prima. Radunati i ragazzi, viene loro richiesto chi intende ritornare a valle. Quattro ragazzini affermano che si sentono stanchi e affaticati e che desiderano scendere. Sono: Jago, Bianca, Maddalena e, appunto, Marta. Mi viene richiesto di accompagnarli e allora, mentre gli altri riprendono la salita io, col mio gruppetto di ragazzini, torno sui miei passi, controllando il loro procedere durante la discesa sul sentiero e poi sulla sterrata. Ripassati alla malga, spiego alla signora il motivo del mio ritorno a valle con i ragazzini. Qualche tornante più in basso, incontriamo il marito che, in compagnia del suo cane, sta risalendo verso casa. Lui ci illustra il lavoro svolto per anni dalla sua famiglia e le razze di bovini presenti prevalentemente in queste zone dell’Alta Val Pusteria e, in particolare, quelle da lui custodite negli alpeggi di Berg Alm. Esse sono le: Grigio Alpina, Holstein (Frisona, una pezzata bianco-nera) e Pinzgauer (una razza originaria del salisburghese, pezzata rossa con fascia dorsale bianca). Scendiamo lentamente facendo attenzione a dove mettiamo i piedi. Incontriamo altri escursionisti che stanno salendo e, oltrepassato il bosco, vediamo molti agricoltori nei campi coltivati impegnati a tagliare l’erba alta, a mano con le falci, e altri che utilizzano macchine a motore. Raggiungiamo il parcheggio delle auto e ci sediamo sul prato per consumare uno spuntino nell’attesa degli altri escursionisti. È ormai passata più di un’ora e mezza da quando abbiamo iniziato la nostra discesa e allora telefono a Beppe per avere notizie. Riesco a contattarlo e lui mi assicura che una parte di ragazzi e adulti ha raggiunto la cima del Corno Fana e che un altro gruppo sta già scendendo. Tutti sono ancora troppo in alto e non ci conviene aspettarli qui; comunico a Beppe che facciamo ritorno a Versciaco e che ci rincontreremo alla Casa. |